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Autore: S_Lion597    11/09/2012    5 recensioni
Una storia della nascita di Alex diversa, senza minacce di morte per il nostro Rick ma con una Kate incredibilmente fragile per quello che sta accadendo. Un Castle determinato, pronto a prendere al volo la sua compagna e a starle vicino ancora una volta. Il tutto sperando di non essere OOC.
Dal testo:
"Kate si svegliò di soprassalto portando subito una mano al pancione e aspettandosi tutto tranne quello che stava realmente accadendo.
Dolore.
Era l'unica cosa che registrava al momento. Strinse di scatto il lenzuolo, mordendosi il labbro inferiore per trattenere un grido. Faceva male, dannatamente male, e nonostante i nove mesi passati attendendo quell'istante, lei era completamente terrorizzata. "
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Birth


Kate si svegliò di soprassalto portando subito una mano al pancione e aspettandosi tutto tranne quello che stava realmente accadendo.
Dolore.
Era l'unica cosa che registrava al momento. Strinse di scatto il lenzuolo, mordendosi il labbro inferiore per trattenere un grido. Faceva male, dannatamente male, e nonostante i nove mesi passati attendendo quell'istante, lei era completamente terrorizzata.
 
Temendo il momento della successiva ondata di dolore, iniziò a scuotere il corpo di Rick ancora profondamente addormentato di fianco a lei. Castle aprì gli occhi qualche secondo dopo, anche se ancora totalmente confuso dal sonno. Non fece neanche in tempo a guardarla e a chiederle cosa non andasse che lei ebbe una seconda forte contrazione. La mano di Kate si strinse dolorosamente sul suo braccio e i denti rafforzarono la presa sul labbro che ormai sanguinava.
 
Lo scrittore si tirò velocemente a sedere capendo cosa stava accadendo.
-Ehi m-ma non e' po-possibile mancano ancora d-due settimane o no?- Rick la guardava, balbettando, gli occhi azzurri spalancati per la sorpresa.
 
Beckett gli girò di scatto la testa, portando una mano dietro la sua nuca e facendo incrociare i loro sguardi.
-Ti prego Castle, ti scongiuro non adesso, ti assicuro che sta succedendo in questo momento.- disse in fretta per poi tentare di regolarizzare il respiro, inspirando forte dalla bocca mentre lo guardava implorante.
-Ti prego, ho bisogno di te ora, ok?-.
Lo scrittore a quella frase, o forse al semplice, ma penetrante sguardo di lei sembrò riprendersi.
Saltò giù dal letto e si mise in fretta un paio di pantaloni e una maglione pesante sopra i boxer e la maglietta che usava per dormire. Afferrò quindi una sua felpa larga col pelo e in un attimo, fece il giro del letto, riavvicinandosi a Kate per aiutarla a metterla, mentre le parlava dolcemente.
 
-Allora adesso andiamo in ospedale e facciamo uscire Alex di lì, ok?- le disse accarezzandole dolcemente una guancia per poi baciarla sulla fronte. Beckett sorrise debolmente mentre, dopo un attimo in cui era stata costretta a riafferrare il lenzuolo, tentava di ripristinare una respirazione regolare.
 
-Aiutami ad alzarmi- disse. Castle la guardò male e facendole scorrere invece, un braccio dietro la sua schiena e uno sotto le sue gambe.
 
-Scordatelo, Kate, ora aggrappati a me-.
 
-Rick ti prego non adesso, dammi una man...- lo scrittore la zittì con un bacio, riprendendo poi a parlarle serio.
 
-No, Kate, adesso fai fare a me, ok? Non devi dimostrare niente a nessuno quindi ora ti aggrappi, io ti porto in macchina e andiamo in ospedale, chiaro?- Kate annuì sconfitta, mentre presa da una nuova contrazione, emetteva un piccolo grido e stringeva con entrambe le mani la felpa di Rick che ormai l'aveva sollevata e la stava portando fuori dalla stanza.
 
-Sshh piano, adesso respira, shhh- le disse quasi cullandola nel suo abbraccio mentre scendeva piano le scale, temendo di darle qualche scossone che l'avrebbe fatta stare peggio.

In soggiorno trovò subito sua figlia che faceva colazione. Alexis si alzò correndo loro incontro non appena capì la situazione.
 
-Al, ascolta, aprimi la porta, per favore, e prenota l'ascensore- le disse Rick e la ragazza si precipitò a fare quello che le era stato chiesto, seguita dal padre che velocemente trasportava una Kate sempre più dolorante.
-Avvisa gli altri poi vieni all'ospedale in taxi, ok?- Alexis annuì ancora, urlando un "vi voglio bene" ai due che stavano scomparendo dentro l'ascensore, prima di richiudersi la porta alle spalle e andare a chiamare i loro amici.
 
Rick, in ascensore, tentava in tutti i modi di calmare la sua musa che continuando a mordersi le labbra stringeva sempre più forte la stoffa dei suoi abiti.
-Kate, guardami- le disse dopo averle posato un bacio sulla tempia e uno sulla guancia ormai sudate per lo sforzo. -Amore, devi respirare ok? E molla il labbro, lo stai smaciullando- aggiunse con una risatina a cui Kate rispose con uno sguardo omicida che avrebbe fatto impallidire un serial killer psicopatico.
Castle, terrorizzato, le schioccò un altro bacio prima di riprendere a camminare velocemente diretto alla sua Ferrari, quando arrivarono al piano del garage.
 
Aprì la macchina a distanza con le chiavi che aveva afferrato giusto prima di uscire di casa, per poi spalancare la portiera con la mano infilata sotto le gambe della donna. Quindi la posizionò delicatamente sul sedile, allentando dolcemente la presa ferrea che le sue mani avevano ancora sui suoi indumenti e si precipitò alla guida della macchina.
 
Pochi secondi dopo, una Ferrari sfrecciava fra il traffico mattutino di New York


 
Due ore dopo...

Kate spingeva con tutte le sue forze, sdraiata a gambe aperte su quel lettino del reparto maternità, coperta solo da un camice corto, aperto sulla schiena.
Stringeva in una morsa la mano che Castle le aveva porto quando erano entrati in ospedale, e che da allora non aveva mai lasciato.

Rick.

Era l'unica cosa che riusciva a percepire intorno a sé, oltre al dolore lancinante delle contrazioni che si erano fatte sempre più frequenti, e che ora lasciavano solo qualche secondo di riposo fra l’una e l'altra. Sentiva la sua mano attorno alla propria, il suo braccio destro che le cingeva dolcemente le spalle accompagnando i suoi movimenti tesi.

Le sembrava che stessero andando avanti così da un'eternità.

Ogni volta prendeva un respiro profondo prima di stringere i denti e spingere, portando avanti la schiena nello sforzo, per poi ricadere sui cuscini morbidi del suo letto quando riprendeva fiato.

Sentì Rick sussurrarle che ce l'avevano quasi fatta e che mancava poco. Kate mosse velocemente la testa in segno di assenso perché lo sapeva, lo sentiva. Sentiva il bambino spingersi con forza dentro di lei che non poteva far altro che tentare di aiutarlo nei suoi movimenti.
Si fermò un secondo di più sul materasso e Castle ne approfittò per chiamarla dolcemente.
 
-Ancora un'ultima volta, amore, pronta?-.
Kate annuì ancora, mentre lo guardava con gli occhi lucidi.

Mai, prima di quel momento, aveva provato tante emozioni contrastanti. Era fragile ed aveva una paura immensa. Era terrorizzata dal dolore che provava, ma non per il male fisico quanto per quello che significava.
Stava per dare alla luce suo figlio. Era una madre. E in tutte le sue preoccupazioni e paure era dannatamente felice.

Strinse più forte la mano dell'uomo che amava e che la stava guardando ammaliato, riprendendo a spingere, lasciando questa volta, che un grido sfuggisse dalle sue labbra.
Alcuni secondi dopo, mentre il dolore scemava e le contrazioni diminuivano permettendo ai muscoli di rilassarsi, si sentì completamente svuotata e leggera.

Lasciò che il suo corpo dolorante ricadesse sui cuscini per tornare poi immediatamente vigile quando la stanza si riempì di un lungo e deciso vagito.
Aprì di scatto gli occhi per cercare suo figlio fra le braccia di uno delle dottoresse presenti. Lo trovò poco lontano da lei, con qualcuno che le dava le spalle intento a pulirlo dal sangue.

Alcuni minuti dopo l'ostetrica si riavvicinò a lei, portando con sé quel corpicino, avvolto da una coperta pesante.
-Suo figlio, Kate- disse la donna, e lei tirandosi su a sedere, creò istintivamente con le sue braccia uno spazio comodo in cui poterlo ricevere.
Rise felice, quando poté finalmente stringersi quel fagottino al seno, e una lacrima di gioia sfuggiva al suo controllo mentre piano chiamava: -Alexander-.

-E' bellissimo- le disse Castle all'orecchio e lei lo guardo' per la prima volta dopo la nascita di suo figlio.
Sorrideva radioso, guardandola. Guardandoli. Lo baciò dolcemente quando i loro sguardi si incrociarono.
-Grazie, Rick- sussurrò, soffocando un singhiozzo e guardandolo ancora con le lacrime agli occhi, quando si staccarono.

Si mossero entrambi velocemente, guardando verso Alex, quando lui mise un leggero versetto.
-Ehi, ciao- gli sussurrò Kate, giusto un attimo prima che il neonato aprisse gli occhi.
Verdi. Identici a quelli della madre per forma e colore ma vispi come quelli del padre. Anche i capelli sottili che gli spuntavano dalla fronte sembravano essere quelli di Rick.

Castle rise piano, piegandosi per posare una bacio sulla fronte di entrambi e Beckett alzò gli occhi al cielo sorridendo divertita quando lo sentì esultare:
-Ah-ah. Esposito e Ryan mi devono 50 bigliettoni per quegli occhietti verdi-

Niente sarebbe stato come prima, ma nulla alla fine sarebbe davvero cambiato.

   
 
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