Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Padme Undomiel    12/09/2012    4 recensioni
“Mi è appena capitata una cosa straordinaria, Kuro-rin. Ti andrebbe di sapere di che si tratta?”
[Post serie]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alright



Alright
















“Kuro-tan”.
“…”
“Ehi, Kuro-tan”.
“…”
“Guarda che lo so che stai ascoltando!”
“…”
“Kuro-tan, non mi ignorare!”
Non c’è nessun motivo, assolutamente nessuno, per cui dovrebbe rispondergli, diamine. Dev’essere notte fonda, e il riposo è sacrosanto.
Soprattutto se l’alternativa è sentire la voce di quel mago da strapazzo che parla in continuazione.
“…”
All’improvviso tace, e darebbe quasi l’impressione di essere rassegnato alla sconfitta, se solo non si trattasse di lui. Più che una resa, sembra una ritirata strategica, preludio ad un attacco più serrato.
E, purtroppo, le sue previsioni sul suo conto si dimostrano sempre esatte.
“Kuro-tan, Kuro-rin, Kuro-puu, Kuro-pii, Kuro-sama …”
Girato su un fianco, perfettamente immobile, una smorfia di fastidio gli deforma sempre più il volto ad ogni soprannome idiota che la voce infantilmente cantilena. Ma non cederà, non gli darà questa soddisfazione …
“… Kuro-min, Kuro-pippi …”
… neanche morto …
“… Cagnone …”
Kurogane si volta di scatto, inviperito, e riesce a stento a trattenersi dallo sguainare Ginryuu. “La vuoi smettere?” Sbraita, al limite della sopportazione.
L’idiota non sembra affatto spaventato dal suo scatto d’ira: si porta, invece, un dito alle labbra, ridendo compiaciuto. “Sei proprio un paparino maldestro: così sveglierai Syaoran-kun e Mokona “, ha il coraggio di dire, indicandoli con un cenno del capo.
L’uno accanto all’altro, avvolti nel mantello da viaggio del ragazzo, dormono tranquillamente a pochi metri di distanza da lui, apparentemente inconsapevoli di quello che sta succedendo. Il ninja sbuffa.
Se dovessero svegliarsi sarebbe colpa sua, non certo mia.
Gli lancia un’occhiata accigliata, sedendosi più dritto. Che fosse sveglio da un po’, se n’era accorto: la sua abituale posizione di riposo è quella di uno che rischia il soffocamento -col viso premuto contro il mantello, a pancia in giù-, e invece era da un po’ che se ne stava lì disteso supino senza muovere un muscolo. Lo aveva sentito spostarsi. E anche adesso, del tutto incurante, si limita a parlargli da sdraiato, voltando solo il collo per guardarlo.
Sembra più sveglio che mai, in ogni caso.
“E allora? Che vuoi a quest’ora?” Chiede, scorbutico, ma questa volta abbassa la voce: non ha nessuna intenzione di disturbare il sonno di chi riposa, come invece un certo Fay D. Flourite ama fare. “E prega che sia una cosa seria: Ginryuu muore dalla voglia di prendere un po’ d’aria …”
“Ma certo che è una cosa seria!” Il mago si mette seduto con un unico movimento, incrociando le gambe sul mantello, e sorride, enigmatico. “Mi è appena capitata una cosa straordinaria, Kuro-rin. Ti andrebbe di sapere di che si tratta?”
E Kurogane si irrigidisce, sull’attenti: perché conosce quel sorriso. E’ sempre lo stesso, stupido sorriso che gli rifila quando deve tirar fuori un’altra delle sue idee balzane, ma preferisce prima godersi l’aspettativa delle sue parole, come un bambino. Ha imparato a temere quel sorriso, perché è sempre, sempre fonte di fastidi e guai.
Ma non vede più quel sorriso inquietante da tanto, probabilmente dal disastro in cui ha dovuto trasformarsi in vampiro. Non ha assolutamente idea di come si misuri il tempo con tutti questi continui spostamenti spazio-temporali o quello che è, ma si basa su un personalissimo sistema di misurazione che conta quanto spesso i membri del gruppo cambino atteggiamento, per questo sa che ne è passato tanto. Il che pone premesse sufficienti per essere così diffidente -più del solito, ad ogni modo.
“Non fingere di chiedere il mio parere quando faresti comunque di testa tua”, ribatte, esasperato. “Parla e basta, senza farla troppo lunga.”
“Oh! Kuro-pon muore dalla voglia di ascoltare il mio racconto!”
Rieccolo, a manipolare la realtà come gli è più comodo. Come diavolo riesce a stare calmo con un individuo del genere? “Ehi, tu …”
“Non serve essere così impaziente, ti accontento subito!” Lo interrompe l’altro, con un sorrisetto soddisfatto, e davvero questa volta Kurogane si trattiene per pura forza di volontà dal farlo a fette. “E’ stata una giornata estenuante oggi, con l’arrivo in questo nuovo mondo e con l’esplorazione, e alla fine ero anche abbastanza stanco: così, sai, credevo che avrei dormito senza interruzioni. Ma così non è stato.”
“Se eri così stanco, perché hai deciso di seccarmi a quest’ora?” Brontola Kurogane.
“E’ proprio questo il punto!” Lo vede sporgersi in avanti con aria seria, come se stesse parlando di un importante affare di stato. “Stavo dormendo tranquillamente, quando all’improvviso mi sono ritrovato sveglissimo. Per nessun motivo apparente, sembrava. E allora ho cominciato a pensare …”
Rapidamente si porta una mano sotto il mento, alzando gli occhi al cielo e mimando un’espressione pensierosa. “Avrò sentito avvicinarsi qualche minaccia?” Finge di chiedersi a voce alta, da esibizionista qual è. Non ha fatto tutto quel chiasso quando si è svegliato, ne è sicuro. “Così mi sono guardato intorno da ogni parte, alla ricerca di eventuali pericoli, ma ho visto che tu, Kuro-myu, continuavi a riposare, e quando c’è qualche pericolo lo fiuti all’istante …”
“Ripeto, non sono un dannato cane!”
“… e così mi sono fermato. La serata era tranquilla, non c’era niente in movimento. E poi ho pensato di colpo: va tutto bene.”
L’idiota tace, indirizzandogli un sorriso largo, probabilmente creando un’altra delle sue pause ad effetto.
Detesta dovergli sempre dare soddisfazione, ma pare non ci sia altra scelta.
Mette da parte l’orgoglio a malincuore. “E poi?”
Il mago gli rivolge uno sguardo di genuina sorpresa. “E poi? Non ti sembra sufficientemente straordinario quello che ti ho detto?”
Kurogane si irrigidisce. “Eh?”
“Il racconto è finito, Kuro-sama. Non c’è niente poi.”
Cosa fa, lo prende in giro?
Lui sfodera di nuovo quell’espressione carica di sottintesi, fissandolo. “Va tutto bene, è questo il motivo per cui mi sono svegliato, è questo l’elemento insolito che percepivo. Va tutto bene, Kuro-tan.”
E non aggiunge altro: non serve.
Perché Kurogane ha già capito. 
Più che la frase, ha rilevanza il tono di cauta, incredula sorpresa che il mago ha assunto.
Sperimentare la libertà, dopo tanto tempo, non è un affare di poco conto.
Il verso di un animale notturno in lontananza interrompe il flusso dei suoi pensieri; Kurogane lo fissa, mentre lui stira le braccia in alto, con un sospiro soddisfatto, e rivolge un sorriso mite alle due lune che si intravedono tra i rami degli alberi sopra di loro.
 “Va tutto bene perché quel bastardo di Fei Wong è morto?” Gli chiede.
Gli occhi dell’altro si restringono, ma il sorriso è ancora lì. Scuote piano il capo. “Va tutto bene perché tutti noi siamo dove vogliamo essere.”
Torna a guardarlo negli occhi. “Eh, Kuro-run? Non ho ragione?”
Si è sbagliato. A ben guardarlo, non è lo stesso, stupido sorriso che gli rifila di solito. E’ un po’ meno stupido, questo.
Forse perché non è più fastidiosamente falso.
Se non sta includendo anche se stesso, in quel tutti noi, questa volta lo ammazza davvero.
Sbuffa, e inconsciamente rilassa i muscoli delle spalle. “Parla per te. Ascoltare uno stupido mago che soffre di insonnia è il modo più inutile di trascorrere il tempo.”
“Come sei crudele! Pensavo saresti stato felice di sentirmi aprire tanto il mio cuore a te!”
Che idiota. “Perché mai dovrei essere felice per una cosa del genere?” ribatte, e gli scocca un’occhiataccia. “Di tutti i dannati momenti in cui potevi metterti a fare riflessioni esistenziali sulla tua vita, dovevi scegliere proprio adesso, nel cuore della notte, quando non rischi più la tua pellaccia?”
Non è più arrabbiato, ormai. Forse dal Regno del Giappone, quando per la prima volta lui gli ha dimostrato di saper usare la zucca, e di non rincorrere più propositi suicidi che erano costati loro tempo e agitazione. Però ci tiene ugualmente a fargli sapere che i suddetti propositi sono stati la trovata più stupida che potesse inventare per complicare le cose. Gli sembra il minimo, dal momento che è un miracolo che siano ancora tutti interi per questo …
“Sono in ritardo, eh?” Gli chiede all’improvviso il mago, semplicemente.
Ha uno sguardo strano, tutt’a un tratto.
“Ci puoi giurare”, grugnisce Kurogane in risposta.
Un sorriso mesto e un’espressione ferma e consapevole sono la risposta. “Mi dispiace”, dice.
Kurogane tace.
E poi, ancora una volta, gli viene dimostrato che avrebbe fatto tanto meglio a non rispondergli, poco prima. L’altro allunga una mano, e comincia a dargli pacche sulla testa, come a un bravo cagnolino ubbidiente. “Su, su! Non dovrai più preoccuparti di questo, paparino. Abbiamo tanto altro a cui pensare!” Esclama, di nuovo gioviale. Come accidenti fa a cambiare umore così in fretta? “Ci sono ancora da recuperare gli altri Syaoran-kun e Sakura-chan, e prima o poi troveremo il modo di farcela, perché Syaoran-kun ci crede. E nel frattempo, i nostri pargoli avranno bisogno di noi, così dobbiamo fare i bravi genitori e occuparci di Syaoran-kun e Mokona quando si sentiranno giù o quando si faranno male. E poi ci sono i nostri amici da salutare, nuovi mondi da vedere, vecchie dimensioni da ritrovare …”
 “Continua pure a blaterare senza senso da solo, io torno a dormire.”
Si gira su un fianco, liberandosi dalle pacche fastidiose, ben deciso a fargli capire che è davvero ora di darci un taglio. Lo sente ridacchiare tra sé, perfettamente rilassato.
“Buonanotte, Kuro-rin.”
E dai fruscii e rumori, Kurogane capisce che dev’essersi girato prono, questa volta, e che magari ora ha intenzione di dormire senza pensare troppo. Il silenzio totale che segue, interrotto solo dal soffio del vento tra gli alberi e quegli strani versi notturni, sembra confermare l’ipotesi.
Tira un sospiro, decidendosi a richiudere gli occhi.

Va tutto bene perché tutti noi siamo dove vogliamo essere. Eh, Kuro-run? Non ho ragione?
Sogghigna tra sé, soddisfatto.
Meglio tardi che mai, stupido mago.




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E' facile che ci si svegli nel cuore della notte per pensare a chissà quanti problemi. La cosa che invece non capita spesso è svegliarsi proprio per assaporare la mancanza totale di problemi. E per personaggi come Fay, che libero da disgrazie e problemi non lo è stato mai finora, la cosa dev'essere particolarmente difficile. E particolarmente sconvolgente. Ho voluto auspicare esattamente questa felicità per lui, alla fine della serie: perché lui, come anche gli altri, se l'è guadagnata a caro prezzo, quella felicità. E Kurogane non poteva, ancora una volta, che essere presente in questo ulteriore passo in avanti -perché lui è l'unico a poterlo capire davvero, e lo sanno entrambi.

Padme Undomiel

   
 
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