Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: septendecim    09/09/2012    3 recensioni
"Io ti amo. Davvero. Per questo ti sto lasciando. Perchè chi ti ama davvero ha anche la forza di lasciarti correre via e seguire il tuo sogno"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Mai mi scorderò di te, per sempre tu sarai dentro ai pensieri miei”
Questa era la promessa che mi fece due anni.
“Per sempre tu sarai la stella che lassù da guida mi farà”
Queste erano le sue ultime parole prima che partissimo per destinazioni diverse.
Ma si è scordato di me.
Mi ha lasciato sola, in balia del mondo che oramai è cementificato nelle sue stupide convinzioni.
"Smetti di pensare a lui, ti ha lasciata e dimenticata! Basta!"
Sbatto la porta della camera e mi chiudo dentro.
Mi butto sul lenzuolo celeste del letto e osservo le foto sulla parete.
Il mio pezzo di mondo dove racchiudo tutti i miei ricordi.
L'ultimo compleanno di Jessica. I 18 anni di Helen.
La gita a Londra nel 2008.
E quelle foto.
Quelle mie e di lui, che non ho alcuna intenzione di togliere.
La più bella è stata scattata nella mia vecchia casa.
Stavo preparando i muffin con Jessica e Simon, e lui mi ha abbracciata da dietro.
*Click*
Ecco il momento perfetto. Uno dei tanti.
Ma questi momenti sono spariti per sempre. Non si ripeteranno più.
"Io ti amo. Davvero. Per questo ti sto lasciando. Perchè chi ti ama davvero ha anche la forza di lasciarti correre via e seguire il tuo sogno"
Non so come ho fatto a dirgli queste parole, quella sera di maggio.
Il giorno dopo venni a sapere che dovevamo partire per Roma. Per sempre.
La multinazionale dove lavorava papà lo aveva trasferito, e lui aveva accettato, ritrovandosi una casa e uno stipendio migliore.
Dovevamo partire lo stesso giorno, e ci siamo incontrati all'aeroporto.
Mi ha baciata un'ultima volta.
"Prometto che tornerò a prenderti. Ti ritroverò, giuro"
"Non fare promesse. Va e vivi il tuo sogno. Forse ci rivedremo"
Lo abbracciai in lacrime.
"Torneremo a vederci nei sogni, come all'inizio?" e sorrise.
"Forse. Ti ricorderò sempre"
Lo baciai, e presa la valigia, salii sull'aereo, lasciandomi il cuore alle spalle.
 
"Come puoi essere così cinica?! Se ci sta così male vuol dire che lo ama davvero! E la fai stare ancora peggio!"
"Deve dimenticarlo! Lo so che lo ama, ma lo sai meglio di me che lui non tornerà da lei!"
"Lui non tornerà da lei?! Bene, allora sarò io a portarla da lui!"
Sento dei passi per le scale.
*Toc Toc*
Mi alzo controvoglia e apro la porta.
Helen è davanti a me, incazzata e con la mia valigiona blu preferita tra le mani.
"Quanti soldi hai?"
Gli indico il barattolone della Nutella in camera, che ho trasformato in salvadanaio.
Si chiude dentro con me e lo afferra.
Butta il contenuto sul letto.
Iniziamo a contarli rapidamente.
Abbiamo lavorato tanto questi due anni lontane da casa, solo per poterci ritornare.
"Tu hai 4.000 euro, senza contare quelli in banca. Comunque sarebbero circa 3.000 sterline. Io ho la stessa cifra"
Accende il portatile e inizia a navigare.
In tutto questo sono impassibile. Sarebbe inutile fermarla.
Se io sono abbastanza tranquilla, la classica persona che non si lascia andare facilmente (a meno che non ha bevuto due birre), lei è un tornado.
Helen è la mia parte irrazionale, quella persona che mi rende frizzante la vita.
Non siamo molto simili: ha gli occhi color cioccolato, delle lentiggini fantastiche, i capelli mossi e scuri e un bel fisico asciutto.
Io invece ho gli occhi di un colore misto tra il verde scuro e il nocciola, nemmeno una lentiggine, i capelli ricci e mori e un fisico formoso.
Molti non ci credono sorelle.
Le voglio un bene dell'anima, lei è stata l'unica oltre a Jessica ad aiutarmi dopo la fine della mia storia.
"Ho appena affittato una casa per un anno a Crawford Street, potremmo rinnovare l'affitto nel caso volessimo restare di più. Sono 100 sterline a settimana"
La osservo, incitandola a continuare.
"è un ammobiliato con tre stanze da letto, salotto, cucina e servizi. Ho contattato Jessica, ci raggiungerà a breve a Londra"
Inizio a sorridere.
"Partiamo tra due giorni. Il volo è alle 10, partenza da Fiumicino. Arriveremo per le 11, ora locale. Jessica sarà lì, andrà prima all'appartamento per pagare"
Adesso ridacchio.
Helen si inginocchia davanti a me.
"Andrea Lauren Davis, io, Helen Coreen Davis, ti aiuterò a ritrovare il tuo amore perduto, attualmente residente a Londra"
Sbianco.
"Come fai a saperlo?!"
Afferra il computer e mi mostra le sue foto.
Un coltello vagante colpisce il mio petto.
"One Direction. La famosa boyband anglo-irlandese formata da Liam Payne, Louis Tomlinson, Harry Styles, Niall Horan e Zayn Malik...>>
Il cuore sussulta nel leggere l'ultimo nome.
Zayn. Il mio Zayn, il ragazzo che ha preso in ostaggio il mio cuore.
Il mio dolcissimo angelo di Bradford, la ragione per cui respiro.
Adesso è una star.
Come potrà mai notarmi?
La tastiera del computer si bagna.
"Andrea?"
"Helen, è un programma perfetto. Adesso voglio stare da sola. Ti prego"
Annuisce e mi abbraccia.
"Vieni più tardi in camera mia, cercherò anche un lavoro"
Gli do un bacio sulla guancia e esce.
Prendo le cuffie, una sigaretta ed esco al mio balconcino.
Accendo la Malboro.
Playlist Finley. "Per Sempre".
 
"Apro un album di foto e vedo te ridere. Ora sei nel tuo letto ed io non so come fai a sopportare questo male, io  non resisto più.
Mai mi scorderò di te, per sempre tu sarai la stella che lassù da guida mi farà.
Senti gli occhi pian piano chiudersi come se fosse il sonno ma è un dolore che rimarrà legato sempre al mio domani.
Io spero solo che nel continuare questo lungo viaggio non ti deluderò.
Mai mi scorderò di te, per sempre tu sarai la stella che lassù da guida mi farà.
Mai mi scorderò di te, per sempre tu sarai dentro ai pensieri miei.
Mai mi scorderò di te, per sempre tu sarai la stella che lassù da guida mi farà"
 
Altra canzone, "Sole di Settembre".
 
"Un altra notte di illusioni, gente immersa nell'ipocrisia. Manca ossigeno nell'aria senza te.
Come il sole di settembre, quando ormai l'estate se ne va, sei tu l'ultima speranza, l'unica per me, unica per me.
Vivo solo di te, di ogni gesto che fai, di quegli attimi che tu soltanto mi dai.
Ogni giorno di più sai convincermi che nulla avrebbe senso se non fossi qui con me.
Mi hai insegnato che un sorriso illumina ogni istante grigio della nostra età, non un ora o un giorno ma un eternità. Ti vorrei con me.
Vivo solo di te, di ogni gesto che fai, di quegli attimi che tu soltanto mi dai.
Ogni giorno di più sai convincermi che nulla avrebbe senso se non fossi qui con me.
Io non so come fai io per te morirei. Spettri di quei giorni in cui spariscono col tuo sguardo.
Stringimi e resta qui, qui con me.
Vivo solo di te, del calore che dai, la tua luce per me non si spegnerà mai.
Ogni giorno di più sai convincermi che nulla avrebbe senso se non fossi qui.
Non posso restare senza di te, un raggio di luce tu sei per me"
 
L'ultima, "Domani".
 
"Quante volte ancora, troppe volte, ti dovrai svegliare e leggere i miei saluti prima di partire?
Quanti quei momenti in cui hai bisogno della mia presenza?
Cerchi dalla tu finestra la mia auto in lontananza, ma stasera non c'è. Sappi che rivolgo ogni mio pensiero a te.
Domani ripartirò, ricorda di non dimenticare: mille o più kilometri non potranno scioglierci.
Domani ripartirò. Inutile dire che fa male, ma rende incantevole ogni istante che passo con te.
Forse avrai dipinto tele senza alcun colore, spazi bianchi dove raccontare questo tuo dolore.
Forse è dalle lacrime che nasce l'opera migliore. Forse quei dipinti tu non me li vorrai mai mostrare.
Ma non chiedo il perchè, sappi che rivolgo ogni mio pensiero a te.
So solo che un luogo non ce dove tu sia assente, sei costantemente viva in me.
Domani ripartirò, ricorda di non dimenticare: mille o più kilometri non potranno scioglierci.
Domani ripartirò. Inutile dire che fa male, ma rende incantevole ogni istante che passo con te.
Sognami che io farò lo stesso e ci potremo rincontrare in un mondo di cui nessun altro sa le coordinate.
Ti darò la chiave, li ti aspetterò, li ti cercherò. Li ti aspetterò.
Domani ripartirò, ricorda di non dimenticare: mille o più kilometri non potranno scioglierci.
Domani ripartirò. Inutile dire che fa male, ma rende incantevole ogni istante che passo con te."
 
Mi piace questo gruppo italiano.
Mi piace anche Ligabue, la mia ancora di salvezza.
In due anni ho imparato tutte le sue canzoni.
Sul piede destro mi sono fatta tatuare "Nasci solo e solo andrai", presa dalla canzone "Si viene e si va".
Sospiro e butto il filtro della sigaretta.
Per quanto posso amare l'Italia, ho imparato l'italiano alla perfezione e a guidare a destra, l'Inghilterra sarà sempre la mia casa.
E adesso farò di tutto per tornarci.
 
 
"La cena!"
Esco dalla camera di Helen, dove siamo stare rintanate per tutto il pomeriggio.
Il volo non è low-cost, così possiamo portarci tutto quello che ci serve.
Lavoreremo come commesse per una catena di negozi di scarpe, cinque giorni a settimana. Lei la mattina, io il pomeriggio.
Stipendio settimanale di 300 sterline. In un mese avremo 1.200 sterline a testa.
Le ricerche di Zayn? Le ho lasciate in mano a lei.
"Non voglio sapere cosa fa, voglio solo poterlo guardare negli occhi e vedere se si ricorda di me"
Annuisce e scendiamo le scale che chi portano al piano terra.
Andiamo in cucina.
"Ciao ragazze!"
"Ciao papà" gli do un bacio sulla guancia e ci sediamo.
Mi guarda sorridente.
Quest'uomo sarà la persona che mi mancherà di più.
L'unico che anche stando in silenzio riesce ad aiutarmi.
Un sorriso, un piccolo gesto. Piccoli dettagli che mi ricordano che mi ama.
Il più bel regalo che mi ha fatto è stato un anello.
Uno di quelli di acciaio, che si possono mettere anche al pollice.
Avevo discusso con mamma sul fatto di tornare a Bradford da sola, ma mi ha squadrata da capo a piedi, dicendo solo "Sii realista, non accadrà mai".
Facendomi cadere il mondo addosso.
Il giorno dopo è arrivato con questo anello.
"Leggi" mi ha detto.
All'interno c'era incisa la frase "Hold fast to dreams"
Tieniti stretta i sogni.
Un pensiero migliore di questo non si poteva avere.
Lo porto sempre all'indice, come questa sera.
Mamma arriva con salsicce e patate.
Si siede a tavola, silenziosa.
Papà ci scruta.
"Scommetto che c'è un diverbio familiare in corso"
Non risponde nessuno e continuiamo a mangiare.
"Dobbiamo dirvi una cosa" esplode Helen alla fine.
Inizo a giocherellare con l'anello.
"Diteci" fa mamma.
Helen prende fiato.
"Tra due giorni partiamo. Andiamo a vivere a Londra con Jessica"
Papà sorride e guarda il mio anello.
"Questo è il tuo sogno?"
Annuisco. "Voglio ritrovare Lui. Questo è il mio sogno"
Papà annuisce, mamma diventa rossa. La bomba sta per scoppiare.
"Tappati le orecchie" sussurra Helen.
Ma mamma si rilassa di colpo.
Sospira.
"Vedo che mantieni la tua parola, Hel. Cosi come tu, Andrea"
Ci sfidiamo con lo sguardo. Ci somigliamo troppo.
"Fabrice, prendile"
Papà si alza e va nello studiolo.
Torna con due buste e ce le porge.
Mentre le apriamo mamma ci spiega.
"Sono due carte di credito ricaricabili. Ogni mese verseremo qualche soldo fino a che non avremo la certezza che sarete totalmente indipendenti economicamente"
La guardo stupita.
"Sono pronte da un anno, dal 18 compleanno di Helen. Sapevo che questo momento sarebbe arrivato"
Mi fissa.
"Se mai non lo troverai, o altro... Potrete tornare qui quando vorrete. E sappiate che sono e sarò sempre fiera di entrambe, perchè seguite il vostro sogno"
Mi alzo. Le vado vicino e mi inginocchio, appoggiando la testa sulle sue gambe, e iniziando a piangere.
Mi accarezza la schiena. Mi alza il volto e la vedo piangere.
Mi da un bacio in fronte e mi abbraccia.
"Grazie" sussurro tra i singhiozzi.
Mi alzo e abbraccio papà.
"Brava piccola, continua a tenerti stretti i sogni"
 
 
L'aeroporto era pieno di gente che andava e veniva da tutte le direzioni.
La maggior parte correva ansiosa, altri procedevano a rilento.
Era pieno di vita.
Sull'aereo cerco di dormire, ma non ci riesco.
Se chiudo gli occhi vedo una testa biondo platino finto che non riesco a identificare, e il cervello mi manda un messaggio di pericolo.
"A cosa pensi?"
Helen mi guarda curiosa.
"A tutto e a niente"
Si mette comoda.
"Sono felice che staremo ancora insieme"
Sorrido e la abbraccio.
"Grazie sorellina"
Sospira. "Alla fine non l'hai più incontrato nei sogni come una volta?"
 
FLASHBACK.
"Jess, ti assicuro che è come se fosse reale!"
"Avanti Andrea, guarda in faccia la realtà!"
"La prima volta ci siamo presentati e abbiamo parlato di noi. La seconda dei nostri hobby. La terza di sport"
Scuote la testa.
"La quarta delle nostre famiglie. Ha tre sorelle. Diversi incontri nei sogni cosi, parlando di tutto. E ieri delle nostre paure"
"E cosa gli hai detto?"
"La verità, che ho paura sia di innamorarmi che di non innamorarmi"
Sospira. "E lui?"
Arrossisco. "Ha detto che se volevo potevo provare a innamorarmi di lui. E... mi ha baciata"
Jessica sorride. "La tua mente ne combina delle belle!"
"Se lo dici tu"
Camminiamo per il parco in silenzio.
"Come si chiama?"
"Zayn"
"E pensi veramente che esiste questo ragazzo con cui hai parlato nei sogni?"
"Sinceramente? Si"
Ci avviamo al gelataio, pieno di ragazzi.
"Un cono menta e cioccolato, grazie"
Il ragazzo davanti a me si gira, urtandomi e buttandomi a terra.
"Ehi! Ma dove vai?!"
Alzo lo sguardo e il sangue si ghiaccia nelle vene.
"Andrea" sussurra.
"Chi è?" chiede Jess.
Spalanco la bocca.
"Zayn"
Spalanca gli occhi.
Il tempo si ferma, ci siamo solo io e lui.
"Dunque mi riconosci?" chiede aiutandomi a rialzarmi.
"Ovvio"
Sorride, il sorriso più bello del mondo è sul suo volto.
I suoi occhi color Nutella mi scrutano, curiosi.
Abbasso lo sguardo, imbarazzata.
"Ragazzi, potete farmi un favore? Dileguatevi"
I suoi amici ridono e se ne vanno.
"Andrea, io vado che Caroline mi aspetta al bar"
"Va bene Jess, salutamela"
Jessica va via dalla madre, sorridendo.
Zayn mi alza il viso e fa rincontrare i nostri occhi.
Mi prende per mano e mi guida nel parco.
Ci fermiamo ad una panchina e ci sediamo.
Inizia ad accarezzarmi i capelli, le guance...
Mi stringe a se.
"Sei reale. Non riesco a crederci"
"Nemmeno io"
Mi allontana un secondo.
"Sei bella come nei sogni"
Arrossisco.
"Dato che sei reale posso fare questo..."
Solleva il mio mento e poggia le sue labbra sulle mie.
 
PRESENTE
"No Hel. Nemmeno una volta. Lo sognavo, ma non ci parlavo"
Arriccia le labbra. "Lo troveremo"
Annuisco, infilandomi le cuffie nelle orecchie e crollando a dormire.
"I wish I could have another minute, to finish this fairytale.
Hear your voice and get lost in it, cause all I got is broken details. 
You were my world and everything in it, so how did you dissappear. 
I won't say it is over, cause you're still here. 
You're my shadow, my shadow, I know you're close.
My shadow, my shadow, you're everywhere I go! 
So I dont see the need to cry cause, you'll never leave my life.
My shadow, my shadow, oh... You'll never leave me"
 
"Andrea? Svegliati"
Socchiudo gli occhi, finalmente levandomi dalla mente quei capelli biondi.
"Siamo arrivate?" mugugno.
"Si sorella, siamo a Londra. Siamo a casa!"
Sorrido, mi alzo e la trascino fuori dell'aereo.
Mostriamo i documenti, recuperiamo i bagagli e corriamo fuori.
Respiro l'aria piovigginosa Londinese a metà novembre.
A Roma c'era sempre il sole, il tempo era fantastico e potevi andare in giro sempre con vestiti leggeri.
Ma mi sentivo "scoperta", vulnerabile.
La pioggia, il cielo coperto di nuvole, mi hanno sempre dato una piacevole sensazione di sicurezza, di protezione.
Quella sicurezza che mi dava solo Lui.
"Taxi!"
Hel mi smuove dai miei pensieri, fermando un taxi e iniziando a caricare le sue valigie.
Il tassista scende e mi aiuta, gentile.
"Ecco fatto, signorina"
Sorrido e salgo al posto del passeggero.
"Dove vi porto?"
"A Crawford Street, grazie"
L'autista parte, e dopo 30 minuti esatti arriva davanti il nostro appartamento.
Ci aiuta a scaricare le nostre valigie e dopo essersi fatto pagare riparte via.
Suoniamo al 10° campanello.
"Chi è?" una voce metallica mi fa venire i brividi.
"Helen e Andrea Davis"
Il citofono si chiude, e Helen fa spalluccie.
Il portone si spalanca poco dopo.
"'Helen e Andrea Davis' dai ragazze, ci sono io qua!"
Una chioma biondo miele e due occhioni azzurri con degli occhiali da vista con montatura rossa ci saltano addosso.
Inizio a piangere.
In due anni l'ho vista solo tre volte: ai suoi 18 anni, ai miei e a quelli di Helen.
La prima volta sono andata io da lei, per due giorni. Poi è venuta lei in Italia, per due giorni ciascuna.
In pratica sei giorni su 730.
Abbiamo parlato sempre su Skype, Fb e Twitter, ma non era lo stesso.
Mi bacia la fronte. "Bentorate a casa, ragazze! Venite!"
Prende due valigie e ci porta verso l'ascensore.
Arriviamo al 5° piano, l'ultimo.
Jessica apre la porta, mostrandoci la nostra nuova casa.
"Abbiamo internet, lavatrice e tutto il necessario. Le camere sono tre, io mi sono già sistemata!"
"Dov'è il balcone?" chiede Hel.
"La seconda porta a destra"
"Andrea tu fumi, vai li"
Sorrido. "Va bene"
Appena entro mi sento a mio agio.
Le pareti color sabbia, il letto a una piazza e mezza con piumino azzurro, una parete a specchio, la scrivania e il balcone.
Si, mi piace.
"Jess, ma l'armadio?"
Sogghigna.
Si avvicina al vetro e lo sposta, mostrando una cabina armadio con mini toeletta.
Sorrido. "Helen, sei un mito!"
Hel e Jessica ridono.
"Okay, datemi trenta minuti per svuotare le valigie che vi cucino un mega pranzo!"
Helen strilla, facendomi sobbalzare.
"Non cucini se non sei felice! e non cucini nulla da due anni! Ti ho resa felice! Oddio, sono veramente un genio della lampada!"
Inizia a saltellare per tutta casa, entusiasta.
Rido. "Si, ma adesso fuori!"
Escono ridendo, spalanco le valigie e inizio a mettere i vestiti in ordine.
Sistemata anche la toeletta prendo il computer e la mia attrezzatura elettronica e metto tutto sulla scrivania.
Nella mini libreria metto i miei libri preferiti e attacco le foto.
Tutte.
Esco dalla stanza e vado in cucina.
Spaghetti, sugo di pomodoro, basilico.
Dopo venti minuti siamo a tavola a mangiare la pasta al sugo semplice.
"Allora ragazze, come mai avete deciso solo adesso di tornare qui in Inghilterra?"
Guardo Helen.
"Abbiamo avuto una discussione con nostra madre che ci ha spinto ad andare via" inizia.
"Riguardo a...?"
"A Zayn"
Helen quasi si strozza, Jessica ha gli occhi fuori dalle orbite.
Ci credo che fanno così, non lo nomino da due anni. Il suo nome in mia presenza è diventato un tabù.
"Dice che devo essere realista, che non mi verrà mai a ricercare. Che mi ha dimenticata"
Ci circonda un silenzio surreale.
"E dunque quel genio di Helen ha deciso di darle del filo da torcere, portandomi in patria. Ma sto già meglio. Non credo che devo cercarlo. Può stare..."
"Eh no, cazzo!" sbotta Hel, sbalanzando la sedia.
Sussulto.
"Non ti ho portata fino a qui per vederti abbandonare il tuo sogno solo perchè hai visto una scintilla di felicità! Vedi come stai bene? Rispondi!"
Annuisco, sconvolta.
"E non vorresti averne di più? Non vorresti essere felice al 100%? Devi vederlo, punto! Anche se non ti riconoscerà, anche se ti rifiuterà, ma devi vederlo per l'ultima volta!"
Abbasso la testa.
"Se papà fosse qui ti direbbe le stesse cose che ti sto dicendo io. Fallo per te stessa, dimostrami che sai raggiungere il tuo obiettivo. Tieniti stretti i sogni"
L'anello brucia.
Guardo Jessica, che mi fissa.
"Promettimi che qualunque cosa succeda noi resteremo qui"
Helen annuisce.
Sospiro. "E va bene, facciamolo"
 
"Allora, il loro nuovo disco è uscito 20 giorni fa, e stanno facendo dei M&G per promuoverlo in tutta Londra. Basta andare a uno di questi, farvi incontrare e il gioco è fatto"
Fisso il vuoto mentre fumo una sigaretta.
"Qual'è il M&G più vicino di data e luogo?"
"Il 1 dicembre, alle 4 dentro la libreria principale di Harrods"
Annuisco. "Dobbiamo comprare il disco"
Jessica esce dalla camera e rientra poco dopo.
"Questi sono gli album. "Up All Night" è il primo, "Take Me Home" è il secondo"
Lo afferro e lo metto dentro al computer.
Parte la prima traccia, "What makes you beautiful".
L'assolo di Zayn mi fa venire i brividi.
Levo il disco e con cura lo ripongo nella custodia.
"Shopping terapeutico?" chiedo.
Sorridono.
Giusto il tempo di mettere le giacche che siamo fuori dirette a Penneys.
Inizio a girare per quel negozio immenso, trovando tre felpe (grigia, azzurra e gialla), due paia di jeggins, un abitino bianco e una giacca da giocatore di football americano bianca e nera.
Per fortuna che qui dentro non spendi molti soldi.
Parte una canzone con un motivetto orecchiabile, e inizio a canticchiarla.
"I'm trying playing it cool, but when I'm looking at you I can't ever be brave, 'cause you make my heart race!
Shot me out of the sky, you're my kryptonite! You keep making me weak, yeah, frozen and can't breathe!"
Il fiato si blocca non appena sento la sua voce.
"Something is gotta get loud 'cause I'm dying just to make you see that I need you here with me now... Cause you've got that one thing."
"Sono bravi, vero?" chiede Helen.
Annuisco. "Mi dispiace per noi, ma sono felice per lui"
Jessica mi abbraccia. "Anche questo è amore. Il fatto di saperlo lasciare andare per il suo bene. Non credo che abbia mai dimenticato te e il tuo gesto"
Piccole lacrime scendono mentre la canzone continua.
"But I need that one thing, and you've got that one thing!"
"Andiamo"
Annuiscono, trascinandomi via da quel negozio, dalla sua radio e dai meravigliosi ricordi scaturiti dalla sua voce.
 
"You're like a laserlight, burning up, burnning down on me!
Yuo make me feel good, you make me feel save, you make me feel like I could live another day!"
Spengo la sveglia al telefono, quasi buttandolo per terra.
Mi alzo e mi lavo faccia e denti.
Ancora in pigiama mi dirigo in cucina, afferro una tazza e ci verso latte e cereali al cioccolato.
Getto uno sguardo al calendario.
1 dicembre 2012.
Il grande giorno.
"Buongiorno" mugugna Helen.
Rispondo con un cenno, mentre guarda anche lei il calendario.
"Alle tre dobbiamo essere dentro"
Annuisco. "Helen sto bene, dobbiamo proprio...?"
"Si, lo faremo e basta" ordina Jess entrando.
Sospiro.
"Vado a prepararmi, giro a Covent Garden e poi mangiamo al Siciliano?"
Annuiscono sorridenti.
Mi chiudo in bagno. Il profumo di cocco mi rilassa, riuscendo a non farmi pensare a Lui e a quello che devo fare.
Indosso una maglia grigia, i jeggins, le Nike Blazer grigie alte e la giacca da giocatore di football.
Afferro la tracolla di pelle marrone e ci metto portafoglio, sigarette, cellulare, fazzoletti e un elastico per capelli.
Metto un filo di burro cacao ed esco dalla camera.
Le trovo già pronte sul divano.
Spengono la tv non appena mi vedono arrivare e si alzano, sorridenti.
"Andiamo!"
Dopo qualche minuto siamo in mezzo al mercato.
Compriamo tre braccialetti dell'amicizia, uno a testa, e li indossiamo subito.
Poi iniziamo a correre per le bancarelle come bambine.
Mi mancava questa spensieratezza.
Alle 12 e 30 andiamo a questo ristorante italiano, buonissimo.
Restiamo li a chiacchierare fino a che non vediamo che sono le 2 e mezza.
Paghiamo e corriamo subito fuori.
Arriviamo fuori Harrods alle 3.
"Entriamo?" chiede Jess.
Annuisco e inizio a girovagare per l'enorme centro commerciale.
In pochi minuti troviamo il luogo del M&G: è strapieno di ragazze.
Ci mettiamo in fila, dietro di noi si aggiungono solo poche altre ragazze.
Alle 4 precise appare una scorta.
Le ragazze iniziano ad urlare, trapanandomi i timpani.
La fila inizia a scorrere, segno che i ragazzi sono arrivati.
Stiamo in fila per due ore e mezza.
Alle 6 e mezza iniziamo a vedere le teste dei cantanti al bancone.
Una cresta nera spunta tra tutta la folla.
"Hai sentito di Perrie? Lo ha tradito!"
"Non mi è mai piaciuta quella ragazza, l'ho sempre saputo che avrebbe fatto soffrire Zayn!"
Il sangue mi si gela non appena sento due ragazze parlare di questa Perrie.
"Ragazze, scusate..."
Si girano entrambe, sorridenti.
"Perrie... ha i capelli biondi tinti?"
Mi fissano come se fossi un alieno.
"Ovvio! Ma sei sveglia?"
Annuisco e guardo Helen, che sorride cercando perdono.
"Questa me la paghi" sussurro. "Dovevi dirmelo che aveva la ragazza!"
"Hai sentito le due ragazze? Si sono lasciati ieri! Lo ha tradito! Non la perdonerà, conoscendo il ragazzo. Fidati"
Sospiro e la fila continua a scorrere.
In pochi minuti vengo catapultata con una foto loro in mano davanti a un ricciolino con gli occhi verdi.
"Ciao! Come ti chiami?"
"Andrea" sussurro imbarazzata.
Sorride, firma la cartolina e la passa al ragazzo affianco a lui.
"Ciao principessa!" esclama.
Ha i capelli nocciola e gli occhi scuri che esprimono sincerità e dolcezza.
"Ciao" dico ridendo.
Stessa cosa davanti a un ragazzo con i capelli ramati e gli occhi azzurri e un biondino con gli occhi di ghiaccio.
Passa la cartolina all'ultimo componente della band.
Il ragazzo sorride, firma e alza lo sguardo verso di me.
Spalanca gli occhi.
"Andrea, sei tu?!"
Sorrido. "Ciao Zayn"
Si alza e viene di corsa ad abbracciarmi.
Le fan urlano impazzite, Jessica e Helen ridono come pazze.
"Paul! Porta Andrea e le due ragazze dietro, devono aspettarmi!"
Arriva un armadio a tre ante, che ci prende e ci porta dietro la libreria.
Insieme a noi ci sono due ragazze, una con i capelli ricci e un'altra con i capelli mossi, entrambe scure.
"Ciao ragazze, scusate il disturbo" dico.
"Non preoccupatevi, sedetevi con noi!"
Ci accomodiamo vicino a loro, che si presentano subito.
"Io sono Danielle, la ragazza di Liam, e lei è Eleanor, la ragazza di Louis"
Sorridono entrambe.
"Piacere Andrea, un'amica di Zayn"
"Amica, eh?" fa Eleanor ridendo.
Sorrido. "In effetti non lo so cosa sono, ormai" sussurro.
Helen mi da una gomitata ridendo.
Passiamo una piacevole mezz'ora a parlare con queste ragazze, quando poi si apre la porta.
I ragazzi si saltano addosso l'un l'altro, ridendo, tranne Zayn, che corre dritto verso di me.
Si ferma davanti a me, sorride con gli occhi lucidi e mi abbraccia, facendomi volare.
Rido forte.
"Ma dunque ti ricordi di me?" chiedo.
Si ferma e mi fa scendere.
"Ragazzi, siamo qui fuori!"
"Okay!" esclamano tutti.
Mi porta sul tetto di Harrods.
Ci sediamo sul muretto.
Mi fissa sorridendo.
"Ripeti la domanda, adesso"
"Ti ricordi chi sono?"
Mi afferra per i fianchi.
"Come posso dimenticare chi è la mia vera ed unica ragazza?"
Mi avvicina ancora di più a lui.
"Come posso dimenticare la ragione per cui respiro e vado avanti?"
Le nostre fronti si sfiorano.
"Come posso dimenticare l'amore che provo per te?"
Le nostre labbra si scontrano, dopo tanto tempo.
Farfalle volano nel mio stomaco, i fuochi d'artificio esplodono nel mio cuore.
Il respiro si fa corto, le labbra bruciano.
Si stacca e mi guarda negli occhi.
"E' impossibile dimenticarti, Andrea Lauren Davis"
Sospiro. "Non mi sembra che sia impossibile, dato che fino a ieri eri impegnato con una Barbie"
Sorride. "Si chiama pubblicità, amore. Un contratto che, oh! durava fino a ieri"
Sorrido. "Voglio vedere le carte, sappilo"
"Ti amo" sussurra prima di incollarsi ancora alle mie labbra.
Delle urla ci fanno sobbalzare.
Ci giriamo e vediamo gli altri membri della band e le ragazze che applaudono e gridano.
Il riccio si avvicina.
"Tu sei la famosa Andrea!"
Guardo Zayn che ride.
"Si, non fa altro che parlare di te! Menomale che sei tornata!" esclama ancora. "Io sono Harry"
"Io sono Liam" dice il ragazzo dagli occhi buoni.
"Io sono Louis, lui è Niall!" dice il ragazzo ramato riferito a se stesso e al biondo.
Sorrido. "Piacere, sono Andrea..."
"La mia ragazza" conclude Zayn.
 
Ecco, ora sono finalmente felice.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: septendecim