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Autore: sorawrbieber    11/09/2012    2 recensioni
E’ come essere risucchiata in vortice, tutto dello stesso colore.
So che un giorno arriverà il nero, ma io non ho paura. So anche che quel giorno non è molto lontano. Magari domani, quando mi infileranno per l’ennesima volta quell’ago nelle vene. O forse la settimana prossima, quando tornerò a casa. O chissà, il prossimo anno.
Ho bisogno di vedere il mondo a colori, Justin.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io dico che secondo me è tutto grigio.
La mia vita, dico. Le pareti di quel maledettissimo posto sono tutte dello stesso colore, uguale a quello degli occhi di mia madre. Grigio.
Una volta ho sentito dire –in un film forse- che le persone come me non hanno paura della morte, ma di non riuscire a vivere a pieno la poca vita che rimane.
E’ vero. Io ad esempio non ci credo più, al futuro intendo.
Se devo essere sincera non mi fa più rabbrividire il pensiero della morte, nessuna emozione.
Il vuoto è una cosa che mi appartiene ormai. Provate voi a starvene una giornata intera a fissare il soffitto (anche lui grigio) della stanza!
Prima era diverso, e per prima intendo fino al mese scorso, quando qui c’era anche Hasie. Rubavamo sempre le ciambelle a Allan, l’omone nero che fa da guardiano all’ingresso. Ci sedevamo sul letto e ne mangiavamo fino a quasi vomitare. Lei è tornata a casa adesso, fortunatamente. Mi manca tanto, però qualche volta viene a farmi visita e ammetto che le voglio davvero bene.
Mentre sono completamente presa dai miei pensieri mia madre bussa alla porta:
-Joelle tesoro, dobbiamo andare.-
Non mi oppongo, afferro il borsone rosa ai piedi del letto e mi dirigo verso la porta, do’ un ultimo sguardo alla mia camera e vado via.
Scendo le scale lentamente, potrò rivedere casa mia solo la settimana prossima. Mi manca così tanto non poter stare più tanto tempo qui. Sospiro.

Entro nel grande endificio, grigiastro. Questo colore mi perseguita. L’odore di spirito, di malato, di morte mi invade le narici. Allan mi afferra e mi fa girare, mi sta soffocando ma faccio finta di nulla e rido come una matta.
La cosa positiva dello stare qui? Aaron. Il tirocinante che adopera nella zona Est B. Sono fottutamente cotta di lui.
E’ alto, ma non troppo, ha gli occhi verdi e i capelli neri. Il suo unico difetto? la divisa da lavoro. Grigia.
E’ come essere risucchiata in vortice, tutto dello stesso colore.
So che un giorno arriverà il nero, ma io non ho paura. So anche che quel giorno non è molto lontano. Magari domani, quando mi infileranno per l’ennesima volta quell’ago nelle vene. O forse la settimana prossima, quando tornerò a casa. O chissà, tra un anno.
Harriet si precipita da me e mi stampa un bacio sulla guancia scacciando tutti i pensieri cattivi dalla testa.
Ricambio con un sorriso smagliante. Ho la vaga sensazione di non essere solo un ‘numero’ in questo posto.
La gente mi vuole bene, o meglio io mi faccio volere bene.
La rossa mi scorta nella mia stanza, -come se non sapessi la strada- e poi chiude la porta. Gironzolo un po’ sistemo le mie cose nei soliti posti e metto il pigiama.
Siedo ai piedi del letto e leggo il foglio:

Joelle Scarlett Senderson.
Malata di cancro –
Primo ciclo (x)
Secondo ciclo (x)

Terzo ciclo ( )

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Joelle: 

Justin:

 

 

 

 

 


 

Spazio autrice. 
Allora, ho iniziato questa fic. 
Non so se continuarla o no, dipende da voi
e se vi piacerà. Io lo spero. 
VI PREEEEEGO RECENSITE t.t 

camilla. x

  
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