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Autore: Ashley_Efp    10/09/2012    3 recensioni
Rachel Berry, dopo anni di tentativi di sfondare a Broadway senza mai che il successo la sfiorasse nemmeno, aveva perso la sua leggendaria determinazione e si ritrova a lavorare in una bettola pur di sbarcare il lunario.
Un giorno qualunque, un incontro con delle vecchie amiche destabilizza la sua routine. Sarà l'inizio di un viaggio introspettivo che le farà rimettere in discussione le sue scelte e la sua vita.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, questo capitolo è moooolto Brittana e poco Faberry. Ho preferito così perché nel precedente di Brittana non ce n'era proprio. Spero vi faccia piacere.
Rigrazio tutti coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti, seguiti e ricordati.
Un grazie particolare a voi che recensite, perchè mi fate venire voglia di continuare a scrivere soprattutto per voi.
Ringrazio anche la mia beta, senza la quale non potrei vivere. (Se ci sono errori è colpa sua :P)

Ora la smetto di annoiarvi. Buona lettura!




“Certo che ti chiamo biondina” avevo sussurrato mentre la guardavo allontanarsi in quell’impermeabile che le fasciava i fianchi e le stava così bene.
 
Quella stessa sera, tornata a casa le avevo mandato un sms, perché al contrario di quello che pensavo, chiamarla mi risultò parecchio difficile.

“E’ stato davvero piacevole
chiacchierare con te oggi.
Dovremmo rifarlo presto.
Questo è il mio numero.
Chiama quando vuoi. :)”

 
Qualche giorno dopo, ero beatamente addormentata sul mio letto, se così si può definire la brandina che avevo acquistato al mercatino delle pulci, godendomi il meritato giorno di riposo dal lavoro, quando il cellulare prende a squillare. Lo ignoro voltandomi dall’altro lato.
Dopo una decina di squilli finalmente smette. Nemmeno il tempo di riaddormentarmi, che ricomincia. Scocciata, lo afferro per vedere chi sta disturbando il mio riposino ristoratore.
 
“Merda!” impreco. La luminosità mi stava accecando. Chiudo un occhio e socchiudo l’altro filtrando la luce proveniente dal display.
Numero sconosciuto. Spero solo che non sia Hector per dirmi che devo sostituire Mandy per l’ennesima volta.
 
“Pronto?” dico con la voce impastata dal sonno.
 
“Ciao Hobbit, volevo ricordarti che, in quanto testimone della mia futura moglie, dovresti occuparti di organizzare una certa cerimonia che si terrà fra circa tre mesi. Non vorrai fare tutto all’ultimo minuto?! La perfezione necessita di tempo e cura dei particolari. E dovrà essere tutto perfetto per la mia Britt! Perciò alza il tuo flaccido culo da qualunque posto sia parcheggiato e vieni alla scuola di ballo, dobbiamo discutere i dettagli.”
 
“Santana?” riesco a dire approfittando del momento di pausa per prendere il respiro della mia interlocutrice.
 
“Si, sono io! Chi altro ti chiama Hobbit? Dimmelo perché dovrebbe pagarmi i diritti!” risponde ironica come al solito.
 
“Come hai fatto ad avere il mio numero?” chiedo spaesata, ignorando la sua ultima battuta.
 
“Me l’ha dato Mago Merlino nanetta!” risponde aggiungendo poco dopo “Chi credi avrebbe potuto darmi il tuo numero? Di certo non il tuo agente! E’ stata Quinn. Dio! Pensavo che in questi anni il tuo cervello da criceto fosse cresciuto almeno un po’!” la sento ridacchiare appagata dal suo commento pungente che ignoro ancora una volta.
 
“Capisco. Ok, dammi una mezz’ora almeno e dimmi dov’è la scuola”
 
“Ti mando un sms con l’indirizzo. Tra mezz’ora Hobbit, non un minuto di più!” riattacca senza nemmeno degnarsi di aggiungere un ‘Ciao’.
 
“Non cambierà mai!” penso raccogliendo le forze per costringermi ad alzarmi dal letto.
 
Mi butto sotto la doccia e mi preparo, nel frattempo Santana mi aveva inviato l’indirizzo della scuola di danza. Non era vicinissima. Quando sono pronta, scendo di corsa e prendo la metropolitana.
Guardo l’orologio e sono in perfetto orario, anche se, una volta scesa, sono costretta a correre per due isolati.
Arrivata davanti alla scuola, mi guardo intorno cercando Santana, ma di lei nessuna traccia. Cerco di ricordare se durante la telefonata mi avesse detto di rimanere fuori o entrare. Nel dubbio apro la grande porta, una receptionist mi accoglie con un sorriso a trentadue denti.
 
“Buongiorno, cosa posso fare per lei?”
 
“Ehm… sono un’amica di Brittany Pierce, è qui per caso?”
 
“Certo, è in sala. La lezione finirà tra pochi minuti. Può andare ad aspettarla direttamente lì”
 
Mi avvio verso la sala e noto che appoggiata allo stipite della porta c’è Santana con un’espressione beata sul volto. Sembrava completamente presa da quello che stava guardando e non volevo disturbarla.
Mi avvicino di soppiatto e mi affaccio alla porta rimanendo un po’ più indietro rispetto alla latina.
Vedo Brittany intenta a insegnare a dei bambini i passi di una coreografia. Si muoveva con una grazia infinita e una dolcezza disarmante. Ora capivo perché Santana fosse così assorta.
La bionda continuava a volteggiare, poi accortasi che uno dei suoi allievi non riusciva ad eseguire un passo, si ferma, si avvicina a lui e si accuccia per essere alla sua altezza dandogli una carezza per tranquillizzarlo. Poi lo aiuta ad imparare lasciando gli altri ad aspettare.
Quando finalmente il bambino riesce a fare quello che tutti gli altri avevano imparato prima di lui, corre dalla sua insegnante e la abbraccia, lasciandole un tenero bacio sulla guancia facendo sorridere la ballerina.
Una visione paradisiaca quel sorriso. Ero completamente assorta nella dolcezza della scena che si delineava davanti ai miei occhi. Santana era davvero fortunata.
 
Finita la lezione, tutti applaudono la loro brava insegnante e lei dopo averli salutati si volta per guardare negli occhi la sua ragazza. Sorride ancora e si avvicina verso di noi.
Lascia un bacio sulle labbra della mora allacciando le braccia al suo collo per poi voltarsi verso di me.
 
“Ciao Rachie!! Che bello rivederti!”
 
Santana solo in quel momento si accorge della mia presenza e mi guarda torva.
Brittany si stacca da lei per venirmi ad abbracciare.
 
“Sei in ritardo Berry!” mi rimprovera Santana incrociando le braccia sul petto.
 
“Non sono in ritardo, semplicemente eri troppo presa a bearti osservando la tua fidanzata che ballava per accorgerti di me.” rispondo divertita dalla reazione della latina che mi fulmina con lo sguardo posando le sue mani sui fianchi allargando leggermente la giacca.
Il mio sguardo si sofferma su qualcosa sotto l’ascella della ragazza. Seminascosta, c’era una fondina con una pistola.
Ancora abbracciata a Brittany guardo Santana interrogativa e anche un po’ preoccupata. Mi avvicino di più a lei.

“S-Santana, che… insomma, cosa ci fai con una p-pistola?!” balbetto a bassa voce.
 
In tutta risposta la latina alza gli occhi al cielo sbuffando.
 
“Sono una detective, ottavo nano!”
 
“Sicura di non essere invischiata con la mafia?” le chiedo ancora poco convinta mentre Brittany comincia a ridacchiare alle mie spalle.
 
“Calmati Barbra, ti farai venire un ictus! Ti basta come prova? O devo portarti alla centrale?” dice scocciata mostrandomi il distintivo.
Mi rassicuro, ma nemmeno poi tanto.
Santana, una testa calda che tende a dare in escandescenze per un nonnulla, con una pistola non mi faceva sentire poi tanto al sicuro.
 
“Non è bellissima, la detective più sexy di New York?” chiede orgogliosa la ballerina.
 
“Non esagerare tesoro, non spiattellare così la verità in faccia alla gente!” ridacchia senza preoccuparsi di fingere modestia.
 
“Rachie, sai che la mia Sannie ha posato per il calendario della polizia negli ultimi tre anni? Vuoi vederlo? Li ho tutti appesi in ufficio. Pare sia la più apprezzata!” mi informa la bionda per poi cingere la vita della fidanzata con un braccio e aggiungere abbassando la voce “E non hanno tutti i torti! Ma sei solo mia!” rivolgendosi a lei.
 
Per un momento mi sembra quasi di vedere arrossire Santana. Continuavano a guardarsi, la fronte dell’una poggiata su quella dell’altra. Era un momento così intimo e privato che non volevo rovinarlo dicendo qualcosa, così aspetto che escano dal loro mondo fatto di amore e coccole e si ricordino che esisto anch’io.
 
Non so per quale motivo, senza che potessi accorgermene, i miei pensieri cominciano a vagare e mi ritrovo a pensare a Quinn. Posso chiaramente vedere il suo viso, vicinissimo al mio mentre le sfioro con la mano una guancia. Mi perdo in quella distesa di verde sempre più vicina. Posso quasi sentire il suo respiro sulle mie labbra.
 
“Beh credo che dovremmo darci una mossa. Andiamo al ristorante. Quinn ci raggiungerà direttamente lì.” Dice improvvisamente Santana interrompendo sul più bello le mie fantasie.
 
“Ah, ci sarà anche Quinn?” chiedo forse un po’ troppo interessata. Cosa che non deve essere passata inosservata alla detective che ho davanti a giudicare dalle sopracciglia aggrottate.
 
“Ovvio! E’ la mia testimone e la mia migliore amica. Non pretenderai che lasci l’organizzazione del mio matrimonio, il giorno più bello, importante e indimenticabile della mia vita, nelle tue manine da bambino?!” risponde con il suo solito tono di dolce acidità.
 
“Fai la brava Sannie, è la mia testimone. Trattala bene, perché sono davvero contenta di averla ritrovata dopo tutto questo tempo” sussurra dolcemente la ballerina.
 
“Ok, ok. Muoviamoci però perché di questo passo arriveremo al ristorante per cena”
 
Saliamo nella macchina di Santana e per tutto il tragitto Brittany non fa che raccontarmi della tragica e ‘prematura’ fine di Lord Tubbington. Racconto al quale però non riesco a prestare la dovuta attenzione perché continuavo a preoccuparmi del conto del ristorante. Avevo con me pochi spiccioli, sarebbero bastati sì e no per un’insalata e dell’acqua.
 
Arrivate a destinazione, Santana si avvicina al direttore che ci accompagna al nostro tavolo.
 
“Allora, come ti dicevo, dopo l’operazione allo stomaco Lord T. è entrato in coma. Gli sono stata sempre accanto tenendogli la zampa e cantandogli l’intro di Fondue for two. Era la sua canzone preferita. Poi un giorno, ha aperto gli occhi e mi ha detto che aveva nascosto i risparmi sotto la sabbietta della lettiera e che voleva li tenessi io. Poi è spirato.” Una lacrima scendeva sul viso della bionda mentre pronunciava le ultime parole.
Santana prontamente la consola cingendola con un braccio.
 
“Mi dispiace davvero tanto Brittany. Ti faccio le mie condoglianze.” Le dico rendendomi conto di quanto ridicole potevano sembrare le mie parole a qualcuno che non sapesse quanto era importante quel gattone obeso per la ballerina.
Brittany mi abbraccia ancora ringraziandomi, provocando in Santana una strana espressione che non riesco bene a decifrare. Fortunatamente veniamo interrotte dalla voce più dolce e sensuale che potesse accarezzare i miei timpani.
 
“Ciao ragazze! Scusate il ritardo, ero in tribunale per una causa di divorzio.” Saluta Quinn.
 
“Tranquilla biondina, con noi non dovrai preoccuparti. Non ci lasceremo mai!” risponde Santana stringendo la mano di Brittany sul tavolo.
 
“Lo diceva sempre anche Lord T.” annuisce la ballerina con un pizzico di emozione nella voce.




Se volete lasciate un commento e fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo.

Buona notte a tutti voi lettori notturni come me!

Ash
  
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