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Autore: telesette    12/09/2012    4 recensioni
Cosa succederebbe a Rochefort, se il Cardinale Richelieu decidesse tutto a un tratto di fargli da maestro e costringerlo a ripassare le basi fondamentali della lingua latina?
Sinceramente non vorrei essere nei suoi panni...
Genere: Comico, Generale, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Cardinale Richelieu, Rochefort, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Povero Rochefort

Povero Rochefort...

Da quando il Cardinale Richelieu aveva scoperto che, di tutti gli ufficiali al suo servizio, lui era l'unico a NON avere studiato il latino in modo più che soddisfacente, ebbene si era intestardito ad inculcargli personalmente in zucca l'importanza della "sacra lingua".
Da circa una settimana ormai, costretto a sedere in un banco presso l'ufficio di Sua Eminenza, il poverino era costretto a sorbirsi lezioni pesantissime e soporifere: declinazioni, casi della lingua latina, dittonghi e via dicendo...
Perfino Jussac lo prendeva in giro, sghignazzando alle sue spalle come un bambino dispettoso, e Rochefort non poteva nemmeno rispondergli a dovere. Ogni momento in cui non prestava servizio in caserma infatti, mogio e infelice come un cane bastonato, si recava diligentemente dal Cardinale senza marinare nemmeno una delle barbosissime lezioni di quest'ultimo.

- Ehi, Rochefort, aspettate!
- Oh no - esclamò il barone, riconoscendo le voci di quell'insopportabile di Athos e dei suoi dannati compagni moschettieri. - Ci mancavano solamente loro adesso...
- Carissimo Rochefort - cinguettò il moschettiere baffuto, battendogli amichevolmente la mano sulla spalla con fare cameratesco. - Come state?
- Ma no, Athos - lo rimbeccò subito Aramis. - Devi chiederglielo così: "Quomodo es, miles Rochefort"?
- Ops, "mea culpa" - fece eco Athos, battendosi il petto costernato.

Il volto di Rochefort passò dal suo solito colorito ad una tonalità rossa di rabbia, schiumando e fumando dalle orecchie e dalle narici. Non ci voleva molto a capire che Jussac aveva sparso ovunque la voce in giro, cosicché adesso ambedue i corpi di guardia erano al corrente della sua ignoranza e potevano sbeffeggiarlo tranquillamente.
Masticando amaro e inghiottendo rumorosamente, Rochefort accusò le burle dei moschettieri con grande compostezza. Sua Eminenza lo attendeva per la lezione quotidiana, non poteva attardarsi oltre con quei tre rompiscatole.

- Mi dispiace infinitamente - esclamò tra i denti. - Sua Eminenza il Cardinale mi attende, non posso farlo aspettare, perciò mi vedo costretto ad interrompere questa piacevole chiacchierata!
- Ma certo, caro Rochefort, ci mancherebbe - sorrise Athos.
- Comprendiamo benissimo - fece eco Aramis.
- Infatti siamo venuti a portarle un regalo!

Così dicendo, Porthos sollevò un paniere colmo di vivande. Scostando piano il panno di stoffa che lo copriva, rivelò dunque il contenuto: pane, formaggio, vino di Borgogna, una bella succulenta mela rossa...

- Dal momento che deve studiare, dovrà pure nutrirsi come si deve - osservò il corpulento moschettiere, sollevando l'indice come ispirato. - Quand'ero piccolo, mia madre non mi avrebbe mai lasciato andare a scuola senza un bel cestino per la merenda... Ma non dovete ringraziarmi, ve lo offro davvero di tutto cuore!

Sia Athos che Aramis, tenendosi le mani sulla pancia, dovettero fare enormi sforzi per non scoppiare a ridere. Rochefort colse perfettamente il sarcasmo ma, per non offendere la gentile cortesia di Porthos, non poté fare altro che accettare il cestino dalle sue mani e attraversare il corridoio con lo sghignazzare degli altri due moschettieri che gli rimbombava nelle orecchie.

***

- Avanti - esclamò il Cardinale, sentendo bussare alla porta del suo ufficio.

Rochefort comparve timidamente sulla soglia, il capo chino e il paniere in mano, salutando educatamente Sua Eminenza. Richelieu sollevò la mano con condiscendenza, dando un'occhiata all'orologio e invitandolo a sedersi.

- Siete un po' in ritardo - osservò il Cardinale.
- Chiedo scusa, Eminenza!

Richelieu inarcò severo il sopracciglio ma lasciò correre.

- Oggi ripasseremo le declinazioni, bene mi raccomando, così la prossima volta preparerò una bella verifica di tutto il programma svolto sinora...

Rochefort si strinse ancor più nelle spalle, con un sospiro rassegnato, ma si sedette tranquillo al suo posto. Il Cardinale mise da parte il libro che stava leggendo, alzandosi per andare alla lavagna, e cominciò dunque a tracciare i passi fondamentali del ripasso.

- Dunque, Rochefort - disse poi, senza voltarsi a guardarlo. - In quale ordine seguiamo i sei casi della lingua latina?
- Ecco, dunque... Aspetti, lo so: nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo, blaterati... AHIA !!!

Neanche il tempo di finire di parlare, il Cardinale afferrò il libro dalla scrivania e gli assestò una violenta zuccata, come se costui avesse appena detto un'apocalittica bestemmia.

- Quello che non entra in testa deve stare sopra la testa - sentenziò il Cardinale, guardandolo severamente dall'alto in basso. - Da oggi in poi, visto che non vi applicate come si deve, ad ogni errore raddoppierò la punizione... Il sesto caso è l'ablativo, IGNORANTE !!!

FINE ? 

   
 
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