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Autore: Sirya Black    27/03/2007    3 recensioni
"...La vera bellezza, la si intravede nelle persone diverse da noi...Ma la troppa bellezza, riesce a tolgiere il fiato di chi guarda e spaventare..."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"E vai! Ci siamo riusciti! Ramoso, Lunastorta, Codaliscia…Congratulazioni!" esclamò un bellissimo ragazzo alto, con profondi occhi blu e capelli scuri. Era un tipo stravagante, che andava sempre alla ricerca di guai e con un’aria da vero strafottente. "Ti dirò, Felpato…Se continui a fare ancora questo baccano, ci scopriranno…" disse il ragazzo chiamato Lunastorta dalla poltrona rossa vicino al caminetto acceso. Era anche lui alto, con occhi verde chiaro e capelli biondo cenere. Nonostante fossero qualità che lo rendessero un bel ragazzo aveva un atteggiamento sempre molto calmo e pacato e, il più delle volte, un velo di tristezza sbiadiva quei suoi bei occhi. Proprio quel giorno aveva una faccia malaticcia e sembrava che dovesse svenire da un momento all’altro. In molti, quel giorno, gli avevano consigliato di andare da Madama Chips per farsi visitare ma lui aveva ribadito che si sentiva benissimo e che non aveva bisogno delle cure dell’infermiera di Hogwarts. "Beh, qualcuno ha già incominciato ad usarla…" sghignazzò questa volta il ragazzo chiamato Codaliscia. Più che un ragazzo sembrava un bambinetto ( data la sua statura ) e i capelli color sabbia, seguiti da due occhi celesti piccoli ed acquosi, non contribuivano certo a renderlo carino. Ma il ragazzo chiamato Ramoso, non si scompose a quella battuta. I suoi occhi marroni cercavano qualcosa sulla mappa e i capelli neri, sempre molto arruffati e che continuavano a scendergli sul viso, non facilitavano certo la sua ricerca. "Uffa…James, davvero stai cercando Lily sulla mappa? Pensavo che fosse stata creata per altri scopi!" sbuffò ad un certo punto Felpato. Solo a quella battuta, James alzò gli occhi dalla pergamena. "Non sto cercando Lily, Sirius!" sbottò furiosamente James diventando rosso. "Nooooo! Non sta cercando Lily…Cerca il fantasma di Mirtilla Malcontenta…Sa che ha perso ogni possibilità con Lily e quindi si sfoga con un fantasma piagnistei!" esclamò Lunastorta. "Oh, molto divertente Remus…" disse James alzando gli occhi al cielo. In quel momento il buco del ritratto si aprì e due ragazze entrarono nella sala comune di Grifondoro. "Insomma, Mary…Lascia perdere Lucius…" disse una ragazza con folti capelli rossi e occhi verde smeraldo. "Ma è bellissimo, Lily…Ha quell’aria così tenebrosa…" rispose la ragazza bruna affianco a lei in tono sognante. "Per l’amor del cielo…E' un Serpeverde!" esclamò Lily con aria contrariata. "Sai, solo perchè qualcuno appartiene a Serpeverde non vuol dire mica che sia per forza cattivo…" disse la ragazza dirigendosi, senza accorgersene, verso il gruppetto vicino al camino. "Ah, certo, perché Lucius è davvero un bravo ragazzo…Ma hai visto cosa ha fatto a quel povero ragazzo di Tassorosso?" chiese Lily arrabbiata. "Ti ricordo che anche i presunti…Ehm…Galantuomini di Grifondoro si comportano da vigliacchi! Come quel Potter e quel Bl…" ma Mary si interruppe subito perché si accorse solo in quel momento che le due persone di cui stava per parlare si trovavano a due passi da lei. Lily aveva cercato di tapparle la bocca, ma non era riuscita a farlo in tempo. "Ma guarda, James, la piccola Mary stava dicendo qualcosa di molto carino su di noi…" disse Sirius balzando giù dalla sedia e dirigendosi verso la ragazza. Anche James si era alzato e incominciò a seguire il suo amico. Per tutta risposta, Mary si sedette sul divano e incominciò a sfogliare tranquillamente un libro. Lily guardava la scena con gli occhi ridotti a fessure. Mary la guardò e con un segno pigro della mano, le intimò di stare calma. Sirius si sedette alla destra di Mary mentre James alla sua sinistra. La guardarono con fare minaccioso per un po’, dopodichè la ragazza alzò la testa dal libro e incominciò a guardare prima a destra e poi a sinistra. "Mi sono persa qualche cosa?" chiese lei con finta curiosità. "Si…Ti sei persa l’ultima parola che stavi per dire qualche momento fa…" disse Sirius guardandola in cagnesco. "Ah, si…Stavo giusto dicendo alla cara Lily, che voi siete pari pari a quei viscidi e mollaccioni dei Serpeverde…" disse alzandosi. Ma Sirius si alzò contemporaneamente a lei e la prese per un braccio. "Ripetilo, se hai il coraggio" disse furioso. "Sei come un Serpeverde…Anzi, sei anche peggio" sibilò la ragazza in tono disgustato. Fu un attimo. James saltò su per fermare Sirius che aveva già sfoderato la bacchetta, Lily stava per buttarsi addosso a Sirius ma Remus la fermò e Codaliscia incominciò a mettere le cose a posto nella cartella. "Non fare l’idiota…Sirius…" disse James trattenendo l’amico. "Piccola stupida…Come ti permetti?" esclamò Sirius a Mary e dalla bacchetta fece partire un getto rosa che Mary evitò per un pelo. "Idiota!" urlò Lily tra le braccia di Remus. Ma l’amica non restò certo con le mani in mano. Scagliò un incantesimo ai due ragazzi, ma James si buttò a terra ed evitò un Levicorpus sia a se stesso sia all’amico ma nello stesso momento lanciò un incantesimo alla ragazza che si tuffò dietro il divano per evitarlo. "Remus, scaglia un Expelliarmus su James e Sirius…Muoviti! Io lo scaglierò su Mary!!!" sibilò furente Lily all’amico che la tratteneva. Remus non se lo fece ripetere due volte, mollò Lily e scagliò l’Expelliarmus a Sirius e a James mentre Lily faceva altrettanto all’amica. "Basta, basta!" urlò Lily mettendosi davanti a Mary. Quest’ultima si alzò con le labbra che le tremavano. "Ti odio…" sussurrò Mary a Sirius. E scappò in dormitorio. Lily li guardò disgustata. "Lei non si è comportata bene, ma anche tu…Metterti contro una ragazza solamente perché è stata l’unica a dirti cosa pensano tutti di te, in questa scuola… Ma il fatto più sconvolgente è che tu non riesci a tenere il controllo neanche con una ragazza…Pensavo che tu avessi più senso, Sirius…Ma solo ora mi rendo conto quanto tu assomigli al tuo amichetto…" e indicò con un cenno James. James trovava questa affermazione così ingiusta che si rivolse in maniera molto maleducata alla ragazza: "Ehi, perché metti sempre in ballo me anche quando non c’entro?? Cos’è non riesci a tenere il mio nome in bocca per cinque secondi?". Questo era davvero troppo per Lily…Si avvicinò al ragazzo con gli occhi che mandavano scintille e gli mollò uno schiaffo sulla guancia. "Non ti premettere più, razza di un maleducato!" sibilò furente e, presa la sua borsa e quella di Mary, si avviò per il dormitorio. Tra i quattro ragazzi cadde un silenzio carico di tensione. Poco dopo James si alzò e se ne andò dalla Sala Comune. "Sirius…" "Non incominciare a farmi la predica Remus!" sbottò Sirius. "Quando mai ti ho fatto una predica, Sirius?" chiese incredulo Remus al suo amico. "Come se non avessi notato come mi guardi quando faccio qualche cosa che non dovrei con James!" esclamò infuriato Sirius. "Sai cosa ti dico? Che hai ragione…Non contare più su di me!" sbraitò Remus e, presa la borsa ed i libri, se ne andò anche lui dalla Sala Comune di Grifondoro. Rimase lì impalato solo il piccolo Codaliscia che incominciò a guardare l’amico, rimasto solo, con aria dispiaciuta. Evidentemente, Sirius non apprezzò affatto il supporto di Codaliscia perché lo guardò e disse con disprezzo: "E tu, cos’hai da guardare?" Codaliscia ebbe un tuffo al cuore. Possibile che proprio ciò che non credeva possibile, fosse vero? Eppure, la situazione gli si era parata davanti agli occhi, così… "Niente…Volevo solo stare al tuo fianco…Ma se non ci sono James o Remus io non conto proprio nulla per te…Non è così?" e messosi la borsa in spalla se ne andò anche lui dalla Sala Comune. Sirius non era mai stato così depresso in vita sua e, per distrarsi, incominciò a studiare. Ma ad un tratto un idea gli passò per la testa. Sapeva cosa poteva fare per sfogare la sua rabbia. Quella sera, Remus, si sarebbe trasformato in lupo mannaro e quella sarebbe stata una buona occasione per farla finalmente pagare cara a quel piccolo moccioso di Severus Piton. Sapeva che Severus aveva visto Remus avviarsi al Platano Picchiatore insieme a Madama Chips lo scorso mese. Sempre a ficcare il suo lungo naso in questioni che non lo riguardavano minimamente… Visto che non riusciva a trattenere la sua curiosità, ne avrebbe pagato le conseguenze… Avrebbe condotto il ragazzo nella Stamberga Strillante e…Non era poi tanto sicuro che sarebbe intervenuto nel momento in cui Mocciosus avrebbe visto Remus…Per adesso l’idea lo allettava molto e, con un ghigno beffardo, si diresse verso la Sala Grande. "Eccomi Madama Chips…Sono pronto…" Remus Lupin aveva appena varcato la soglia dell’infermeria e guardava Madama Chips con uno sguardo stanco e triste. "Coraggio, ragazzo…Andiamo…" rispose la donna prendendolo per il braccio. E così, quella sarebbe stata la notte più brutta di Remus. Non avrebbe avuto che la sola compagnia delle sue ferite e della sua malvagità bestiale…E tutto per colpa di un uomo assetato di sangue…Che cercava di rendere la vita delle altre persone un tormento…Quando a volte, la vita, ti da davvero tanti motivi per poterla sopportare così com’è…Ma quello che Remus era costretto a sopportare fin da quando era un bambino, era troppo grande per lui…Forse, un giorno, si sarebbe arreso a quel suo “problemino peloso”…Come lo chiamava James…Ma adesso che non importava niente neanche ai suoi migliori amici, si sentiva solo e abbandonato. Dopotutto l’aveva detto anche Greyback, una volta… "I lupi mannari non sono fatti per stare con il resto della comunità magica…ti eviteranno sempre e ti insulteranno…parleranno sempre male di te, e ti considereranno un sudicio ibrido qualunque…" Un sudicio ibrido…Forse era questo che pensavano in realtà James, Sirius e Peter…Ma allora, Lily? Lei non poteva essere come gli altri…Lei, che si impegnava tanto per cercare una cura ai suoi attacchi di rabbia mentre viveva le sue notti da lupo mannaro…Il suo volto fu rinfrescato da un venticello freddo che si aggirava per il parco…Erano usciti nella notte buia e neanche se ne era reso conto. E poco dopo, si ritrovò davanti all’ingresso del suo nascondiglio… "A domani mattina, caro Remus…" gli sussurrò Madama Chips dandogli un buffetto sulla testa. E mentre la donna incominciava a dare le spalle al ragazzino, Remus fu inghiottito nel buio del Platano Picchiatore. James Potter, in un'aula vuota, giocava distrattamente con un boccino d’oro che era riuscito a sgraffignare da uno degli armadi di Madama Bumb. Si sentiva molto solo e triste. Non si capacitava ancora che tutto quel caos, era iniziato per colpa di una ragazzina che non riusciva a frenare la lingua…Anche se…Forse aveva detto la verità…perché se, dopotutto, Mary Olsen non riusciva a non dire ciò che pensava della gente che le stava antipatica, lui non riusciva a non scagliare incantesimi alle persone che lo infastidivano…Allora aveva ragione di pensare che non avrebbe mai conquistato Lily Evans…L’unica vera ragazza per cui aveva perso la testa…Si affacciò alla finestra per sentire il vento rinfrescargli la faccia. Abbassò gli occhi per guardare il prato sterminato e deserto…Ma quella notte, il parco, non era per niente deserto… Un buonissimo profumo di patate e pollo arrosto si diffondeva nella Sala d’Ingresso. Sirius avrebbe mangiato volentieri tutto quel ben di Dio, ma il compito che l’attendeva era più succulento di un buon pasto serale nella Sala Grande. Si avviò per le segrete e, quando fu a metà strada, una voce strascicata e untuosa giunse alle sue orecchie. Proveniva dall’aula di Pozioni. Si affacciò dalla porta e trovò, proprio come aveva pensato, Severus Piton. Era vicino ad un calderone piuttosto grande, con i capelli unticci che gli cadevano sul viso sudato per via del gran fumo e con il naso aquilino che veniva a contatto con la pagina su cui era chino a leggere la preparazione della pozione su cui stava lavorando. Sirius si schiarì la voce. Severus si girò di scatto con la bacchetta sfoderata. "Tranquillo, Piton…Non sono qui per farti del male…Ma comunque puoi tenere la bacchetta sfoderata se ti fa sentire più coraggioso" disse Sirius quasi sprezzante. "E allora, cos’è che vuoi da me?" chiese Severus con una luce d’odio negli occhi. "Volevo darti la possibilità di sapere perché Remus si reca con Madama Chips nel Platano Picchiatore…" disse con voce suadente. "Mi prendi in giro?" chiese Severus con un misto di furore e odio. "Non sono mai stato tanto serio…A te la scelta…Conterò fino a tre…" rispose Sirius con un velo d’eccitazione nella voce "Uno…Due…Tr…" "Sono tutt’orecchie, Black…" Il piccolo Peter saliva le scale, freneticamente. Avevano lasciato incustodita la Mappa del Malandrino e, se qualcuno l’avesse scoperta, sarebbero stati guai seri. Arrivò davanti al ritratto della Signora Grassa ("Violette") e si precipitò sul tavolo dove circa un quarto d’ora prima erano tutti e quattro intenti a studiare. Ma la Mappa era ancora lì dove l’avevano lasciata e quando il piccolo Peter la prese tra le mani, emise un sospiro di sollievo. Scrutò per un attimo la Mappa, soltanto per vedere se funzionasse come si deve. Ma, evidentemente, non funzionava a dovere…Com’era possibile che Sirius e Severus si trovassero nel parco e per di più vicino al Platano Picchiatore? Poi un’espressione piena d’orrore gli si dipinse in faccia e, voltatosi bruscamente, andò a cercare James. Finalmente, quell’oscurità opprimente finì e Remus si trovò nell’ingresso del suo rifugio rischiarato dalla luce della lanterna appesa al soffitto. Poi, lentamente, incominciò a salire le scale. Aprì una piccola porta sulla destra ed entrò in una stanza quasi buia. L’armadio sulla sinistra era scheggiato e sopra erano impressi schizzi di sangue, un sedia mezza sfasciata era in un angolino della stanza e il pianoforte riparato era in attesa di essere rotto nuovamente. Remus si sedette sullo sgabellino nero di fronte al piano e, stiracchiate le dita, incominciò a suonare. Nonostante tutto, quella melodia riusciva ancora a rinfrancare il cuore del ragazzo…Non bisogna avere paura di affrontare le cose, si disse tra se e se Remus…La luce della luna stava per arrivare…Non doveva avere paura…Chi ha paura ha già perso…E lui, Remus, non avrebbe perso quella battaglia…La sua… Sbam! La porta dell’aula in cui James si era chiuso fu spalancata con violenza. Sulla porta, Peter, ansimava per la fatica. "James, Severus è…" disse con quel poco di fiato che gli era rimasto in gola. "In pericolo, lo so…Dobbiamo andare a salvarlo!" disse James catapultandosi fuori dall’aula. Peter indugiò un attimo pieno di spavento e poi si decise a seguire James. "Si, Severus…Devi premere proprio quel nodo là…" disse Sirius a pochi passi dal Platano Picchiatore. "Tu vieni con me?" chiese Severus con voce incerta. "Non posso mica farmi scoprire da Remus…E spero che tu non ti lasci sfuggire niente! Altrimenti…" e gli puntò addosso la bacchetta. Severus guardò Sirius con disgusto e, preso un tronco abbastanza lungo e maneggevole, premette il nodo sul ramo più basso dell’albero. Quest’ultimo smise di agitarsi e Severus, con una luce folle negli occhi, entrò nel tunnel buio. Si, ho recitato bene la mia parte, si disse Sirius…e, proprio mentre Severus entrava nel tunnel, sussurrò: "A mai più arrivederci…Mocciosus!" Proprio in quel momento, James e Peter varcarono i portoni di quercia e s’inoltrarono nel parco silenzioso. Fa che non sia arrivato, ti prego, fa che non sia arrivato...La mente di James lavorava febbrilmente mentre cercava di pensare a come salvare Severus da Remus e il supplicare che quest’ultimo non l’avesse già sbranato. "Peter, muoviti…Abbiamo poco tempo!" urlò James senza smettere di correre. La strada verso quell’albero maledetto sembrava lunga miglia e miglia…Ma poi, James sbattè contro qualcosa e cadde a terra con un tonfo sordo. "James!" esclamò Sirius il cui viso era sbiancato. "Idiota! Spero per te che Severus sia salvo, altrimenti ci vorrà ben altro che una Mappa e un Mantello dell’Invisibilità per salvarti da Azkaban" disse gelido James all’amico e ripartì di gran carriera verso l’albero. Sirius cadde sulle ginocchia con le mani tra i capelli. Che diavolo ho fatto? Che diavolo ho fatto? Si ripeteva, provando paura e vergogna. "Sirius!" ansimò Peter arrivando di corsa nel punto dov’era Sirius. "Peter…io…" disse l’amico con una voce flebile. Aveva gli occhi sbarrati dalla paura, una paura che Peter mai aveva visto negli occhi di Sirius. E se lo lasciassi qui a crogiolarsi nel suo errore? Dopotutto, non si è mica dato la pena di venirmi a chiedere scusa dopo avermi trattato come un verme, pensò Peter. Ma qualcosa lo fermò. L’amicizia è un ponte che poggia su due mondi: amore e odio. In quel momento Peter si trovava a metà di quel ponte…amore o odio? Non poteva abbandonare Sirius…Anche se lui lo aveva fatto…No, non poteva… Ho fame…Voglio carne e sangue…Queste cose intorno a me non servono a niente…voglio una preda succulenta…cos’è quella cosa nera?...Maledizione…non è niente…solo legno…tutto ciò che mi circonda in questa stanza è legno…e non posso neanche uscire ad assaggiare tutte quelle giovani prede…di cui sento l’odore…un rumore di passi…sento odore di sangue…Eh?...Si…ecco la mia preda… Severus Piton avanzava nel tunnel con la bacchetta innanzi a lui che rischiarava i suoi passi. Fra poco avrebbe visto sicuramente Remus Lupin fare qualcosa di illegale, e allora avrebbe fatto espellere lui e i suoi tre amichetti senza cervello…avrebbe distrutto quella stupida compagnia di bulli…Severus si fermò di botto. Era arrivato in un ingresso fiocamente illuminato e, da sopra le scale in una stanza, venivano strani rumori. Salì le scale quatto quatto e solo allora si rese conto del tiro mancino che Sirius Black gli aveva giocato. Sapeva chi era Remus Lupin…sapeva che da un momento all’altro sarebbe morto… James lottava contro le emozioni che si accavallavano l’una sopra l’altra…con il cuore colmo di emozione vide che la fine del tunnel stava per arrivare. Quando entrò nell’atrio alzò gli occhi verso le scale. Il sangue gli si gelò nelle vene. Severus Piton stava per essere morso. "Remus!!!" urlò James con tutto il fiato che aveva in corpo. La bestia guardò con sguardo interrogativo verso la preda e poi girò il muso. C’era un’altra persona lì nell’atrio…e aveva come la sensazione che l’avesse già incontrata in uno dei suoi sogni più belli… "Remus, sono James… ascoltami, amico mio…quello che batte nel tuo petto non è un cuore di animale ma è un cuore d’uomo…Remus, torna in te…" provò a dire fiocamente James con gli occhi lucidi. La bestia cercava di capire ciò che stava dicendo, eppure sapeva che non avrebbe avuto il coraggio di alzare un solo dito contro quella persona… Il ragazzo e la bestia si guardarono un attimo lungo un’eternità…quegli occhi marroni…quei capelli…ma si, era proprio… "Idiota, come pensi che un lupo mannaro possa capire ciò che dici? Moriremo!" urlò Severus Piton in preda al panico. E la bestia ricordò perché quelle due prede erano lì…finalmente carne e sangue a volontà! Avrebbe prima assaggiato quello contro la parete…Senza pensarci due volte, James tirò fuori la bacchetta e urlò: "Stupeficium!" e ancora "Reducto" il lupo mannaro barcollò un attimo e poi cadde a terra con un tonfo che fece tremare il pavimento. "Severus, scendi e scappa!" urlò James al ragazzo che stava spiccicato contro la parete. Severus sembrava sul punto di svenire, ma si catapultò sulle scale e incominciò a correre come un ossesso verso il tunnel. Quando fu inghiottito dall’oscurità James lo seguì a ruota ma la bestia si era ripresa e incominciò una corsa furibonda verso le sue prede. Sarebbero morti prima di raggiungere l’uscita. "Sirius, per l’amor del cielo, dobbiamo salvarli! Sirius!" chiamò Peter con voce implorante. Ma l’amico sembrava troppo spaventato e agitato per capire la gravità della situazione. Purtroppo non c’era altro da fare. Non se lo sarebbe mai perdonato, eppure sembrava l’unica cosa da fare. Alzò la mano e tirò uno schiaffo a Sirius. Quest’ultimo rinvenne subito. "Sirius…James, Severus…Remus…" farfugliò Peter ancora sconvolto per quel che aveva fatto. Gli occhi di Sirius lampeggiarono. "Avanti, Peter…dobbiamo aiutarli" L’uscita si stagliava nitida lì sul fondo. "Severus, non importa se l’albero sia in movimento o no! Buttati, buttati!" urlò James nell’orecchio di Severus. E, appena la luce si fece più intensa, Severus si buttò. L’albero non si era mosso. Severus sentì l’odore di terra bagnata e un po’ di sangue che gli colava dal naso. Si asciugò la fronte madida di sudore e poi alzò gli occhi verso il Platano Picchiatore. Sirius Black e Peter Minus tenevano premuto il nodo sul ramo. Prima che qualcuno potesse dire qualcosa si sentì un tonfo, un urlo ( "togli la mano dal nodo!" ) e poi silenzio… "Buongiorno…" disse Remus Lupin sedendosi sulla panca. "Buongiorno Lunastorta…" disse Sirius alzando la mano. "Ehilà…" disse James abbozzando un sorriso. Peter Minus non spiccicò parola. Ma era solito fare così. Tutti e quattro i ragazzi trangugiarono la loro colazione in silenzio e poi si alzarono per dirigersi verso le lezioni. "Stamattina mi sento ancora un po’ stanco…" disse Remus. "Eppure sono passati quattro giorni!" disse Sirius incredulo. "Non so…" ma Remus non finì la frase perché un grosso gufo bruno si stava dirigendo verso di lui. "E’ stata già consegnata la posta…" disse James guardando curiosamente il gufo. Poi sorrise "Ahah! Remus ha la ragazza…!!!". Sirius e Peter si rotolarono dalle risate. "Che divertente…" disse Remus aprendo il foglio e leggendo. "Chi è?" chiese James con un mezzo sorriso. "N – nessuno…mio padre…voleva sapere come stavo…" mentì Remus. "Ah, beh…ti ha andata male…" disse Sirius e, con un ultima risata, entrarono in classe. Eppure, non poteva mica essere nessuno la persona che aveva mandato la lettera a Remus…E mentre strava a lezione, rimuginando sulla lettera, Remus si chiese se i suoi amici l’avessero tradito…e si chiedeva in, cuor suo, se quelle tre parole non avrebbero cambiato la sua vita…”So chi sei”…
  
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