Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi
Ricorda la storia  |      
Autore: Sorachan    11/09/2012    2 recensioni
E' una piccola one shot che ho scritto di getto.
Dal racconto: "Neanche si accorse di una presenza che ormai da tempo era nella stanza e ascoltava la sua musica con le lacrime agli occhi.
Ma il bimbo appena entrato in quel salone enorme e abbandonato la vedeva distintamente. Vedeva la sua esile figura come avvolta da un telo opaco, seduta sullo sgabello davanti a quel pianoforte vecchio e abbandonato, ormai da tempo senza corde il che rendeva impossibile suonare qualcosa e lo aveva reso un oggetto vecchio privo di ogni valore, coperto di polvere. "
Spero di avervi incuriosito :)
Genere: Malinconico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 


 



The Piano 


Lo guardava insistentemente come se fosse stato la risoluzione di tutti i suoi problemi e forse lo era davvero.

Lasciò che le sue dita scorressero lentamente su quei tasti che nessuno sfiorava ormai da tempo e si lasciò sfuggire un sospiro. Erano anni che non suonava, che vagava in quell'ala abbandonata del museo, che scappava da se stessa. Lei aveva sempre avuto un solo desiderio: voleva che quella persona le dicesse che la sua musica aveva un qualcosa di speciale. Che lui le dicesse che trasmetteva una qualche emozione al prossimo.

Lui che riusciva a capire se la musica di una persona potesse essere gentile o meno. Lui che con il solo udire una nota riusciva a capire l'animo del musicista. L'animo di una persona.

Lui a cui lei non aveva mai confessato i propri sentimenti, nemmeno quando sapeva che sarebbe stato troppo tardi.

Lei era rimasta lì per quello, voleva che qualcuno le dicesse che la sua musica era gentile. Era intrappolata in quel mondo, che ormai non era più suo, solo perché il suo mutismo le aveva impedito di esprimersi in altro modo se non con la musica ma questa era sempre risultata piatta, priva di sentimenti.

Senza neanche accorgersene le sue dita avevano iniziato a danzare su quella distesa di tasti bianchi e neri. Li sfioravano dapprima insicure poi sempre più fiduciose e la melodia a cui davano vita era malinconica e triste.

Neanche si accorse di una presenza che ormai da tempo era nella stanza e ascoltava la sua musica con le lacrime agli occhi.

Ma il bimbo appena entrato in quel salone enorme e abbandonato la vedeva distintamente. Vedeva la sua esile figura come avvolta da un telo opaco, seduta sullo sgabello davanti a quel pianoforte vecchio e abbandonato, ormai da tempo senza corde il che rendeva impossibile suonare qualcosa e lo aveva reso un oggetto vecchio privo di ogni valore, coperto di polvere.

La ragazza grigia che suonava sembrava bella, con quei suoi lineamenti delicati del viso al momento lievemente contorti dall'espressione malinconica e insoddisfatta che aveva, il suo piccolo naso all'insù, le labbra delicate lievemente dischiuse come se volesse inspirare la sua stessa musica e gli occhi chiusi come alla ricerca di un qualcosa che l'aiutasse a rendere la sua musica migliore. Quei lunghi capelli chilometrici che sfioravano la sua schiena con delle piccole onde a accarezzavano il sedile ogni qualvolta che il suo busto si muoveva per assecondare la musica.

Il piccolo bambino non si volle avvicinare a quella ragazza misteriosa che suonava su un pianoforte che non avrebbe neanche dovuto suonare, quasi non volesse che lei si accorgesse di lui. Invece lei si voltò verso di lui come se avesse captato quel suo pensiero.

Lo vide, sembrava sperduto, impaurito e piangeva. Non comprese che le lacrime del piccolo erano causate dalla sua musica.

Si voltò nuovamente verso lo strumento continuando a suonare con l'intento di rallegrare il bimbo e la sua musica lentamente iniziò a cambiare. Quella parte del brano che lei, quand'era ancora in vita aveva sempre fatto sembrare noiosa e piatta adesso si librava nell'aria un po' più forte, più sicura. Gioiosa e allegra.

Gentile.

Quasi non se ne accorse tanto era rapita dalla sua stessa melodia. I suoi occhi aperti dallo sguardo dolce e pieno d'amore che guardavano lo strumento come se fosse un amico. Un gioiello. Il suo strumento.

Fu questa la scena che il piccolo bimbo vide quando entrò nell'ala abbandonata del museo per sfuggire alla noia. Aveva trovato in un salone vuoto, un pianoforte vecchio e ormai privo di corde che in lui aveva suscitato un certo fascino, e lì seduta sullo sgabello stava una ragazza grigia, irradiata dagli ultimi raggi del sole, che suonava una melodia dapprima malinconica e dolce al tempo stesso ma poi sempre più gioiosa e allegra. Più bella.

Un bambino. Un ascoltatore. Ecco cosa le era sempre mancato: qualcuno che ascoltasse la sua musica dal più profondo del cuore, come solo un bambino o un amante avrebbe potuto fare.

Il bimbo stesso era rimasto incantato dall'evoluzione della melodia e i suoi occhi sgranati avevano fermato le lacrime.

Vide quella stessa ragazza svanire con un sorriso ed esalando un piccolo sospiro e si accorse che la magia del momento era svanita con lei, così come la stanza ora era illuminata solo dalla debole luce delle stelle.

Lui che si era ormai dichiarato troppo grande per credere alla magia si convinse che quest'ultima in realtà esistesse. Nella musica.

http://www.youtube.com/watch?v=0iDdtP3D3V0&feature=autoplay&list=PLFzKB0IfFio5t8HZsi4cAo198ftUaWfb5&playnext=1


 

Questa è la canzone che diciamo mi ha dato lo spunto per questa storia scritta di getto :)




Angolo Autrice

 

La mia prima Fiction pubblicata su EPF vi prego siate clementi xD mi raccomando recensite :)

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi / Vai alla pagina dell'autore: Sorachan