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Autore: Nicolessa    10/09/2012    0 recensioni
I fratelli Winchester e la ribelle Jo Harvelle si ritrovano a dover lavorare ad un caso insieme. Riusciranno a concluderlo senza volersi sbranare a vicenda?
- «Stai flirtando con me, Jo?» rise. Rise davvero divertito e anche molto soddisfatto di quella situazione mentre lei cercava di rigirare la frittata in modo da far credere al cacciatore che avesse frainteso.
Entrambi aspettavano soltanto che qualcuno dicesse qualcosa di più del solito e, quel qualcuno, era stata Jo. Praticamente aveva salvato la dignità del cacciatore.
«Non sperarci troppo, Winchester! Sei troppo convinto di quello che pensi» gli disse lei, mentre tentava sicuramente e disperatamente di ritornare in sé e lasciare il comando alla mente.
«Non mi pare che tu mi stia allontanando» aggiunse Dean.
Beh, erano quasi arrivati a pochi centimetri di distanza, ma stranamente nessuno dei due spingeva l'altro per liberarsi da quell'imbarazzante situazione, anzi uno dei due, Dean, la aggravava, la alimentava; un po' per divertimento, e uno po' per capire come funzionassero quei maledetti complessi meccanismi che si trovavano al centro del suo petto. -
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Jo, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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8 Capitolo 8 - Muori, puttana, muori!



Entrano nella stanza e con una velocità impressionante ricoprirono il loro corpi di armi, nascondendole astutamente sotto ogni lembo di stoffa a loro disposizione: anche un minimo coltellino di cinque centimetri poteva salvarti la vita in situazioni di pericolo. Almeno qualcosa aveva imparato dalle cacce precedenti.

«Non deve rimanere da sola o inizierà il rito per evocare quello stronzo.» ripassò lei al alta voce mentre nascondeva il suo amato ed immancabile coltello nella tasca posteriore dei jeans.
  • In meno di due minuti si ritrovarono nella stanza di Jo a riempirsi d'armi fino al collo. 
    Dean portava sempre un coltello d'argento nella tasca posteriore dei jeans e un altro un po' più piccolo all'interno della scarpa. Molte volte si ritrovava a guarire ferite che non sapeva nemmeno come era riuscito a procurarsele. Beh, ora si spiegava. 
    Prese la pistola, la sua pistola, e la ripose al suo posto nel bordo posteriore dei suoi jeans. Poi un altro coltello nella tasca della camicia a quadretti che indossava ed erano pronti ad andare. Prese il telefono per tenersi in contatto con il fratello e compose il suo numero in modo frettoloso, tanto che dovette ripeterlo più volte per i vani tentativi.
    «Forza Sam, rispondi...» mormorò mentre si avviava verso la fine del corridoio, insieme a Jo.
    La destinazione era l'ufficio del preside.
    Probabilmente Sam era già lì, o forse aveva già trovato il sacchetto maledetto, ma non rispondeva al telefono e questo non era un buon segno.
    «Maledizione!» imprecò quando scattò la segreteria telefonica. Sospirò per mantenersi calmo e infilò l'aggeggio nella tasca destra dei jeans.
    Guardò la ragazza e restò per un po' in silenzio, senza riuscire a dire nulla. 
    Quando le cose si mettevano male, e soprattutto quando si trattava di suo fratello, gli venivano attacchi di ansia. Non sapeva più come muoversi.
    «Ci serve un piano!» disse improvvisamente Dean, fermandosi in mezzo al corridoio tutto d'un tratto. 
    Probabilmente, a quel punto, avrebbero dovuto dividersi: Jo sarebbe dovuta andare alla ricerca della strega e Dean alla ricerca di Sam. Ma il cacciatore non se la sentiva di lasciare la ragazza da sola, perciò non glie l'avrebbe mai permesso: perché sapeva benissimo che lei lo stava pensando.
    Infatti ne ebbe subito dopo la conferma, quando iniziò a dare libero sfogo alle sue idee.
    «Dividiamoci! Io vado a cercare Megan Fox e tu...»
    « Scordatelo!» la interruppe subito «non sarò così stupido da lasciarti da sola anche questa volta. Cercheremo insieme quella stronza... ma prima dobbiamo trovare Sam.»
    Nemmeno il tempo di finire la frase che sentì la voce del fratello provenire da in fondo al corridoio.
    Si voltò di scatto e vide la strega tenere il ragazzo sotto tiro, con la sua stessa pistola. Aggrottò la fronte e in quel preciso istante pensò a come cavolo avesse fatto a farsi disarmare da una donna. 
    «Sammy stai bene?»
    «Potrei star meglio!» rispose l'altro in modo nervoso. 
    «Cacciatori eh?» chiese la strega retorica, abbozzando un sorrisetto maligno «Sai, se le cose fossero andate diversamente... avrei potuto farti un pensierino... Dean.» 
    «Ah! Sono... estasiato.»
    «Dean non sono riuscito a trovare il sacchetto!» urlò Sam guardando il fratello sconfitto, come se fosse colpa sua.
    A quelle parole, il cacciatore gettò un'occhiata a Jo che già sicuramente aveva capito cosa fare.
    Non appena Dean avrebbe distratto la figlia di puttana, sarebbe dovuta correre nell'ufficio del preside a cercare il sacchetto. Si sarebbe occupato lui di Megan Fox. 
    «Non importa, Sammy. Non è colpa tua. Lascialo andare, stronza.»
    «Sei sempre così gentile?» domandò la strega, ovviamente sarcastica.
    «Lascialo andare, figlia di puttana!» si corresse, sorridendo sghembo. Così suonava decisamente meglio.
  • Come le cose stessero decisamente precipitando era un qualcosa di altamente scontato.
    Non c'era una caccia che fosse risultata facile per Jo se passata al fianco dei fratelli Winchester. No, non pensava che fossero una maledizione, che portassero sfortuna o roba del genere (anche perchè la maggior parte delle volte, anche se faceva una grande fatica ad ammetterlo, erano proprio loro due a salvarla) ma semplicemente.. un qualcosa di negativo e allo stesso tempo di rassicurante.
    Tutto diventava strano quando c'erano Sam e Dean in giro.
    «Per lo meno non sono ancora stata rapita da niente!» ripensò con un certo accento sarcastico mentre passava lo sguardo da Dean a Sam, rigido sulla sua schiena per l'arma puntatagli addosso dalla stramaledettissima Megan Fox.
    Sam non era riuscito a trovare il sacchetto: il che era meraviglioso, ironicamente parlando.
    Le occhiate di Dean erano tutte un programma e Jo riusciva perfettamente a capire il fatto che il privilegio di non battersi o non attirare la donna ma bensì di trovare il sacchetto spettasse a lei.
    Contrariata dalla scelta della sua mansione, cercò un modo per non essere uccisa e mettersi alla ricerca dell'oggetto magico... anche se prima ancora doveva raggiungere la stanza incriminata.
    Si sporse appena sulla destra per poter focalizzare tutte le porte in vetro del corridoio e con disappunto la notò: ecco che era a circa cinque metri oltre le spalle della stronza.
    La porta della presidenza era semiaperta e tutto ciò stava a significare che quella "Joanna" -se davvero si chiamava così- aveva già tutto pronto per far morire dissanguato un'altro uomo e che non aspettava altro.
    «Finchè dialogherà amorevolmente con Dean non potrà dire la formula di evocaz..»
    E che lo diceva a fare, come non detto. 
    Il fatto che avesse Sam come ostaggio la avvantaggiava di molto e proprio per questo Dean non azzardava nessuna mossa. Come non lo faceva Jo.
    Se fosse capitato qualcosa a Sam.. quella sì che sarebbe stata cattiva mossa per la donna in camice. 
    «Qualcosa che riesca a liberarlo..» architettò velocemente.
    C'era poco da fare: Jo era un'esperta nell'attirare l'attenzione del mostro di turno. Non per niente, appena iniziò a correre verso la porta del preside, la strega le puntò l'arma contro, sparandole addosso e quindi distogliendo la canna della pistola da Sam.
    La fortuna di Jo però era più efficace della sua mira, un punto in più.
    Riuscì ad oltrepassarla a ripararsi dai colpi infiltrandosi tra una porta e l'altra mentre correva per il corridoio.
    «Ora a lei ci penseranno loro.» pensò fermandosi nella presidenza con il fiatone. 
    Ora doveva iniziare a cercare e in fretta anche.
    La stanza era già parzialmente sottosopra, proprio per mano di Sam che non aveva trovato nulla.
    «Dove può essere??» domandò a sé stessa eliminando i punti già in disordine.
    Tutti i cassetti rivoltati, il materasso praticamente svuotato da molle e componenti varie, sui muri non c'era più nulla e sotto il pavimento non poteva esserci nulla.. ma allora dov'era??
  • E proprio nel momento meno opportuno, Jo corse via verso il corridoio, schivando per miracolo una pallottola che le sfiorò appena i capelli.
    In quel preciso secondo, gli occhi di Dean si dilatarono e il cuore iniziò a pulsare nel suo petto. Per un bel po' credette che fosse stata colpita ma quando la vide sfrecciare da una porta all'altra si tranquillizzò, tirando un sospiro di sollievo. Anche se, se l'avesse avuta tra le mani, l'avrebbe uccisa per quello che aveva fatto.
    Quando sparì dietro l'angolo della fine del corridoio, calò il silenzio come se quella fosse una normale situazione.
    Il cacciatore si voltò a guardare la strega e abbozzò un sorrisetto. 
    «E' sempre stata una ragazza ribelle.» disse, tanto per dire qualcosa prima che lei potesse spararlo in testa con un colpo.
    La ragazza emise un urlo pazzesco e iniziò a strozzare Sam, stringendo la presa al suo collo. Quella scena costrinse Dean a mettere fuori l'arma. 
    «Lascialo andare o giuro che ti faccio un buco in testa, figlia di puttana!» 
    Lei rise divertita e iniziò a pronunciare la suo rito in latino, o greco, o quel che diavolo era. A Dean sembravano un paio di parole inventate messe assieme.
    Era meglio se Jo si fosse data una mossa. 
    Sam intanto veniva strangolato: il suo viso divento quasi viola, e i suoi occhi fissavano il soffitto.
    Dean premette il grilletto, ferendo la strega ad una gamba e finalmente tacque, iniziando ad urlare per il dolore. Il fratellino venne liberato e si accasciò a terra sulle ginocchia. Questo però non gli permise di disarmarla, togliendole la sua stessa pistola. 
    «Sammy stai bene?»
    «Si!» rispose lui voltandosi a guardarlo, con aria decisamente sfinita. Dean gli si avvicinò per aiutarlo a mettersi in piedi e, dall'alto verso il basso, guardarono la strega che ansimava e si teneva la ferita sanguinante sul polpaccio. 
    «Perché non finisci il lavoro, eh Dean? Lo sanno tutti che sei un assassino. Anche il tuo bel fratellino innocente.» mormorò a denti stretti, ridendo con nervosismo misto a divertimento. 
    Se pensava che quelle parole l'avrebbero toccato nel profondo del cuore, si sbagliava di grosso. 
    Inarcò le sopracciglia e poi abbozzò un sorrisetto sghembo, avvicinandosi di più a lei. Si chinò sulle gambe e la guardò dritta negli occhi. 
    «E' una fortuna per te che non sia così, sai? Saresti già morta a quest'ora.»
    Dean abbassò lo sguardo sul ciondolo che aveva appeso al collo e lei con lui, allungò una mano verso di quello e lei tornò a guardarlo quasi scioccata. 
    «Non ci sperare, tesoro.» disse ironico riferendosi ad una remota possibilità che lui potesse allungare le mani per altro.
    Glielo staccò dal collo e poi tornò in piedi, mostrandolo a Sam, che lo prese tra le dita e lo osservò con la sua solita aria affascinata.
    «Con cosa abbiamo a che fare?» 
    «E' un simbolo irlandese, molto antico. Credo appartenesse alle eretiche di quel tempo. Forse trae potere dalle sue stesse simili.» rispose il fratellino, tornando a guardare Dean.
    Ad attirare l'attenzione di entrambi fu Jo che tornò da loro con il fiatone. 
    Il cacciatore sarebbe dovuto stare più attento però, non appena si voltò, la strega gli sfilò il coltello dalla scarpa, quello di riserva, e glielo conficcò nel colpaccio, facendolo cadere a terra.
    Iniziò a parlare nuovamente in quella lingua strana e lui cominciò a vomitare sangue.
    Ma come diavolo aveva fatto? Erano streghe davvero potenti! 
    Quando però accadde, Sam lanciò il ciondolo a terra con forza, rompendolo in mille pezzettini. 
    «NO!! Che cos'hai fatto??!» berciò la strega contro il ragazzo, poi un nuvolone nero si espanse nell'aria, avvolgendo la stronza che iniziò a contorcersi e pregare.

E Jo che non riusciva a sentire nient'altro che urla e mormorii di parole soffocate da chissà quale voglia di vendetta da parte della strega... e questo non faceva che metterle ansia. 
Mandò inutilmente in aria diversi mobili ma niente: il sacchetto non si trovava.
Alzò gli occhi al cielo trattenendosi dall'imprecare e, come in un attimo, la sua vista di soffermò su un condizionatore posizionato esattamente sopra la finestra a semi-balconcino.
Senza aspettare nemmeno un secondo si arrampicò su una sedia non del tutto affidabile e aprì lo sportello pieno di polvere che nascondeva al suo interno ciò che cercava.

«Strano come Sam -con la sua altezza e acutezza- non ci abbia nemmeno pensato!» disse tra sé e sé balzando giù a piedi uniti sul pavimento e afferrando l'accendino dalla tasca destra della giacca.
«Meno uno.» soffiò appena fuori dalle sue labbra e gettando il sacchetto per terra, ancora avvolto nelle fiamme di un viola ovviamente fuori dal normale.
Tornò in corridoio con i polmoni tra le mani -metaforicamente parlando- e, riavvicinatasi di pochi metri ai cacciatori, sgranò gli occhi al vedere Dean per terra, scomparire tra delle pozze del suo stesso sangue.
I piedi piantati per terra e la cassa toracica immobile: ecco come se ne stava Jo di fronte alla scena di un Dean in preda al dolore. 
Eppure sapeva che era sbagliato.
Sapeva che non era quello che doveva fare.
Sbattè le palpebre più volte prima di distinguere la coltre nera che avvolgeva la donna ormai senza speranze di rimanere viva: quella era una scena che, se non avesse avuto il terrore di perdere quel dannato Winchester, si sarebbe gustata fino all'ultimo grido di dolore.
Questo pensiero risvegliò il suo lato da cacciatrice e la fece correre verso i due fratelli.
La strega stava morendo , proprio lì di fronte a loro, ma Dean non riusciva ad alzarsi e stare meglio.
«L'incantesimo ormai è innescato.» bisbigliò crollando sulle ginocchia, inzuppandosi i jeans in quel rosso scintillante.
«Sam, pensa al polpaccio. Non può perdere più sangue di quanto ne abbia già perso!» gli ordinò senza far caso ai modi gentili o al tono da obbligo che aveva marchiato nella voce a causa della paura, come se il tempo fosse il suo peggior nemico.
Il ragazzo, preoccupato più di lei nel vedere il suo atto di "salvataggio in calcio d'angolo" andare in fumo, fece come gli era stato ordinato: si strappò una manica della maglia e l'avvolse attorno alla gamba del fratello, ansimante per incantesimo che aveva ancora sulle spalle.
«Se muori, ti uccido.» lo minacciò quasi impercettibilmente tenendo il torace di Dean tra le mani, aiutando Sam a bendarlo.
Successivamente perlustrò le tasche della giacca del ragazzo, sperando di trovarci l'ultima spiaggia, l'ultimo modo che avevano di salvargli la vita.
Quando lo estrasse dalla giacca in pelle un sospirò riuscì a superare la gola e a liberarsi nell'aria.
Come se fosse stata dotata di una qualche velocità paranormale, ghermì l'accendino che aveva riposto nella sua di tasca dopo aver bruciato il sacchetto in quella stanza a pochi metri da loro e diede fuoco al nuovo sacchetto.
«E' finita, è finita. Shh, basta Dean. E' tutto apposto.» pregò a bassa voce Dean affinchè la smettesse di affannarsi per respirare.
Ogni respiro una coltellata.. tanto l'odore di sangue non faceva che facilitare quella sua immaginazione.

«Riportalo in stanza. Io.. rimango qui a sistemare... questo.» disse con l'affanno e affievolendo la presa che aveva sul petto di Dean, lasciandolo nelle mani del fratello.

Mentre la strega moriva squartata da qualcosa di invisibile agli occhi di Dean, Jo e Sam, il ragazzo continuava a vomitare sangue quasi come avesse l'influenza.
Il flusso al polpaccio fu bloccato dal fratello intelligente che gli legò la ferita con un pezzo di stoffa, in modo stretto e doloroso per evitare che uscisse altro sangue. Jo, invece, riuscì a bloccare la maledizione che la strega aveva fatto al cacciatore in pochi secondi e in modo improvvisato, tanto che nessuno dei tre si aspettava una cosa del genere.
Quando fu salvo e la ragazza lo lasciò di nuovo respirare, tirò un sospiro di sollievo.
Aveva il viso pallido, delle enormi e occhiaie a cerchiargli gli occhi grandi e verdi e la bocca sporca e rigata dal suo stesso sangue.
Si rizzò a sedere aggrappandosi alle spalle esili di Jo e poi si fece aiutare dal gigante buono che era suo fratello, alzandosi in piedi e tornando se stesso per non farli preoccupare. 

«Odio le streghe.» mormorò stancamente guardando il corpo senza vita della donna, poi gettò uno sguardo a Jo e si rivolse al fratello che premurosamente lo reggeva e lo osservava preoccupato. 
«Sta tranquillo Sammy. Aiuta Jo, ce la faccio.» gli assicurò dandogli una piccola pacca sulla schiena, prima di tentare di fuggire via dalla sua presa. 
«Tu sei matto!» disse a gran voce l'altro «Non ti lascio solo.» 
«Fa come ti ho detto! Sto bene. Non rompere!»
Sì, era proprio il vecchio nuovo Dean.
Borbottò quella frase in modo infantile e lo spinse via con un gesto della mano scherzosamente. 
«Ne sei sicuro?»
«Che c'è vuoi un certificato medico? Sto bene, Sam. Dove tieni il kit delle emergenze?» 
Sam sospirò e lo lasciò andare, restando sempre in guardia convinto di poterlo acciuffare se avesse perso l'equilibrio. 
«Nel mio zaino. Sta attento!» lo avvertì quasi in modo minaccioso.
Dean guardò prima il fratello, poi Jo. A lei rivolse un sorriso come per ringraziarla.
Diede le spalle ad entrambi e si diresse zoppicante verso la stanza della giovane cacciatrice.
Non appena fu dentro quella squallida - quasi quanto un motel - stanza prese posto sul letto procurandosi la scatola con tutto l'occorrente per guarirsi e iniziò a cucirsi, rattopparsi come una vecchia nonnina affettuosa.

Sì, Jo credeva proprio che fosse un imbecille, un inguaribile imbecille. 

Era più semplicemente Dean.
Non si immischiò nella loro piccola scenetta da "sono io il fratello maggiore" solo perchè si sentiva diciamo.. di troppo. Era una cosa che succedeva spesso tra loro, era meglio non interrompere quelle loro abitudini.
«Cerchiamo di fare presto, forse si saranno accorti delle telecamere.» disse al ragazzone di fronte a sé, ancora in apprensione per il fratello testando che si allontanava da loro.
Forse l'infangare la caccia era il compito più noioso della faccenda, nonostante fosse la parte meno pericolosa, ma era una cosa che bisognava fare.
Creatasi un piano in quella ingegnosa testolina, si piegò sulle gambe e si tolse la giacca, avvolgendola poi attorno alla sua mano destra armata del coltello di suo padre: quello era immancabile.
Avvicinatasi poi al corpo esanime della strega, la stese a guardare, questa volta con uno sguardo più carico di pena che di rabbia.
«Posso finire io se...» provò a suggerire Sam notando la sua palese difficoltà nel "finire il lavoro". 
Che avesse già capito il suo piano? Beh, non si sarebbe stupita per niente: Sam era un cacciatore molto più bravo di lei e con molta più esperienza.
«No, ci penso io.» annuì convinta, affondando poi la lama nel suo collo.
Si rialzò in piedi come se le sue gambe fossero divenute delle molle e passò il cellulare al minore dei Winchester, assumendo questa volta un tono più dolce e pacato, come a chiedere un favore... come a farsi perdonare per quello assunto poco prima.
«Chiamala tu la polizia.. io ho già avuto a che fare con quella di questo posto, non vorrei problemi.» confessò scrollando le spalle e avviandosi verso la sua stanza dopo aver accolto con molto piacere il cenno di consenso di Sam nel concludere i convenevoli.


------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

Perfetto, il penultimo capitolo è andato. Inizio a sentire la tristezza salirmi sullo stomaco. Uff.
In ogni caso continuate a farmi sapere se vi piace e a leggere, perchè fidatevi: leggere fa bene alla mente u.u
E dopo queste piccole pillole di saggezza de sta' ceppa, vi lascio! 
Ciao! :D

  
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