Alla Sebastian
del mio
Thad,
Alla Jeff del mio Nick,
Alla David del mio Wes,
E alla Klaine del mio Klaine, perché non abbiamo ancora
deciso chi sarà Kurt e chi
Blaine
This Story was made for you.
Uno
Qualunque al Luna Park
Sebastian
non
amava molto i Luna Park americani per molto motivi:
- puzzavano di alcool e persone dimenticata dal mondo che girava per il
Paese
con quei quattro giocattoli per far divertire la gente,
- era un vero attentato al portafoglio, dati i costi delle giostre e
del cibo,
- odiava quella massa urlante di ragazzi eccitata per qualche giro su
uno di
quei trabiccoli,
- era tempo sprecato,
- ma soprattutto, niente sesso.
E
come avresti
fatto? Lui di certo non si sarebbe abbassato a portarsi al letto gente
di
quella zona, molto meglio i ragazzi dello Scandles. Farlo dietro una
giostra o
nei bagni pubblici era troppo squallido, e ovviamente non avrebbe
trovato
nessuno alla sua altezza.
Si, decisamente luoghi come i Luna Park non erano adatti a Sebastian
Smyte.
Allora
perché
stava parcheggiando accanto all’ingresso del Matherland?
-che stai facendo?- domando Sebastian,
vedendo il suo compagno di stanza che si preparava per uscire. Non era
normale,
considerato il fatto che Thad Harwood non usciva MAI.
Ne un caffè con un amico, una pizzata con i Warblers,
comprare delle sigarette,
uscire con un ragazzo, nulla.
-mi preparo, non vedi?- disse quasi contro voglia, sperando che Smythe
non
volesse approfondire ulteriormente la chiacchierata. Cosa che
ovviamente non
fece.
-Thad Asociale Harwood che esce? Dio, perché non
l’ho letto sui giornali? O
forse era sul notiziario delle otto e me lo sono perso?- Chiese ironico.
-molto divertente Smyte, lo sai benissimo che ho una vita sociale al di
fuori
di questa stanza- rimbeccò Harwood, rassettandosi la
maglietta e i jeans un po’
sgualciti.
-non è vero, tu non esci mai!- rimbeccò Sebastian.
-si invece, solo che non usciamo alle stesse ore e non frequentiamo gli
stessi
posti. In più tu non ti accorgi di quando esco- disse, con
tono leggermente
accusatorio.
-non è vero. quando ho bisogno di un aiuto in geometria me
ne accorgo- lo
corresse.
-sai vero che non sono tuo compagno di stanza solo per darti
ripetizioni?-
-io avrei qualche altra attività in mente, ma tu non vuoi-
“solo perché non voglio essere uno
qualunque” pensò Thad, tra se e se.
-comunque, dove stai andando?- chiese Sebastian, dato che
l’altro non
rispondeva.
-David e Wes hanno organizzato un’uscita Warblers al
Matherland, non ricordi?-
-giusto! È stata quella parte della riunione in cui Wes
apriva la bocca e io
sentivo solo “bla bla bla”?- domandò
ironico.
-idiota- bofonchiò, prima di aprire la porta.
-non mi aspetti?- chiese Sebastian, mentre si malediceva mentalmente
“ma che
dico?”
Thad lo squadrò dalla testa ai piedi, e inarcò un
sopracciglio –vieni anche
tu?-
-mi sembra ovvio- disse alzandosi dal letto con un balzo- sono un
warblers
anche io no?- chiese, mentre dentro di se si domandava che gli passasse
per la
testa.
Lui non aveva mai provato alcun interesse nel socializzare con quella
massa di
ragazzini viziati, ne di partecipare alle loro stupide uscite di
gruppo. Allora
perché si mostrava così entusiasta
all’idea di andare con loro al Luna Park?
-d’accordo…- acconsentì
l’altro dubbioso, incurvando leggermente le labbra
all’insù.
E una piccola parte del cervello di Sebastian pensò che per
un sorriso del
genere, ne valesse la pena.
-muoviti
mangusta!- esclamò Jeff scocciato, picchiettando sul vetro
della macchina.
La presenza di Sebastian era stata una sorpresa per tutti, visto che
non si era
mai premurato di nascondere l’astio che provava nei confronti
dei suoi compagni
Warblers.
Soprattutto Jeff, Wes e Trent erano scocciati dal suo repentino cambio
di
programmi. Il primo perché era stufo di essere chiamato
“testa di Limone”, il
secondo perché una volta aveva quasi rotto il suo adorato
martelletto, e il
terzo perché Sebastian amava particolarmente afferrare i
dolci e buttarli giù
dalla finestra.
-datti una calmata Testa di Limone- gli disse Sebastian, scendendo
dalla
macchina.
“ma perché diamine sono venuto qui? Adesso rientro
in macchina e me ne vado
allo Scan….”
-scusate
il
ritardo ragazzi, David si era perso- si scusò Thad,
raggiungendoli.
Il diretto interessato gli diede una leggera gomitata alle costole
–io sono un
ottimo guidatore!- si difese lui, facendo ridere i presenti.
-come quando volevamo andare al mare e siamo finiti nella pista di
pattinaggio?- chiese ironico Flint.
-o quando volevamo andare da Globe per una pizza e dopo un ora di
viaggio ci
siamo ritrovati alla Dalton?-
-o quando abbiamo quasi mancato le Provinciali?-
-oppure quando Thad si era fratturato la caviglia e lo hai portato dal
dentista?-
-anche quella volta…-
-okay! okay!- esclamò David interrompendoli –siete
stati chiari!-
Sebastian li guardava in disparte, sentendosi un po’ fuori
posto. Lui non era
mai stato con loro in nessuno di questi episodi, e quindi non poteva
ridere
insieme agli altri.
Per un attimo pensò che si sarebbe stato bello poter
sorridere insieme a loro,
e sentirsi parte del gruppo.
Poi scacciò quella malsana idea dalla testa e fece un
smorfia.
-Sebastian? Hai intenzione di restare li tutta la sera?- gli chiese
Thad sulla
soglia dell’entrata.
Preso com’era dai suoi pensieri, non si era accorto di essere
rimasto li
impalato, e che gli altri ragazzi erano già entrati.
-certo che no, poi tu non avresti nessun culo su cui sbavare- gli disse
facendogli l’occhiolino, per poi entrare.
Thad rimase un attimo impalato. Sebastian gli aveva fatto
l’occhiolino.
Poi corse e raggiunse gli altri.
-ti
prego,
illuminami- gli chiese Sebastian, bevendo un sorso della sua cola.
-non ti seguo- rispose Thad, mangiando un pezzo del suo zucchero filato.
-perché sei qui a ingozzarti di zucchero e non sulle
montagne russe con la
combriccola degli idioti?-
-mi piace lo zucchero filato- borbottò mandandone
giù un grosso pezzo.
Sebastian fece una smorfia –piuttosto che mangiare quella
roba, preferisco un giro
sulle montagne russe con l’amante dei pasticcini-
Thad stava per ribadire, ma l’arrivo degli Warblers dalle
montagne russe lo
bloccò.
-Dio ragazzi, era assolutamente meraviglioso!- esclamò Nick
euforico.
-sembra di sentire Blaine*- commentò Thad ridacchiando.
-dove si va adesso?-
-casa degli specchi!!!!- esclamarono David e Wes insieme, per poi
scoppiare a
ridere.
-d’accordo! Tu vieni con noi?- chiese Thad a Sebastian.
Quest’ultimo annuì e seguì il gruppetto
alla biglietteria.
“idiota! Si può sapere perché sei
così accondiscendente con Harwood?” si chiese
Sebastian, mentre entravano nella casa degli specchi “ti
è andata la Cola al
cervello?”
SBAM!
Non
si era accorto
dello specchio contro cui stava andando a sbattere. Poi una risata. Per
quanto
Sebastian pensò che fosse la più bella che avesse
sentito, notò che era palesemente
una risata di scherno.
-Che hai da ridere Harwood?- gli chiese indispettito, mentre si
massaggiava la
testa.
-dovresti vedere la tua faccia!- esclamò, ridendo
più forte.
Sebastian gli riservò una delle sue occhiatacce, ma non si
azzardò a commentare.
Che gli succedeva? A qualunque individuo che si fosse arrischiato a
ridere di
lui in quel modo, avrebbe riservato una delle battute stronze delle
sue, con
mancanza di tatto e poca attenzione ai sentimenti altrui. Ma con Thad
era
sempre stato tutto diverso, dal primo giorno che aveva messo piede in
quella
stanza alla Dalton.
E
capì che
probabilmente Thad non era uno “qualunque”.
-abbiamo
trovato
l’uscita!- urlarono Jeff e Nick in coro, felici come bambini.
-seguiamo Nasone e Testa di Limone, non voglio passare il resto dei
miei giorni
qui dentro- borbottò Sebastian, seguendo i due ragazzi verso
l’uscita.
Arrivarono a una porta sul lato destro dell’attrazione, che
portava a delle
scale esterne.
Una volta salito Sebastian potè ammirare il gigantesco Luna
Park da un’altezza
decente.
Thad uscì per ultimo, e Smythe non potè far a
meno di notare quanto fosse
agitato: stringeva il corrimano quasi a volerlo strappare, continuava a
gettare
occhiate ovunque evitando accuratamente la vista sul luna Park, e
muoveva i
piedi incerti, come che avesse il terrore di cadere.
Sebastian lo squadrò confuso. Che problema aveva? Sembrava
quasi che….
Soffriva
di
vertigini.
Certo!
Come aveva
fatto a non pensarci prima? Per questo aveva evitato la ruota
panoramica e le
montagne russe con i suoi amici. Non era per lo zucchero filato, ma per
l’altezza.
Si mosse verso di lui e lo afferrò per una spalla,
mettendosi tra lui e la
vista sul Luna Park.
-muoviti Harwood, non ho voglia di venirti a ripescare qui dentro, e ho
di
meglio da fare che restare qua sopra- e detto questo lo
trascinò verso lo
scivolo che li fece arrivare dritti accanto all’entrata della
casa degli
specchi.
Thad lo guardò confuso, dopo essersi ripreso dalla paura che
aveva avuto la
sopra. E non potè non ringraziare mentalmente Sebastian, per
averlo salvato da
quel pasticcio.
-Tappeto-volante!-
esclamò Richard allegro, guadagnandosi commenti di
approvazione, e un’occhiata
terrorizzata di Thad.
-io passo grazie- disse quest’ultimo, infatti.
-ma come? Tu devi venire, è meraviglioso!-
esclamò Jeff, con gli occhi che gli
brillavano – non vedi quanto va in alto?- chiese poi
eccitato, indicando il
tappeto gigante che faceva dei piccoli cerchi, dal basso verso
l’alto, troppo
veloci e troppo alti per il povero cuore di Thad.
-no, vivo benissimo anche senza- li assicurò.
-ma no Thad, tu devi venire! È una delle attrazioni migliori
di tutto il Luna
Park!- esclamò Trent nel tentativo di convincerlo.
Harwood era in evidente difficoltà. I ragazzi stavano
insistendo parecchio, e
non aveva nessuna scusa plausibile per fuggire da quella trappola
mortale.
-andiamo Thad!- lo supplicò Luke, carico di aspettativa come
gli altri.
Thad mano a mano indietreggiava, sentendosi braccato. Non aveva
più speranza
ormai, avrebbero scoperto tutto.
Poi sentirono un tonfo, e un’imprecazione alquanto scurrile,
che poteva
provenire solo da Sebastian.
Il
gruppo di
Warblers, che era troppo preso da Thad per accorgersi dei suoi
spostamenti,
osservò il ragazzo per terra con un piede incastrato tra
delle corde. Probabilmente
uno degli addetti del Luna Park aveva lasciato la corda in giro e
Sebastian
c’era caduto sopra.
-dove
sono le
telecamere quando servono?- domandò teatralmente Jeff.
Thad
accorse
subito in suo aiuto, mentre quello imprecava malamente.
-ce la fai a camminare?- gli chiese Thad, sorreggendolo con un braccio
dietro
la sua schiena.
-cazzo, ti pare che io sia in grado di muovermi?- sbottò in
risposta.
-che facciamo adesso?- brontolò Trent –non
possiamo portarlo in giro pr il Luna
Park con quella gamba-
-io non ho alcuna intenzione di riportare Sebastian alla Dalton-
-io non ce lo porto, voglio divertirmi!-
-non passo il sabato sera in collegio solo perché il
signorino non fa
attenzione!-
-hey hey hey, calma! Qualcuno dovrebbe portarlo alla Dalton in ogni
caso….-
esclamò Wes –faremo a estrazione-
-ma posso portarlo io…- si offrì Thad.
- non si discute Thad, faremo a… aspetta cosa?- chiese Wes
spalancando gli
occhi.
-posso portarlo io- ripetè.
-sei sicuro? Guarda che non sei obbligato!- esclamò Nick,
non volendo lasciare
il suo amico nelle grinfie di Sebastian.
-no, davvero. Posso portarlo io. E poi avevo quasi finito i
soldi….- buttò li.
-d’accordo allora- disse David con poca convinzione.
I Warblers si allontanarono verso il tappeto volante, e Thad e
Sebastian si
avviarono verso la macchina.
Thad, rosso in viso, continuava a sorreggerlo con un braccio dietro la
sua
schiena. Il viso di Sebastian era davvero vicino.
Quando erano quasi arrivati alla macchina Sebastian smise
improvvisamente di
zoppicare, ma non accennò di staccarsi da
Thad, ne ti togliere il braccio che aveva poggiato sulle sue spalle.
-Sebastian, il tuo piede…?- chiese confuso e sorpreso allo
stesso tempo.
-che c’è Thad?- gli chiese innocentemente
–mica hai creduto alla scusa del
piede, vero?-
-era una scusa?- chiese staccandosi velocemente da lui.
-quanto sei antipatico, stavo decisamente più comodo prima-
borbottò sentendo
la mancanza del contatto con Thad.
-perché hai mentito? Ti ha dato di volta il cervello?-
sbottò incavolato Thad.
-dovresti ringraziarmi, o quegli idioti avrebbero scoperto il tuo
problema con
i posti troppo alti. Anche se non ci vuole nulla a capire che soffri di
vertigini: ogni Hobbit che si rispetti soffre di vertigini-
Thad boccheggiò –c.. come lo hai scoperto?-
-sopra la casa degli specchi tremavi così tanto che avevo
paura che facessi
muovere tutta la struttura- borbottò Sebastian.
-e perché lo hai fatto? Insomma, a te non frega nulla di
me!-
-e chi lo ha deciso?-
Thad non rispose. Era confuso. Fino a qualche ora prima il suo mondo
era chiaro
e ordinato: Jeff era altissimo, Nick aveva un naso invidiato da
Voldemort,
Sebastian lo ignorava, e lui era comunque innamorato di uno stronzo.
E
poi accadde,
senza preavviso. O meglio Sebastian ci aveva messo una lentezza
esasperante, ma
Thad si rese conto di quello che stava accadendo solo quando si
ritrovò le
labbra carnose del ragazzo sulle sue.
Non aveva mosso un muscolo, e nemmeno Sebastian. Semplicemente aveva
attaccato
le labbra sulle sue. E Smythe attendeva. Una qualche reazione, uno
schiaffo, un
terremoto.
Nulla, Thad non si muoveva.
-non credevo che le mie labbra facessero così
schifo…- sbottò Sebastian
allontanandosi da lui infastidito.
Non aveva nemmeno finito la frase che Thad lo aveva afferrato per il
colletto
della camicia e aveva fatto combaciare le loro labbra, baciandolo con
grande
intensità.
Sebastian passò la lingua sulle labbra del più
basso, e attese che schiudesse
le labbra, prima di far scontrare le loro lingue.
Dio, Thad baciava divinamente. Sebastian si inebriò
così tanto nelle piacevoli
sensazioni che provava, che rimase stordito quando Thad interruppe il
contatto.
-no…- mormorò il più basso, cercando
di allontanarsi da lui, con pochissima
convinzione.
Sebastian lo ribaciò, prendendo il suo volto tra le mani e
stringendolo forte a
se, tanto che Thad si abbandonò a quella piacevole
sensazione.
-perché no?- gli sussurrò Sebastian, tra un bacio
e l’altro.
-perché sarei uno qualunque-
-per me, non sarai mai uno qualunque- gli rispose Sebastian, in uno dei
suoi
rari momenti di serietà.
Per lui Thad non sarebbe mai stato “uno qualunque”.
E quella notte, nel parcheggio, entrambi pensarono che il Luna Park non
era poi
così male.
ANGOLO PAZZA
Eccomi
qui, con la
mia prima Thadstian.
Dio faccio un vero applauso a coloro che sono arrivati fino a qui *Clap
Clap*!!!
Insomma, che coraggio! Bhè, alla mia prima Klaine ho avuto
12 recensioni
(ancora con ci credo, che bello ç___ç) spero di
avere un minimo di fortuna
anche qui!
L’idea mi è venuta il giorno del mio compleanno
(20 luglio, immaginate da
quanto avevo in testa sta cosa) e Thad è totalmente ispirato
a me e alla mia
paura delle vertigini, e anche al mio scarso entusiasmo verso i luna
park.
Non ho nulla contro chi adora questo genere di posti (ovvero tutti
tranne me),
ma io sono strana, capitemi!
Va bè alla fine spero soprattutto che sia piaciuta a Dulia
(cioè Delia), come
fan fiction per il suo compleanno. Che era il 4 agosto. Okay, non sono
una
molto puntuale, eh? Già.
niente, spero che vi sia piaciuta, sono supernervosa ma soprattutto un
GRAZIE
SPECIALISSIMO a Delia, che mi è sempre vicina, che mi
sopporta quando sclero su
Glee, le mie idee pazze, i miei piani malefici e i miei complessi
mentali.
BUON COMPLEANNO IN
RITARDOOOOOO
Ed
è così che Miky
vi dice ciao