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Autore: LaLaura    09/09/2012    1 recensioni
Anche se nella mia prima storia non sto avendo molto successo ho deciso di proporre un'altra storia, magari sarò più fortunata.
C'è aria di cambiamenti, di trasgressioni e problemi.
N.B. Non è una L&O
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spazio autrice : Riposto il quarto capitolo, perché non mi piaceva molto, il capitolo è sempre quello, ma ho aggiunto qualcosa e modificato qualcosa, mi scuso per la mia assenza, ma ho avuto problemi in famiglia, spero di postare un altro capitolo il prima possibile e spero di aggiungerne anche nell'altra storia. So di non essere popolare, ma ormai devo continuare e devo finirla, almeno spero di farcela! Ringrazio chi mi segue e fatemi sapere cosa ne pensate! 
Baci!
L.



 
Era passato più un mese dall’arrivo di Bice, Orlando e Bice erano sempre più legati, ma Bice non aveva detto nulla sul suo passato, non voleva, Orlando invece gli aveva raccontato tutto ciò che era successo tra lui e Lucia. Il rapporto tra Lucia e Bice non era migliorato, ansi forse era peggiorato, si davano ancora del lei, le risposte erano sempre più fredde e le battutine di Lucia sempre più spigolose, a Bice non importava molto lei stava solo facendo il suo lavoro e stava rispolverando il proprio rapporto con un vecchio conoscente.
Il rapporto con gli altri colleghi era buono, soprattutto con Bart e Ghiro, avevano trovato una buona lunghezza d’onda, un po’ meno con Bianca, lei è troppo legata a Lucia per dalla vinta alla prima rossa che passa.
 
Le indagini su Pugliese erano ferma, non si trovava nessuno sbocco, Bice era irritata solo dalla poca volontà di alcuni della territoriale, perché oltre a quelli del R.I.S. ci volevano pure gli altri, Bice amava molto il lavoro di squadra e dovevano essere molto affiatati, questo era l’unico punto in comune che aveva con il biondo capitano.
 
Erano le dieci e mezza  e Bice non arrivava, erano seduti nel suo ufficio ormai da un quarto d’ora, arrivava sempre presto, ma oggi non si faceva vedere.
“Orlando dove l'hai mollata?” – disse Lucia con tono acido
“Ieri l’ho lasciata a casa alle dieci e mezza, forse ha avuto un contrattempo!” – rispose lui in modo freddo 
“Forse ci potrà rispondere il maggiore!” – disse Bart vedendo arrivare il maggiore
 
“Ragazzi!” –disse agitato entrando – “Bice si è messa nei guai!”
“Come nei guai?” – chiese Orlando
“E’ in una banca da un’ora in mezzo a cinque rapinatori armati!” – disse il maggiore
“E lei disarmata, perché quando va a correre è l’unico momento che non ha la pistola!” – disse Orlando agitato
“Si perfettamente, ci sono venti ostaggi di cui tre bambini, sei anziani e cinque uomini e sei donne, una delle donne è incinta.”
“E noi che dobbiamo fare?” – chiese Lucia
“Non lo so, sta parlando con i ladri, ma ancora nulla.”
“Lo sai perché è entrata?” – chiese Lucia
“No, hanno chiamato i rinforzi un quarto d’ora fa, è cioè stata sola li dentro per tre quarti d’ora, in cosa è laureata?” – poi chiese all’ultimo
“In biochimica forense!” – rispose Orlando
“Quindi non sa come trattare con persone armate!” – disse il maggiore sempre più su di giri
“No, sa cosa fa! Ha fatto alcuni corsi poi con la mafia ci vuole saper trattare con persone del genere!” – disse Orlando
“Almeno questo!”
“Chi è ora fuori?” – chiese poi Ghiro
“La mia squadra della territoriale e il corpo speciale, ancora non sono la, aspettiamo voi!”
“Ma cosa fate! La lasciate la sola? Andiamo!” – disse Orlando afferrando la giacca – “Chi viene con me?”
“IO” – risposero Ghiro e Bart
 
Dopo cinque minuti arrivarono in banca, era in centro ed era una banca molto grande
“Maggiore io non capisco come mai i rinforzi non sono stati chiamati prima!” – chiese poi Ghiro, Orlando era assolutamente perso nei suoi pensieri
“Non lo so, mi hanno detto che Bice non aveva fatto nulla, forse voleva fare tutto sola!”
“E’ testarda, stupida! E’ assolutista.”- disse Orlando infuriato
 
“Orlando parla tu! Dobbiamo dirci che ci siamo noi fuori!”
“Bice! Ci siamo fuori noi! Cerca di convincerli!” – Orlando era un mix di paura e di rabbia nei confronti della scelta azzardata di Bice, ma aveva più paura, ancora non capiva bene cosa provava per                quella donna alta e rossa, ma sapeva solo che ci teneva, ci teneva tremendamente, non voleva perderla.
 
“Chi cazzo è quello che sta parlando? Cosa hai fatto! Ti avevo detto che se chiamavi qualcuno facevamo fuori te e tutti quelli che sono con noi!” – disse uno dei cinque, gli ostaggi erano a terra ed erano impauriti, Bice era accerchiata da tre di loro, gli altri due erano a controllare, se faceva un passo falso tutto ciò che aveva fatto fino ad ora veniva perso.
“Lui è un mio carissimo collega! Io non ho chiamato nessuno! Lo giuro, mi avete perquisito, non ho nulla! Ora stai calmo, non ti faranno nulla! Quando io sono qui dentro ho tutto sotto controllo! Sono il maggiore di tutti quelli che ci sono li fuori!” – rispose Bice mantenendo la calma, la voce di Orlando gli ha fatto forza, non sa perché, ma era così
“Ok, noi ce ne dobbiamo solo andare!”
“Voi ve ne andrete, dovete solo ascoltarmi, fai usciere tutti!”
“Tu sei pazza!” – disse prendendo Bice per il collo
“Ok, fai usciere tutti se no non si fa niente!”
“Non se ne parla!” – disse sparando un colpo all’aria, quelli che erano dentro era impauriti urlavano piangevano, fuori il panico si faceva spazio tra la gente, avevano paura, Orlando non se lo sarebbe mai perdonato di perdere Bice, e nessun altro avrebbe voluto vedere uscire il corpo di Bice senza vita
“Devi stare calmo! Così non concludi nulla! Poi non sprecare munizioni, se no poi non puoi ucciderci tutti!”
“Come ti chiami!”
“Te l’ho detto già mille volte! Messina”
“Voglio sapere il tuo nome!” – disse il “capo” puntandogli la pistola sulla testa
“Bice, perché non spari?” – Bice giocava con il fuoco, come se nulla fosse, era una bambina alla quale importava solo salvare le altra vite piuttosto che la sua
“Non mi va! Cosa devo fare? Ti giuro che faccio tutto ciò che mi dici, ma poi mi devi fare scappare” – chiese poi, Bice era riuscita nel suo intento
“Fai uscire i bambini, la donna in cinta e l’ottantenne, gli stava venendo un infarto, se non c’ero io moriva!”
“Il vecchio e un bambino! Se no nulla” – disse con guardo di sfida
“Va bene falli uscire!”
Le porte della banca si aprirono e un bambino di circa quattro anni e un anziano uscirono, erano tutti più sollevati, il bambino corse contro Ghiro
“La rossa è in pericolo!” – disse buttandosi in braccio a Ghiro
“Ehi piccolo come ti chiami?”
“Flavio.” – disse trai singhiozzi
“Sei un ometto, ora ti fai controllare da quei simpatici dottori?”
“Si!” – dicendo così il bambino venne preso in braccio dal dottore e sparì dietro l’ambulanza
“Ancora sono quasi tutti dentro!” – decretò Bart
 
“Ora sei felice Bice?” – chiese il rapinatore
“Ancora non molto, ancora non mi hai detto come ti chiami!”- disse Bice
“Matteo, mi chiamo Matteo!”
“Bel nome, significa mantenere le promesse fatte, ma non mi sembra!”
“Ascolta, solo perché sei l’unico carabiniere bello che ho incontrato faccio uscire chi mi hai chiesto!”
 
Uscirono gli altri, rimanevano solo dieci persone
“Ora cosa vuoi che faccia?”
“Dimmi perché stai facendo tutto questo!”
“Non sono cazzi tuoi!” – gli altri ladri erano in giro per la banca, era rimasto solo il capo la teneva stretta per i polsi Bice contro una parete
“Dimmelo!” – disse Bice
“Vuoi che ti faccia del male?!” – un ostaggio si alzò e saltò sopra il ladro, ma il ladro fu più veloce gli sparò in una gamba
 
Un altro colpo riecheggiò nell’aria, il panico era aumentato e la paura che quel colpo non fu sparato a vuoto era sempre più alto
“Matteo che cazzo hai fatto! Così non concludi nulla!”- disse Bice che si chinò sull’uomo per bloccargli la ferita con la sua  maglietta, era rimasta con la sola canottiera addosso
“Alzati troia! Se no ti faccio fuori! Ora si fa come dico io!” – disse Matteo stringendola per il collo
“Molla la presa, non ti conviene”- disse con voce strozzata, una lacrima le rigò il viso
“Ora ti metti a piangere?” – chiese con uno sghignazzo – “ Non risponde!” – così dicendo lasciò la presa
“Facciamo come dici tu, ma fai uscire il ferito!”
“Assolutamente no, al massimo gli puoi stringere la ferita!”
“Ok!” – cercava di sistemare la ferita nel migliore dei modi
“Spera che gli amici della rossa non fanno irruzione!” – disse un altro a Matteo
“Lo spero per lei e per tutti gli altri ostaggi!” – disse Matteo
“Non faranno nulla!” – disse Bice – “ Però solo se mi fate telefonare!”
“Ok telefona!” – disse Matteo passandogli il telefono
“Pronto?” – rispose Orlando
“Sono Bice!”
“State bene?” – chiese lui, si rincuorò sentendo la sua voce, stava bene e aveva timore anche se non lo faceva capire
“Si, tranne uno, ma non è grave, spero che non muoia dissanguato, comunque non fate nulla! Se no saltiamo tutti all’aria!”
“Come all’aria?!”
“Si all’aria! Ho messo una bomba!”
“Chi sei?”
“Sono Matteo, ora ciao!” – così chiuse la chiamata
 
“Vedi non faranno nulla!” – disse Bice
“Lo spero!”
“Fai uscire tutti, ti interessano solo i soldi e poi se hai me hai la migliore garanzia!”
“Perché la migliore?”
“Perché è così, accendi la tv diranno sicuramente qualcosa!”
 
Edizione speciale : La banca dominata da cinque rapinatori con dentro il carabiniere migliore antimafia
 
“Te l’avevo detto!” – disse Bice, nessuno rispose, in tv si vedeva la banca, a volte la foto di Bice e i visi dei suoi colleghi, Bice si sentì presa in giro, c’era solo Orlando, Ghiro e Bart, Lucia, Bianca e Milo erano rimasti al R.I.S. però si sentiva sollevata vedere Orlando, anche se si vedeva che era molto preoccupato
 
“Ora basta!” – disse spegnando la tv
“Perché non li fai uscire?” – disse Bice indicando gli ostaggi
“Non lo so! Voglio parlare con uno di la fuori!”
“Io sono il capo di tutto quel casino!”
“Abbassa la cresta! Voglio parlare con quello di prima!”
“Ok chiama!”
 
“Pronto!” – disse Orlando
“Sono Matteo!”
“Che vuoi?”- la rabbia si faceva spazio in lui, non riusciva a controllare neanche il tono di voce
“Ho come ostaggio il vostro tenente colonnello! E’ vero che è il maggiore di grado in confronto a quello che c’è li fuori!”
“Si è vero!”
“Questo mi piace!”
“Perché non li fai uscire?”
“Sono cavoli miei!” – così dicendo finì un’altra chiamata
 
“Posso crederti!”- disse Matteo -  “Ora li faccio uscire tutti!” – così dicendo gli ostaggi uscirono tutti, ma l’unica che non usciva era lei Bice, un uomo si avvicinò a Orlando e gli disse – “Eri tu a parlare vero? Si vede che sei preoccupato! Quella donna è una tosta, spero gli vada bene mi ha salvato la vita!”
 
Orlando era impotente non poteva fare nulla, come erano impotenti tutti gli altri
 
“Ora siamo rimasti solo noi sei!” – disse Bice incrociando le braccia
“Ora facci scappare” – disse Matteo
“Avete tutti famiglia vero?!” – chiese Bice
“Come lo sai?!” – chiese uno di loro
“Vedo la vostra fede sotto i guanti e si vede che non fate questo come lavoro.”
“Si hai ragione! E ora?” – chiese Matteo
“Volete lasciare le vostre famiglie sole?”
“Non è la stessa cosa se andiamo in galera?!”
“No, perché almeno se siete in galera i vostri cari vi possono venire a trovare e con una mia buona parola potete avere uno sconto di pena, se no se scappate, sarete cercati e noi vi troviamo, credetemi e la pena lieviterà!”
“E’ vero?” – chiese Matteo
“Si è verissimo, giuro, lo giuro su tutto ciò che volete! Ora per favore usciamo e chiudiamola qua! E’ otto ore che siamo qua, sono le cinque e mezza e questo incubo è cominciato alle nove e mezza e ho pure fame!” – disse Bice mettendo una mano sulla spalla di Matteo
“Ok!” – così dicendo uscirono tutti Bice era l’ultima,aveva la maglia macchiata di sangue e stava tremando, paura, freddo? Non si capiva. I cinque vennero arrestati e l’incubo finalmente ebbe fine, Bice si butto tra le braccia di Orlando
“Bice sei stata bravissima!” – gli disse in un orecchio, tutti applaudirono appena uscirono, Orlando finalmente si era tranquillizzato, Bice anche lei si senti rincuorata tra le braccia di Orlando, che le diede un maglione che teneva sempre in macchina
Bice parlò con i giornalisti, con gli ostaggi e andò pure in ospedale a trovare il vecchio e l’uomo ferito, poi andò al R.I.S. che erano le ventuno.
 
“Capitano!” – disse entrando nell’ufficio dove c’erano tutti
“Colonnello, siamo stati in pensiero, ma ancora non si è neanche cambiata!” – disse Lucia, aveva riconosciuto quel maglione, era di Orlando, le stava grande e soprattutto gli rodeva, non aveva mai indossato un indumento del suo Orlando
“No, comunque il vostro pensiero mi ha aiutato dentro la banca!” – disse Bice massaggiandosi il collo
“Vuole fare una riunione?” – chiese Lucia campendo la battuta di Bice
“No andate!” – così dicendo uscì ed entrò nel suo ufficio seguita da Orlando, non voleva parlare con nessuno, era stanca
 
“Orlà vieni!” – disse indicando il posto acconto a lei del divanetto
Orlando si accomodò e Bice molto velocemente gli mise le gambe sulle sue
“Vuoi parlarne?” – chiese accarezzandogli le gambe scoperte per metà a causa dei pinocchietti della tuta
“No… ho passato in modo diverso il mio trentaduesimo compleanno!” – disse Bice sorridendo
Bice non diede neanche il tempo di parlare a Orlando che si mise a cavalcioni su di lui, non c’era nessuno al R.I.S. o almeno credeva – “ Andiamo a casa e festeggiamo il mio compleanno come abbiamo festeggiato il mio diciottesimo compleanno?” – chiese lei passandogli una mano sulla guancia
“Quel compleanno lo ricordo, ci eravamo conosciuti da due giorni e ci avevano dato le stanze in hotel perché le camerate non erano pronte!” – disse lui estasiato dall’odore di Bice
“Allora mi fai compagni?!” – disse Bice facendosi ancora più vicina, sentiva Orlando che si eccitava sempre di più
“Perché no! Andiamo!” – così dicendo uscirono dal R.I.S. quando percorrevano il corridoio non erano proprio soli, c’era Lucia ad osservarli, Lucia era infuriata, una bestia, pensava al peggio e pensava bene, decise così di andare a casa
 
Arrivati a casa Bice e Orlando non persero tempo, chiusero la porta e Orlando prese in braccio Bice, le gambe di Bice si stringevano al corpo di Orlando
“Orly andiamo a letto!” – così dicendo si diressero in camera
Bice arrivata nella stanza vicino al letto diede un piccolo colpetto con la gamba sul polpaccio di Orlando facendolo cadere sul letto, lei si mise sopra di lui e comincio a baciargli il collo, nel mentre che lo spogliava lo continuava a baciare, Orlando a quei baci fremeva, poi arrivò al bordo dei pantaloni –“Sembri felice di essere con me!”-  li stava per sbottonare quando Orlando la bloccò – “ La festeggiata sei tu!” – così dicendo capovolse la situazione, gli tolse il maglione e cominciò a giocare con le sue labbra nel mentre che le accarezzava la sua pelle bianca e fredda “Mi piace avere tra le mani un polaretto”- disse, Bice sorrise, il desiderio cresceva e Bice aggiunse  prontamente –“Ti sbarazzi dei nostri pantaloni?” – dopo quella fatidica frase si lasciarono andare a movimenti frenetici, a urla, al piacere insomma, fino a tarda sera per poi addormentarsi sfiniti. Orlando e Bice ai quei movimenti ricordava quando erano più giovani, quando si divertivano insieme, erano ragazzi e amici.
Le luci del mattino fecero capolino sul viso di Bice, che si svegliò, era ancora nuda e a pancia in giù, coperta da solo un lenzuolo, aveva il suo braccio sinistro sopra il petto di Orlando, Bice guardava Orlando, per lei era una visione angelica, era felice, non sapeva neanche lei il perché, si era divertita quella notte, ma non era solo quello,gli è sempre piaciuta la sua compagnia, anche se erano distanti si volevano bene, o forse qualcosa di più, venne portata alla realtà quando Orlando le accarezzò il braccio che aveva sul suo petto e con voce assonnata gli disse “ Giorno!”
“Buon giorno a te!” – rispose lei
“Era solo divertimento vero?” – chiese poi lei
“Non lo so!” – rispose Orlando, smettendo di accarezzarle il braccio
Bice si stava alzando quando Orlando la bloccò per un braccio, Bice si giro e gli saltò sopra – “ Ti conviene mollare la presa! Sono ancora brava di judo ti faccio male! Lo sai che lo faccio!”
“Non lo fai!” – disse sorridendo
“Sicuro?” – disse lei bloccando le braccia di Orlando sul letto
“Si!” – rispose lui con un sorriso
“Sai anche che non ti torcerei neanche un capello!” – disse lei lasciando la presa e un bacio sul naso e così  scese dal letto
“Sei più brava in confronto a quando avevi diciotto anni!” – disse Orlando sorridendo
“Non mi piace parlare di queste cose! Però ci credo, quella era la mia prima volta!” – disse lei prendendo la camicia di Orlando e indossandola, era tranquilla, ma un po’ imbarazzata
“Dici vero? Perché ti prendi sempre la mia camicia?” – chiese Orlando alzandosi e mettendosi i boxer
“Perché ha un buon profumo!” – rispose lei annusando il colletto della camicia
 
Orlando arrivò in cucina e trovò Bice a fare il caffè, era spettinata, ma era ugualmente bella, Bice girandosi trovò davanti Orlando a torso nudo, una vampata le percorse il corpo
“Sei diventata rossa!” – disse Orlando mettendosi a ridere
“Ma che dici! Vai a farti la doccia che io preparo la colazione!”  - disse lei girandosi per coprire il rossore
“Ho paura vieni con me?” – chiese Orlando con tono da cucciolo
“Vai a quel paese!” – rispose lei senza curarsi del tono di voce
“No vado a farmi la doccia!”- Orlando era felice di aver passato la notte con lei, le voleva bene, forse chi lo sa l’amava, ma non voleva correre, si avevano fatto il passo più importante, quello più intimo, ma quello era stato solo divertimento, almeno credeva, con Lucia aveva definitivamente chiuso, a Ghiro non chiedeva più nulla, si era rotto di pensare a Lucia per non farla soffrire, doveva ricominciare e questa era un buon punto di partenza
 
Orlando trovò Bice a versare il caffè –“ Ancora non hai preparato la colazione?”- chiese lui –“Prendiamo il caffè mi vado a fare una doccia e poi si vede!” – rispose lei
Bice dopo aver preso il caffè si diresse in bagno, prima di entrare sotto lo sguardo di Orlando, secondo lei assente, si tolse la camicia facendola cadere sul pavimento – “Orly, la camicia è a terra!”
“Ok!” – rispose lui, era bella, forse troppo, aveva un corpo perfetto, la ginnastica artistica l’aveva plasmata come una dea greca, solo poche volte l’aveva vista allenarsi, nel mentre guardava la piccola libreria che si trovava nel piccolo salotto, aveva solo libri gialli, sulla mafia e tutta la collezione Pirandelliana e la Divina Commedia di Dante, poi nulla, ritornò alla realtà  quando una mano toccò la spalla di Orlando
“Ehi…”- disse lui, si girò e trovò davanti Bice avvolta in un asciugano, a parer suo troppo corto e i capelli ancora bagnati sulle spalle
“Orly andiamo a mangiare?” – chiese lei con tono dolce
“Certo!”
 
“Per colazione abbiamo : cereali integrali, latte parzialmente scremato, thè e per te tonno! Lo vuoi?” – chiese lei, sorridendo, pensando alla prima volta che avevano fatto colazione insieme e la faccia disgustata sua, impressa in una vecchia foto scattata al momento
“Ancora te lo ricordi?!” – chiese Orlando stupido
“Orlà io non mi scordo nulla!” – gli disse portando a tavola la scatoletta di tonno e due bicchieri di thè
“Tu non mangi?” – chiese poi Orlando
“Non ne ho fame!” – rispose lei sorseggiando il bicchiere di thè
“No tu mangi! Ieri non hai mangiato assolutamente nulla,  sei stata in banca e poi a cena non hai mangiato, e poi sei troppo magra!” – decretò a tono lui
“Tu che ne sai? Sei una bilancia? Sei il mio medico?” – chiese infastidita lei
“Sei più leggera di Lucia e Lucia è più bassa ed è magra, e poi ti si vedono anche le costole!”- rispose con calma
“Ora stanno facendo una campagna per darmi i soldi, come fanno con i bambini dell’Africa.” – disse ridendo
“Si quanto vuoi che ti donino? Due euro!” –disse lui serio
“SI per me va bene!”
“Dai mangia, non sto scherzando!” – disse con tono dolce
“Non ne ho fame! Al massimo rubo una merendina a Ghiro!”- disse ridendo
“Ok, ruba quello che vuoi!”
“Andiamo a correre? Però devi stare zitto!” – disse lei tagliando corto
“No, mi secca vedere una super eroina a lavoro! Non ti stanchi mai di salvare il mondo!” – rispose lui
“Ma che salvare il mondo!” – rispose lei sarcastica, mostrando i suoi muscoli
“Vai a vestirti che dobbiamo andare da Ghiro che devo prendere un cambio!” – gli disse lui
“Vai solo non ce l’hai la macchina?” – chiese poi lei
“Ti ricordo che abbiamo solo la mia macchina! A meno che ti vuoi fare tutta questa strada a piedi fino al R.I.S. o ti chiami una macchina?”
“No, sono le sei ancora! Vengo con te! Un momento e mi vesto!” – disse lei sorridendo
“Bice metti qualcosa sul collo, hai ancora i segni delle mani di quel bastardo!” – gli gridò lui
“E ora pure i tuoi succhiotti! Sei un cretino! Guarda!” – lo rimproverò lei mostrando il collo
“Scusa…”
“Scusami anche tu!” – disse lei mettendosi a ridere
“Perche?” – disse lui massaggiandosi la spalla
“Ah nulla!” – rideva fra se e se – “Cinque minuti e sono pronta!”
 
Dopo cinque minuti era veramente pronta, una camicia bianca, un jeans blu e la sua infallibile 24 ore nera della Piquadro.
“Andiamo?” – chiese allora Orlando
“Si”
 
Dopo venti minuti erano da Ghiro, entrarono e trovarono Ghiro già in piedi
 “Buon giorno!” – disse Bice tranquilla e sorridente
“Bice, Orlando!” – disse lui con un enorme sorriso, piano piano capiva che Bice non era una strega come sembra è severa si, ma dolce
“Ciao Ghiro!” – disse lui sorridente e rilassato, era molto che non lo vedeva così
“Ve la siete spassata ieri sera!” – disse Ghiro avvicinandosi a Orlando
“Come scusa?” – chiese Orlando che era diventato rosso, anche Ghiro se n’era accorto che aveva una bella macchia sul collo
“Ti sei bruciato con la piastra?!” – chiese sarcastico Ghiro indicando la macchia sul collo di Orlando
“Ah beh, dici quella…”- disse lui estremamente imbarazzato
“E anche quella!” – disse Ghiro indicando quella sul collo di Bice
“Dai basta! Non abbiamo fatto nulla!”– disse Bice seria, ma allo stesso tempo imbarazzata
“Se lo dici tu! Avete fatto già colazione?” –chiese Ghiro ancora tra le risate
“Si, devo solo cambiarmi!” – disse Orlando sparendo nella camera
“Ok, ok!”- acconsentì Ghiro
 
“Oggi parliamo del caso Pugliese?” – chiese Ghiro
“Se avete novità si, se no, no!” – rispose Bice
“Nessuna novità, alcuni credono sia morto! Compreso io!” – disse poi Ghiro
“Boh, ora scopriremo qualcosa!”- decretò Bice
“Io sono pronto andiamo!” – uscì dalla stanza Orlando
“Si per me va bene!” – disse Bice
“Io vi raggiungo li al R.I.S.” – aggiunse Ghiro prima che  i due uscissero
 
 
Alle sette e mezza erano già al R.I.S. e Lucia era già li
“Colonnello, Orlando!” – salutò la bionda
“Capitano buon giorno!” – rispose la rossa al saluto, rispose molto cordialmente e con un  sorrido
“Lucia!” – rispose anche Orlando, ma in modo freddo e distaccato
“Come sta?” – chiese poi Lucia verso Bice
“Apposto, grazie, mi fa male solo un po’ il collo, ma poi sto bene!” – rispose lei
“Mi fa piacere, ci sono novità su Pugliese?” – chiese Lucia, era sarcastica nella voce, ma voleva nascondere qualcosa, era l’unica cosa che aveva capito Bice
“Io ieri non ho potuto fare nulla, poi non c’è nulla su cui lavorare!” – Bice si era irritata, non capiva l’inutile sfacciataggine di Lucia, aveva fatto una domanda stupida, insensata
“Non si agiti! Io comunque devo allontanarmi un attimo, posso?” – chiese Lucia
“Si può andare, ma deve ritornare al massimo alle otto e mezza, non più tardi!” – rispose Bice acida
“Grazie!”
 
 “Orlando vieni!” – disse una voce dietro di loro era Ghiro
“Comandi, a dopo!” – disse Orlando verso Bice
 
“Ma cosa avete fatto?!” – chiese Ghiro appena entrarono era curioso
“Ma nulla!” – disse lui con un sorriso sotto i baffi
“Si nulla, dai veramente.”
“Ma nulla, veramente!”- disse lui imbarazzato pensando a quello che avevano fatto quella notte, pensando alla delicatezza dei movimenti Bice
“C’è qualcosa fra di voi?” – chiese allora Ghiro
“No, siamo vecchi amici!” – rispose lui sicuro
“Si certo, non sono telepatico come te, ma il mio amico lo conosco lontano un miglio!” – affermò Ghiro sicuro
“Va be’ io sono attratto da lei, ma a lei non importa, per lei sono come un fratello!” – disse Orlando
“Boh, sarà, poi si vedrà! Ora andiamo a rompere le palle a Bice!” – disse Ghiro sorridendo
Stavano per entrare quando la trovarono parlare al telefono, sembrava confusa, poi vedendo i due fuori salutò velocemente e attaccò la cornetta, in quel momento entrarono i due
“Ragazzi, avete già finito di parlare?”- chiese Bice sorridente
“Si, si! Ti devo chiedere una cosa!” – disse Ghiro
“Si certo!” – disse sorridendo
“Io il tre novembre faccio trentatré anni e festeggio in un locale vicino il Colosseo.” – disse lui
“Viene martedì?” – chiese lei perplessa
“Si”- rispose lui
“Non posso.” – rispose controllando l’agenda
“Posso chiederti perché?” – chiese lui un po’ risentito
“Si certo, sono una rotariana.”- rispose lei
“Come scusa?”- chiese allora Orlando
“Faccio parte del Rotary club, ho una riunione.” – rispose lei dispiaciuta
“Non puoi mancare?” – chiese Ghiro
“No, domani ho la presentazione al club di Roma, non manco mai ad una riunione da quando sono nata, i miei sono due soci rotariani e io da quando ho quattordici anni ai diciotto anni ho fatto parte dell’Interact club, poi del Rotaract fino ai trent’anni e da due anni fatti ieri al Rotary, siamo una famiglia rotariana.” – disse lei desolata, ma con un pizzico d’orgoglio
“Dov’è la riunione?” – chiese Ghiro
“Hotel Excelsior.”
“A che ora?” – chiese ancora
“Alle 20:15”
“Non puoi proprio venire?” – chiese ancora Ghiro dispiaciuto
“No, sono una rotariana, non posso mancare, infangherei il buon nome della mia famiglia.” – rispose lei dispiaciutissima guardando a terra
“Oh, ma non ti preoccupare, poi festeggiamo insieme un’altra volta!” – rispose Ghiro sorridendo, si vedeva che era veramente dispiaciuta
“Scusa!” – disse anche lei sorridendo
“Certo i rotariani sono dei ricchi, nobili, viziati e snob!” – disse poi sarcasticamente Ghiro, si misero tutti e tre a ridere, quando poi arrivò Lucia a mettere la sua- “ Non so cosa ridete, ma qua si dovrebbe lavorare!” – si intromise lei
“Certo ha ragione! Chiami tutti e lavoriamo!” – rispose Bice acida, da quello scambio di battute in poi la giornata fu estremamente elettrica.
 
Passò un'altra giornata li al R.I.S. senza concludere nulla, Pugliese era sparito.
  
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