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Autore: Lorenzo5861    11/09/2012    3 recensioni
Cado a terra e, prima di chiudere gli occhi, vedo la ragazza che scappa verso una grande strada alla fine del vicolo."Lì sarà al sicuro". E’ il mio ultimo pensiero prima di sprofondare in un lungo sonno, in cui non so se mi risveglierò.
Sì lo so il titolo è molto banale, ma non la storia. ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi Tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti ragazzi, è la prima volta che scrivo una fan fiction e, da come presto noterete, non sono molto bravo a scrivere. Vi chiedo gentilmenti qui di di recensire e dirmi dove sbaglio. Spero che vi piaccia comunque. Ciaooo.
P.S. Viva Hayleeeeey!!! :D

- Alex Backer! Vieni alla lavagna! Lo so che sei timido ma devi presentarti al resto della tua classe.- dice la mia insegnante di spagnolo." Vai a farti fottere", penso.
Come se questa vecchia megera sapesse chi sono io. Non sono timido! Solo che relazionarmi con degli idioti mi mette un po’ a disagio, come succede ad ogni persona intelligente. Sono arrivato qui a Franklin solo da due giorni e già la gente inizia a tartassarmi. In tutto questo tempo non mi sono fatto nemmeno un amico, e l’angoscia mi perseguita. Tutto perché ho voluto seguire la mia ragazza fino in Tennessee per vivere insieme felici e contenti.
Poi quella bastarda mi ha lasciato ed io sono rimasto qui con mio padre e la mia sorellina  Allyson che sono venuti con me perché non mi volevano abbandonare. Ho 19 anni, me la sarei cavata, ma Allyson mi vuole troppo bene e non mi avrebbe abbandonato, così ha convinto mio padre, ha abbandonato tutti i suoi amici e parenti ed ha deciso di venire con me. Gli ho sempre voluto un mondo di bene e da quel momento ora gliene voglio ancor di più.
– Allora Alex muoviti non abbiamo tutto il giorno!- Il suono della voce della professoressa mi fa ripiombare nella realtà.
–Io sono Alex. Ora posso andare?- dico io con tono esausto. - Non è così che si fa una presentazione!- la classe scoppia in una grande risata che avranno tanto da ridere?
- Io sono Alex Backer, odio essere qui, questo posto è pieno di idioti, lei signorina Sanchez è un troia e il mio banco puzza di uovo marcio. Adesso posso andare professoressa?- Dico con un fil’ di voce in tono esausto. So che quello che ho appena detto avrà grosse conseguenze nel mio futuro. Parlo come un cartomante.                                                                         

La signorina diventa rossa dalla rabbia e dalla vergogna, mentre la classe continua a ridere imperterrita. – Come ti permetti?! Non so se a New York questo era il vostro modo di relazionarvi con gli altri ma qui i modi sono diversi! Esiste l’educazione caro mio "Hijo de puta" quindi ora ti becchi una nota e fili dalla preside se non vuoi che ti ci porti a calci nel culo!- - Parla lei di educazione quando ha imprecato due volte nella stessa frase!- dico io con un tono leggermente alterato. –Vai dalla preside maleducato!- - Non ci andrei nemmeno se fosse l’ultimo rifugio antiatomico in piena guerra nucleare!- a quel punto esco sbattendo la porta senza che il pensiero di andare in presidenza mi sfiori minimamente il cervello. 
Al contrario esco di corsa dalla scuola e inizio a girare per le calde strade del Tennessee. Ho un gran paura che la signorina Sanchez mi rincorra con una mannaia ma mi faccio forza pensando che sia contro il regolamento. Se ne hanno uno. Visto il modo in cui imprecava in spagnolo. 

Continuo a girare per le strade senza meta ed alla fine mi decido ad incamminarmi verso casa “chi lo sentirà mio padre” penso. 
In quell’istante sento delle grida provenire da un vicolo lì vicino e mi affretto a raggiungerlo. Non faccio in tempo ad entrare nella viuzza che riesco a distinguere la voce che grida. E’ una ragazza. Entro nel vicolo e vedo tre uomini incappucciati che stanno le intorno. Due la stanno tenendo ferma mentre l’altro sta per spogliarla. In quell’istante, senza nemmeno rendermi conto di quello che sto facendo, mi lancio contro i ragazzi e assesto un cazzotto a quello che la stava svestendo. Gli altri due mi si parano subito davanti. So che sono una frana nei combattimenti ma devo solo prendere tempo perché la ragazza scappi. Non ho la minima idea perché lo stia facendo. Sarà il mio spirito da buon samaritano celatosi dentro di me da anni che attendeva solo il momento giusto per uscire. In quello stesso istante uno dei due mi assesta un bel pugno in faccia facendomi sanguinare il naso. Cado a terra indolenzito e, tra i piedi dei teppisti vedo che la ragazza è già fuggita. Allora faccio per alzarmi e fuggire anche io quando l’altro mi tira una ginocchiata nello stomaco. Mi piego in due dal dolore ma non mi accascio, anzi, tiro un pugno a quello che mi ha tirato la ginocchiata e inizio a correre dalla parte in cui è fuggita la ragazza inseguito dall’ultimo rimasto. Anche se dolorante riesco ad avere una corsa abbastanza veloce, ma non sufficientemente rapida, perché il mio inseguitore mi è alle costole. Ad un certo punto imbocco un altro vicolo e mi girò di scatto tirando un calcio ben assestato in mezzo alle gambe del ragazzo. Quello si inginocchia a terra e mi consente di avere una buona distanza da lui. Finalmente lo semino ed imbocco una stradella alla mia destra, quando vedo la ragazza. Non riesco a distinguerla bene nella penombra, noto solo che ha i capelli tinti di un rosso molto carino. Lei non fa in tempo a girarsi ed a urlare spaventata che io gli chiudo la bocca e la tengo ferma per un braccio. –Ok tranquilla io sono quello che ti ha soccorso, non voglio farti del male, mi chiamo Alex. Se ti lascio mi assicuri che non urlerai in preda al panico?- lei fa cenno di sì ed io mollo la presa.
–Hai un cellulare? Così chiamiamo la polizia, e magari un’ambulanza- continuo io con tono dolorante perché mi fa male dappertutto. Lei mi guarda un attimo negli occhi poi prende il suo telefono e compone il numero della polizia. Descrive il luogo dove siamo e dice che serve anche un’ ambulanza descrivendo l’accaduto. Appena riattacca il cellulare la vedo completamente imbiancarsi in volto ed iniziare ad urlare ed a scappare via. Non faccio in tempo a girarmi che sento qualcosa di pesante colpirmi la nuca. In quel momento a vista mi si rabbuia ed il cuore inizia a pompare così forte e veloce che lo sento anche nelle orecchie. Cado a terra e, prima di chiudere gli occhi, vedo la ragazza che scappa verso una grande strada alla fine del vicolo.

Lì sarà al sicuro.

E’ il mio ultimo pensiero prima di sprofondare in un lungo sonno, in cui non so se mi risveglierò.  
  
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