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Autore: TheClia    09/09/2012    5 recensioni
[Storia ambientata 17 anni dopo la nascita della bambina di Victoria e Max]
Il sole stava calando lentamente, quella sera era particolarmente pigro, come se il suo calore afoso non volesse lasciare al fresco della sera di raggiungere la città inglese.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Il sole stava calando lentamente, quella sera era particolarmente pigro, come se il suo calore afoso non volesse lasciare al fresco della sera di raggiungere la città inglese.
Verbena era indaffarata ormai da ore nel cercare un qualche abito nel mio armadio che fosse stato adatto all'occasione di quella sera.
Così me ne stavo pazientemente seduta alla toeletta, con una cascata di riccioli neri come l'ebano sulla spalla destra, ad aspettare il via libera.
Mia madre infatti stava litigando da tempo immemore con mio padre, cercando di convincerlo a farmi andare al ballo che quella sera si sarebbe tenuto a casa di nonna Melly.
Ero abituata a quelle discussioni, non ricordo un momento in cui non avessero discusso per ciò che avrei o non avrei dovuto fare. Sembrava che mio padre mi volesse tenere il più lontano possibile dalla vita sociale e non ne capivo il motivo.
“No! No, Victoria! Ho detto di no! Mia figlia non andrà a quel ballo! In quella casa!” le urla di mio padre erano tanto forti da raggiungere il secondo piano ignorando per fino la porta chiusa della mia stanza.
“Max! Sai quanto ci tiene! E' l'anniversario di sua nonna! Stanno programmando questo evento da settimane ormai...” mia madre cercava sempre di fargli cambiare idea, di trovare un punto d'incontro. Peccato che non semp0re ci riusciva e quella sarebbe stata una di quelle volte.
“Non mi interessa! Mi figlia non varcherà quella porta per nessun motivo al mondo.” la risposta categorica di lui non ammetteva repliche.
Sospirai osservando il mio riflesso allo specchio per poi sentire solo lo sbattere della porta del salone ed i frenetici passi di mia madre salire fino alla mia camera.
Scattai in piedi e senza darle il tempo di entrare corsi fuori alla piccola terrazza della mia stanza, ancora in vestaglia, dove mi rifugiavo ogni volta che volevo restare sola.
Verbena fece entrare la mamma in camera e con gesto della mano le indicò la finestra aggiungendo solo un “Ha sentito tutto”. Sicura che mia madre avrebbe capito mi sedetti sul muretto del davanzale e mi immersi nel tramonto rosso.

  
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