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Autore: SoFreakingBecky    09/09/2012    2 recensioni
È un comune pregiudizio l'idea che noi ragazze non sappiamo affrontare le situazioni di emergenza con la stessa lucidità e prontezza degli uomini. Francesca, però, è l'eccezione che conferma la regola: durante una serata che promette bene, si trova a dimostrare che non sempre siamo noi il sesso debole e che, talvolta, abbiamo molte più palle dei nostri adorati principi azzurri.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'aspirapolvere: ovvero quando è la principessa a salvare il principe


La serratura di quella dannatissima porta non era mai stata così poco collaborativa come quella notte: non solo era talmente arrugginita che la chiave veniva sostanzialmente scartavetrata ogni volta che vi entrava, ma nel tempo era perfino finita fuori asse, cosicché si era reso necessario tenere ferma la maniglia per riuscire ad aprire definitivamente la porta.
E non era un'operazione semplice da portare a termine, quando avevi la lingua di un ragazzo in bocca e una sua mano sul sedere.

"Scusa... Fammi voltare un attimo, altrimenti non entriamo più." borbottò Francesca, allontanando in fretta lingue e mani dal suo corpo.
"Se vuoi possiamo tornare in ascensore..." sussurrò divertito il ragazzo, lasciando che lei scassinasse la vecchia serratura.
"In ascensore si sta stretti." replicò lei, trascinandolo dentro casa e lasciando cadere le chiavi per terra.
Paolo chiuse la porta con un calcio distratto e poi concentrò tutta la sua attenzione sulla bocca della ragazza che gli stava di fronte: gli piaceva da morire baciarla, soprattutto da quando aveva scoperto che lei aveva rinunciato al rossetto perché a lui piaceva di più senza.
La sospinse verso la parete del corridoio, mentre lei lasciava cadere a terra il cappotto: prima che il ragazzo avesse tempo di fare altrettanto, Francesca gli sbottonò l'impermeabile, glielo tolse malamente e cominciò ad armeggiare con la felpa, in un vano tentativo di sfilargli anche quella.
"Finirai per strangolarmi, di questo passo."
La ragazza si fermò bruscamente e gli rivolse uno sguardo di rimprovero:
"Quando mi dovrai slacciare il reggiseno mi ricorderò di questa tua saccenza,sappilo!"

Paolo scoppiò a ridere di cuore e con un gesto improvviso la sollevò da terra, facendo ridere pure lei.
"Mi dici dov'è la camera da letto o preferisci ritrovarti nello sgabuzzino delle scope?"
"Seconda porta a destra, Incredibile Hulk!"
Paolo entrò nella camera buia e depose a terra Francesca, che non perse tempo e ricominciò a spogliarlo frettolosamente. Lui iniziò a fare lo stesso: tra un bacio e l'altro le tolse il cardigan, le sbottonò la camicetta, fece saltare il primo bottone dei pantaloni...
La ragazza, nel frattempo, stava trovando non poche difficoltà a slacciargli la cintura; si staccò con frustrazione da lui, e gli inveì contro, sputando:
"La prossima volta vedi di arrivare già nudo, così mi risparmio tutta questa fatica."
Ancora una volta Paolo cedette alla risata, e la provocò ulteriormente replicando:
"Come vuole, signorina, ma temo che in tal caso dovremmo rinunciare al ristorante, prima!"

Francesca sorrise, e lo spinse con veemenza verso la parete, in modo da riprendere la sua personale lotta contro la cintura. La schiena di lui, però, andò ad appoggiarsi sull'interruttore, il quale scattò e inondò di luce la piccola stanza. La ragazza però non fece in tempo a lamentarsi che Paolo proferì un lugubre quanto significativo "Oh mio Dio".
Francesca si portò istintivamente le mani al seno, e cominciò a farfugliare frasi sconnesse e apparentemente prive di senso logico:
"Lo so, mi dispiace! Non è molto sexy da vedere... ma era l'unico reggiseno pulito che mi era rimasto! Me l'hanno regalato le mie amiche qualche anno fa... ma era uno scherzo! Io detesto Hello Kitty, davvero!"
Mentre parlava si accorse però che l'attenzione del ragazzo non era minimamente rivolta alla sua discutibile biancheria intima, bensì ad un punto indefinito oltre la sua testa.
"Che c'è, hai per caso una visione di Pamela Anderson in bikini rosso? Guarda che le sue tette sono finte, al contrario delle mie."
Per tutta risposta Paolo le prese un braccio e la fece girare su se stessa con poca grazia, poi le indicò il soffitto, ma non ebbe la forza di aggiungere un commento verbale a ciò che le stava mostrando.
Inizialmente riuscì a distinguere solo un alone più scuro, come una velata traccia di muffa. Quando i suoi occhi si furono abituati all'intensità luminosa, capì che l'alone era formato da tanti piccoli pallini scuri. Si avvicinò lentamente al muro macchiato... E poi capì.

Ragni.
Decine di piccoli ragni infestavano il soffitto e una parete di camera sua.

Il suo primo istinto fu quello di grattarsi le braccia: gli insetti le avevano sempre fatto questo strano effetto pruriginoso, alla vista. Il secondo pensiero invece andò a Paolo, che, si immaginava, sicuramente si stava pentendo di essere salito in una casa così mal tenuta.
Si girò sconsolata verso di lui, pronta a scusarsi, ma quello che vide la fece scoppiare in una sonora risata.

"Non credo che salire sul catalogo dell'Ikea ti possa salvare dall'invasione, sai? Sarà alto, quanto?, due centimetri?"
"Ragni! Migliaia di ragni!" esclamò lui, che nel frattempo si era trasformato nell'immagine del terrore. Con una mano si era aggrappato allo stipite della porta come se, in qualche modo, potesse proteggerlo, mentre con l'altra si massaggiava il petto, in un evidente attacco di angina pectoris.

"Non mi dire che un uomo grande e grosso come te ha paura di due ragnetti!" lo schernì Francesca, divertita dallo stato in cui si trovava il suo ragazzo.
"Due ragnetti?! Quante diottrie ti mancano, per curiosità? Saranno un centinaio, come minimo!" riprese lui, gesticolando in direzione del soffitto.
"Esagerato! Saranno una ventina al massimo! - replicò lei ma, quando vide la faccia scettica di Paolo, continuò - E va bene, ora li conto, così sei più tranquillo!"
Si avvicinò ulteriormente al luogo infestato e prese diligentemente a contare raggruppando per tre i piccoli insetti zampettanti.
"Ok, sono 63." annunciò dopo poco.
Paolo sbiancò e vacillò sulla rivista svedese che usava come unico baluardo di salvezza e poi le puntò addosso un indice accusatore:
"Te l'avevo detto! - proferì, mentre Francesca alzava gli occhi al cielo - Ora, dove tieni l'elenco telefonico?"
"Guarda che non sono scorpioni del Sahara, si possono spiaccicare anche solo con una ciabatta."
"S-spiaccicare? Quindi non vuoi chiamare la disinfestazione?!"
"La disinfestazione? Sei impazzito? Sono solo cuccioli di ragno!"
"Non capisco davvero come tu faccia a definire “cuccioli” delle cose così ributtanti!" rabbrividì il ragazzo.
La ragazza sbuffò e si disse che in ogni caso spiaccicare sessantatre ragni sul soffitto non era una buona idea, visto che non aveva in programma di ritinteggiare casa a breve.
Oltrepassò con fare deciso il ragazzo, che si ritrasse come per paura di venir contagiato, e tornò poco dopo con in mano un aspirapolvere che aveva visto tempi migliori.
Paolo la squadrò, terrorizzato.
"Che hai intenzione di fare?"
"Pensavo di dare una passata al materasso, prima di usarlo insieme a te. Sai com'è, la pulizia prima di tutto."
Il giovane la guardava stralunato, senza dare segni di aver capito la battuta.
"Li voglio aspirare, mi sembra ovvio!" sbottò la ragazza, sorpassandolo nuovamente ed avvicinandosi alla scena del crimine.
"Aspirarli? - si animò lui - Ma poi resteranno vivi nel sacchetto per giorni! Si mangeranno a vicenda per sostentarsi e quando avranno raggiunto la maturità sessuale copuleranno tra loro e..."
"Senti, Piero Angela, qui gli unici che copuleranno siamo noi. - lo interruppe lei, mentre attaccava la spina alla corrente elettrica - Quindi, o mi dai una mano, o stasera si va in bianco."

Paolo le lanciò uno sguardo torvo, deglutì rumorosamente e borbottò un "e va bene" molto risentito. Scese dal suo piedistallo patinato, si rimise scarpe e maglietta e si avvicinò cautamente alla sua ragazza, la quale continuava a guardarlo con aria di superiorità.
"Che devo fare?" latrò.
"Devi stare pronto a pestarli nel caso me ne cada qualcuno a terra mentre aspiro."
"Scordatelo." proferì lui, facendo dietrofront e dirigendosi verso l'uscita.
"E va bene, e va bene. Tu aspiri, io raccolgo i dispersi e li elimino." concesse la ragazza.
Paolo tornò indietro sconsolato, afferrò titubante il tubo dell'aspirapolvere e lo diresse tremante verso l'alto. Francesca si accorse subito che non ce l'avrebbe mai fatta senza un po' di incoraggiamento, e lei aveva ben altri piani per la nottata che dare la caccia a dei fastidiosissimi ragni in formato ridotto.
"Cosa ne dici di iniziare dalla parete sotto? Ce ne sono molti meno, mi pare." tentò.
"Quindici!- rispose velocemente Paolo - Ce ne sono quindici!”
"Quindici cuccioli! Ma Pongo, è meraviglioso!” replicò lei, ostentando ammirazione.
"Simpatica." rispose lui cupo, accendendo l'aspirapolvere.

Se non si considerano i gridolini che il ragazzo emetteva ad ogni ragno aspirato, o la tarantella che i suoi piedi mettevano in scena ad ogni animaletto che precipitava, si può dire che le operazioni si svolsero in totale tranquillità. Nel giro di pochi minuti tutto era tornato normale.
Paolo, la fronte imperlata di sudore, supplicò Francesca di spostare almeno il sacchetto sul balcone, se proprio non voleva dargli fuoco nella vasca come lui aveva suggerito.
Lei lo accontentò e poi gli portò una birra ghiacciata per ricompensa.
"Grazie - gli disse, facendo tintinnare la bottiglia con la sua - sei stato molto coraggioso a salvarmi da quelle belve feroci. I tuoi acuti facevano invidia a Placido Domingo."
"Sempre più simpatica - replicò lui, sorseggiando la birra appoggiato allo stipite della porta - E non pensi minimamente a quanto sia stato difficile concentrarmi su quegli esseri rivoltanti invece che su Hello Kitty?"
In un primo momento Francesca non capì il riferimento, ma poi si rese conto di avere ancora la camicia slacciata e l'imbarazzante reggiseno in bella vista.
Un sorriso si fece largo tra le sue labbra; si avvicinò a Paolo, abbandonò la birra sulla cassettiera alla sua sinistra e gli posò una mano sul petto:
"Hai ragione. Dove eravamo rimasti...?"
"Non penserai che riuscirei a fare sesso a due metri da dove ho sterminato una colonia di potenziali assassini, vero?!" ululò lui.
Francesca alzò gli occhi al cielo, esasperata, e bofonchiò un "non ci sono più gli uomini di una volta" ma Paolo la sorprese ancora sollevandola nuovamente da terra, questa volta caricandosela sulla spalla senza tanti complimenti. Depose la sua birra accanto all’altra e, incurante delle lamentele della giovane, si incamminò verso il salotto.
La fece scivolare malamente sul divano, raggiungendola subito dopo.
Si adagiò delicatamente sul suo corpo, sostenendosi con i gomiti per non pesarle troppo. Quando lei si rese conto della posizione, commutò la risata in sorriso beffardo e lo provocò dicendo:
"Allora, Incredibile Hulk, non mi hai ancora dato prova di essere più bravo di me a togliere vestiti."
Lui le restituì una smorfia di sfida, insinuò una mano dietro la sua schiena e, con un gesto deciso, slacciò il gancetto del reggiseno.
Francesca rimase un momento interdetta, poi sorrise compiaciuta e concesse:
"Diciamo che sei più bravo a slacciare reggiseni che ad aspirare ragni, anche se..."
Non terminò la frase, perché Paolo le aveva chiuso la bocca con un bacio e aveva cominciato ad abbassarle la cerniera dei pantaloni.

Per quella notte i ragni non vennero più nominati.









Angolo autrice:

Volevo dedicare questa delirante oneshot alle ragazze del gruppo Di TuttoTondo in TuttoTondo, da cui potrei tranquillamente trarre ispirazione per gli anni a venire.

Ho volutamente ribaltato i ruoli di ragazza-paurosa e ragazzo-coraggioso: è ora che le principesse comincino a salvarsi da sole, altrimenti finiranno per farsi mettere i piedi in testa dal primo principe azzurro che passa.

Un grazie speciale a MedOrMad, che mi ha lanciato il guanto di sfida.

Ah, l'episodio dei ragni mi è successo veramente, solo che non avevo a disposizione un giovanotto prestante con cui rilassarmi per il resto della nottata. Purtroppo eravamo solamente io e gli aracnidi.

A voi la parola, mie care principesse.


SoFreakingBecky

   
 
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