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Autore: UnVecchioFratello    11/09/2012    0 recensioni
Dall'alto di una città distrutta, il caos domina per le strade.
Un sorriso bianco puro, e il mistero relativo al marchio angelico. Quali altri segreti riuscireste a sopportare?
Genere: Guerra, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Luke aprì gli occhi, notò Celine sdraiata al suo fianco.  Era bella, davvero molto bella. Non era tanto alta, aveva un bel lineamento, eppure dentro di lei c'era qualcosa che lo attraeva di più, rispetto alla sua bellezza. Inizialmente non riusciva a riconoscere quella ragazza, non era una delle solite sgualdrine che frequentava, non rispettava i suoi standard. Poi ricordò. La sera dello sparo, il tizio con la veste nera in ospedale e la sera prima a casa sua. Però, c'era qualcosa che non quadrava. Si ricordava di averle visto il seno, di aver visto il marchio e quando aprì gli occhi si ritrovò nel suo letto. Il marchio! Doveva assolutamente rivedere il marchio! Quella ragazza centra sicuramente qualcosa con Lucy. Scostò la coperta dalla schiena nuda della ragazza..

"Cosa volevi fare mentre dormivo, piccolo maiale?" disse ironicamente Celine con un bel sorriso

"Un galantuomo non abuserebbe mai di una giovane fanciulla incolume" rispose in tono Luke

"Buongiorno." dandogli un bacio

Luke rimase un attimo a capire quello che stava succedendo. Il suo cuore scoppiava di felicità, eppure lui non capiva i propri sentimenti. Appena i due si misero comodi nel letto, lei cercò subito di prendere una discussione.

"Temo di averti scioccato con quello."

"Il bacio? Oh Celine, solamente non me lo aspettavo."

"Oh. Riguardo al marchio cosa ti è preso?" rispose lei

Luke scosse la testa "Non ero pronto a ri-vederlo."

"Ne vuoi parlare?"

Sospirò. "Devi sapere che non sei l'unica ad avere quel marchio. Lo porto pure io sulla mia schiena." disse Luke, girandosi e mostrandole la schiena

"Oh.." toccò la schiena di Luke. Era piena di graffi, tagli, ferite, cicatrici, tutte in direzione del marchio, però lui era pulito. Celine provò ancora quello strano calore, che provò quando tocco il marchio la sera prima.

"Cosa siamo?" chiese Luke

"Non lo so nemmeno io. Però sento dentro di me un qualche strano.."

"Una strana voce?" lo interruppe Luke

"Sì. C'è una voce che continua a chiamarmi 'Iphidora'. Mi viene da credere che sia il marchio a parlarmi.."

"Il marchio? Iphidora.. Lo stesso vale per me, mi sento chiamare 'Phiox'. Una cosa è certa. O stiamo diventando entrambi pazzi, o ci hanno drogato, o è tutto vero.."

"Ogni tanto, mi capita di perdere i sensi. Mi gira la testa e non vedo più niente. Quando mi risveglio, mi ritrovo da un'altra parte. E temo di fare o dire cose senza saperlo.. Un po' come te, ieri sera.."

"Ieri sera? Io.. Credo di essere svenuto dopo aver visto il tuo marchio. E' successo qualcosa?"

"Eh? Nono nulla di importante!" gridò Celine arrossendo

"Oh, ok. Allora vado a farmi una doccia."

Sotto la doccia Luke continuava a chiedersi chi fosse questo Phiox. Cercava di cancellare dalla sua mente, tutti i ricordi legati al marchio. Rivedeva sua figlia, in un vicolo scuro, il giorno del suo compleanno; circondata da quattro maledetti perversi pedofili. Lei piangeva, e lui la cercava per tutta la città, ad un certo punto la sentì urlare. Arrivò in quella strada e la vide. Vide comparire quel marchio sulla sua mano, brillare di rosso sangue. Lei in preda ad una risata isterica piena di malvagità. Quattro persone in terra, poco lontane da lei. Sangue dappertutto, ossa rotte, un polmone letteralmente sventrato. Persone squartate, smembrate, irriconoscibili. Lui sentì dentro di sè una voce. "Corri, salvala.  Non possiamo lasciarla all'Apocalisse, è importante per noi!" Si lanciò su di lei, la prese in lotta, e dopo un po', riuscì ad abbracciarla, stringedola a sè. Lei piangeva, chiedendo aiuto a lui. Nel giro di pochissimi istanti, sentì un bruciore tremendo alla schiena e sia lui che sua figlia svennero per terra. Quando venne trovato dall'ambulanza. Sua figlia non c'era. Appena riuscì a tornare a casa, sua figlia e la sua ragazza erano scomparse, sparite nel nulla. Il giorno dopo, lo vide. Cicatrici, sangue e ferite in tutta la schiena, con al centro quel maledetto marchio. Da quel giorno, gli capitava spesso di perdere conoscenza, o avere un forte mal di testa.

Nel frattempo, Celine stava preparando qualcosa da mangiare per colazione. Un piatto di uova e una tazza di latte era tutto quello che era riuscita a trovare in quell'appartamento.

"Chissà come sta Luke.." pensò ad alta voce

"Ma quindi ti interessa sapere veramente come sto?"

Fece un sobbalzo dallo spavento "Luke! Non ti avevo sentito arrivare."

"Scusami, non pensavo che una ragazza forte come te avesse paura della propria ombra." disse ridendo

"Ah si? Allora scordati la colazione!" si girò offesa, tornando a pensare alle uova

La giornata passò velocemente, i due ragazzi pulirono casa, riempirono il frigo e passarono il pomeriggio a cercare il significato di quello strano simbolo presente su i loro corpi. Quella sera, una delle varie puttane di Luke, suonò al campanello.
 
"Ehi, tu chi saresti? Una nuova in prova dal Capo?"

"Come scusa?" rispose Celine

"Fa' addirittura la garbata questa ragazza! Troietta vedi di spostarti e fammi parlare con Luke."

Le due ragazze iniziarono ad urlarsi contro, creando diverso scompiglio nell'atrio. Luke, attirato dalle urla di Celine andò a vedere.

"Quindi mi stai dicendo che sei un pappone?! Uno di quei luridi e schifosi che ci vende? Pensavo fossi diverso Luke.."

"Celine, non ti ho raccontato tutto della mia vita fino ad ora. Dovresti sapere che io non vivo pienamente nella legalità.."

"Cos'altro fai?! Spacci? Vendi schiavi? Ammazzi?"

"Conosci lo Stuzzo? Sono l'unico produttore e venditore."

"Oh Luke.."

Dopo aver chiarito la situazione tra Celine e la ragazza, e dopo aver convinto Celine che avrebbe cambiato vita all'istante, decise di andare a farsi un giro nel suo vecchio negozio. Sapeva quello che doveva fare, aveva molti soldi da parte, quindi poteva sopravvivere senza problemi. Krieg aprì la porta della bottega salutandolo come sempre col sorriso.

"Buonasera capo, le serve qualcosa?"

"Krieg, Krieg caro. Sono giunti tempi dove un padre deve lasciare il posto al proprio figlio. Io ti ho accudito come un figlio, hai vissuto con me, in questo ludico mondo da quando avevi dieci anni. Credo proprio che dovrò prendermi una pausa."

"Davvero? Luke tu vorresti lasciarmi il negozio?!" gli disse Krieg stupito

"No. Il negozio continuerà ad essere in mio possesso. Devo continuare a mangiare per vivere no?" rispose sorridendo

"Ma quindi.. Tu, cioè lei.. non vorreste mica lasciarmi il giro?" disse sempre più meravigliato

"Vedo che hai imparato in fretta. Congratulazioni. Queste sono le chiavi, sai già tutto quello che c'è da sapere. Salutami molto calorosamente il Signor Capobianco! E auguragli di vivere il più a lungo possibile, anche se non credo che ci riuscirà.."

Luke decise di lasciare le ragazze del condominio libere della propria vita. Non voleva più seguire il giro, non voleva più avere a che fare con nessuno tranne che con la sua drogheria. Si sentiva soddisfatto. Si era liberato definitivamente dello Stuzzo. In parte dentro di lui, sapeva che gli sarebbe mancato; in fondo lo aveva inventato lui. Ma ora è tempo di cambiare. Aveva una ragazza da proteggere, aveva una figlia da trovare, uno strano marchio da comprendere.
Mentre Luke stava tornando a casa, vide diversi pompieri dirigersi verso casa sua. Quando arrivò sotto casa, ciò che vide lo lasciò a bocca aperta.
  
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