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Autore: Allegra_    12/09/2012    3 recensioni
Terza Stagione.
Tefi, stanca di vedere tutti quanti soffrire a causa di Juan Cruz, decide di prendere coraggio e andare a parlare faccia a faccia con il nemico.
OS partorita mentre ascoltavo una canzone di Pink, Dear Mr. President.
Leggete & recensite.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Valiente


Basta, non ne potevo più.

L’ennesima carognata di quel mostro, la morte di Caridad, era avvenuta da poco ed io stavo davvero perdendo il controllo.
Vedevo Nacho piangere ininterrottamente e sentivo dentro di dover fare qualcosa, che finalmente dovevo mettermi in gioco per le persone che amavo.
C’avrei provato.
Non volevo essere più la ragazza stupida e materiale che tutti criticavano, per una volta in vita mia volevo essere utile, volevo essere forte.
E anche se avrei potuto rischiare tutto, l’avrei fatto ugualmente.
Scesi nel sottoscala e guardai bene che non ci fosse nessuno, poi abbassai una leva fissata al muro come avevo visto fare più volte a Sol.
Uno stretto passaggio segreto buio e vuoto era ciò che mi aspettava.
Lo attraversai fino ad arrivare davanti ad un’enorme porta di ferro.
Diversamente da come m’immaginavo, riuscii ad aprirla semplicemente con una delle mie forcine per capelli e subito entrai nel nascondiglio dove ero sicura che avrei potuto trovarlo.
E avevo ragione.
Juan Cruz se ne stava comodamente seduto davanti ad un computer di ultima generazione, lavorando a chissà cosa mentre sorseggiava un cocktail tramite una cannuccia di plastica.
Sarebbe potuto sembrare un uomo normale se qualcuno l’avesse visto in quel momento, eppure io sapevo quanto in effetti non lo fosse.
<< Estefania !!! >> esclamò voltandosi a guardarmi << Qual buon vento ti porta qui ??? >>
Deglutii pesantemente mentre vedevo i suoi occhi illuminarsi di quella strana luce argentea.
Il corpo in cui stava adesso era identico a quello di Camilo, se non per i vestiti eleganti e neri che indossava.
<< Voglio dirti delle cose >> mormorai cercando di sembrare il più calma possibile.
Va bene che ero davanti ad un mostro capace di qualsiasi cosa, ma dovevo essere forte, per me, per il mio orgoglio, e per tutti i miei amici che non facevano altro che soffrire a causa sua.
<< Ti ascolto, potrebbe essere illuminante sapere cosa ne pensa di me una ragazzina isterica e sola >> mi schernì facendomi tornare in un minuto addosso tutta la depressione che avevo combattuto durante quei giorni, mentre vedevo Luca provarci con la Gitana davanti ai miei occhi.
Vuole solo provocarti Tefi, non starlo a sentire.
Mi ripetevo quelle parole cercando di metterle in atto: non potevo lasciarmi abbattere così facilmente.
<< Perfetto. Quello che hai fatto a Caridad e soprattutto a Nacho è orribile … >> stavo per continuare quando il suo tono ironico mi bloccò.
<< Ma non mi dire … >> sorrise mentre si passava una mano tra i capelli.
<< Ed io non faccio altro che chiedermi il perché di tutto questo, il perché il tuo unico obbiettivo nella vita sia quello di distruggere me e le persone che amo >> buttai giù sincera aspettandomi che mi ridesse in faccia, ma pronta anche a quello.
<< Non credete di avere un’autostima troppo alta voi qui al Mandalay ??? >> mi chiese divertito, per poi aggiungere << La vita non gira intorno a voi. >>
<< Ma la tua si >> risposi senza pensarci più di tanto.
<< Evidentemente siamo il tuo unico pensiero fisso, l’unica ragione per cui vai avanti >>
Scosse la testa continuando a sorridere, mentre io continuavo a parlargli.
<< E io allora ti dico, è così appagante farci stare male ?? Ti senti felice quando ci vedi soffrire ?? >> sentii qualche lacrima pizzicarmi gli occhi, ma mi ripromisi di non piangere davanti quell’essere: dovevo essere forte, e non debole come sempre.
<< Come fai a dormire mentre il resto di noi piange ??? >>
E ripensai a Nacho, ai ragazzi, a Paz, a Camilo, a Hope.
Stavamo talmente male in quel periodo che nemmeno le lezioni di ballo di Justina riuscivano a smuoverci, in gruppo provavamo a parlare normalmente, ma appena gli altri avevano girato l’angolo, ognuno iniziava a sfogarsi a modo suo.
Mar lanciava pugni a vuoto, Rama puliva ossessivamente il bagno, Jazmin ballava fino a non sentire più i piedi, Nacho piangeva a dirotto, Tacho indossava il costume dell’Angelo Rosso come se potesse in qualche modo renderlo più forte.
<< Come fai a sognare quando una madre non può dire nulla se non “addio” ?? >>
E il volto di Ariel, che aveva dovuto lasciare che sua figlia crescesse al Pozzo Del Diavolo con Don Rogelio, per evitare che Juan Cruz potesse ammazzarla, prese posto sulla mia mente.
Kika era cresciuta con un complesso di non essere amata dagli altri perché credeva che sua madre non l’avesse voluta, e adesso che aveva quasi 17 anni, aveva scoperto che tutto ciò era sempre stata una sua idea, nulla di vero.
<< Come cammini a testa alta ??? >>
Si è vero, un tempo anch’io godevo nel vedere gli altri stare male, con altri intendo Mar.
Amavo farla piangere perché non sopportavo il fatto che Thiago fosse innamorato di lei, volevo distruggerla perché finalmente lui la dimenticasse e si concentrasse su di me.
Ma quando sentivo su di me tutta la colpa della sua sofferenza non riuscivo ad esserne orgogliosa, nonostante l’avessi sempre evitato, camminavo con la testa bassa fissandomi le scarpe, sperando che in quel modo la gente non vedesse la brutta persona che ero.
Per lui però era diverso.
Faceva in modo che tutti si accorgessero della sua malvagità, camminava a testa alta, mostrando i suoi occhi simili al vetro, e il suo ghigno sempre pronto a deridere gli altri.
<< Come fai a guardarti allo specchio ?? >>
Non c’è peggior nemico di noi stessi.
Perché alle altre persone puoi dire di tutto, ma non puoi mentire alla tua mente, alla tua anima.
E quando vedi che c’è qualcosa che non va, come fai a sentirti orgoglioso di te stesso ???
Come puoi sorridere alla tua immagine riflessa come se ti facesse felice sapere ciò che sei realmente ??
In che modo puoi vantarti di essere un mostro e compiacerti ???
<< La notte, prima di andare a dormire, a chi rivolgi le tue preghiere ??? >>
Perché bisogna per forza affidare a qualcuno la nostra vita, che sia Dio, un angelo, un defunto a noi caro: ognuno confida in qualcosa di superiore, che riesce a dargli forza e a farlo sentire sicuro e amato.
Ma una persona così persa che ormai non ha più speranze, né affetti, come prende il coraggio per continuare a fare ciò che è di ruotine ??
Come riesce a vivere sapendo che nessuno lo protegge, che ha tutti contro, compresi coloro che sono lassù in alto ??
<< Tu eri un ragazzo solo ??? >>
Forse è vero che è il passato quello che condiziona il nostro modo di essere.
Ma non si può nemmeno giustificare una persona per le sue cattiverie soltanto perché in un tempo lontano o meno qualcuno l’ha fatto con lui.
Luca, ad esempio.
Trattava male gli altri, era violento, rude, un Negro come amavo soprannominarlo, non si fidava di nessuno, era chiuso nel suo guscio, dietro la sua maschera di ferro.
E tutto questo solo perché sin da piccolo era stato cresciuto all’insegna di quelle caratteristiche.
Ma poi è cambiato, è cambiato perché aveva voglia farlo, perché ha lottato per essere diverso.
Perché si, il passato ci condiziona, ma con la buona volontà si riesce ad evaderne, si riesce a far si che il nostro futuro sia ciò che noi vogliamo, e non ciò che il nostro passato ha creato.
<< Tu sei un ragazzo solo ??? >>
Più di tutto è il presente quello che ci frega.
Una persona che riceve solo schiaffi dalla vita, diventa violento inevitabilmente, chi ha solo delusioni d’amore si converte in bastardo.
Così va il mondo.
E forse era proprio per la sua solitudine che Juan Cruz voleva dividerci tutti, vederci tristi, abbandonati, soli.
Ma non è ripagando gli altri con la stessa moneta che si riesce ad ottenere ciò che tanto desideriamo, ma che ci è negato.
<< Lascia che ti dica cos’è il duro lavoro di ricostruire una casa, dopo che le bombe l’hanno distrutte >>
Una continua lotta contro il male, che per quanto si combatta non termina mai.
È come un cane che cerca di mordersi la coda: corre in tondo fino a quando non ne ha davvero più le forze.
Lui ci faceva stare male, ci infliggeva un colpo e noi lo incassavamo con dolore.
Ma poi provavamo a rialzarci, a farci forza e a lasciare la tristezza in un angolo a marcire, mentre ballavamo, cantavamo e ci amavamo tra di noi.
E quando finalmente riuscivamo a ritrovare la normalità, ecco una altra botta che in meno di un secondo faceva nuovamente cadere tutto ciò che eravamo riusciti a ricostruire.
<< Credi forse che le parole di una ragazzetta insignificante che non vale niente neppure nel suo piccolo gruppo di amici possano sfiorarmi minimamente ??? >> era stato zitto fino a quel momento, quando aveva aperto bocca e pronunciato quella domanda scettica con tono ironico e annoiato.
<< Tu non sei migliore di me >> sputai quelle parole con odio guardandolo fisso negli occhi senza lasciarmi intimidire.
<< E se proprio devo scegliere preferisco essere insignificante come dici tu, piuttosto che un povero disperato che deve infilarsi nel corpo delle persone per farsi notare e per incutere terrore, invece che lottare onestamente per ciò che vuole. >>
Sentii dei rumori provenire dal corridoio alle mie spalle, ma cercai di non darci troppo peso, probabilmente era solo un topo.
<< Riesci addirittura a guardarmi negli occhi ??? >>
Il suo sguardo in meno di un secondo si staccò dal mio, puntando verso il basso, quasi pentito.
Ma io sapevo che Juan Cruz non avrebbe mai provato colpa, sapevo che non aveva un cuore, solo un’anima in pena da angelo caduto, per quanto le mi parole potessero ferirlo, non avrebbe mai provato dolore.
<< Tefi !! Cosa diamine ci fai qui ??? >> la voce di Luca mi arrivò alle orecchie e in meno di un secondo me lo ritrovai accanto.
<< Stavamo solo facendo una chiacchierata cara il mio Negro, non c’è bisogno di preoccuparti >> lo prese in giro l’uomo di fronte a noi ridendo divertito.
<< Perché sei venuta da lui ?? >> mi sussurrò preoccupato.
<< Perché non ne posso più di vedere tutti stare male a causa sua, così sono venuta a parlarci >> dirlo ad alta voce faceva sembrare quell’idea ancora più stupida.
Eppure io continuavo ad essere fiera della mia decisione, non che fosse servito a qualcosa, ma dirgli ciò che pensavo mi aveva fatto sfogare, e giuravo di aver visto per un secondo un lampo di dispiacere attraversargli gli occhi.
<< Tefi non ti rendi conto che hai rischiato la vita ??? >> Luca mi prese le spalle con le mani scuotendomi, credendo forse che fossi uscita di senno.
Ma prima che potessi controbattere, Juan Cruz lo fece al posto mio.
<< Invece è stata più coraggiosa di tutti voi messi insieme. Neppure Paz e Camilo hanno mai provato ad affrontarmi di petto, e credo tu debba essere fiero di questa ragazza >>
Cosa ??? Il mostro mi stava in qualche modo … elogiando ???
<< Ti dico una cosa Estefania >> si alzò dalla sedia venendo verso di me, ma subito Luca lo allontanò con una spinta leggera che lo fece spostare di qualche passo più indietro << Non smetterò di rovinare la vita a voi tutti, perché ciò che voglio posso conquistarlo solo in questo modo. Ma se tu volessi aiutarmi, insieme potremmo arrivare ad Eudamon. Devi solo passare dall’altra parte e il premio sarà tuo >>
Sentii la presa di Luca intensificarsi sempre di più su di me, mentre con gli occhi fissavo l’uomo che avevo di fronte.
<< Non barerò per vincere uno stupido gioco, mi dispiace >> risposi sicura per poi aggiungere << Ma semmai fossi tu a voler cambiare faccia della medaglia, potremmo davvero arrivare tutti insieme ad Eudamon >>
Mi guardò sorridendo ironico scuotendo la testa.
Non l’avrebbe mai fatto, questo stava cercando di dirmi, eppure io sentivo che la sua era solo paura.
Ma prima che potessi aggiungere altro, Luca mi trascinò fuori dal nascondiglio di Juan Cruz.
Appena fuori, nel corridoio, mi abbracciò forte stringendomi tra le sue braccia muscolose che mi facevano sempre sentire al sicuro.
<< Vali molto più di quanto mostri, Tefi >> mi sussurrò all’orecchio per poi lasciarmi un dolce bacio tra i capelli.
E in quel momento ero sicura.
Ne era valsa la pena di rischiare tutto, per una volta nella mia vita, mi sentivo orgogliosa di me stessa.

 
Piccolo Angolo Di Luce
Hola !!! Da dove esce questa OS ??? Beh, non ne ho la minima idea !!
Forse può anche sembrare stupida e senza senso, però a me è uscita di getto, e poi rileggendola ho constatato che è davvero carina !!
Le frasi che usa Tefi in corsivo sono parti di una canzone di Pink, Dear Mr. President, che ho ascoltato in Casi Angeles 3 e della quale mi sono innamorata !!!
Spero di ricevere le vostre recensioni, anche negative ovviamente.
Un bacino <3

   
 
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