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Autore: Truccatrice di sogni_    10/09/2012    0 recensioni
Oceano, amava scendere in spiaggia tutti i giorni dopo la scuola, non voleva i vestiti, ma il costume, odiava le scarpe, voleva camminare scalza per la spiaggia.
Nome non casuale, dato dal nonno quando è nata, lui era un marinaio ed amava il mare, Oceano prese la passione per il mare proprio da lui. Si ritrova a diciasett'anni in una casa che si affaccia sul mare. Si ritrova in bilico, tra la vita e la morte, tra il si e il no, tra il voler amare la vita o rischiare per amare. Qualcuno gli ruberà il cuore lasciando un abisso? Oppure la sua vita diventerà una favola?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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VII capitolo:

Iniziava un altro giorno di scuola, tra compiti a sorpresa e le prese in giro delle oche del quinto.
Oceano, si dirigeva verso scuola, la campanella suonò, entrò.
Si mise -come ogni giorno- seduta sul suo banco, quello vicino alla finestra che le permetteva di vedere il mondo fuori.
<< Buongiorno ragazzi.>>
La voce del professore Michess, professore di storia e letteratura.
<< Buongiorno>> il coro della classe che dava il suo buongiorno ad egli.
<< Ragazzi, c'è un nuovo compagno di classe, che dovrebbe arrivare a minuti>>
Si sentivano i bisbigli dei ragazzi.
Oceano, stava disegnando -o almeno ci provava- un delfino, quando..
'toc- toc!'
Alzò lo sguardo, e fissò la porta.
Si senti un paio di 'avanti', la porta si aprì. Oceano ebbe un colpo fisso, al petto.
Entro un ragazzo, moro, abbastanza alto, occhi marroni ed un neo accanto all'occhio destro.
Corporatura magra, con muscoli.
<< Salve>> sussurrò quel ragazzo. La sua voce era forte, acuta.
<< Buongiorno signor Doll, prego entri.>>
Il ragazzo chiuse la porta alle sue spalle, si avvicinò al professore.
<< Si presenti alla classe>>
<< Ciao a tutti, io sono Simon Doll, ho diciasette anni e sono il vostro nuovo compagni di classe>>
Oceano, al sentire quelle parole, tremò.. gli cadde la matita che aveva tra le mani, per terra. Gli occhi dei compagni e di Simon erano rivolti verso lei -per un attimo- la raccolse subito.
Guardò Simon, che gli fece un sorriso, sembrava quasi per dire 'non ti sei liberata di me'.
<< Signor Doll, scelga un banco.. >>
Vicino ad Oceano, c'era un posto libero, ma non era l'unico. Simon scelse l'ultimo banco -vicino ad un secchione della classe-.
Oceano guardò avanti a sè, distolse lo sguardo da Simon, mentre lui, non faceva altro che fissarla.
Lei sentiva il suo sguardo pesante su di lei, non si voltò per evitare figuraccie.
 Continuò a disegnare, mentre il professore spiegava - o almeno credeva di farlo- al nulla. i compagni erano quasi tutti rivolti al nuovo arrivato, tranne Oceano.
Le tre ore della mattina, passarono.. suonò la campanella della ricreazione.
Oceano, era sicura che Simon, dopo il suonò della campanella sarebbe andato da lei, quindi mise i fogli nel quaderno e velocemente li infilò nello zaino.
Ma lui era stato più veloce di lei.
<< Ciao>> disse.
Oceano, si voltò. Mandò giù la saliva e sussurrò un 'ciao' a mezzabocca.
<< Non sapevo che andavi in questa scuola>>
<< Strano, sapevi il mio nome, e non sapevi che andavo in questa scuola!>>
<< Ancora arrabbiata per quella faccenda? Ti ho salvato e non sei contenta?>>
<< No! Per niente!>>
<< Te lo dirò fino alla fine, sei strana ragazza>>
<< Te lo dirò fino alla fine, affari miei, ora se vuoi scusarmi>> disse Oceano, uscendo dalla classe.
<< La prossima volta, ti farò morire!>>
Oceano si voltò.
<< Non ci sarà una prossima volta>>
<< Se proprio ne sei convinta>> Oceano a quelle parole corse al bagno.
Si mise seduta a terra, con le mani fra i capelli.
Quando vedeva quel ragazzo sentiva qualcosa dentro. Non sapeva spiegare tutto ciò, lo odiava.
La campanella suonò, rientrò in classe. Simon era sul suo banco, con attorno tutte le ragazze possibili di quella scuola, c'erano perfino Ashley e Katy, odiose anche loro.
Delle risatine da oche provenivano da quel banco, Oceano si voltò. Simon la stava fissando, mentre faceva finta di ascoltare i discorsi delle ragazze in preda per la sua bellezza.
Era bello si, non aveva dubbi, ma aveva qualcosa che gli altri non avevano.
Il professore rientrò, cominciò a spiegare. Altre tre ore passarono, era l'ora di uscire. La campanella suonò, Oceano prese tutto e uscì da scuola. All'uscita di scuola, vide Simon con Ashley, lei gli stava dando un bigliettino, sarà stato il suo numero di telefono. Oceano, continuò a camminare, quando al suo fianco sbucò Simon.
<< Vai a casa?>>
<< No vado a farmi un giro per la California>>
<< Che ironia, quest'oggi, eh.. Oceano?>>
<< Ancora devi dirmi come hai fatto a sapere il mio nome>> chiese lei, camminando.. allungando sempre di più il passo.
<< L'ho letto.. nella tua carta d'identità>>
<< Ma se l'avevo dentro alla borsa>>
<< L'ho presa per sapere chi eri, in caso eri morta>>
<< Oh bhè certo, prima mi salvi, poi guardi il mio nome in caso ero morta>>
<< Se sapevo che volevi morire, ti lasciavo lì>>
<< Senti, non mi va di parlare di questa cosa, ci vediamo domani ok?>>
<< Dove abiti?>>
<< Qui>> disse Oceano, indicando la sua immensa casa.
<< Wow, che bella, complimenti.. a domani!>>
Simon se ne andò, Oceano rientrò a casa. Posò lo zaino, e la sua routine giornaliera cominciò!
Dopo una nuotata, si fece la doccia ed andò in camera a controllare i cuccioli di rondine. Si affacciò alla finestra, non c'erano più. La mamma li dovrebbe aver portati via.. chissà dove.

Affacciata a quella finestra, Oceano ripercorreva la sua vita, guardando attentamente quelle onde piccole che davano sulla sabbia, e cercando in quell'acqua ciò che stava cercando da tempo.
  
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