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Autore: comeonfernando    10/09/2012    0 recensioni
Scuola, autobus, amici, alcool e feste: Marta non conosceva tutto questo mondo completamente. Francesco, invece, sembrava esserne un pioniere.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Incompiuta, Triangolo
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La luna in plenilunio 

                                                  Primo capitolo

“Giù, giù, giù!” erano le uniche parole che sentiva da circa mezz’ora in quel festino privato.
“Marta, dopo tocca a te, eh!”
La mia fine è arrivata, pensò. “Ragazzi, io non bevo, lo sapete!”
“Sempre la solita noiosa!”
Meglio essere noiosa che perdere la dignità, disse tra sé convincendosi di aver fatto la scelta giusta.

Con loro si trovava bene, ma non in quelle situazioni. Lei era totalmente fuori luogo, a partire dall’abbigliamento: jeans, maglietta e Superga quando tutte le ragazze che stavano in quella stanza indossavano abitino inguinale e tacco 12. Le trovava così maledettamente stupide e oche, ma ancora non si arrendeva all’idea di capire perché i ragazzi le preferivano alle altre più serie.  
 
La mattina dopo non si trattenne all’idea di immaginare cosa abbiano fatto tutta la notte i ragazzi che restavano là. Forse da una parte voleva essere come loro: simpatiche e disponibili, ma nel subconscio qualcosa le diceva che era la scelta sbagliata.

Marta è una ragazzina quindicenne, capelli lunghi castani, occhi color cacca, un po’ di pancetta, una terza di seno e un metro e sessanta di altezza. Tutto sommato non era male, aveva bei lineamenti.
Non aveva mai avuto una relazione seria con un ragazzo, lei si giustificava dicendo che non si accontentava facilmente, ma sapeva bene che non le era mai piaciuto così tanto un ragazzo da mettere su una relazione seria.
Frequentava il liceo classico, aveva delle amiche, il necessario per star bene.
Non dovete immaginarvela come una sfigata secchiona che porta gli occhiali a fondo di bottiglia e gira per i corridoi con i libri in mano. Studiava per costruirsi un futuro, non perché le piaceva.  


Questo stronzo mi ha dato la sufficienza, io che mi sono fatta il culo tutto l’anno quando c’è gente che non ha mai aperto libro e si ritrova senza debiti, ragionava fissando il vuoto stando seduta sull’autobus.
Insieme a lei poche persone prendevano l’autobus, tutti andavano dall’altra parte della città. Aveva conosciuto qualcuno, ma scendevano sempre qualche fermata prima. E puntualmente si ritrovava da sola, ma in compagnia di quelle facce conosciute a scuola di cui non sapeva nemmeno il nome.
Quel giorno si trovava faccia a faccia, per la calca gente, con un ragazzo della sua stessa scuola. Aveva gli occhi verdi, era magro, alto e aveva i capelli ‘fighi’ come amava definire Marta quando notava un certo tipo di capelli di un ragazzo per strada.

“Non sopporto più l’autobus!” disse guardandolo.
Non ci poteva credere! Era lei che aveva iniziato un discorso! Forse era sovrappensiero…  
Lui sorrise compiaciuto: “Piacere, sono Francesco”.
“Piacere, Marta”.
 
  
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