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Autore: Mirel    25/03/2007    6 recensioni
La resa dei conti con Naraku si sta avvicinando e, in poche ore, tutto potrebbe essere finito. Forse proprio il pensiero di una possibile morte mette alla luce dei sentimenti che fino a quel momento erano stati repressi ed accuratamente nascosti. Sango e Miroku.
Genere: Romantico, Triste, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Miroku, Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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siate clementi...è la mia prima FF! Recensite.

CAP. 1



Epoca Sengoku, tardo pomeriggio.

Il gruppo, formato da Inu Yasha, Kagome, Sango, Miroku, Kohaku e Shippo, stava attraversando lentamente la valle per raggiungere il piccolo villaggio di Shinbiosi, ai piedi del monte Hakurei. Nessuno parlava, forse perché nessuno aveva molto da dire: la grande battaglia si avvicinava inesorabilmente e tutti, malgrado cercassero di non darlo a vedere, avevano paura. Tra poche ore avrebbero raggiunto il centro del monte, dove risiedeva Naraku.

In cielo le nuvole nere coprivano il sole e minacciavano pioggia, come se fossero un presagio di ciò che stava per succedere; gli abitanti del villaggio erano fuggiti e, i pochi che erano rimasti, si chiudevano nelle proprie abitazioni guardando con sospetto chiunque passasse di lì.

Kagome fissò la sagoma dell’Hakurei che le si stagliava davanti -è più inquietante della prima volta..- sussurrò con titubanza, rompendo improvvisamente quel silenzio, carico di tensione e paura che durava da quando erano partiti. Inu Yasha la guardò per un secondo -se Naraku tenta di spaventarci sta sprecando il suo tempo!- ma, malgrado la sua beffardagine, anche il mezzo-demone faticava a non pensare alla resa dei conti. Shippo era l’unico che non aveva problemi a mostrare la sua paura, cercando di trovare conforto nelle parole di Inu Yasha e sperando nella bontà divina.

Sango intanto fissava il fratello, Kohaku, sapendo che avrebbe dovuto dirgli addio in ogni caso, sia se Naraku lo avesse ucciso, sia se avessero dovuto ricomporre interamente la sfera, togliendo il pezzo che si trovava nella sua spalla.

Anche Miroku era sovrapensiero. Nelle ultime ore non aveva neanche provato a palpare Sango, malgrado la sua fama di monaco libertino; i suoi occhi fissavano l’orizzonte, imperturbabili, anche se a volte, per qualche secondo, si spostavano sulla sua mano destra, quella con il foro del vento.

Arrivarono al villaggio, camminando per le strade desolate e polverose, diretti alla capanna di Jasenko, il capo-villaggio. Quest’ultimo gli avrebbe dato ospitalità per la notte seguente in modo che il gruppo sarebbe potuto partire alle prime luci dell’alba.

Giunti alla porta furono accolti da un ragazzetto, figlio del capo-villaggio, che li fece accomodare nelle proprie stanze e promise loro che presto sarebbe stata servita la cena.

-Il monte Hakurei è protetto da una barriera molto potente, ma riesco a sentire l’aura demoniaca di Naraku…- commentò Miroku -sta diventando sempre più forte, domani sarà una battaglia difficile…- ribadì Sango.

Inu Yasha sbuffò poggiando la mano su Tessaiga -vi proteggerò io, quel demone cadrà sotto i colpi della mia spada!-; quell’affermazione risollevò leggermente il morale al gruppo, anche se nessuno la prese seriamente.

Shippo iniziò a giocare svogliatamente con Kirara, mentre Sango uscì dalla stanza e si sedette sotto il porticato, con la schiena poggiata ad un pilastro.

Dopo qualche minuto Miroku la seguì, chiudendosi la porta scorrevole alle spalle e sedendosi accanto a lei in silenzio.

La luna davanti ai loro occhi faceva fatica a farsi largo tra le nubi nere, mentre una brezza leggera scompigliava i capelli della ragazza, facendola rabbrividire.

Sango ebbe un fremito vedendo il monaco accanto a lei e le sue guance assunsero un colore rossastro, sempre presente quando si trovava con Miroku.

L’uomo avvicinò la mano sinistra alla ragazza, stringendole le mani per riscaldarla -sei gelata…come fai a rimanere qui fuori con questo freddo?-

-mi piace qui e poi…forse sarà l’ultima occasione per vedere questo cielo…-

-non essere così negativa! Avremmo pure una possibilità, seppur piccola-

Sango alzò lo sguardo verso il monaco, ritrovandosi a pochi centimetri dal suo viso -credo che…- iniziò, ma le parole le morirono in gola.

Miroku sorrise, avvicinandosi sempre di più al volto della ragazza, che si stava facendo sempre più rosso, mentre il corpo sembrava non voler rispondere ai suoi comandi.

La porta dietro di loro si aprì di colpo e Kagome uscì, ignara di ciò che aveva appena interrotto -hey ragazzi!- disse sorridendo, avvicinandosi ai due -Jasenko vuole vederci a cena e…- si interruppe, rendendosi conto solo in quel momento della situazione: Sango aveva la schiena schiacciata contro la colonna di legno alla quale inizialmente si era solo appoggiata; Miroku invece teneva le mani della ragazza ed il suo viso era vicinissimo a quello di lei.

-Oh, sc…scusate…non volevo…- iniziò a balbettare, interrotta da un gesto dell’uomo -non ti preoccupare, divina Kagome. Il dovere ci chiama-. Detto ciò il monaco si alzò, facendo risuonare i cerchi dorati attaccati al suo bastone; rientrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle.
  
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