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Autore: Lily_nee    10/09/2012    1 recensioni
Su la mano! Chi non ricorda la meravigliosa storia in cui un vecchio avaro, che odia il Natale, si redimerà nel corso di una notte grazie a tre spiriti, giungendo ad amare oltre che la festa anche la vita, le persone e la famiglia?
Ebbene, questa piccola serie vedrà questo tema, rappresentato dai protagonisti di Fairy Tail.
Genere: Mistero, Parodia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A Christmas carol for Laxus.

 

La storia che leggerete, è liberamente ispirata a “Il canto di Natale”, celebre  ed intramontabile romanzo del 1843.
Spero di cuore che vi piaccia, e che l’autore dell’originale non mi
si rivolti nella tomba!  Buona lettura.
 

 
Parte prima.

 

Nella città di Magnolia era giunto, più freddo e candido che mai, l’inverno.
La neve aveva cominciato a cadere verso l’inizio di Dicembre, coprendo tutto con il suo scintillante e gelido manto bianco.
Ora, presa coscienza che ci troviamo all’incirca alle ore 18 della più fredda Vigilia di Natale che tutti i cittadini ricordassero, è bene rivolgere la nostra attenzione ad un gruppo di bambini.

Ebbene, essi sono di numero sei e girano di abitazione in abitazione, di negozio in negozio, cantando sempre la medesima gioiosa melodia natalizia, speranzosi di ricevere qualche monetina dai generosi cuori di coloro che li ascoltavano.
                                                                                                .                          .                         .

“Siete davvero chiassosi ragazzi, tenete questo denaro e passate un buon Natale!” – disse loro un brav’uomo, al tempo stesso un po’ scocciato per la rumorosa combriccola di bambini canterini, e troppo felice per l’incombere della festa tanto attesa per tutto l’anno.
“Grazie signore, e tanti auguri anche a lei!” – gli rispose uno dei giovani, mentre si affrettava a raccogliere le monete che erano state loro donate.
Come spiegato qualche riga prima, continuarono a bussare e cantare di porta in porta, finché non giunsero alla finestra chiusa di un vecchio ufficio, dove, i più, sapevano lavorarvi un ricco spilorcio famoso per il suo odio nei confronti del Natale.
Intonarono comunque la loro canzone attendendo la risposta di qualcuno, quest’ultima arrivò dopo un po’ e si presentò con l’aspetto di un ragazzo biondo, con un volto che dimostrava molti più anni di quanti ne avesse invero. Con una pala in mano, scacciò in malo modo i bambini, intimando loro di andarsene se non volevano beccarsi una pesante sculacciata.
“Ma è Natale signore!” – disse il più piccolo di loro, rivolgendosi al biondo.
“Io odio il Natale, un’altra stupida festa, un’altra stupida perdita di tempo e denaro! Ed ora sciò via, via!” – gli urlò contro il giovane il cui nome, com’era ben inciso sulla  vecchia e sporca targa che stava accanto alla porta del suo ufficio, era Laxus Dreyar.
 
“Guarda tu che razza di mocciosi insistenti esistono!” – sbraitò tornando nel freddo locale dove svolgeva le sue mansioni affiancato da un poverissimo contabile di nome Natsu Dragneel.
 
Quest’ultimo anch’esso molto giovane, diremmo sui 18 anni, aveva due profondi innamorati e buoni occhi neri incorniciati da un bel viso forte e premuroso, ed una folta capigliatura rosa. Odiava il freddo in cui era costretto a lavorare presso il signor Dreyar, il quale lo trattava malissimo e lo stipendiava con pochissimi jewels , tuttavia non odiava il suo datore di lavoro, per egli provava piuttosto un sentimento di riconoscenza perché con quella miseria di salario che gli dava, riusciva, anche se a stento, a sfamare la sua famiglia composta da una moglie, Lucy, e ben cinque figlioletti.
 
Nella stanza regnava il silenzio, l’unico rumore era provocato di tanto in tanto dall’impiegato che si sfregava le mani congelate mentre scriveva, o dal signor Dreyar che contava i soldi su una vecchia scrivania tarlata.
Qualcuno bussò ed entrò nell’ufficio, un uomo piuttosto giovane, con un grande sorriso sulla faccia.
“Freed, scocciatore, cosa vuoi?” – chiese burberamente il biondo rivolgendosi al distinto signore dai lunghi capelli verdi.
“Ma come mio caro amico! Sono qui, come ogni anno, per invitarti alla cena della Vigilia di Natale che si terrà stasera, presso l’osteria Fairy Tail assieme a tutti i nostri più cari amici e conoscenti!” – gli disse sorridendo l’uomo di nome Freed.
 
“Non so che farmene del tuo invito, non verrò alla tua ridicola festa, presso il tuo stupidissimo locale, con i tuoi stolti amici! Il Natale non è che una perdita ti tempo e denaro! – gli inveì contro Laxus.
 
“Oh, suvvia caro amico, non esser sempre così burbero, vieni con noi ti divertirai!” – provò ancora a convincerlo.
 
“Non insistere! Ti ripeto che non prenderò parte al tuo sciocco evento, va via ora!” – gli intimò il signor Dreyar.
 
“Come vuoi, ma sarai sempre il benvenuto se dovessi cambiare idea.” – gli ricordò Freed mentre varcava la soglia chiudendosi la porta alle spalle. Parve ripensarci qualche secondo dopo, infatti riaprì la porta e sfoggiando il suo più bel sorriso, disse al suo amico: “Oh già Laxus, fa anche buon anno!”
 
“Via, via! Razza di deficiente!” – gli urlò dietro il burbero biondo.
 
L’orologio rintoccò: erano le 19 in punto. Il signor Dragneel che era rimasto tacito spettatore di quell’imbarazzante discussione, si alzò e timoroso si avvicinò al suo datore di lavoro.
“Ehm, signore mi scusi sono le 19.”
Non ricevette risposta alcuna, così riprovò:

“Signore, sono le 19 mi domandavo se potrebbe darmi il salario.”
Laxus gli rivolse un’occhiataccia e si alzò dalla sua scrivania tarlata, per avvicinarsi alla cassaforte, tirarne fuori  poche monete e consegnarle al suo contabile.
“Devo anche pagarti i festivi...” – commentò amaramente.
“Ma signore, è solo per un giorno, e che giorno! Quello di Natale!” – cercò di sorridergli Natsu.
“Non credere che te la caverai così facilmente! Come starai per domandarmi, potrai  sì passare il giorno di Natale a casa, ma il 26 dovrai recarti qui ancora prima di quanto tu non venga solitamente!” – lo rimproverò il biondo.
“Certo, signore! Troppo buono signore! Ora vado, buon Natale!” – quasi urlò di gioia il signor Dragneel.
“Si si, ora toglietevi di mezzo tu  il tuo buon Natale.” – gli rispose Dreyar in tono asciutto.
Lasciamo per un momento Laxus ai suoi affari e al suo odio per le festività, e seguiamo chi cercherà, in quest’anno come negli altri, di far passare un buon Natale alla sua famiglia: il contabile Natsu Dragneel.
Eccolo, avvolto nel suo logoro cappotto, che cercava di scaldarsi i ghiaccioli che si trovava al posto delle mani. Era corso a cercare i suoi due figlioletti, che ogni volta lo attendevano fuori all’ufficio;  tuttavia, in questo periodo, sapeva perfettamente che non li avrebbe trovati di fronte al vecchio luogo dove lavorava, bensì davanti alla luminosa, colorata e calda vetrina del negozio di giocattoli.
Ed infatti erano proprio lì! La piccola dai capelli  di una sfumatura che ricordava il rosa della capigliatura del padre, ed il  piccino Romeo, che si reggeva su una stampella piccolina come lui.
Entrambi  ammiravano estasiati la vetrina, immaginando di poter possedere veramente quei magnifici giocattoli.
“Ragazzi miei! Andiamo a far compere, quest’anno il Natale sarà stupendo, pensate ho ben 15 jewels!” – sorrise loro incoraggiandoli ad andare, il padre.
Camminarono per le via innevate della città, fermandosi di tanto in tanto per comprare una magra oca per la cena della Vigilia, qualche dono di Natale, e un budino al cioccolato come dolce.
Contenti delle loro spese, rincasarono e trovarono ad aspettarli la mamma Lucy e gli altri 3 figli, due maschi ed una ragazza. Augurandosi una buona Vigilia, iniziarono allegramente a cantare, cucinare ed ultimare i preparativi.
               
                                                                                                           .                                      .                                         .
 
 
Tornando al signor Dreyar... Lo troviamo intento a chiudere a chiave la porta del suo vecchio, puzzolente e gelido ufficio.
Si dirigeva verso casa, quando due signori in cerca di beneficenza per i poveri gli domandarono di fare un’offerta.
“Non mi importa dei poveri, io non donerò un solo centesimo di Jewel per nessuno!” – li scacciò via lui.
Liberatosi dei due scocciatori, Laxus poté tornare a compiere il giro della città fermandosi presso ogni negozio o bancarella, i cui proprietari avessero un debito con lui, richiedendo di saldarlo.
Non uno dei suoi creditori vedeva di buon occhio quell’acido rompiscatole, stanco di tutto e stanco di tutti, chissà forse stanco anche della vita stessa.
Ultimato il giro, tornò nella sua dimora anch’essa vecchia e polverosa come il cuore che gli batteva nel petto: raggrinzito e arido.
Si accomodò dinnanzi al camino, e proprio mentre stava per bere il suo brodo di carne, del fumo uscì dal suo comignolo e giurò di aver sentito una voce pronunciare il suo nome.
 
Convinto di essere solo un po’ stanco, il signor Dreyar tornò a concentrarsi sul suo brodino, e sputò direttamente per terra il solo cucchiaio che era riuscito a mettere in bocca, quando udì un grandissimo fracasso all’interno dell’abitazione: delle campane stavano rintoccando?!
Si alzò e più spaventato che mai ed andò a chiudere la porta a chiave, tuttavia quest’ultima venne fatta scattare da un invisibile tocco e si spalancò, davanti ad un Laxus sempre più incredulo e tremante.
Chi sarebbe mai entrato? Si chiedeva il giovane, quand’ecco vide l’ombra di una sua vecchia conoscenza irrompere nella stanza:
“Bixlow! Tu cosa ci fai qui?” – chiese esterrefatto.
Non ci crederete, ma colui che aveva appena varcato l’uscio della dimora Dreyar, era il vecchio socio in affari di quest’ultimo, il suo più caro amico, il suo unico amico.
Laxus notò immediatamente una pesante, spessa ed enorme catena che cingeva il corpo del defunto, che parlò:

“Laxus...”
“Tu sei un’allucinazione, Bixlow è morto ben cinque anni fa, tu non sei che una polpetta non digerita,  il frutto della mia stanchezza: non esisti!” – gli gridò contro il signor Dreyar visibilmente intimidito da quell’assurda presenza.
“Ah, e così non credi che io sia un fantasma, stolto amico?” – gli rispose sarcasticamente lo spirito.
“Esattamente, adesso chiuderò gli occhi e quando li riaprirò tu non ci sarai più” – disse il biondo.
“Fa’ come desideri.” – lo invitò Bixlow.
Così come aveva detto, serrò gli occhi per almeno 10 secondi, e quando li riaprì,  incredulo come non mai, trovò sempre il suo amico avvolto nella catena, che ora si era accomodato sul divano.
A braccia conserte, e gambe accavallate lo Spirito lo guardò con fare derisorio e lo schernì:  “Ebbene? Ancora non mi credi?”.
Laxus iniziò ad avvertire il peso di quella verità...Iniziava quasi a crederci, ma diamine come poteva uno spirito con le sembianze del suo vecchio amico, irrompere nel suo salotto come se nulla fosse? No, no era impossibile, e scosse la testa in risposta allo spettro.
“E dimmi, potrebbe un’allucinazione fare ciò?” – gli chiese, mentre si alzava in volo, e le campane iniziarono di nuovo a rintoccare.
“Rispondi! Potrebbe?” – tuonò con la sua voce.
“No, non potrebbe mai!” – gli rispose Laxus con una voce mischiata allo spavento più puro.
“Ebbene, mi credi?” – continuò con lo stesso tono Bixlow.
“Sì, sì, sì certamente! Ti credo, ti credo!” – disse il biondo guardandolo di sottecchi.
Il rumore infernale cessò, lo spirito tornò a sedersi sul divano e con calma parlò al suo caro amico:

“La mia non è una visita di piacere, bensì un avvertimento. Vedi la catena che inviluppa il mio corpo?  È grande e pesante, proprio come le mie azioni in vita, cattive ed avare. Sono dunque qui, per informarti che una sola cosa mi consola per la mia amara sorte, e cioè che la catena che ti stai forgiando in vita tu, è molto più grande e pesante della mia. Quando morirai sarai condannato a vagare con questo enorme vincolo che graverà sulla tua schiena.”
 
“Oh ti prego caro Bixlow, non darmi tante cattive notizie con quel tono piatto ed asciutto, consolami dimmi che andrà tutto per il meglio.” – provò a parlare Laxus con le lacrime agli occhi per quanto aveva appena udito.
“Non sono qui per donarti conforto, ora vieni con me!” – disse impetuoso il fantasma, facendo volare se stesso e il biondo fuori dalla finestra.
Il signor Dreyar, spaventatissimo, iniziò ad urlare temendo di precipitare da un momento all’altro, in quello stesso istante vide milioni di entità, simili a quelle del suo amico, solcare i cieli della tranquilla cittadina di Magnolia.
Uno di questi lo attraversò da parte a parte, egli si coprì il viso gridando e  quando ebbe il coraggio di riaprire gli occhi, si ritrovò nel salotto di casa sua. Di nuovo credé di aver sognato, ma voltandosi vide che il fantasma del defunto amico Bixlow era ancora lì con la sua catena;  seduto comodamente sul divano quest’ultimo parlò:

“Questa notte, sarai visitato da tre spiriti, il primo di essi giungerà all’una, il secondo alle due, e per bacco, il terzo alle tre.  Addio Laxus!”-
 
Il socio in affari sparì nel nulla, proprio come era venuto se ne era andato lasciando il ricco e spaventato signor Dreyar nel mezzo delle sue incertezze.
“Tre fantasmi? Tre frottole!” – disse a sé stesso, cercando di auto convincersi.
Respirò a fondo parecchie volte prima di calmarsi, di seguito si preparò per la notte indossando il suo vecchio pigiama ed il suo logoro cappello di lana.
Si infilò tra le fredde coperte e chiuse gli occhi, domandandosi ancora se qualcosa quella notte sarebbe accaduto.



 

*Lily_nee*

 
Di nuovo salve a tutti!
Eccoci giunti alla prima delle cinque parti che comporranno
questa miniserie che sto scrivendo.
Cosa ne pensate di Laxus nei panni dell’avaro odiatore del Natale?
Io l’ho trovato parecchio interessante come accostamento.
Fatemi sapere le vostre impressioni in un commento, se volete!
Un bacio, alla prossima! :3

  
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