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Autore: Phoenix3    11/09/2012    13 recensioni
Bulma deve dare un annuncio importante.
I suoi vecchi amici, curiosi di sapere di cosa si tratta, iniziano a fare le ipotesi più bizzarre.
Ma è Diciotto, avida come sempre, che coglie l'occasione: perché non scommettere dei soldi?
Passando da Goku, che deve imparare le regole di questa sfida, a Piccolo, infastidito dai discorsi assurdi, a Videl, che tra tutti è la più ricca, come finirà questo gioco pericoloso?
Forse, come sempre, sarebbe meglio non irritare il principe dei saiyan.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Un po' tutti, Videl | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! ^_^
Eccomi qui con un'altra storia alla quale ho lavorato molto. Questa one shot, a differenza delle ultime che ho postato, è piuttosto lunga, tanto avevo pensato di spezzarla in più parti. Spero che la mia decisione finale di mantenerla integra non sia un problema, e che anzi la lettura vi coinvolga abbastanza da farvi arrivare fino alla fine. :)

Detto ciò, una piccola nota introduttiva: io adoro la coppia Vegeta/Bulma, ma adoro anche Dragon Ball in generale, per cui questa volta ho pensato di "prenderla più alla larga" provando a coinvolgere personaggi con cui sentivo di avere meno dimestichezza. Ne è uscita dunque una storia che, pur non trascurando i miei beniamini, coinvolge l'intero gruppo di Goku e i suoi amici. :)
Entrando più nel lato "tecnico", la storia è scritta in terza persona, ma ognuna delle sei scene presenti è focalizzata su un personaggio diverso: Yamcha, Goku, Piccolo, Videl, Diciotto e Bulma. Se siete fan di questi e di altri personaggi sappiate dunque che accetto consigli e critiche costruttive di ogni tipo. ^_^

Buona lettura!

 

Scommettiamo?

 
 
Yamcha indossò gli occhiali da sole, la mano sinistra ferma sul volante dell'apparecchio.
Pual gli sorrise, per poi rivolgere la sua attenzione all'esterno. «Siamo quasi arrivati!» esclamò, gli occhi fissi sull'isola in lontananza.
«Già» rispose Yamcha, e si abbassò di quota. «Il sole e il caldo non mentono!»
Una volta scesi a terra, Pual sfrecciò entusiasta verso la piccola abitazione sulla cui facciata era impressa la scritta KAME HOUSE. Yamcha si voltò un istante per ridurre il jet volante in una capsula, e questo breve lasso di tempo fu sufficiente per ritrovarsi circondato dagli amici.
«Ehilà» lo salutò un baffuto Crilin con i capelli brizzolati. «Sempre in forma, eh, vecchio mio?»
Yamcha rise, mentre una bambina con i codini si fece spazio tra gli altri. «Ma è Marron?!» esclamò l'uomo, e spalancò gli occhi. «Accidenti, cresce ogni giorno di più!»
Crilin mise una mano sulla folta chioma bionda della figlia, mentre sul volto di Diciotto, appena arrivata, si disegnò un lieve sorriso.
«Anche se cresce, resta sempre una piccola peste» constatò Muten stringendo il bastone, e Olong annuì in approvazione.
«Ma dai!» disse Yamcha, mentre gli altri a gesti lo invitavano a entrare. «Sono sicuro che da grande diventerà affascinante come la mamma. Non è vero, piccola?»
Marron in tutta risposta lo scrutò con un sopracciglio inarcato. «La mamma dice che non devo ascoltare i tuoi complimenti» disse risoluta.
L'uomo si grattò la testa. «A-ah sì? E perché mai?» domandò, evitando di incrociare lo sguardo della donna.
«È inutile, Yamcha» gli disse Olong, mentre gli altri prendevano posto sul tavolo basso. «Anche quando sarà grande, non avrai possibilità con lei.»
«Ehi, ma che discorsi fate?» intervenne Crilin. «Vi ricordo che Yamcha è fidanzato!»
Colpito e affondato.
Yamcha rimase immobile, gli occhi sbarrati fissi su quelli dell'amico di vecchia data, mentre Pual sbuffò vicino al suo orecchio.
«Sei sempre il solito» disse il mostriciattolo, e volò in mezzo al tavolo con il volto imbronciato. «Non imparerai mai, vero?»
Gli altri si avvicinarono all'animaletto con interesse.
«Si sono lasciati» continuò Pual. «Anzi, sarebbe meglio dire che lei l'ha lasciato. Ormai speravo che fosse quella giusta, stavano insieme da più di due anni, ma poi sono arrivate le gemelle dai capelli blu, ed ecco che come al solito ha iniziato ad andare tutto storto.»
Sul volto di Crilin si disegnò un sorriso. «Non cambierai mai, eh? Peccato, quella donna mi stava simpatica.»
Diciotto lo fulminò con lo sguardo.
«N-non in quel senso, cara. Intendevo come amica, ovviamente!»
«Già, era davvero una buona amica» concordò Muten, che in tutta risposta si prese un pugno in testa dal cyborg.
«Tu eri interessato a tutto tranne che alla sua amicizia!» gli disse la bionda, e Yamcha rievocò i ricordi in cui il vecchio eremita aveva cercato di palpare il seno alla sua ex, un paio di volte con successo.
«È inutile, Yamcha,» intervenne Olong, «se una donna non scappa dopo aver conosciuto te, scappa dopo aver conosciuto i tuoi amici.»
«Già» disse Pual. «Non per nulla l'unica ex fidanzata a essergli rimasta amica è Bulma.»
Sentendo quel nome, i volti dei presenti si illuminarono.
«Ehi, a proposito,» disse Crilin, «anche voi due siete stati invitati alla Capsule Corporation stasera?»
Yamcha sorrise. «Sì, infatti sono passato anche per questo. Ero sicuro che Bulma avrebbe invitato anche voi, così ho pensato che saremmo potuti andare tutti insieme.»
«Ottima idea!» esclamò Olong, e il resto del gruppo annuì.
Yamcha si sentì sollevato. Per quanto ormai fosse abituato a essere lasciato dalle donne, una festa con gli amici era quello che ci voleva per dimenticare la sua ultima fiamma. La loro compagnia era sempre piacevole, inoltre da Bulma avrebbe potuto mangiare e bere in quantità, dato che la famiglia più ricca del pianeta non badava certo a spese.
«Di' un po', Yamcha,» disse Crilin, «anche a te Bulma ha parlato di un annuncio importante?»
«Sì» rispose lui, e si grattò la testa. «Ho insistito molto per sapere di cosa si trattasse, ma lei non mi ha voluto dire nulla. Mi ha detto che scopriremo tutto dopo la cena.»
«Peccato» disse Marron, il cui viso si era fatto imbronciato. «Volevo saperlo anch'io.»
«Ci ha messo parecchia curiosità, eh?» intervenne Muten. «In effetti da lei non ci si può che aspettare qualcosa di incredibile. Magari ha trovato delle nuove sfere del drago!»
«Ma per favore!» esclamò Olong. «Bulma è fin troppo vanitosa, per cui vorrà solo concentrare l'attenzione su di lei. Probabilmente ha solo cambiato pettinatura.»
«Secondo me invece ha costruito una nuova invenzione» disse Pual. «Forse prima di lanciarla sul mercato le serve il nostro parere. D'altronde è sempre stata molto orgogliosa delle sue qualità di scienziata.»
«Ma no, non avete capito niente di lei» disse Crilin, e i suoi occhi si fecero lucidi. «Bulma è una persona forte e grintosa, ma dietro la sua corazza nasconde un animo romantico. Secondo me sta per sposarsi.»
Olong inarcò un sopracciglio. «Sposarsi? Ma scusa, non è già sposata?»
«Ah, beh» farfugliò Yamcha, e continuò a grattarsi la testa con più forza. «In realtà ufficialmente no. Ecco, lei mi ha raccontato che negli anni successivi al torneo di Cell ha chiesto molte volte a Vegeta di sposarla, ma lui le ha sempre risposto che per un saiyan lei era già sua moglie, e che poteva scordarsi di vederlo partecipare a certe pagliacciate terrestri
«Tipico di Vegeta» disse Muten. «Probabilmente sul suo pianeta se due saiyan volevano essere marito e moglie lo diventavano in automatico. In effetti in una razza guerriera ciò che conta è la sostanza.»
«Beh, ma negli ultimi anni Bulma potrebbe averlo convinto » continuò Crilin. «D'altronde lui non è più quello di un tempo.»
«Non importa, io non ce lo vedo proprio» disse Olong. «Ripeto, la nostra amica vuole solo sfoggiare un nuovo taglio di capelli.»
«Ma no, è una nuova invenzione, fidatevi di me» disse Pual.
«Ha trovato delle nuove sfere del drago» affermò Muten.
«Vuole regalarci tante caramelle!» esclamò Marron.
«E se volesse viaggiare nel tempo?» propose Yamcha.
Un rumore alla sinistra del tavolo li fece sussultare.
Yamcha si voltò prudente, le gambe da guerriero pronte a scattare all'attacco in caso di pericolo.
Diciotto, che aveva ascoltato in silenzio fino a quel momento, si era alzata in piedi, il pugno destro  premuto contro la parete in parte crollata.
«Ehm, cara,» intervenne Crilin, «quante volte ti ho detto di non…»

Ma lei lo zittì con lo sguardo, mentre con la sinistra estraeva una banconota. Puntò gli occhi sul gruppo, e sulle sue labbra si disegnò un ghigno divertito. Gli altri restarono immobili, in attesa che quegli occhi di ghiaccio comunicassero qualcosa. Il cyborg si portò il denaro all'altezza del viso, per poi pronunciare una sola, invitante parola: «Scommettiamo?»

 
***

 
Son Goku si era svegliato presto quella mattina. Per quanto fosse felice di essere tornato sulla Terra e di potersi godere un po' di pace con la famiglia, c'era qualcosa che gli impediva di oziare come un normale terrestre avrebbe fatto. E questo qualcosa, in realtà, non era così difficile da scoprire: lui, semplicemente, non era un terrestre.
Tirò un calcio a vuoto, mentre il vento soffiava tra le fronde degli alberi vicini.
Non sapeva ancora quando, ma era sicuro che prima o poi avrebbe combattuto di nuovo. Non importava se il suo avversario sarebbe stato un nemico o un amico, durante la lotta questi  diventavano dettagli irrilevanti. Contava solo non essere sconfitti, farsi trovare pronti. E lui, a qualunque costo, pronto lo sarebbe stato.
Scaricò una raffica di pugni contro un avversario invisibile, mentre la sua mente percepì delle auree familiari in avvicinamento.
Si bloccò, mentre Goten lo raggiunse con un foglio in mano. «Sono arrivati Crilin, Yamcha e gli altri!» esclamò, mentre un gruppo di persone si avvicinava con aria rilassata.
«Uh, come mai?» domandò Goku osservandoli.
«Stasera andiamo tutti insieme a casa di Trunks » rispose il figlio, e gli sorrise. «Vieni anche tu?»
Goku si portò le mani ai fianchi. «Non lo so, sai che devo allenarmi.»
«Eh no, stasera vieni!» intervenne una nota voce autoritaria, che nel frattempo li aveva raggiunti.
Goku sospirò. «E dai, Chichi, sono venuto anche tre mesi fa, non credo che nel frattempo siano successe tante cose!»
«E invece a quanto pare sì» disse Diciotto, e si portò davanti al saiyan con passo deciso. «Coraggio, leggilo e decidi quanto puntare» ordinò, e gli sventolò un foglio davanti al naso.
Goku si grattò la testa, notando che tutti i presenti ne avevano uno. «Cosa sarebbe, scusa?»
«Aspetta, ti aiuto io» disse Gohan, e si portò alla sua destra, seguito a ruota da Videl. «Vedi queste scritte? Sono tutte le varie opzioni su cui puoi scommettere. Le vincite variano in base alle quotazioni, che dipendono dalla probabilità che avvenga un determinato evento.»
Goku si decise a prendere il foglio, ma la sua perplessità non diminuì. «Scommesse? Ma su che cosa?»
«Mi hai ascoltato oggi a pranzo?» chiese Chichi, e incrociò le braccia. «Bulma ha detto che stasera dopo cena farà un annuncio importante, quindi tu devi semplicemente indovinare di cosa si tratta. Dato che la conosci molto bene, per te non sarà affatto difficile!»
Goku la scrutò inarcando un sopracciglio. «Ma cosa dici, tesoro? Non sei sempre stata contraria alle spese inutili?»
Chichi strinse i pugni. «Come hai detto, scusa?! Vuoi dire che non sei nemmeno capace di indovinare una cosa che riguarda la tua amica d'infanzia? Accidenti! Possibile che tu non capisca? Questa è un'ottima occasione per moltiplicare il patrimonio di mio padre! Ci sarà molto utile, almeno finché quei due non si decideranno a sposarsi!» esclamò, e puntò il dito su Gohan e Videl.
Goku li vide arrossire come pomodori, e poco dopo Gohan portò le mani avanti in segno di pace. «M-mamma, te l'ho detto tante volte, dobbiamo aspettare ancora qualche mese. I lavori nella casa non sono ancora finiti» disse, e indicò le fondamenta vicino all'abitazione dove era cresciuto.
«Non c'è bisogno di preoccuparsi, noi ci sposeremo di sicuro» intervenne Videl, e prese a braccetto il fidanzato.
Goku sorrise. «E dai, Chichi, non metterli in soggezione ogni volta.»
Era convinto che ormai la questione scommesse fosse risolta, quando le voci dei suoi amici attirarono la sua attenzione.
«Dunque, le nuove sfere del drago sono un evento poco probabile» stava dicendo Crilin, lo sguardo concentrato sul proprio foglio. «Bulma sarà anche un genio, ma è difficile che un altro namecciano abbia deciso di creare degli strumenti così pericolosi.»
«Proprio per questo io scommetto su quello » disse Muten. «Così vincerò 25 volte di più quello che ho puntato!»
«Papà, posso puntare su Vegeta con i baffi?» domandò Marron.
Crilin le sorrise. «Tesoro, la tua mancia puoi usarla come vuoi, ma io ti consiglierei qualcosa di meglio. Insomma, Vegeta con i baffi non ce lo vedo molto, credo che starebbe davvero male.»
«Ma tu stai bene, papà» gli disse Marron. «Quindi starà bene anche lui!»
«Uffa, Trunks al telefono non mi ha voluto dire niente » borbottò Goten. «Dice che ha già preso una mancia generosa dalla madre per stare zitto, quindi non ha intenzione di spifferare nulla.»
«In tal caso gli offriremo il doppio di quella mancia» propose Diciotto.
Yamcha scoppiò a ridere. «Il doppio della mancia data da Bulma? Forse tra noi solo Videl dispone di una simile cifra.»
«Mmm,» disse Videl, «non credo che sia molto giusto corromperlo. In fondo alcuni di noi hanno già puntato del denaro senza che questa carta venisse scoperta, per cui credo che sia meglio continuare a procedere in questa direzione.»
«Giusto, anch'io la penso così» disse Gohan, e sfoggiò un sorriso. «Io scommetterò usando la mancia generosa che una signora ha voluto dare per forza a Great Saiyaman.»
Goku si portò una mano alla fronte. Ormai c'era dentro fino al collo. «Dunque, vediamo un po'» disse, dicendo mentalmente addio al suo allenamento serale. «Qui c'è scritto che nuova invenzione di Bulma è quotata 1,20. Cosa vuol dire?»
«È semplice, papà» gli disse Gohan. «Vuol dire che se scommetti 1 zeni in caso di vittoria ne vinci 1,20. Non è molto, difatti questa opzione è molto probabile. Insomma, Bulma è pur sempre la più grande scienziata della Terra.»
Goku si toccò il mento. «Sì, è vero. Allora che mi dici di Trunks è una femmina? Questo è quotato 50!»
«Per forza!» esclamò Goten. «Trunks non può essere una femmina! Ci conosciamo da sempre, me ne sarei accorto!»
«Beh, la vita a volte riserva molte sorprese» disse Videl. «Anch'io fino a pochi anni fa ero convinta che le persone non potessero volare o diventare bionde a piacimento, eppure mi sbagliavo.»
«Non è la stessa cosa» disse Goten, il volto imbronciato.
«E dai, scherzavo!» si giustificò la ragazza.
«Ehi, questo mi piace!» esclamò Goku. «È quotato 75!»
Gohan avvicinò gli occhi al foglio. «Vegeta è scappato con un'aliena? Ma dai, non ce lo vedo proprio!»
«E perché no? Magari è forte!»
Gohan arrossì. «Ehm, papà, quella frase non si riferisce agli allenamenti. Intende dire che Vegeta si è innamorato di un'aliena e ha deciso di andarsene con lei nello spazio per farsi una nuova vita.»
«Ah, ora capisco. Allora no, direi che è decisamente poco probabile.»
«C'è anche Vegeta ha un'amante terrestre»  disse Videl. «Ed è quotata 5. Che ne pensate?»
«Mmm, ma chi le ha fatte queste quotazioni?» domandò Gohan.
«Io» intervenne Diciotto, che fino a quel momento era rimasta in ascolto. «Crilin e gli altri mi hanno aiutato un po', ma i soldi dovete darli a me.»
Goku si grattò la testa. «Chissà perché lo immaginavo.»
«Allora, Vegeta potrebbe avere un'amante?» domandò di nuovo Videl.
«Non credo proprio,» disse Goku, «sulla famiglia è molto serio.»
Diciotto gli lanciò un'occhiata glaciale. «Se è affidabile quanto lo è sul resto, allora resta un'opzione non troppo improbabile. 5 è la quotazione giusta.»
Goku si chinò fino all'orecchio di Videl. «Non darle ascolto» sussurrò. «Lei e Vegeta non sono mai andati d'accordo.»
Videl annuì. «E va bene, conto sul fatto che Vegeta sia un marito fedele. Punto tutto su Trunks ha deciso di fare il Great Saiyaman di Città dell'Ovest
«Ehm, ok », disse Gohan. «Allora io punto su la famiglia di Bulma ha preso un drago rosso come animale domestico
Chichi sorrise radiosa. «E io punto su Bulma indossa un vestito invisibile
Goku deglutì. «Ehm, tesoro, non credo che dovresti scommettere su una cosa del genere.»
«Perché?» domandò la moglie. «Come scommessa è quotata 7, quindi io mi butto. In fondo lei è sempre stata vanitosa e spudorata, e anche se non è più giovanissima è comunque molto formosa.»
«Ecco, appunto, non pensi che Vegeta sarebbe geloso se lei girasse nuda in mezzo a noi?»
Chichi sbatté un paio di volte le palpebre. «No, non mi sembra proprio il tipo. Secondo me non gliene frega niente.»
«Ehm, a dire il vero, sul pianeta dei Kaiohshin…»
«Insomma, vuoi concentrarti o no sulla tua scommessa?!» sbraitò la moglie.
Goku sussultò. «P-pensavo che i miei consigli fossero fondamentali.»
«Non ti ho chiesto dei consigli, ti ho chiesto di scommettere!» ribatté Chichi, e gli voltò le spalle. «Muoviti, adesso, che tra poco dobbiamo prepararci!»
Goku sbuffò, mentre Gohan gli mise una mano sulla spalla.
«Non prendertela, sai com'è fatta» gli disse il giovane. «Se si mette in testa una cosa, niente può farle cambiare idea.»
«Beh, almeno evitate di far vedere questi fogli a Vegeta.»
Gohan gli sorrise. «Sì, forse è meglio. Allora, cos'hai deciso di scommettere alla fine?»
Goku scorse con interesse la lista, finché i suoi occhi non notarono quello che gli interessava. «Degno del principe dei saiyan » disse. «Vegeta è andato ad allenarsi in giro per lo spazio
Gohan sospirò. «Papà, di' la verità: questo è quello che vorresti fare tu.»
 

***

 
Quando Piccolo si recava in città, le sue orecchie captavano subito la differenza tra la quiete che regnava al santuario e la caoticità di quel luogo affollato. Gli occorreva sempre qualche minuto per fare mente locale, poi di solito il suo udito affinato si abituava a selezionare i rumori importanti tralasciando quelli di poco conto.
Non quella sera.
Era arrivato alla festa con un po' di anticipo rispetto agli altri, proprio per adattarsi per tempo all'ambiente urbano. Si era lasciato convincere da Gohan a partecipare, dato che la sua natura asociale non lo incitava certo a prendere parte alle rimpatriate tra amici. Bulma, d'altra parte, l'aveva accolto con la gentilezza di sempre, seguita a ruota da un sorridente Trunks.
«Buonasera, signor Piccolo» l'aveva salutato il ragazzino, che negli anni non aveva perso l'atteggiamento orgoglioso che tanto si era intensificato in Gotenks.
Ma i problemi, quel giorno, non li aveva causati lui. Tutto era cominciato con l'arrivo degli altri invitati.
«Bella la festa?»
La voce di Gohan lo destò dai suoi pensieri.
Piccolo lo guardò con la coda dell'occhio. «Non direi» disse. «Siete troppo agitati per i miei gusti.»
Gohan arrossì leggermente. «Già, mi sa che questa storia delle scommesse sta andando avanti un po' troppo.»
Come a voler dare ragione al suo allievo, le orecchie del namecciano captarono una conversazione che stava avvenendo dall'altro lato del giardino.
«Sei sempre il solito!» stava sbraitando Chichi, mentre Goku balbettava qualche parola di scusa. «Si può sapere come ti è venuto in mente di scommettere su una cosa del genere?! Guarda con i tuoi occhi: Vegeta è laggiù appoggiato all'albero! Mi spieghi come può essere anche nello spazio?!»
«Non preoccuparti, tesoro» disse Goku. «Magari partirà questa notte. È ancora presto per arrendersi, no?»
«Beh, allora cosa aspetti? Vai subito da lui e convincilo a partire!»
Anche se era lontano, Piccolo vide Goku armeggiare con le braccia. «M-ma non posso fare una cosa del genere! Sarebbe un imbroglio!»
«Non mi interessa affatto! Tu non vuoi lavorare, quindi adesso ti procuri quei soldi, chiaro?!»
«Mamma» intervenne Goten. «Anche la tua scommessa era sbagliata. Io il vestito di Bulma lo vedo benissimo, è azzurro.»
«Non ti ci mettere anche tu, adesso!» sbottò lei. «Vogliamo parlare della tua scommessa? Bulma non si è affatto fatta la cresta da punk!»
«S-scusa mamma, credevo che fosse divertente.»
La tempia di Piccolo iniziò a pulsare. Ma che diavolo avevano tutti? Stava già per abbandonare la questione, quando si accorse che poco lontano stava avendo luogo un'altra discussione.
«Non lamentarti, Crilin, non posso certo andarci io» stava dicendo Diciotto.
Crilin si grattò la testa. «Ma cara, sai com'è fatto, non credo che mi ascolterebbe.»
«E allora mandiamoci Gohan!» esclamò la moglie.
Crilin sospirò. «Senti, abbiamo deciso di non estorcere informazioni a Trunks, quindi è giusto non farlo neanche con Vegeta, no?»
«Sempre che esista qualcuno in grado di estorcergli qualcosa» disse Olong.
«Può darsi che nemmeno lui sappia nulla» intervenne Muten. «D'altronde, se è una sorpresa, potrebbe esserlo per tutti.»
«Comunque tu hai già perso» disse Pual a Olong. «Bulma ha sempre il solito caschetto, non vedo strane acconciature.»
«E Vegeta non ha i baffi» mormorò Marron sconsolata.
«Ma potrebbe avere un'amante terrestre» disse Diciotto.
Piccolo a quel punto si tappò le orecchie.
«Che succede?» gli chiese Gohan, che fino a quel momento era rimasto al suo fianco in silenzio. «C'è qualche rumore strano?»
«Siete voi, i rumori strani!» esclamò lui, e si incamminò verso un punto isolato del giardino.
«Beh, allora io raggiungo Videl» gli disse Gohan alle spalle. «Ci vediamo a tavola tra mezzora!»
Piccolo rispose con una specie di grugnito, maledicendo il giorno in cui aveva iniziato a voler bene a quel mezzo saiyan. Se solo fosse rimasto quello di un tempo, ora starebbe meditando nel deserto o sotto una piccola cascata naturale. E invece no, doveva per forza provare affetto per quei terrestri, e di conseguenza sopportare tutte quelle chiacchiere senza senso.
Alzò lo sguardo verso il cielo stellato.
E va bene, in fondo non gli dispiaceva la sua vita, anzi, diciamo pure che ne era felice. Ma questo non autorizzava i suoi amici a blaterare a vanvera nelle sue orecchie come uno sciame di zanzare. Era sicuro che perfino Dende, che pure adorava Gohan e gli altri, sarebbe riuscito a irritarsi. L'udito dei namecciani era sensibile, ma nessuno quella sera sembrava tenerne conto.
«Sono irritanti, vero?»
Quella voce, con cui in quel momento si sentiva così in affinità, gli giunse dall'albero poco distante. Piccolo si voltò verso il suo nuovo interlocutore, che lo fissava appoggiato al tronco con le braccia conserte. Faceva sempre un certo effetto vederlo in abiti terrestri, come se in fondo alla sua testa continuasse a immaginarselo con la battle suit, la coda e magari lo scouter all'occhio. Ma sebbene fosse consapevole che quel guerriero, un terrestre, non lo sarebbe mai diventato, qualcosa gli suggeriva che invece, per quanto sembrasse assurdo, quell'abbigliamento gli si addiceva.
«Irritanti a dir poco» disse Piccolo.
Il principe dei saiyan rimase immobile. «Si può sapere di che diamine stanno parlando?»
Piccolo sorrise. «Non credo che ti farebbe piacere saperlo.»
«Non importa, tu dimmelo. Il tuo udito è più sviluppato del nostro, giusto?»
Piccolo annuì. «Stanno scommettendo su Bulma.»
Il sopracciglio di Vegeta ebbe un leggero fremito, segno che Piccolo interpretò come una velata irritazione.
«A quanto pare dopo cena annuncerà una cosa importante» proseguì il namecciano. «Questo ha suscitato in tutti grande curiosità, per cui Diciotto ha deciso di far puntare a tutti dei soldi.»
«Tsk, avevo intuito qualcosa del genere. Kakaroth non è certo il tipo che riesce a nascondere le cose.» Vegeta si staccò dall'albero e si incamminò verso la tavola.
«Che intenzioni hai?» domandò Piccolo, gli occhi puntati sulla schiena del saiyan.
«Bada agli affari tuoi» fu la risposta.

 
***

 
Videl si sedette entusiasta alla destra di Gohan, lo sguardo fisso sulle pietanze presenti in tavola. Sebbene il suo appetito non fosse mai al di sopra della media terrestre, la qualità del cibo servito non era di certo un fattore di secondo piano per lei. Un solo piatto di riso le era sufficiente, ma doveva essere ottimo. E a casa di Bulma, da questo punto di vista, non restava mai delusa.
«Tu puoi ancora vincere, eh?» farfugliò Gohan tra un morso di bistecca e l'altro.
Videl abbassò lo sguardo. Dopo il matrimonio avrebbe eliminato da lui tutti i brutti vizi presi dal padre, questo era sicuro. «Già» si limitò a rispondere.
«Io invece mi sa che ho perso» disse Gohan. «Goten prima ha fatto un giro della Capsule Corporation con Trunks, ma non ha visto nessun drago rosso.»
«Immagino che non avrà nemmeno visto Trunks vestito da Great Saiyaman» mormorò lei.
Gohan le mise una mano sulla spalla, mentre con l'altra cercava di infilarsi in bocca una coscia di pollo. «Non essere così pessimista. Io mi fido di te.»
Videl si sentì arrossire. «Ehm, ok, ma sarebbe più romantico se me lo dicessi dopo mangiato.»
Gohan arrossì a sua volta. «Sì, forse hai ragione.»
«Eccomi qui!» esclamò Goku, e si sedette in mezzo ai figli. «Goten, passami il riso!»
Videl, a quel punto, si ritrovò per l'ennesima volta a osservare i saiyan alle prese con il cibo.
Trunks e suo padre, seduti dall'altro lato del tavolo, avevano già adocchiato la carne.
«Vegeta, mi passi una bistecca?» domandò Bulma, che si era accomodata di fianco al marito, proprio di fronte a Videl.
La ragazza osservò la donna con interesse. Con quell'abito azzurro era davvero incantevole.
«Prenditela da sola» rispose lui.
«E dai, io da qui non ci arrivo!» esclamò la scienziata.
Vegeta sbuffò, poi afferrò un pezzo di carne con le mani e glielo gettò sul piatto facendo schizzare sugo dappertutto.
«Razza di stupido, guarda cos'hai fatto! Questo vestito era nuovo!»
Richiamati dal tono di voce, gli altri invitati sollevarono lo sguardo su Bulma, ma Trunks li rassicurò con un'occhiata fugace in cui si poteva leggere tranquilli, è tutto nella norma.
«Ora si dovrà cambiare, no?» sussurrò Chichi, seduta quattro posti più in là di Videl.
«Sì, forse, e quindi?» farfugliò Goku con i denti pieni di riso.
«Ma allora sei proprio uno zuccone» rispose lei. «Il vestito invisibile, ricordi?»
Goku mandò giù un boccone enorme. «Ah, ehm, sì, certo, Bulma è molto formosa, sì sì.»
Videl si rivolse a Gohan. «Ma che cosa sta dicendo tuo padre?»
Il volto di Gohan diventò color peperone. «C-cosa vuoi che ne sappia io?!»
«Bulma, sbaglio o sei affamata stasera?» disse d'un tratto Crilin, che era seduto alla destra di Videl.
«Oh, dici?» rispose la donna. «Sì, in effetti oggi ho lavorato molto, per cui ho bisogno di recuperare le forze.»
Videl spostò lo sguardo sul piatto di Bulma, e per poco non lanciò un grido. Della bistecca che le aveva passato Vegeta era già rimasto l'osso, mentre nel piatto ora si trovavano quattro cosce di pollo.
«Ehi, Bulma, hai deciso di diventare grassa?» intervenne Goku.
Sulla tempia della scienziata iniziò a pulsare una vena. «Ma come ti permetti, idiota!» esclamò. «Io sono una delle persone più influenti del pianeta, non posso certo permettermi di trascurare il mio aspetto, non credi?! Tutti stasera mi hanno detto che mi trovano in ottima forma!»
«Beh, è vero,» intervenne Chichi, «ma ciò non toglie che tu stia mangiando decisamente troppo per una signora.»
«Suvvia, non è il caso di darci importanza» disse Yamcha, che sedeva non molto lontano da Bulma. «In fondo lei è sempre stupenda, no?»
Bulma incrociò le braccia. «Non serve che tu prenda le mie difese, Yamcha, so già da me di essere stupenda. D'altronde c'è anche chi, pur avendo visto le donne di mezzo universo, ha scelto comunque me.»
Vegeta sputò un pezzo di bistecca sul piatto, mentre Trunks scoppiò in una sonora risata, che contagiò parte dei presenti. Anche Videl si lasciò coinvolgere, mentre Bulma approfittò dell'occasione per addentare un altro pezzo di pollo.
«Ehi, Videl» la chiamò Crilin più tardi a bassa voce. «Ci serve un parere femminile. Pensi che Bulma abbia chiesto al dio drago di diventare un saiyan?»
Gohan, che aveva origliato, intervenne deciso: «Direi di no, altrimenti avrebbe capelli e occhi neri.»
Crilin si portò una mano al mento. «Forse ha chiesto di diventare una mezza saiyan.»
«Non saprei » disse Videl. «Perché dovrebbe averlo fatto?»
«Ragazzi, non avete capito niente» intervenne Chichi, che ormai aveva già finito di mangiare. «All'inizio non volevo crederci, ma la risposta mi sembra abbastanza ovvia.»
«È  legata all'annuncio o no?» disse Diciotto.
«Ovviamente sì» rispose Chichi.
«Beh, se è così, aprirò delle nuove scommesse.»
«Ma non abbiamo capito ancora nulla» disse Crilin.
«Ehi, gente!» li richiamò Bulma, e tutti si zittirono all'istante. «Stanno per arrivare i dolci!»
«Evviva!» esclamarono Goten e Trunks.
«Anche le caramelle?» chiese Marron.
«Ma certo, piccola» rispose Bulma, e tirò fuori un telecomando con il quale chiamò i robot domestici.
«Allora» disse di nuovo Crilin a bassa voce, e il resto del gruppo tornò a rivolgergli l'attenzione. «Se l'appetito di Bulma è collegato in qualche modo all'annuncio, è probabile che c'entrino anche le sfere del drago.»
Chichi sospirò. «Ragazzi, come vi dicevo…»
«Giusto, le sfere del drago!» la interruppe Muten. «Avevo ragione io.»
Chichi strinse i pugni. «Insomma, mi volete ascoltare? Bulma sta semplicemente…»
«Ha una malattia!» intervenne Crilin. «Sì, dev'essere una cosa rara, come quella che ha avuto Goku al cuore.»
Chichi sbuffò. «Non è una malattia, accidenti! Bulma è solo…»
«Ehi, Chichi!» esclamò Goku. «Ora che ci penso, non è successo anche a te una volta di mangiare così tanto?»
«Giusto,» disse Gohan, «anch'io ti ho visto mangiare così per un periodo, quando papà era all'altro mondo.»
«È appunto quello che sto cercando di dirvi!» sbottò Chichi. «Aprite bene le orecchie! Bulma è…»
«Ecco la prima!» esclamò la padrona di casa, facendo sussultare i presenti. «Una bella torta di fragole! Non è meravigliosa?»
Videl puntò lo sguardo sul dolce, e subito le venne l'acquolina in bocca. «Ha l'aria di essere buonissima!»
Bulma sorrise, gli occhi orgogliosi che scrutavano il resto degli invitati. «E questa è la seconda» disse, e indicò il vassoio appoggiato sul robot volante. «Una torta alla papaya blu del deserto!»
Yamcha inarcò un sopracciglio. «Papaya blu del deserto? Non ne ho mai sentito parlare.»
«Nemmeno io» disse Goku. «Però sembra buona!»
«È un frutto molto raro» intervenne Gohan. «Cresce solo in una zona della Terra, e per trovarlo è necessario recarsi in mezzo al deserto, solo in questa stagione, e scavare per almeno tre metri.»
«Un frutto che cresce tre metri sottoterra?» disse Crilin. «Ma dai, Gohan, ci stai prendendo in giro!»
«Ehi, io queste cose le ho studiate!» ribatté lui.
Olong inarcò un sopracciglio. «Bulma, come mai ha scelto proprio questa papaya blu del deserto
Bulma si portò un dito sotto il mento. «Mmm, non lo so. Ne avevo sentito parlare una volta da ragazzina e stamattina mi è venuta improvvisamente voglia di provarla.»
«Beh, per me hai avuto un'ottima idea!» esclamò Goku, che ne aveva già addentata una fetta.
«Ehi, andateci piano» intervenne Trunks. «Cercate di farvela durare almeno un po'. Io e mio padre abbiamo fatto molta fatica a trovare tutti questi frutti.»
Goten spalancò gli occhi. «Wow, siete stati voi due a prenderli?»
«Già» rispose Trunks. «E non avete idea di quanto lei abbia insistito.»
«E dai, tesoro» disse Bulma, e afferrò due fette alla fragola. «So che in fondo l'avete fatto volentieri.»
«Certo,» intervenne Vegeta, «così volentieri che hai dovuto disattivarmi la Gravity Room per costringermi a uscire. Sia ben chiaro, questa è l'ultima volta che faccio una cosa del genere.»
Bulma fece spallucce. «Quante volte ho già sentito questa frase?»

 
***

 
Diciotto bramava da tempo questo momento. Dopo aver osservato Marron abbuffarsi di caramelle, puntò lo sguardo sulla padrona di casa, intenta a masticare la quinta fetta di torta.
Il momento della verità era giunto.
Il cyborg sorrise, pregustando l'ingente quantità di denaro che avrebbe trattenuto nelle sue tasche. Già, perché lei alla fine non aveva scommesso, ma in qualità di organizzatrice si sarebbe tenuta tutti i soldi non vinti. Si mise sulle ginocchia il foglio delle quotazioni, dandogli un'ultima occhiata di nascosto. Si accorse che Piccolo, seduto di fianco a lei, la stava osservando, ma non gli diede peso. Le avevano detto che il namecciano non aveva soldi, per cui si era limitata a evitare di coinvolgerlo nei giochi, senza occuparsi d'altro.
C'erano molte opzioni su cui non aveva puntato nessuno, e poche che avevano più di uno scommettitore. In qualunque modo fosse andata, lei ci avrebbe guadagnato. Certo, non era stato un gioco organizzato nel migliore dei modi, e sospettava che qualcuno alla fine si sarebbe arrabbiato per i suoi incassi, ma valeva la pena di tentare. Se poi la testa intellettuale di Gohan o quella avida di Chichi avrebbero avuto da ridire, avrebbe trovato il modo di tenerli a bada.
Bulma si alzò.
I presenti si bloccarono, fermi nelle loro sedie, pronti a udire la sentenza.
«Ragazzi,» disse la scienziata, «dato che la cena è terminata, vi pregherei di ascoltarmi un attimo.» Sorrise, gli occhi che vagavano per la tavola per assicurarsi l'attenzione di tutti. «Questa sera devo darvi un annuncio molto importante.»
Diciotto sorrise a sua volta, la mano stretta sul foglio delle scommesse.
«È una cosa a cui tengo davvero tantissimo,» continuò Bulma, «ed è per questo che ho chiesto a Trunks e a Vegeta di non dirvi nulla. Volevo farvelo sapere di persona durante questa festa.»
Gli invitati continuarono ad ascoltare in silenzio, i volti che fremevano per la tensione.
«Avrete notato che oggi ero molto emozionata. Ho mangiato più del solito, non mi sono cambiata l'abito nonostante fosse sporco e vi ho portato una torta alla papaya blu del deserto.» Sorrise di nuovo, ma la sua allegria non contagiò i presenti. «Il fatto è che stavo pensando a quanto sia bello avervi tutti qui. È davvero incredibile, a dire il vero, eppure sono stata io, molti anni fa, a scatenare tutto questo.» E indicò Son Goku, il quale si grattò la testa impacciato. «Quando avevo sedici anni, ho incontrato questo stupido scimmione» proseguì la donna. «Ero solo una ragazzina, eppure avevo in mano un potere in grado di cambiare l'intero universo. Perché avevo costruito questo» disse, ed estrasse il radar del drago. «E con questo, io avrei davvero potuto dominare il mondo. Se non mi fossi messa in testa di radunare le sfere, noi tutti non ci saremmo mai incontrati. Non si sarebbero formate amicizie profonde, e alcuni di voi non sarebbero mai potuti nascere.» Lanciò un'occhiata a Gohan, a Goten, a Marron e infine a suo figlio Trunks. «Ovviamente senza la grande bontà di Goku niente di tutto questo sarebbe stato possibile. Se lui non avesse sbattuto la testa da piccolo, mi avrebbe uccisa al nostro primo incontro. E avrebbe ucciso molti di voi, che tutti consideravano malvagi, ma che ora sono diventati parte di questa grande famiglia.»
Diciotto vide che Piccolo, alla sua destra, aveva incrociato di colpo le braccia.
«Per questo, ogni volta che ci penso, giungo alla conclusione di essere stata fortunatissima a incontrarvi. E se dovessi tornare indietro, a quando ho scoperto l'esistenza delle sfere del drago, partirei altre mille volte per radunarle. Perché anche se qualcuno le ha usate per delle mutandine da donna, anche se qualcuno avrebbe voluto usarle per diventare immortale,» si bloccò, lanciando un'occhiata al saiyan di fianco a lei, «so che alla fine ho ottenuto la vita che volevo. E per ricordare tutto ciò, ho il piacere di annunciarvi che…»
I presenti trattennero il fiato, immobili come statue di pietra.
«… voglio fare una foto con voi.»
Gli invitati non si mossero.
«Vi piace l'idea, eh?» domandò Bulma. «Voglio fare una grande foto di gruppo da appendere in salotto.»
Gli invitati non si mossero.
«Beh, che c'è? È una bella cosa, no?»
Gli invitati non si mossero.
«Siete felici?»
Diciotto disintegrò il foglio con una mano.
«Ehm, cara» le disse sottovoce Crilin. «Coraggio, cerca di prenderla con filosofia. In fondo ha fatto un discorso commovente, no?»
Diciotto decise di non ribattere, conscia che se avesse aperto bocca avrebbe potuto dire addio per sempre a quelli che aveva imparato a considerare amici.
«Ti sta bene» le disse Piccolo senza voltarsi, e si allontanò verso una zona vuota del giardino.
«Cosa?!» esclamò la donna di rimando, ma il namecciano era già lontano. «Ma come si permette?!»
Crilin sospirò. «Senti, non è colpa di nessuno. Abbiamo pensato tutti a chissà quale annuncio strano, e invece era una richiesta semplicissima. La prossima volta ci lavoreremo meglio, d'accordo?»
Ma Diciotto non lo stava ascoltando con attenzione. Il suo sguardo si era posato dall'altra parte del banchetto, dove Trunks, nascosto in parte dal tavolo, si era portato entrambe le mani alla bocca per trattenere le risate.
«Quel moccioso» disse il cyborg, e strinse i pugni. «Non me la racconta giusta.»
Crilin si voltò a sua volta verso il ragazzino, che ora stava cercando di assumere un'espressione quasi naturale. «Beh, cara, mi dispiace dirlo, ma forse Piccolo non ha tutti i torti.»

 
***

 
Quando gli ultimi invitati lasciarono la Capsule Corporation, Bulma si concesse uno sbadiglio. I robot stavano provvedendo a sparecchiare, mentre lei già pregustava la morbidezza del materasso. Si avviò verso l'entrata di casa, osservando Trunks vicino alla porta che rideva a crepapelle. Vegeta, di fianco a lui, aveva appoggiato la schiena alla parete dell'abitazione, e scrutava il figlio con le braccia incrociate sul petto.
«Mamma» le disse Trunks quando la vide arrivare. «Sei stata grande, davvero!»
Bulma sorrise. «Beh, modestamente ho fatto un gran bel discorso. »
Trunks scoppiò di nuovo a ridere, la schiena piegata in due. «Mi sa che nella foto avranno il volto più imbronciato di papà!»
«Ora basta, fila a letto» gli disse Vegeta.
Il giovane si rialzò, il sorriso ancora stampato sulle labbra. «E va bene» disse, e sollevò lo sguardo verso la finestra di camera sua.
Bulma sbuffò. «Non farti venire strane idee» disse.
Trunks la fissò. «Senti» le disse, e il suo volto si fece serio.
La donna avanzò verso di lui, le mani sui fianchi. «Dimmi.»
Il figlio incrociò le braccia, assumendo una posa identica al padre. «Beh, ecco, come dire… Anche se oggi è stato molto divertente, credo che la prossima volta dovrai dire loro la verità.»
Bulma sospirò, poi gli scompigliò i capelli. «Ma certo, tesoro. Prima o poi lo scoprirebbero comunque, quindi tanto vale avvertirli con un po' di anticipo. D'altronde li hai visti, hanno già iniziato a farsi idee orribili su di me!»
«Questo è perché hai voluto aspettare di metterti in mostra» disse Vegeta. «Non c'era alcun bisogno di organizzare questa pagliacciata, avresti potuto dirlo al telefono e basta.»
«E dai, papà, alla fine è stato divertente. Hanno voluto giocare con la mamma, ma grazie a te ci siamo presi la nostra vendetta.»
Vegeta li fissò. «Tsk, se ve l'ho detto l'ho fatto solo per me. Non ne potevo più di sentire Kakaroth e gli altri bisbigliare certe assurdità.»
«Beh, ciò non toglie che il tuo contributo sia stato fondamentale» disse Trunks. «Io avevo ricevuto una telefonata da Goten, ma non avevo proprio immaginato che sotto potesse esserci un intero giro di scommesse.»
«È perché ti fidi troppo della gente, proprio come tua madre.»
Bulma si portò di nuovo le mani ai fianchi. «Sono i nostri amici, come potremmo non fidarci?!»
Trunks tossì in modo forzato, come faceva ogni volta che voleva fermare un litigio sul nascere. «Ehm, va bene, allora io vado a letto» disse, e balzò fino alla finestra di camera sua.
«Trunks!» gridò Bulma. «Quante volte ti ho detto di usare le scale come tutte le persone normali?»
«Io non sono una persona normale, mamma» rispose lui, e si chiuse la finestra alle spalle.
Bulma imprecò, conscia del fatto che il figlio non potesse più sentirla, poi abbassò lo sguardo sul marito, sul cui volto si era disegnato un lieve ghigno soddisfatto.
«E tu cosa ci trovi di divertente?!» sbottò lei.
«Ha detto la verità» rispose il saiyan.
Bulma si imbronciò e gli diede le spalle. «Beh, avrò modo di rifarmi» disse. «Posso aver sbagliato la prima volta, ma non sbaglierò la seconda.»
«Se questa è la tua idea, allora mi sa che hai sbagliato i calcoli.»
Bulma inarcò un sopracciglio. «Ah, certo, adesso avere un figlio da un saiyan significa per forza generare uno scapestrato, eh? E allora che mi dici di Gohan? Suo padre è un completo irresponsabile, eppure lui è diventato uno studente modello. Se davvero essere figlio di un saiyan comportasse tutti questi difetti, non si spiegherebbe come…»
Si bloccò, avvertendo la presenza di Vegeta dietro di lei. L'uomo le circondò la pancia con un braccio, per poi appoggiarsi alla sua schiena. «Non il figlio di un saiyan,» le disse vicino all'orecchio, «ma del principe dei saiyan.» E appoggiò l'altra mano sul ventre della donna.
Un leggero venticello scompigliò loro i capelli.
Bulma sorrise maliziosa. «E se iniziassero a scommettere su chi sia padre?»
Lui sciolse la presa. «Non oserebbero.»
Bulma scoppiò a ridere, poi si accarezzò il ventre a sua volta. «Beh, a giudicare da quanto mi fa mangiare, direi che ci sono ben pochi dubbi sulle sue origini. Anche se qualcuno potrebbe sempre tirare in ballo Goku.»
«Tsk. Non dire assurdità.»
Bulma si scrutò la pancia ancora piatta. «In ogni caso, spero proprio che assomigli a me.»
Vegeta inarcò un sopracciglio. «Speri male» disse. «Io assomigliavo a mio padre, mio padre assomigliava a mio nonno, e così avviene tra i miei avi da intere generazioni. Ovviamente avrà il mio stesso aspetto, e porterà il mio stesso nome.»
La donna sbuffò. «Che originale.»
«E cosa vorresti, sentiamo, che fosse una mocciosa uguale a te?»
Bulma sorrise. «Perché no?»
Vegeta incrociò le braccia. «Tu sottovaluti la supremazia dei geni del principe dei saiyan.»
«Trunks ha preso da me occhi e capelli, o sbaglio?»
Il sopracciglio dell'uomo ebbe un movimento appena percettibile. «Lui è un'eccezione, ma le eccezioni non si verificano sempre. Il mio seme stavolta sarà dominante.»
Bulma fissò i suoi occhi su quelli del marito, un sorriso divertito stampato sul volto.
Avanzò di un passo, fino a trovarsi a pochi centimetri dal suo volto, per poi pronunciare una sola, invitante parola: «Scommettiamo?»
 
 

FINE




 

Nota finale: la battuta su Vegeta con i baffi l'ha inventata il mio ragazzo, per cui per quella non mi prendo il merito. ;)
Altre mie storie recenti sono "Camera blindata", "Solo il suo nome" e "Promessa saiyan". Un commentino è sempre gradito. A rileggerci! ^_^

 

  
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