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Autore: WellBeAlright    11/09/2012    9 recensioni
Sapeva cosa provavo.
Cosa sentivo.
Percepiva il vuoto che avevo dentro.
Eravamo come due calamite, come due pezzi di un puzzle, come due metà di una stessa mela.
Ci completavamo.
Cosa prova uno, prova l’altro.
Il mio sorriso dipendeva dal suo, e viceversa.
Era senza alcun dubbio la persona più importante della mia vita. Escluso mio fratello, l’unico familiare che avevo. Prima di quella notte, di tre settimane prima.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Is the unknown we fear,
when we look upon death and darkness.
Nothing more.

 
J. K. Rowling.
 

 
 
 
Caldo.
Sudore.
Paura.
Terrore. Puro terrore.
Un urlo, lancinante, acuto, mi svegliò di soprassalto.
Poi, mi accorsi che era mio.
Mi misi a sedere sul letto, gli occhi sbarrati, la fronte imperlata di sudore, la gola che doleva a causa degli urli lancinanti che, come ogni notte, dovevo aver lanciato.
Come quello che lanciai quella notte.
Senza pensarci due volta, afferrai il cellulare che era poggiato sul comodino accanto al mio letto e composi un numero che ormai sapevo a memoria.
-Pronto?!-rispose, con la voce impastata dal sonno, il mio migliore amico.
-Harry, sono Meredith.-dissi, la voce che mi tremava.
Immediatamente, il suo tono di fece più sicuro, ma riuscii a scorgervi una nota di preoccupazione, come sempre.
-Dimmi tutto.-fece.
Senza aspettare neanche un secondo, parlai.
-L’ho sognato di nuovo, Harry. Quella notte. L’ho sognata ancora. Sono tre settimane che non dormo per paura di rivivere quell’incubo, e le poche volte che mi addormento mi sveglio nel cuore della notte. Cosa devo fare?-le lacrime scorrevano veloci sulle mie guance, sicuramente già sporche del trucco che, come ogni sera, avevo dimenticato ti togliere prima di andare a letto.
Il mio corpo era scosso da forti singhiozzi, ed un tremolio muoveva le mie mani, facendomi spesso scivolare il telefono, che finiva con un tonfo sulle coperte, prima di essere riacciuffato dalla mia stretta insicura e riportato all’altezza dell’orecchio.
-Sta’ calma, arrivo.-disse velocemente, prima di attaccare.
Insieme a me, anche lui non dormiva più, ormai, da tanti giorni.
A causa mia, che lo chiamavo quasi ogni notte per quella cieca paura che si impossessava di me, rendendomi debole, vulnerabile, esposta.
Mi rannicchiai su me stessa, raggomitolandomi in posizione fetale, mi stesi su un fianco e mi coprii con le coperte.
Non avevo la forza di alzarmi, di muovermi.
Desideravo poterla finire lì, in quel momento, di poter dare un taglio a quella sofferenza, che mi squarciava il petto ogni minuto della mia vita, a quella paura, a quell’incubo, che faceva capolino nella mia testa ogni notte, a quei ricordi che mi tenevano sveglia.
Dopo mezz’ora, sentii il rumore delle chiavi che giravano nella toppa.
Harry era arrivato.
Come ogni volta, era arrivato, per salvarmi dalla paura, dall’oscurità.
Mi strinse forte tra le sue braccia possenti, quasi impedendomi di respirare, ma trasmettendomi forza, sicurezza, fermezza, consolazione, rassicurazione.
Affondai il viso nell’incavo del suo collo, sussurrando un “grazie”.
Lui era così.
Era pronto a venire a casa mia, dall’altro lato della città rispetto alla sua, in pigiama, alle tre di notte, per abbracciarmi, per farmi capire che lui era accanto a me, sempre.
Era il mio migliore amico da quando avevamo quattro anni, ovvero quasi sedici anni prima di quella notte.
Era come un fratello per me, anche di più.
Un amico, un fratello, un padre, un punto di riferimento. Il centro del mio universo.
Era il mio tutto.
La ragione per cui andavo avanti.
Il motivo del mio essere.
Come aria, come ossigeno.
Era la luce, era i colori, era la felicità, la sicurezza, il bene, la gioia, che illuminavano il mio mondo.
Senza di lui sarei stata niente.
-Va tutto bene, Meredith. Smettila di piangere. Ci sono io con te.-lui c’era sempre. Sempre.
-Grazie, Harry, per tutto quello che fai per me.-sussurrai allora io. Sentii una stilla bagnarmi il collo, seguita da altre.
Alzai il viso.
Stava piangendo.
Harry.
Stava piangendo.
In quindici anni, non gliel’avevo mai visto fare.
-Hazza…-boccheggiai. Era nella mia stessa situazione.
Sapeva cosa provavo.
Cosa sentivo.
Percepiva il vuoto che avevo dentro.
Eravamo come due calamite, come due pezzi di un puzzle, come due metà di una stessa mela.
Ci completavamo.
Cosa prova uno, prova l’altro.
Il mio sorriso dipendeva dal suo, e viceversa.
Era senza alcun dubbio la persona più importante della mia vita. Escluso mio fratello, l’unico familiare che avevo. Prima di quella notte, di tre settimane prima.
E vederlo lì, davanti a me, in lacrime, fece crollare ogni forma di forza, di sicurezza, di speranza, che c’era in me.
Speranza di riuscire ad andare avanti, anche dopo ciò che era accaduto.
Ma ormai non avevamo più niente da fare, in quel mondo.
Non dopo quel giorno, che aveva cambiato le nostre vite, per sempre, portandosene via un’altra.
 
-Dai, Louis, andiamo, per favore!-implorai mio fratello, mettendomi in ginocchio davanti a lui.
-Meredith, non ho voglia, ok? Ci sarà sicuramente Eleanor con il suo nuovo ragazzo. Com’è che si chiama? Nai… Nie…-bofonchiò, in cerca di una scusa plausibile per non alzarsi dal letto, interrompendo così la sua infinita serie di partite a PES.
Sapeva benissimo che non sarebbero venuti.
-Niall. Si chiama Niall. E comunque non verranno, Lou, lo sai. Per favoooooore! E’ l’ultima festa di fine anno a cui parteciperemo! Ci saranno tutti quelli dell’ultimo anno, tutti i nostri compagni di classe! Daaaai!- mi gettai a terra, unendo le mani, coma per fare una vera e propria preghiera, e facendo la faccia da cucciolo a cui non sapeva resistere.
Sospirò.
-E va bene!-bingo, Meredith! Quando facevo quella faccia, non riusciva a non cedere.
In un attimo mi tirai su, gli feci infilare in fretta e furia pantalone, camicia e scarpe, afferrai le chiavi della macchina e lo trascinai sino ad essa, facendolo sedere al posto del guidatore.
Lui mise in moto ed uscì dal vialetto che conduceva alla villa che prima apparteneva ai nostri genitori e che ora era nostra.
Io mi mangiucchiavo nervosa le unghie, laccate di smalto blu elettrico, stesso colore del vestito che indossavo.
Poi, successe l’inimmaginabile.
In un secondo, che però parve un’eternità.
Incrocio.
Semaforo verde.
Louis passò, tranquillo.
Alla sua destra, un camion veniva a tutta velocità verso di noi, senza tener conto dei limiti o dei semafori.
Mio fratello provò a frenare.
Sterzò.
Un urlo, lancinante, acuto, sferzò l’aria, rompendo il silenzio di quella sera invernale.
Qui, i miei ricordi subivano un interruzione.
Nero. Buio. Oscurità. Dolore. Forte, lancinante, costante, feroce, bruciante, ininterrotto dolore.
Ricordavo solo questo, delle ore successive.
Poi, una camera.
Bianca. Tutta bianca.
Pareti che a guardarle facevano quasi male agli occhi, per quanto erano pulite, di un bianco accecante.
Puzza di chissà cosa.
Medicinali, forse.
Disinfettante.
Una camera d’ospedale, quindi.
Singhiozzi, forti, rumorosi.
Provenivano da una figura seduta su una sedia all’angolo più nascosto della camera.
I capelli, di solito ricci, erano un’indomata chioma appiccicata alla testa e alla fronte.
Gli occhi verdi, spenti, incorniciati da profonde e vivide macchie scure.
Non stava piangendo, ma singhiozzava.
Harry.
L’unica persona che avevo, tranne Louis, da quando i miei genitori se n’erano andati.
-Come… Come sta Louis?-riuscii a dire. Era il mio unico pensiero. Mio fratello.
 Lui scosse la testa.
Singhiozzò ancora.
Dopo un momento di silenzio, sospirò.
-Non…-si bloccò.
Altro singhiozzo, altro sospiro.
-Non ce l’ha fatta.-disse poi, in un flebile sussurro, che però equivalse al più forte e lancinante degli urli.
Come un coltello che ti trapassa il petto da parte a parte.
Come le tue ossa che, in un solo secondo, si fracassano, tutte insieme.
Come mille spilli che bucano la tua pelle.
Lo stesso dolore.
 
-E’ stata colpa mia, Harry. Tutta colpa mia.-sussurro.




AUTRICE.
Ho scritto questa OS diversi mesi fa, ma non ho mai avuto il 'coraggio' di pubblicarla, non so perché. E' stata scritta in un momento difficile, ero praticamente depressa, e mi è uscita fuori questa... cosa. AHAHHAHA
Spero vi piaccia, perché per me significa molto, ci sono molto 'affezionata'.
Naaaaada, se vi va, lasciate una recensione, anche negativa, accetto critiche. lol

Peace, love & stay strong.

Marta.
   
 
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