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Autore: BellatrixWolf    11/09/2012    13 recensioni
Come diamine era finita in quella situazione? Chiusa in una stanza, spalle al muro, assieme a Regina che le teneva l'avambraccio davanti al collo, la mano stretta sulla giacca, i loro volti a pochi centimetri.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho notato che ci sono davvero poche SwanQueen, ed è davvero un peccato, perché è un pairing fantastico secondo me. Certo, non ce le vedo a dirsi "ti amo", sarebbe totalmente OOC, ma la passione c'è. Oh well, enjoy :3


Bonus gif! 




Come diamine era finita in quella situazione? Chiusa in una stanza, spalle al muro, assieme a Regina che le teneva l'avambraccio davanti al collo, la mano stretta sulla giacca, i loro volti a pochi centimetri.
I loro sguardi erano fuoco, le parole ghiaccio.
«Ricorda, sceriffo. Graham mi apparteneva, e così mi appartieni tu.» ringhiò la donna con furia, poggiando una mano al muro.
«Io non appartengo a nessuno.» rispose a denti stretti Emma, portando avanti la testa e fissando gli occhi in quelli castani di Regina. Quegli occhi avevano un potere incredibile. Nonostante la freddezza di quella donna, i suoi occhi trasmettevano una passione ed un calore tali da mettere soggezione, persino a lei.
Il suo fiato era corto ed il suo battito veloce, mentre il ringhio del sindaco si trasformava lentamente in un terrificante e raggelante ghigno.
«Oh, sì invece. Tu mi appartieni, come tutti in questa città.» era stanca di recitare, Henry la odiava, Emma faceva di tutto per ostacolarla. Tanto valeva dare il peggio di sé.
«Preferirei morire.»
Regina staccò la mano dal muro dando un colpo al petto di Emma con il braccio poi, ripreso l'equilibrio, prese il mento di Emma tra le dita. «Oh, mia cara, quello si può fare.» Si avvicinò ulteriormente. «Ma sarebbe uno spreco.»
Quegli occhi l'avevano completamente ipnotizzata. Voleva ribellarsi, combattere, ma si accorse che non ci riusciva.
Il suo sguardo vagava dai profondi occhi castani di Regina alle sue labbra rosse e si stupì nel comprendere quanto avrebbe voluto baciarla in quel momento. Diamine, la solitudine le stava facendo male. Insomma, certo, doveva ammettere che Regina era davvero bella, ma era una stronza! La sua nemesi! E -ne era certa- aveva provato più di una volta a farla fuori.
Il sindaco si accorse di quell'attimo di smarrimento e sorrise trionfante.
«Tu, Emma Swan, sei mia.» Scandì ogni parola, ogni sillaba, ogni suono, poi sigillò la proprietà.
Emma sgranò gli occhi quando, con lo scatto di una serpe, Regina la baciò. Per un attimo pensò di scansarsi, ma presto realizzò che non voleva. Quelle labbra rosse erano così dolci... non se lo sarebbe mai aspettato.
Mai avrebbe pensato di baciare una donna, men che meno lei!
Anche Regina, nel baciare colei che odiava di più dopo Biancaneve, sentì un inaspettato ed incredibile calore. Pensava sarebbe stato come con Graham: un freddo mezzo per riempire il vuoto. Invece era rovente, più passionale di quanto potesse immaginare.
Le loro lingue si intrecciarono per qualche secondo, finché Regina non si allontanò, in un primo momento accompagnata da Emma, che -stupendo anche se stessa- non voleva terminare quel contatto.
Si fissarono stranite per qualche istante, la mano del sindaco ancora sul mento dello sceriffo.
Poi Regina mollò la presa sulla giacca di Emma, solo per attirarla in un altro bacio con una leggera pressione sul mento. Lei non si fece pregare e le rispose con furia, prendendole i fianchi, mentre il sindaco tornava ad appoggiarsi al muro con il gomito.
Le dita che prima stringevano il mento di Emma scivolarono lungo il suo collo, sempre più giù, allo spazio fra i seni, fino all'orlo del top bianco, a cui si aggrapparono. La bionda spinse in avanti il petto, poi si separò dalle labbra rosse e con uno scatto rivoltò le posizioni, chiudendo Regina tra sé e il muro.
«Io non appartengo a nessuno.» ripeté, prendendo la mano ancora attaccata al top e risalendola velocemente con le dita fino ad arrivare alla spalla.
Spinse un ginocchio tra le gambe di Regina costringendola ad aprirle per quanto la gonnellina nera di pelle glielo permettesse, poi tornò a baciarla.
Dalla spalla scese, disegnando il contorno del seno, poi del fianco, fino ad arrivare all'orlo della camicia, che alzò. La sua mano risalì lungo il ventre di Regina mentre le sue labbra scendevano verso il suo collo.
Lei inarcò la schiena e si aggrappò ad Emma, mentre un brivido la percorreva.
Una mano arrivò finalmente al seno, iniziando a stuzzicarlo, mentre l'altra, dal fianco, scese sulla gamba, fino al termine della gonna; la prese tra le dita e la sollevò, iniziando a carezzarle l'interno della coscia mentre Regina lasciava cadere la testa all'indietro prendendo grandi respiri, gli occhi chiusi e il battito veloce.
Infine, Emma naufragò verso la zona più sensibile di Regina, facendola impazzire.
Abbandonato ogni ritegno, Regina si ritrovò a gemere sotto il tocco di Emma, che sembrava divertirsi tanto quanto lei...

***

Emma e Regina si svegliarono contemporaneamente, ognuna nel proprio letto.
Emma, il fiato corto, abassò la testa, sfiorandosi le labbra con le dita con un'espressione dubbiosa mentre i suoi occhi saettavano a destra e sinistra.
Regina, il battito accelerato, guardò in alto portandosi una mano al petto, mentre vagava con uno sguardo allibito per il soffito.
  
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