Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Fenrir_23    12/09/2012    12 recensioni
Prima classificata all’ “Uchihacest Summer Contest” indetto dal forum "New Moon”.
"Anche se aveva sempre odiato il mare e il solo battente, quel posto in fondo non era così male; i paesaggi erano stupendi, l’acqua pulita, la spiaggia libera e quindi non troppo affollata. Aveva la compagnia di suo fratello, la persona che aveva sempre amato più di tutte, eppure non riusciva a sentirsi bene come avrebbe voluto."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve gente ^___^ questa è una fiction che ho scritto per l'Uchihacest Summer Contest "La bella estate" indetto dal forum ItaSasu New Moon ... sono davvero contentissima di essere arrivata prima, davvero *_* non ci speravo molto.
Posto la fiction qui su efp, anche se .... ci sarebbe un secondo capitolo piuttosto hot(niente di esagerato comunque, non aspettatevi una lemon di quelle super calde XD) che per questioni di regolamento non posso postare. La fiction però si può leggere anche così, come one shot! Chi è interessato al secondo capitolo può chiedermi il link nell'eventuale recensione o tramite messaggio privato.
Detto questo, buona lettura!
Image and video hosting by TinyPic














“Otouto, cos’è quella faccia?”
Itachi non seppe se sentirsi divertito o esasperato, notando l’espressione corrucciata e vagamente insofferente di suo fratello, che fissava la sabbia in cagnesco, come se si trattasse di qualche strano materiale alieno. Lo invitò a muoversi con un colpetto sulla schiena, incontrando subito la resistenza del suo corpo.
“Io non ci metto piede.” Bofonchiò Sasuke, ben attento a non superare la linea che divideva l’asfalto dalla sabbia. “Scotta.”
“Hai le ciabatte ...” Osservò prontamente Itachi, sperando di prenderlo in contropiede.
“Non ha importanza, niisan, la sabbia potrebbe finirmi sotto ai piedi …”
“Vuoi che ti prenda in braccio davanti a tutti?” Tentò il maggiore, cercando di sembrare veramente intenzionato a farlo. “Hai sedici anni ormai, ti sembra il caso di fare queste storie?”
Itachi si fece sfuggire un sorriso di soddisfazione quando Sasuke si decise finalmente a camminare, preferendo non pensare al probabile broncio che lui gli avrebbe tenuto per tutto il resto della giornata. Per fugare qualsiasi dubbio provò a posargli una mano sulla testa, scherzoso, avendo la conferma dei suoi sospetti quando Sasuke lo scacciò in modo brusco, come se si trattasse di un insetto fastidioso.
“Non rompere, niisan.”
Per non irritarsi dovette fare ricorso a tutta la sua infinita – ormai ne era sempre più sicuro – pazienza, preferendo pensare che Sasuke da arrabbiato fosse molto più carino che irritante.
Itachi era sempre stato molto premuroso con suo fratello, fin da quando erano solo dei bambini, e dopo la morte dei genitori era diventato tutto per lui: un padre, una madre, un fratello com’era sempre stato, e persino un amore.  Era quindi abituato ai suoi modi di fare, anche a quelli che agli occhi di un estraneo sarebbero solo sembrati i capricci di un ragazzo viziato, e quindi il suo atteggiamento di quel giorno non gli sembrava nulla d’inconsueto; anzi era preoccupato, perché di sicuro nascondeva altro.
 “Lo so che hai accettato una vacanza al mare solo per farmi un favore.“ Gli disse, vedendolo già rabbonirsi un po’, anche se Sasuke probabilmente in quel momento pensava di apparire indifferente e distaccato. “Tuttavia, se questo vuol dire che devo sopportare il tuo atteggiamento scorbutico per una settimana, beh; allora avrei preferito restare a casa.”
Si pentì di avergli parlato in modo un po’ brusco, ma non ritirò quello che aveva detto.
Entrambi continuarono a camminare in silenzio sulla sabbia, fino ad arrivare ad un angolo della spiaggia piuttosto appartato, abbastanza vicino agli scogli e non molto distante dalla riva.
“Qui ti piace?”
Chiese Itachi, iniziando – dopo il cenno del capo di Sasuke – a piantare nella sabbia l’ombrellone che fino a quel momento aveva tenuto sotto il braccio destro.
L’altro si limitò a stendere il suo asciugamano, e sdraiarsi sopra di esso, guardando in cagnesco le famigliole felici e la gente allegra da cui erano circondati.
“Niisan, inclinalo un po’ più a destra, mi arriva il sole così.” Si lamentò, indispettito.
“Potresti anche aiutarmi, sai, otouto?”
“No.”
Assicuratosi di aver sistemato bene l’ombrellone Itachi stese il suo asciugamano di fianco a quello di Sasuke, e dopo essersi tolto i vestiti ed essere rimasto in costume, si sedette a gambe incrociate di fronte a lui.
“Hai intenzione di restare lì così tutto il giorno, Sasuke?”
“Che palle niisan, quanto stai addosso! Faccio come voglio ...”
 All’inizio Sasuke – anche se non aveva mai amato il mare – aveva accettato di buon grado l’idea di trascorrere una vacanza con Itachi, ma poi aveva cominciato ad assumere quell’atteggiamento irritante per dei motivi che – anche se non voleva prendere in considerazione – in fondo, dentro di sé, sapeva di conoscere.
 “Non metti nemmeno la crema?”
Provò Itachi, pazientemente.
“Dopo.”
“Otouto, guarda che sei poi ti scotti …”
“Smettila di comportarti da mamma apprensiva!”
Sbottò lui, alzandosi di scatto e avviandosi verso gli scogli poco distanti senza dire nulla. Itachi per un attimo pensò di alzarsi ed inseguirlo, ma improvvisamente gli mancò la forza mentale per farlo.
Sapeva che in fondo era lui stesso a viziare Sasuke e a permettergli di comportarsi in quel modo così infantile e dispettoso, ma lo stesso non poteva evitare, a volte, di indispettirsi un po’.
Anche in quel momento avrebbe voluto raccomandargli di non arrampicarsi sugli scogli a piedi nudi ed evitare di avvicinarsi troppo all’acqua, ma preferì lasciarlo fare sperando nel suo buonsenso e limitandosi a sorvegliarlo da lontano.
Si addolcì un poco vedendolo mentre si voltava un po’ insicuro e lo cercava per non perderlo di vista, ma decise comunque di non raggiungerlo.
Continuò a fissarlo, sempre allarmato, quando lo vide in piedi proprio sugli scogli dove si infrangevano le onde più forti, tranquillizzandosi solo dopo, quando lui fu finalmente seduto, in una posizione che non gli permetteva di perdere l’equilibrio.
Proprio quando decise che era tutto a posto, un’onda più potente delle altre si schiantò con forza sugli scogli, bagnando Sasuke dalla testa ai piedi.
A Itachi venne quasi da ridere per la scena; anche da li poteva immaginarsi perfettamente l’espressione indescrivibile di suo fratello; un po’ offeso, un po’ arrabbiato con il mare stesso. Pensando che lui potesse sentirsi in imbarazzo però fu subito preso da un’ondata d’istinto protettivo e, dopo essersi infilato in tasca le cose più importanti che si erano portati dietro – cellulari e portafogli – prese un altro asciugamano dallo zaino, avviandosi verso il fratello che intanto non aveva mosso un muscolo; probabilmente troppo orgoglioso per tornare da Itachi dopo quella figuraccia.
Quando lo raggiunse, Itachi si chinò pazientemente accanto a lui, avvolgendolo nell’asciugamano che si era portato e stringendolo un poco a sé, percependo il suo corpo umido attraverso quel contatto.
“Sasuke … se resterai ancora in questo posto ti prenderai un’altra lavata. Non sei nemmeno in costume, quindi …”
Itachi si era aspettato di ricevere un’altra risposta brusca, e non si stupì più di tanto quando Sasuke lo spinse via rannicchiandosi su se stesso come un piccolo armadillo, e nascondendo il volto tra le braccia.
“Vattene via.” Borbottò il più piccolo fra i due Uchiha. “Non ho voglia di essere trattato come un bambino per tutto il giorno.” Aggiunse, mentre, ancora tutto zuppo d’acqua, si alzava in piedi e si allontanava da Itachi saltellando fra gli scogli.
“Otouto, per favore!”
Lui fu tentato di seguirlo, ma, indispettito da quel comportamento, preferì lasciarlo andare.
Magari a stare un po’ da solo gli passa.” Pensò, senza riuscire ad essere veramente arrabbiato con Sasuke; anzi, sentendosi già in colpa. Mentre guardava la spiaggia, si soffermò ad osservare una famiglia felice con due bambini, e il sospetto che aveva si acuì ancora di più, facendolo solamente sentire ancora peggio.
I loro genitori erano morti solamente da un anno, e Sasuke si portava ancora dietro le ferite di quell’enorme perdita. Itachi aveva creduto di farlo un po’ svagare, passando delle giornate al mare a divertirsi, ma non aveva pensato al fatto che vi avrebbero trovato delle famiglie felici com’era stata  la loro un tempo.
“Sasuke sicuramente stava cercando di mascherare la sua tristezza comportandosi in quel modo.”
Preso dal senso di colpa, si alzò per raggiungerlo e parlargli, ma proprio mentre si accorse di avere ancora il suo cellulare in tasca realizzò di averlo perso di vista.
 
 
 
Sasuke continuò a camminare senza fermarsi per un buon quarto d’ora, andando a finire, senza quasi accorgersene, in un angolo di spiaggia praticamente deserto, sovrastato da una parete rocciosa. Si spogliò, appoggiando i vestiti umidi su una roccia per fargli asciugare – rimanendo quindi solo con costume addosso – e andò a sedersi al sole per asciugarsi a sua volta, non molto distante dalla riva.
“Mi sto comportando in una maniera orribile.” Pensò, rannicchiandosi su se stesso. Anche se aveva sempre odiato il mare e il solo battente, quel posto in fondo non era così male; i paesaggi erano stupendi, l’acqua pulita, la spiaggia libera e quindi non troppo affollata. Aveva la compagnia di suo fratello, la persona che aveva sempre amato più di tutte, eppure non riusciva a sentirsi bene come avrebbe voluto.
I suoi occhi ancora non potevano ignorare i bambini che giocavano felici in spiaggia con i loro genitori, come aveva fatto lui un tempo. Solo a vederli il ricordo di suo padre e sua madre tornava prepotentemente a farsi sentire, portandosi dietro una di tristezza che lo sconvolgeva. Forse con gli anni poi quei sentimenti si sarebbero trasformati in qualcosa di più dolce ed offuscato; malinconico, ma ora, a solo un anno di distanza, per Sasuke erano qualcosa di insostenibile. Tuttavia non aveva voluto rischiare di far sentire Itachi in colpa, e continuando a reprimere quello che provava aveva finito per comportarsi in quel modo antipatico, lamentandosi per qualsiasi cosa ed evitando le sue attenzioni che di solito, invece, apprezzava.
Inoltre c’era qualcos’altro di più insidioso, che aveva cominciato a provare da quando lui e Itachi avevano capito di amarsi.
In mezzo alla gente dovevano nascondere i loro sentimenti, perché si intuiva subito che erano fratelli, e anche se Sasuke non era certo il tipo da effusioni pubbliche, l’idea di dover stare attento ad ogni singolo sguardo e di non poter nemmeno sfiorare le labbra delle persona che amava, serviva solo ad acuire il suo senso di frustrazione. Lì in spiaggia era pieno di coppie che potevano scambiarsi certi sguardi o sfiorarsi le labbra – Sasuke invece odiava quelli che si lasciavano andare a comportamenti anche troppo intimi – e lui trovava tremendamente ingiusto che invece, loro due, fossero obbligati a mascherare quello che provavano.
Immerso in quei pensieri, non si rese conto del sole bollente e, preso da un’ondata di sonno, finì per rannicchiarsi sulla sabbia di quell’angolo di spiaggia tranquillo e nascosto, assopendosi. Mentre perdeva definitivamente coscienza di se stesso, sentì qualcosa di umido scorrergli lungo le guance e un senso opprimente di tristezza pesargli sul petto. Desiderò immensamente avere accanto Itachi; spiegargli che si era comportato tutto il tempo in quel modo così infantile per tanti motivi ed essere rassicurato dalle sue parole dolci, ma alla fine finì per chiudere gli occhi e sprofondare nel mondo dei sogni.
 
 
 
 
 
Quando riaprì gli occhi Sasuke si sentì come se avesse avuto la febbre alta; aveva un caldo tremendo. Sbatté le palpebre diverse volte, abbagliato dal sole bollente, e fu trafitto da una fitta di dolore appena cercò di muoversi. Nel sonno probabilmente si era voltato, e aveva finito per dormire supino. Gli bruciava dappertutto: aveva il viso bollente e accaldato, così come le spalle, che erano rossissime, il petto, le braccia, nella parte esposta al sole, le gambe e persino il collo del piede.
Ecco cosa prova una bistecca.” Si disse, mentre cercava di alzarsi. Un forte capogiro gli fece girare la testa, e proprio in quel momento si rese conto di essere pieno di sabbia fra i capelli e sulla schiena. Cercò di liberarsene, ma ottenne solo di farsi finire dei granelli di polvere negli occhi, che prese a strofinare con forza.
Fece per prendere il cellulare e chiamare Itachi, ma si rese conto con orrore di non averlo. Avrebbe potuto alzarsi e cercare il fratello, ma in quel momento sentiva di non avere le energie sufficienti. Cercò almeno di spostarsi all’ombra, e andò a rannicchiarsi vicino al tronco di una giovane palma.
Il bruciore si faceva via via sempre più insopportabile, e Sasuke stava già iniziando a spaventarsi un po’, nel timore di star male mentre era lì solo, quando vide in lontananza la sagoma di qualcuno che, apparentemente, sembrava cercare qualcosa. Continuò a strofinarsi l’occhio nel quale era finita della sabbia, riconoscendo Itachi solo quando lui fu un po’ più vicino.
“Niisan!”
Si ritrasse un po’ quando vide la sua espressione severa, che però si addolcì subito, per sostituirsi con una più preoccupata.
“Otouto, ma che ti è successo?”Gli domandò lui, avvicinandosi ed andando ad inginocchiarsi vicino al fratellino, per poi sfiorargli una guancia con delicatezza.
“Sei tutto rosso e … bollente …”
“Aih, niisan! Scotta …”
Protestò Sasuke, con un tono di voce lamentoso che avrebbe commosso chiunque, e uno sguardo un po’ dolorante e un po’ dispiaciuto, che fece dimenticare a Itachi tutti i buoni propositi – maturati nel corso di quell’ora passata a cercarlo – di fargli una predica con i fiocchi.
 “Mi sono addormentato al sole e … devo essermi scottato.” Gli spiegò a mo’ di scusa, quasi intimorito dalla sua reazione. “Non l’ho fatto apposta niisan, io …”
“Lo so che non l’hai fatto apposta sciocco; nonostante tutto non penso che tu sia così masochista.” Rispose Itachi, paziente, porgendogli la bottiglietta d’acqua che si era portato dietro e andando a baciargli una delle guance arrossate.
“Bevi un po’ d’acqua, Sasuke …”
Lui non se lo fece ripetere due volte, attaccandosi alla bottiglia assetato.
“Piano otouto, piano …”
“Grazie …” Mormorò il minore, andando ad appoggiarsi contro il petto del fratello nonostante la pelle che bruciava ad ogni minimo contatto. Si aggrappò alle sue spalle per sentirselo vicino, ora che anche i pensieri opprimenti di prima stavano tornando a galla.
“Sasuke, una scottatura non è una cosa da prendere alla leggera.” Disse lui, passandogli una mano sulla fronte. “Per oggi è meglio che torniamo in hotel, ce la fai a camminare?”
“Si …”
“Aggrappati a me, otouto.”
 
 
 
 
 
 
 
Quando arrivarono nella loro stanza d’hotel, piccola e piuttosto modesta, Itachi fece subito sdraiare Sasuke sul grande letto matrimoniale, sistemandogli adeguatamente i cuscini dietro la testa. La pelle di suo fratello era fin troppo rossa per i suoi gusti, e non gli piaceva per niente vederlo così accaldato.
“Bevi ancora un po’.”  Lo incitò, porgendogli un’altra bottiglia d’acqua fresca, ma non gelata, e facendogli un po’ d’aria con un ventaglio che aveva lasciato sul comodino accanto al letto.
“Io vado nella farmacia qui sotto a prendere qualcosa per la tua scottatura.” Aggiunse, andando ad accendere il ventilatore. “Arrivo subito ok? Tu non muoverti di qui.”
Sasuke annuì leggermente, senza distogliere lo sguardo da Itachi. Sentiva che gli sarebbe bastato lui per far passare quel fastidioso bruciore, non servivano creme o pomate. Bastavano le sue labbra e la sua lingua.
Arrossì se possibile ancora di più a causa di quel pensiero, e per evitare di accaldarsi ulteriormente a causa di certi bollori, distolse lo sguardo, sentendo solo la sua voce e il rumore della porta che si chiudeva.
“Allora vado, otouto. Torno fra poco.”
 
 
 
Sasuke si svegliò dopo un tempo che non seppe quantificare, percependo le labbra di Itachi sulla sua pelle calda. Il bruciore che sentiva su tutto il corpo non era ancora passato, ma almeno poteva dire di stare un po’ meglio rispetto a prima.
“Nii … niisan?” Bofonchiò, la voce ancora impastata dal sonno. L’altro gli posò nuovamente le labbra sulla pelle, sorridendo appena, teneramente; l’aveva svegliato così, a furia di baci.
“Va un po’ meglio?” Chiese, addolcendosi quando Sasuke trovò la forza di voltarsi e rannicchiarsi contro il suo petto. “Un pochino meglio.” Rispose l’altro, in cerca di un po’ d’affetto; anche se non l’avrebbe mai ammesso apertamente.
Sussultò quando Itachi andò a sfiorargli la spalla, percependo un brivido di piacere lungo la schiena.
“In farmacia ho preso una pomata, Sasuke.” Lo informò lui. “Stasera la mettiamo, ok?”
Lui si limitò ad annuire appena, stringendosi di più contro il corpo del fratello. Restarono in quel modo per diverso tempo a scambiarsi affetto, con Itachi che ogni tanto posava dei baci veloci sulla pelle rovente di Sasuke, o gli accarezzava i capelli scuri.
“Mi dispiace per il comportamento di oggi, niisan.” Si scusò ad un tratto lui, senza preavviso.
“Non fa nulla … va bene così.”
Itachi prese ad accarezzargli una guancia dolcemente, ora guardandolo negli occhi.
“Non avrei dovuto portarti in un posto che odi per molti motivi, quindi è anche colpa mia. Se hai bisogno di fare un po’ di capricci per non pensarci li sopporto volentieri, Sasuke.”
“Io non volevo rovinarti la giornata …” Protestò lui, sfregandosi gli occhi. “ Solo che non riuscivo a fare a meno di pensarci.” Aggiunse, dispiaciuto.
“Non mi hai rovinato la giornata, sciocco …” Sussurrò Itachi, prima di posare le proprie labbra su quelle del suo piccolo – per lui sarebbe sempre stato così nonostante avesse ormai sedici anni – fratellino.
Sasuke ricambiò il bacio con trasporto, come se ne avesse un bisogno assoluto.
“E poi …” Aggiunse, mentre Itachi si staccava un attimo dalle sue labbra, giusto il tempo di portarsi sopra al suo corpo.
“Noi non … possiamo comportarci come due …. che … che stanno insieme.”
Sasuke pronunciò quelle ultime parole con imbarazzo, distogliendo lo sguardo quando il fratello lo prese in giro scherzosamente.
“Non credevo fossi così intraprendente da voler amoreggiare davanti a tutti, otouto.”
“Niisan! Cos’hai capito?” Protestò lui, indignato.” Io … dicevo solo che … non è giusto dover sempre nasconderlo …”
“Lo so, Sasuke, lo so …” Rispose l’altro, questa volta serio, mentre con uno sguardo estremamente dolce si soffermava ad osservare le labbra del fratello più piccolo.
“Però è anche questo il bello del nostro amore, non trovi? È segreto, e nessuno … nessuno otouto, potrà mai capire quanto … sia bello. Solo noi due.”
Niisan ha ragione …” Pensò Sasuke, mentre si abbandonava ai tocchi delle labbra del fratello, e si stringeva più forte a lui.
“Ora sto meglio …” Sussurrò, in un soffio. “Le scottature bruciano un po’ di meno …”
In compenso faceva già molto più caldo.
 
   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Fenrir_23