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Autore: ciomez__    10/09/2012    1 recensioni
"Chiedevo solo il tuo aiuto, ricordando la promessa che mi avevi fatto. Non mi avresti mai lasciata sola, ricordi? Invece te ne sei andato."
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo entrami sdraiati sul fianco destro. Justin era talmente vicino a me, che riuscivo a sentire il rumore della saliva che deglutiva. Con una mano cercai la sua testa per carezzargli i capelli. Le sue mani, invece, si erano posate sulla mia pancia, e con le braccia mi circondava i fianchi. Mi girai verso di lui.
“Cosa vuole fare secondo te?”
“Chi? Quello lì?” Annuii nervosamente.
“Hope, non stare a sentire quello che dice. E’ solo uno psicopatico.”
“E’ solo uno psicopatico, ma ha detto che vuole farti del male.. insomma, non l’ho capito solo io” dissi mettendomi seduta e appoggiando la schiena al muro. Justin mi imitò.
“Da quand’è che è il ragazzo in pericolo, e non la ragazza?”
“Intendi dire che le donne sono deboli rispetto agli uomini? Eh, dillo se hai coraggio.”
“No stupida, sto solo dicendo che tu a lui non ti ci devi avvicinare. Me lo prometti?” disse alzando il mignolino in segno di accordo.
“Ti è mai capitato di fare promesse, ma era come se non le avessi fatte perché sapevi benissimo che non saresti stato in grado di mantenerle?”
“Tu da quello lì non ci vai più. Scordati di tutto. Quando tornano i nostri genitori chiamiamo la polizia e sistemiamo il problema”
“Passerà del tempo prima che..”
“Prima che cosa Hope? Vuoi per caso fare la fine di tua sorella? Non te lo permetterò. Argomento chiuso”.
“Ma..”
“Niente ma. Non voglio parlarne fino a domani.” Annuii.
“Che vuoi fare?” mi chiese qualche istante dopo.
“Voglio dormire, tu?” dissi alzandomi dal letto, per lasciarlo dormire lì.
“Io invece voglio stare con la ragazza che amo” mi afferrò per i fianchi e mi gettò su di lui, iniziandomi a fare il solletico.
“Noooo!  Basta, ti prego!” mormorai tra una risata e l’altra.
“Se mi baci la smetto”
“Sarai accontentato allora.”
Con dolcezza posai le mie labbra sulle sue.
“Ma io non intendevo questo..” sbuffò. Mi tirò verso di lui ancora una volta, mentre con foga mi baciava il collo.
Era sopra di me, senza maglietta, e con i soliti pantaloni scesi sotto al sedere. Riportò le mani sulla camicetta che aveva tentato di slacciare poche ore prima e me la tolse. Io intanto gli sfilavo i pantaloni.. e più volte le mie mani si posarono sul suo fondoschiena. Ci trovai gusto. Lui se ne accorse.
“Sono cambiati i ruoli?” disse scherzosamente.
“Sai sempre essere così stupido tu, eh?” fece spallucce. I nostri movimenti continuarono, fin quando non ci ritrovammo in intimo. Stava per togliermi anche quello, ma lo fermai poggiandogli una mano sul petto.
“Justin..”
“Si amore mio?”
“La prima volta non abbiamo usato precauzioni.. ma ora voglio che tu le usi”
Con un’espressione mi fece chiaramente capire che non ne aveva.
“Aspetta..” Me lo tolsi di dosso e mi diressi verso la camera dei miei genitori, o meglio, di mia madre. Mi accorsi che Justin fissava il mio corpo con una faccia da ebete.
“Non mi attraversare con i raggi-x però”
“Se non guardo te chi guardo allora?” disse riprendendosi. Sbuffai.
Arrivata nella camera di mamma, aprii il cassetto di io padre e ci trovai dentro un pacchetto di profilattici. Ne tirai fuori uno e tornai da Justin.
“Ehi, ehi, ehi, aspetta un attimo.. non dirmi che quelli li usavano i tuoi. Avranno almeno vent’anni” disse accennando una smorfia.
“Caro mio, poco tempo fa loro avevano una vita sentimentale più attiva della mia”
Iniziò a ridere, e per farlo smettere gli tirai il.. ehm, avete capito cosa gli tirai.
 

Aprii gli occhi e subito mi accorsi che Justin era sdraiato accanto a me e dormiva. Strano.
Mi alzai e mi diressi verso il bagno, poi tornai in camera per mettermi qualcosa indosso. Feci per scendere ma mi fermai a vedere Justin. Era abbracciato a un cuscino, e il suo respiro era così profondo che io potevo sentirlo anche a distanza di qualche metro.
Mi allontanai dalla stanza e mi diressi al piano di sotto per preparare la colazione. Mentre ero seduta al tavolo a mangiare non mi accorsi che Justin era arrivato e si era già seduto.
“Mh, senti, mi ha chiamato mamma e ha detto che tornano stasera tardi” annunciò Justin con la bocca piena.
“Ok, meglio così. Prima arrivano, meglio è.”
Finimmo di mangiare e Justin si alzò. Non aveva niente che lo copriva.
“Ehi, bel sedere” dissi scherzando.
“Io l’ho sempre detto che tu stai invertendo i ruoli” rispose stando al gioco. Mi si avvicinò per abbracciarmi ma gli tirai un panno addosso.
“Copriti sciagurato!” iniziai a ridere. Lo vidi dirigersi verso la camera e poi torno vestito come al suo solito: maglietta a maniche corte, Supra, e molto stranamente i boxer non erano in vista.
“Ti sei svegliato dal lato sbagliato del letto oggi? Cioè, hai i pantaloni messi ‘bene’”
Si guardò i pantaloni e li abbassò facendo intravedere i boxer viola.
“Ecco, molto meglio” disse sospirando.
“Secondo me hai seri problemi mentali” dissi uscendo fuori di casa. Justin mi seguì.
Camminammo per le vie della città osservando le vetrine e vidi Justin soffermarsi di fronte a un negozio di musica.
Mi diressi verso di lui e gli circondai il fianco con il braccio.
“Che guardi di bello?”
Non ripose, ma con un cenno della testa mi fece capire che era interessato a osservare i CD.
“E’ il tuo sogno, vero?”
“Mh, si..” rispose timidamente.
“E perché non lo insegui?” dissi. Si girò verso di me prendendomi le entrambe le mani.
“Perché sai, è difficile entrare nel mondo della musica.. ci sono un sacco di persone con un talento-” Non lo feci finire.
“Justin, anche tu hai talento, e non è poco. Credimi.”
“Non so..”
“Sappi che io ti supporterò sempre”.
*La sera stessa*

Mentre lavavo i piatti sentii il rombo di un motore rimbombare nella cucina. Justin venì verso di me con aria felice.
“Sono arrivate, vieni?” Annuii gettando la spugna nel lavello.
La porta si aprì e strinsi mia madre in un abbraccio, lo stesso fece Justin con la sua.
“Allora siete stati bene?” chiese Pattie incuriosita. Io e Justin ci guardammo e poi insieme annuimmo.
Mentre mia madre andava in camera sua a posare la valigia, Pattie disse a Justin di prendere la sua roba per tornare a casa. Cosa che aveva già fatto e tutte le sue cose erano accanto al divano.
“Io ti aspetto fuori, sbrigati” fece una pausa. “Buonanotte Hope, ci vediamo domani” concluse con un sorriso. Poi andò da mia madre, si salutarono e uscì dalla porta sul retro.
Catturai lo sguardo di Justin.
“Beh, è arrivata l’ora di andare..”
“Da come l’hai detto sembra che devi partire per un viaggio lunghissimo e che ritornerai tra un paio d’anni” dissi ridendo.
“Io volevo fare il romantico..”
“Mh, mi sa che ti ho smontato” continuai a ridere.
Justin posò la mano sulla mia guancia e mi diede un tenero bacio.
“Arrivederci signora” disse con tono alto per farsi sentire da mia madre.
Si sentì un “Buonanotte Justin” arrivare dall’altro lato della casa.
“Buonanotte anche a te” disse stampandomi un bacio sulla fronte. Aprì la porta e poi la richiuse alle sue spalle lasciandomi sola.
Mia madre arrivò in salotto e si sedette sul divano. Andai accanto a lei.
“Ti vo dire un po’ di cose.. iniziamo con quelle felici o con quelle tristi?”
“Mh, facciamo felici” rispose con un sorriso amaro.
“Ok, allora.. questi giorni io e Justin abbiamo, insomma, è imbarazzante da dire..”
“Hope, dai, era ovvio! Tu e lui, da soli in casa, era inevitabile”
“Mi hai tolto un’enorme peso sai?”
“Aspetta, avete usato le precauzioni?”
“Si, mamma, non ti preoccupare”
“Ci sono altre cose felici o dobbiamo passare a quelle tristi?”
“Ho ritrovato Emily, te l’avevo detto, ma ci sono dei problemi..”
Inarcò il sopracciglio.
“E’ costretta a prostituirsi da un uomo, Bill Holmes”
“Hope, prendi il telefono. Chiamiamo la polizia”
“No mamma, ti prego, mi ha chiesto di non chiamarla”
“Perché?”
“Perché lui le farebbe del male, e ha il terrore che possa farne anche a me”
“Amore, tu lo sai bene come sto, non voglio perdere mia figlia per la seconda volta”
“Si ma mi ha assicurato che ha trovato un modo per scappare e venire qui.”
“Sei così ingenua.. ti sta dicendo così per allontanarti”
“Non lo farebbe mai.”
“Per tenerti al sicuro lo farebbe, credimi.”
Stetti in silenzio.
“Sai dov’è ora?”
“Si trova in una strada, non mi ricordo bene dove, ma non possiamo andarci visto che c’è Bill a tenerla d’occhio”
“Non mi interessa, io vado, tu rimani qui”
“No mamma, ti prego, non andare” Non mi ascoltò ma si diresse verso la porta.
Prima che potesse aprirla qualcuno suonò il campanello. 


Ecco il 15° finalmente fjnvjrnvkrn *-*
Scusatemi se non ho pubblicato, ma ero al mare e non avevo internet.. però ho finito di scrivere tutta la ff. Lowwatemi (?)
Spero vi piaccia c:
  
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