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Autore: _StayStrong    10/09/2012    4 recensioni
DRAMIONE// Hermione e Draco durante le ultime ore della guerra vengono Oblivati, privati di ogni ricordo, e spediti nel mondo babbano, uno lontano dall'altra, nella speranza che prima o poi si possano ritrovare e possano ricostruire ciò che è stato distrutto. Destino, leggenda o previsione di Silente, i due forse riusciranno a tornare al punto di partenza per riportare alla luce Hogwarts.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da VII libro alternativo
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6 anni prima.

Minerva Mc Granitt correva, correva a perdifiato cercando di schivare più maledizioni senza perdono possibili mentre le lacrime le rigavano il viso; doveva arrivare assolutamente nel suo vecchio studio prima che capitasse il peggio.

No, il peggio no, quello era già avvenuto.

Correva e non poteva far altro che pensare a tutti quei corpi privi di vita, a come un amore era nato dall’odio e come l’odio poi potesse distruggere tutto in un battito di ciglia. Lord Voldemort era morto ma la guerra tra le mura non era ancora cessata, tanti altri stavano ancora morendo, il lato oscuro non si arrendeva e la luce veniva sempre più offuscata.

Non doveva andare così; non avevano programmato una fine del genere. Una volta arrivata vicino alla porta del suo ufficio, di fianco al ritratto della Signora Grassa aprì la porta di volata e se la chiuse dietro le spalle prima di inginocchiarsi sotto un quadro appeso appena sopra una cassettiera dove vi era appoggiato un vaso di rose di un rosso vivo come il sangue degli innocenti che stava scorrendo tra le mura di Hogwarts.

“Non ce la faccio, non ce la posso fare” disse la donna che dimostrava il doppio della sua età con un viso rotto dalle lacrime e le rughe comparse all’improvviso nell’ultimo anno sotto la tirannia del nuovo Preside e dei suoi colleghi Mangiamorte. La divisa scolastica era strappata in più punti ed era sporca come se si fosse rotolata a terra. Aveva lottato con tutte le sue forze eppure non era riuscita a difendere ciò che di più caro aveva al mondo: i suoi studenti, la sua scuola.

Il quadro sembrò rianimarsi sotto i suoi occhi; Albus Silente la guardava compassionevole dall’alto della sua posizione, aveva viaggiato attraverso gli altri quadri per vedere cosa stava succedendo, sapeva tutto e capiva lo sconforto della donna, dell’amica. Era morto e non poteva essere d’aiuto, l’impotenza era sempre stata la maggior nemica del vecchio Preside.

“Harry Potter e morto, Ronald Weasley è morto, tutta la sua famiglia è morta. Ginevra è l’unica sopravvissuta della famiglia e io non posso toglierle anche Hermione” disse Minerva con la testa ancora tra le mani “Sono la famiglia l’una dell’altra ora, non posso fare ciò che mi chiedi” aggiunse sospirando e cercando di fermare il suo pianto che era diventato quasi isterico, non riusciva a controllare il tremore che le aveva preso il corpo, non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine della morte di Harry e di quella di Ron, morto per mano di Lucius Malfoy sotto gli occhi del figli, impotente che ancora doveva capire da che parte combattere.

“Minerva, devi proteggere ciò che è nato dall’odio” la ammonì Albus; il giovane Neville Paciock era ancora vivo, era ancora viva Luna Lovegood, Ginevra non sarebbe mai stata sola e se anche fosse stato c’era sempre un prezzo ad pagare, se pur alto.

“E’ tornato ad essere odio” disse Minerva, aveva visto Hermione vedere la morte di Ron per mano del padre del giovane Malfoy con lui inerme che non sapeva cosa fare, era l’unico che avrebbe potuto fare qualcosa, lei era troppo lontana ed era appena arrivata.

“E’ quello che dobbiamo prevenire” rispose Silente guardando verso il basso, avrebbe voluto poter abbracciare quella che durante tutti quegli anni era stata la sua migliore amica e maggior confidente; odiava vedere Minerva in quello stato tuttavia non sapeva che cosa dire, era appena morto il suo pupillo e ne sarebbero morti altri. Due terzi del Trio era morto, era rimasto un ottavo della famiglia Weasley, quasi tutti i membri dell’Ordine erano passati a miglior vita e altrettanti nemici “Devi cercare la Signorina Granger, Minerva” le disse cercando di far trasparire sicurezza dalla propria voce“Devi cercare lei e il Signor Malfoy; devi finire ciò che è stato già iniziato” concluse severo; Minerva scosse la testa e continuando a tremare fece scivolare le mani dal viso.

Minerva non poteva fare ciò che Albus le stava chiedendo, ne avevano parlato poco prima della battaglia, era il loro piano di riserva se tutto fosse andato storto, se Harry fosse morto, non era stata d’accordo dal principio eppure aveva dovuto accettare i termini del vecchio preside. Se la battaglia fosse continuata non sarebbe rimasto più nessuno, la popolazione magica inglese si sarebbe estinta ed uccisa a vicenda, dovevano riporre le speranze in chi era rimasto.

Altre due vite da sacrificare, altre due vite che sacrificandosi ora forse in un futuro lontano avrebbero potuto portare alla gloria Hogwarts.

Nulla era pianificabile, il destino non è pianificabile da due umani, neppure se sono due maghi e Minerva sapeva che lei ed Albus si stavano spingendo troppo oltre.

“Se li separiamo...” incominciò a dire la donna ancora in ginocchio, nessuno fibra del suo corpo sembrava collaborare, non c’era un singolo muscolo che non le faceva male, soprattutto il cuore. Il cuore stava cedendo, non poteva sopportare tutto quel dolore. Sarebbe morta anche lei tornata là fuori.

Una volta completato il suo incarico e ricominciato a combattere avrebbe colto a braccia aperte ogni qual sorta di destino.

“Si ritroveranno, Minerva” disse Silente non lasciandola finire di parlare “Non c’è più tempo” aggiunse, e proprio in quell’istante la porta dell’ufficio si aprì e sbatté direttamente sulla parete; i rumori della guerra entrarono nella sala con prepotenza, come era entrata la pupilla di Minerva, che vedendola inginocchiata si lasciò andare vicino a lei.

“Professoressa, Professoressa, che succede?” chiese Hermione tra le lacrime, aveva perso tutta la sua famiglia, aveva perso i suoi migliori amici, aveva paura di perdere anche la sua migliore amica e aveva il cuore rotto il mille piccoli pezzi che non sarebbe mai riuscita a ricostruire. Dovevano tornare a combattere, dovevano ricominciare più forti di prima, dovevano vendicare i loro morti, dovevano finire ciò che avevano iniziato una volta per tutte; anche se voleva dire combattere contro l’unica persona che aveva veramente amato ed odiato nello stesso tempo.

“Minerva” si permise di chiamarla, ormai era fuori dalla scuola, era un membro dell’Ordine anche lei “Minerva, Harry e Ron sono morti; dobbiamo combattere, devi aiutarci” disse pregandola e lasciandosi andare tra le braccia del suo mentore che la abbracciò con forza nascondendo le lacrime; Minerva era come una zia per la ragazza e la stava per abbandonare nel peggiore dei modi.

La abbracciò per dei secondi che sembravano infiniti, non avrebbe voluto lasciarla andare eppure era la loro ultima speranza.

“Ti aiuterò” disse allontanandola un attimo e guardandola negli occhi, non l’aveva mai vista così distrutta in sette anni che la conosceva, l’aveva vista crescere sotto i suoi occhi, l’aveva vista diventare forte, l’aveva vista cambiare, amare, nascondersi, fingersi forte per non fare preoccupare gli altri ed ora sembrava che la luce non riuscisse più ad impossessarsi dei suoi occhi e del suo viso.

Hermione era morta.

Morta e non se ne era accorta, era morta dentro quando erano morti i suoi migliori amici e quando era stata abbandonata da chi amava di più, dopo essersi battuta per più di un anno e mezzo.

Non era giusto, non doveva essere così.

“Hermione, ti voglio bene” disse la donna prendendo il viso della ragazza tra le mani per qualche secondo, si rifiutava di vederla morire, avrebbe seguito il piano di Albus per quanto pazzo potesse sembrare; la ragazza spalancò gli occhi, non era abituata a certe dimostrazioni d’affetto, non dalla sua Professoressa di Trasfigurazione “Ti prego, abbi il coraggio di perdonarmi” aggiunse lasciando andare il volto della ragazza e recuperando la bacchetta che aveva agganciato alla cintura del vestito.

“Non capisco” disse Hermione; il comportamento della donna la stava preoccupando, stava perdendo tempo e non ne avevano ancora più di tanto, dovevano andare e aiutare gli altri, forse c’erano ancora delle possibilità di vittoria.

Doveva raggiungere Ginny, doveva ancora cercare di convincerla a nascondersi ed aspettare che fosse tutto finito, non poteva perdere anche lei, doveva salvarla anche se avrebbe voluto dire perdere la propria vita.

Non si accorse della bacchetta finché non fu a qualche centimetro dalla sua fronte, non ebbe il tempo di reagire, colta di sorpresa.

“Oblivion” 
 

  
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