Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Amaranth17    12/09/2012    4 recensioni
Ormai da tempo quel fiume rosso che da sempre gli vorticava dentro come un turbine aveva cominciato a tingersi di nero. Lentamente, ma inesorabilmente, di nero.
Nero di gelosia, nero di rabbia.
Nero di Sebastian.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Grell Sutcliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RED

 

 

 
Uno Shinigami con lunghi capelli rossi sedeva su un grande letto a baldacchino, isolato dal mondo.
Si trovava all'interno di casa Phantomhive, e nessuno ne era a conoscenza.
Non Ciel, che stava placidamente cenando nella sala grande, due piani più sotto.
Non Finn, intento a spostare alcune statue di marmo proprio nel giardino di fronte alla camera.
Non Sebastian, che in quel momento era quasi certamente occupato a servire il dessert.
Non un cane -ebbene sì, neanche Plu-Plu - si era degnato di cacciarlo o di accoglierlo in qualche modo. Grell Sutcliffe era un fantasma, in quel momento.
 
Il fantasma più sexy del mondo! DEATH!
Pensò compiaciuto.
 
Appoggiò gli occhiali sul comodino e si distese fra le coperte soffici e scure, fissando gli arabeschi del soffitto con interesse, come se potesse scorgervi una qualche predizione. Senza che nessuno lo sapesse, spesso si rifugiava in quella stanza che pareva dimenticata da tutti;
maggiordomo compreso, a giudicare dai cumuli di polvere.
 
ehhhh, Sebas-chan, dovresti essere più accorto a queste piccolezze! Pensa se una lady entrasse qui!
Lasciò che i suoi pensieri assumessero una sfumatura puntigliosa che non apparteneva loro.
 
Rimase lì, coricato ed immobile come una statua di cera, per qualche minuto, poi si alzò con uno scatto. La sua falce -o, per meglio dire, “la sua motosega elettrica”- della morte giaceva inerte sul pavimento. La scavalcò con un solo balzo, e aprì la finestra.
Il rumore dei suoi tacchi risuonò limpido per un istante, andando poi a perdersi fra i mobili antichi di quella stanza.
 
Sebas-chan, cosa ti ho fatto? Perchè io non vado bene?
Respinta, respinta, respinta... Anche da te...
 
Scosse la testa e tirò un pugno contro il vetro aperto, realizzando solo dopo qualche istante che quel rumore sospetto avrebbe potuto attirare l'attenzione della servitù di quel dannato castello.
Non era affatto abituata a sentirsi in quel modo. Non aveva idea di come comportarsi, dato che amore ed attrazione, lo sapeva bene, erano due cose incredibilmente diverse.
 
Ecco, vedi? Se abbassi la maschera fai solo disastri.
Grell, sei una Shinigami inutile, Will ha ragione.
Però, forse, adesso arriva, e lo potrò vedere.
Ahh, Sebas-chan... mi getterò fra le tue braccia...!
 
sorrise fra sé e sé, ma quell'espressione gli morì sulle labbra, ben prima di arrivare ad illuminare i suoi occhi. Come un lampo, un'altra idea aveva attraversato il suo flusso di pensieri già tinto di un passionale rosso.

 
Non mi respingerai, non questa volta.
Sono stanca di comportarmi così: sembro un'idiota completa, ma non è vero.
La realtà è che sono solo innamorata... Se ci pensi bene, è un po' la stessa cosa.
 
 
Ormai da tempo quel fiume rosso che da sempre gli vorticava dentro come un turbine aveva cominciato a tingersi di nero. Lentamente, ma inesorabilmente, di nero.
Nero di gelosia, nero di rabbia.
Nero di Sebastian.
 
E proprio per colpa di quella vena scura all'interno dei suoi pensieri afferrò la sua arma, l' adorata Death Scythe e, aperta la finestra, scomparve nel buio opaco della notte.
Sarebbe tornato ancora, certo, per lasciare i suoi pensieri a colorarsi di abisso, ma per quella sera era abbastanza.
Ormai sospeso sopra i tetti di Londra, quasi a casa, realizzò di aver dimenticato una cosa assolutamente indispensabile: gli occhiali. Fece una piroetta su se stesso, seguito da una ruota di capelli vermigli ed uno svolazzo di giacca, precipitandosi nuovamente a villa Phantomhive.
Arrivato per la seconda volta in quel giorno entro il perimetro della residenza, scorse la finestra della “sua” camera, grazie al cielo, ancora aperta proprio come l'aveva lasciata.
Sul balconcino però, ben lontani da dove ricordava di averli posati, giacevano gli occhiali.
 
Sebas-chan... grazie.
 
Li sistemò con un movimento fluido ed elegante sul naso, per poi dileguarsi nuovamente.
Se qualcuno avesse potuto vedere il suo viso, avrebbe anche scorto un sorriso amaranto illuminare i suoi tratti, questa volta perfino le iridi verdi.

 









NOTE della (neo)AUTRICE

ok, è la mia prima Fic, non siate troppo cattivi.
No, vabbè... mi raccomando recensite, le critiche aiutano ^.^
Spero che il personaggio non sia eccessivamente OOC, anche se questo dubbio mi è venuto... però ci tenevo tanto a vedere un Grell pensieroso e triste. Nella mia testolina questa scena si è dipinta così.
Epoi, per il finale... beh, Sebastian sa sempre tutto >.<
Se avessi sbagliato qualche cosa su rating o altro fatemelo presente, come detto su sono nuova  -.-

  
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