11/09/2012
3 recensioniQUANDO CI VUOLE, CI VUOLE
Ryou strizzò gli occhi, strinse la lingua tra le labbra, concentrandosi.
La febbre gli era passata, ma quel nuovo gioco l’aveva preso tanto che anche due giorni dopo che sarebbe dovuto rientrare a scuola, era invece rimasto a casa a continuare la partita.
Simulazione di vita. Jianliang aveva detto che era una cosa stupida, Kenta ed Hirokazu l’avevano installato sul proprio computer a loro volta, Takato aveva semplicemente scrollato le spalle e Ruki…
Era meglio che Ruki non conoscesse gli scopi della partita, e tutto il resto.
La concentrazione era tale, mentre Ryou indicava al suo avatar virtuale ciò che doveva fare, che non si accorse degli amici che lo avevano raggiunto in camera.
«Ancora The Sims?» si lamentò Jianliang lanciandogli un’occhiata.
Il tono di Hirokazu era invece molto più entusiasta, quando domandò: «A che punto sei arrivato?»
Ryou sorrise, sghembo mentre mostrava all’amico il suo personaggio che cullava tra le braccia un bambino virtuale.
«Però, ti sei dato da fare» si complimentò Kenta, osservando nell’angolo il nucleo familiare composto da sei persone: marito, moglie e quattro figli.
Takato puntò un dito contro lo schermo «Ma sei stato sveglio tutta la notte? Ieri non eravate neanche sposati ed ora… Quattro figli…»
«Fossi in te li darei in adozione e mi terrei la Ruki virtuale tutta per me» propose Hirokazu.
Allora Jianliang non ci vide più. Afferrò la spina del computer e la staccò di botto, causando la perdita dei dati delle ultime cinque ore.
«Eih! Cavolo! Ma lo sai quanto mi ci è voluto?» si lamentò il Tamer leggendario.
Ma Jianliang non perse tempo. Aprì l’anta dell’armadio e ne tirò fuori un paio di Jeans e una maglia.
«Hai ventiquattro anni, esci di qui e chiedile di uscire. Nella realtà, questa volta»