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Autore: betheone    10/09/2012    2 recensioni
Quante volte avete conosciuto la tristezza,il dolore e l'odio?
Amy Gilbert molte volte.
Ormai chiusa e spenta la ragazza non avrebbe mai pensato di conoscere l'amore in un posto senza speranza.
Eppure un ragazzo la cambierà,e le ridarà quel sorriso che ormai sembrava sparito.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 "You can save me from my-self"


"E domani improvviserò un sorrisone,mentirò al meglio e farò finta di essere felice".
Amy,scrisse le ultime parole,e con amarezza ripose il diario sotto il materasso.


Sospirò e guardò un'ultima volta il mare,le onde che s'infrangevano e il tramonto della California.
Domani avrebbe perso tutto,i pochi amici che era riuscita a farsi,la sua casa,i suoi affetti,il sole e il caldo.

Domani avrebbe dovuto affrontare la pioggia,il freddo,nuova scuola,nuova gente,e nuove circostanze.

Ma la verità era che non era pronta,no,non lo era affatto.

I pensieri di Amy,furono interrotti bruscamente dalla voce di sua madre,che le aveva appena ricordato che era giunto il momento di partire,di lasciare tutto.
La ragazza riprese il diario,che aveva appena nascosto e lo ripose nella borsa,prese la grande valigia e lanciò un'ultima occhiata alla sua stanza.
La odiava profondamente quella camera,troppo infantile,arredata alla bell'e meglio,ma piena di ricordi,di ricordi che avrebbe dovuto abbandonare proprio in quella stanza.

Sua mamma chiamò ancora il suo nome dal piano inferiore,e la ragazza si sbrigò a lasciare la camera.
Chiuse lentamente la portà,e scese altrettanto lentamente gli scalini,nella speranza di prendere tempo.
Arrivata nell'atrio,incontrò sua madre..e capì,che forse,c'era un senso buono in questa partenza.
Non avrebbe rivisto sua madre,se non per natale,e questo la faceva sentire meglio.
Sua madre,non era un persona affidabile,o almeno,da quando era venuto a mancare il papà di Amy,il signor Gilbert.
Lei,e i suoi genitori erano sempre stati piuttosto legati,ma dopo la scomparsa di suo padre,la signora Gilbert,era caduta in una profonda depressione,e non si era ripresa,e mai l'avrebbe fatto e ne era ben consapevole,per questo decise di far trasferire sua figlia Amy,da suo cugino Liam.
"Sei grande abbastanza,ormai" indugiò sua madre "per farti una vita,e poi quest'esperienza di farà crescere,Amy"aggiunse,pren
dendo le mani alla ragazza,che le stava di fronte,impassibile.
"Abbracciami,dai"le disse la madre,rabbonendosi.
Le due,si abbracciarono,era il loro ultimo e triste abbraccio,quello d'addio,quello che va dato bene,perchè non ce ne sarebbe stato un altro da lì in avanti.
Dopo qualche minuto si staccarono e Amy,lasciò definitivamente la sua casa,sua madre,e tutto quello che aveva.
Doveva dire addio alla sua vecchia vita e salutare quella nuova.

La sua nuova vita a Wolverhampton.Nell'inghlil
terra del sud,dove il sole splendeva una volta all'anno e la pioggia regnava sovrana.
Dopo poco più di un quarto d'ora arrivò all'aereoporto e prese il primo volo per l'Inghilterra.
E cosi tutto ebbe inizio,cosi ebbe inizio la seconda vita di Amy Gilbert.

Amy era una ragazza apposto,felice con se stessa,soddisfatta dalla sua vita,almeno fino a che il padre non la lasciasse,da allora il rimorso,il dolore e la profonda tristezza non l'avevano mai abbandonata,non la lasciavano vivere tranquilla,come meritava.

Il tepore e il sonno la invasero e prese sonno.
D'un tratto però sentì la voce dell'altoparlante che informava i viaggiatori che erano arrivati.
La ragazza afferrò il suo bagaglio blu e scese dall'aereo,e ad aspettarla nel campovolo,c'era un ragazzo altissimo,bruno,con gli occhi del medesimo colore,era suo cugino Liam.
"E' cambiato..in meglio"ammise Amy nel pensiero.

Erano molti anni che i due non si vedevano,precisamente dal funerale del padre di Amy,cioè da due anni prima.
Liam le corse incontro e la accolse con un enorme sorriso e poi si abbracciarono.
"Peccato che è mio cugino,se no ci avrei fatto un pensierino" pensò Amy,stringendo le braccia forti e snelle di Liam.
I due chiacchierano un po' circa il viaggio,la sistemazione di Amy,la scuola che avrebbe frequentato e le persone di Wolverhampton e poi arrivarono a casa sua.
Ad accoglierli era la mamma di Liam,la signora Payne.
"Amy! Come sei cresciuta!Oddio,copriti! No
n sei più in California,qui fa freddo! Ah,come bisogna fare! Signore,mio" la zia,continuò su queste note per una mezz'ora abbondante fino a che non invitò i due giovani a bere del thè.

I due Payne,constrinsero la povera Amy a raccontare della California,della sua casa,dei suoi ricordi,che la facevano stare malissimo.
Ovviamente,loro non se ne rendevano conto,perchè lei non lo dava a vedere,fuori sorrideva,ma dentro stava letteralmente morendo.

Dopo le persistenti domande,portarono la ragazza nella sua camera.
E ella stessa potè constatare che era peggio della sua vecchia camera,di cui si era sempre lamentata.
L'intonaco bianco,si stava staccando dai muri,era freddissima e la luce illuminava a stento la stanza.
"non ti preoccupare se fa freddo,ti abbiamo messo una stufa,ora metti a posto le valigie,cara,che tra poco si cena" disse,con fare gentile,la zia.
Chiusero la porta e lasciarono Amy da sola,a riporre i suoi vestiti che odoravano ancora della lavanda dei cassetti della sua vecchia casa.

Ma prima o poi anche quell'odore si sarebbe cancellato e della sua vecchia vita,anche l'ultimo pezzo se ne sarebbe andato.

 
  
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