Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Notperfect    12/09/2012    2 recensioni
-Lasciati vivere, Mery-. Continua lui, sussurrando dolcemente al mio orecchio. –Lascia che io sia il tuo raggio di sole, la tua ancora di salvezza. Lasciati amare-.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Let me love you
 

 
Sono due ore che mi trovo in questo stupido pub da quattro soldi ad Ealing Broadway.
Non mi è mai piaciuto il baccano, lo strusciarsi sugli altri e cose alquanto sconce che non mi permetterei mai di dire.
Eppure i miei amici mi hanno portata qui perché è il mio compleanno, volevano che io mi divertissi per una sera.
‘Ti divertirai, vedrai’, ha detto Jane stamattina, quando mi ha annunciato di questa super strabella serata in discoteca.
Ha invitato anche Zayn, Harry e Niall, Liam e Danielle, Louis ed Eleanor. Sono ragazzi che frequentano il mio stesso college. Io e Danielle, la fidanzata di Liam, condividiamo la stanza al campus; mentre Jane ed Eleanor stanno nel complesso di fronte al nostro.
Siamo amiche da una vita, da circa sei anni o di più.
Potrei dire di aver trascorso più tempo con loro che con me stessa, se fosse possibile.
Le conosco a meraviglia, conosco i loro gusti, le loro paure, il loro passato.
Eppure, da quando Jane si è fidanzata con Niall, Danielle con Liam ed Eleanor con Louis, sono passata in secondo piano, anche se loro mi ripetono il contrario.
Ma come lo chiamate voi il fatto che preferiscono passare tutti i sabati con loro e non con me?
Io lo chiamo ‘passare in secondo piano’.
Certo, è anche vero che comunque stiamo insieme ventiquattro ore su ventiquattro ma solo perché abbiamo gli stessi corsi al college e viviamo nello stesso plesso.
-Vieni, andiamo a ballare!-. Louis mi invita in pista, sorridente.
In effetti sembrano tutti felici…tutti esclusa me, come al solito.
Sono tutti scomparsi tra la folla e i boati non appena abbiamo messo piede qui dentro.
Io invece, sono seduta su questa sedia in pelle bianca nell’angolo del locale accanto al piano bar, in penombra dove nessuno può vedermi.
-Vado un attimo in bagno e poi giuro che ballo-.
Mi alzo e mi dirigo verso la porticina con su scritto ‘WC’.
Mi sciacquo la faccia con dell’acqua fredda per risvegliarmi.
Devo darmi una mossa, mi ripeto.
Non posso starmene sempre in disparte mentre tutti si divertono.
Succede sempre così, in qualunque posto vada e con chiunque.
Mi sento sempre un pesce fuor d’acqua, sempre quella esclusa e quella inferiore agli altri.
Ma, non fraintendete: non sono gli altri ad isolarmi; più che altro sono io a chiudermi nel mio guscio protettivo, proprio come un gambero.
Mi guardo allo specchio, disgustata.
Non c’è nulla in me che mi soddisfa, ne che possa soddisfare le voglie di un ragazzo.
Ho i capelli biondi e lunghi fino al fondoschiena, gli occhi verdi e grandi e varie lentiggini sul naso e sulle guance.
Detto in questo modo sembra di descrivere una dea della bellezza.
No, vi sbagliate…partendo dal fatto che la bellezza è soggettiva, io sono una ragazza obbiettiva. Nel senso che appaio brutta a chiunque, secondo me.
E’ un pensiero che elaboro da anni e che purtroppo si rivela sempre vero.
Raggiungo l’uscita del bagno, per poi uscire fuori del tutto dall’edificio.
Inspiro profondamente, riuscendo a captare tutte le particelle dell’aria fredda e gelida, tipica di Londra.
Mi siedo sul marciapiede, presa improvvisamente dal senso di angoscia determinato dalla mancanza di autostima.
-Merdith!-.
Mi volto verso la provenienza di quella voce, stranamente familiare.
-Harry, che ci fai qui fuori?-. Chiedo disinvolta al riccio che in pochi secondi mi raggiunge e si siede accanto a me.
-Potrei farti la stessa domanda-. Sorride malizioso, facendo comparire una scintilla nei suoi occhi.
E’ da un po’ che ho una cotta per Harry, l’amico di Louis.
L’ho conosciuto tramite Eleanor ed è da un po’ che usciamo in comitiva.
Certo, io lo vedo di rado perché non esco quasi mai, ma mi è subito sembrato socievole e simpatico, allegro e aperto.
Eleanor mi ha raccontato che è un tipo molto esplicito in fatto di ragazze. Se ne porta a letto una ogni due giorni, o di meno. Insomma…è un puttaniere.
Ed è strano che io ne sia attratta perché di solito mi tengo alla larga da ragazzi come lui.
Forse perché mi sembra quel tipo di ragazzo che se le scopa tutte ma nel profondo tanto sensibile da amarne solo una.
In semplici e poche parole: tante ragazze a letto, una nel cuore.
Non so se mi sono spiegata.
Sorrido anch’io, abbassando lo sguardo sulle mie scarpe tremendamente alte.
Jane ha insistito così tanto a farmelee mettere, dicendomi che avrei dovuto fare follie con queste scarpe sulla pista da ballo, tanto da convincermi.
Naturalmente era pura e semplice convinzione, la sua.
-Ti trovo incantevole, stasera-. Dice, e con la punta dell’occhio noto che mi sta fissando.
-Grazie, anche tu stai benissimo-.
In effetti la camicia che fascia il suo fisico scultoreo e la giacca arrotolata sulle maniche gli danno un’aria dannatamente sexy e…scopabile.
Prosegue un lungo minuto di silenzio in cui mi maledico per essere uscita qui fuori e per essermi ritrovata in una situazione così imbarazzante.
Lui è bellissimo ed io…beh, io non sono neanche la metà della sua bellezza.
I suoi occhi verdi, simili ai miei, penetrano all’interno del mio animo, facendo fare mille capovolte al mio stomaco, ormai pieno di farfalle psicopatiche.
La sua voce dannatamente sensuale e scura poi, mi rende incosciente di dove mi trovi. Vedo e sento solo lui e questo suono così appagante e scuro, mi fa andare con la mente oltre il dovuto.
-E così oggi compi diciannove anni…-. Azzarda intimidito.
-Già…sono vecchia ormai-.
-Oh, non penso. La tua vita sta appena iniziando, lo so già-.
-Solo perché tu hai appena compiuto vent’anni, non vuol dire che sei un uomo vissuto dalla lunga esperienza-. Dico sarcastica.
Lui sembra intuire questo lato ironico della cosa, infatti ride, rompendo definitivamente le mie ovaie.
E’ così...affascinante!
-Di esperienze ne ho avute tante…-.
-Io non mi riferivo alle ragazze, non esistono solo questi tipi di esperienze-. Ribatto convinta, ottenendo il massimo silenzio da entrambi.
-Io…scusami…non volevo sembrare così acida-. Aggiungo poi, notando la sua espressione delusa e sconsolata.
-Non è colpa tua, sta’ tranquilla-. Fa una pausa, passandosi una mano tra i capelli.
Dio, che farei per accarezzarglieli!
Poi riprende serio e determinato. –Ormai tutti sono convinti che sia un…puttaniere, anche perché sono anch’io a farlo credere…come ho fatto adesso con te. Ma non è vero, non è così! Si, ammetto che sono andato a letto con moltissime ragazze, ma sono un ragazzo con gli ormoni a mille e…non so se mi spiego-.
Lo guardo enigmatica, come se non voglia che lui capti la mia espressione confusa e un po’ rassegnata.
-Non sei l’unico ad avere problemi di questo tipo-. Constato insicura e titubante.
-E perché mai? Tu cos’hai da preoccuparti?-.
-Gli altri mi trovano noiosa e quant’altro solo perché non parlo molto o perché non esco ogni santo giorno. Il fatto è che loro non capiscono che non è timidezza o asocialità ciò che mi caratterizza; più che altro non mi va di passare tempo con persone che non si sforzano di conoscermi, che non riescono a vedermi sotto una luce diversa da quella che ormai è già impuntata su di me. Loro non mi conoscono e mi giudicano. In realtà non voglio rispondergli male semmai mi provocassero, non mi va di essere cattiva con loro…tutto qui-.
Harry mi guarda attonito, quasi sconvolto.
Beh, lo capisco.
Ed è strano anche per me: non mi sono mai aperta in questo modo con un ragazzo.
-Io pensavo che tu, Jane, Eleanor e Danielle foste amiche-. Commenta poi, in trance.
-Si, è così infatti. Io non mi stavo riferendo a loro-.
-Oh, capisco…Beh, io penso che tu non deva permettere che la gente ti consideri ciò che non sei. Devi farti valere e agire a testa alta; e se qualcuno si permetterà nuovamente di giudicarti e commentare i tuoi atteggiamenti, devi continuare ad essere superiore a loro, non badando alle loro chiacchiere, fregandotene. Devi ripeterti che tu sei superiore e devi anche darlo a vedere. Magari la smetteranno di parlare di te inconsciamente-.
Alzo immediatamente lo sguardo su di lui, meravigliata.
Non avrei mai immaginato che Harry dicesse cose del genere.
L’ho sempre considerato un ragazzo superficiale e materialista, senza punti di riferimento o passioni importanti.
Eppure devo ricredermi, decisamente, e devo seguire i consigli che mi ha appena dato.
Passano vari secondi di silenzio imbarazzante in cui si riescono a sentire solamente i nostri respiri e le folate di vento improvviso.
Non ho neanche il coraggio di dirgli un misero ‘grazie’ o di sorridergli; sono troppo imbarazzata.
Porto le mani sui rispettivi bracci opposti, come se mi stia abbracciando da sola, e strofino lievemente.
Devo dire che l’aria stasera è veramente troppo fredda. Sento addirittura i brividi alla schiena anche se non sono sicura che siano determinati dal freddo.
-Hai freddo?-. Mi domanda preoccupato e posso scorgere un pizzico di premura nei miei confronti.
Che stia sognando?
Può darsi.
-Un po’-. Sussurro.
-Vuoi ritornare dentro?-.
-No, non mi va. Magari tra poco-.
-Allora in questo caso…-. Si sfila la giacca e, cautamente e delicatamente, me la poggia sulle spalle.
Che gentiluomo, penso.
-No, Harry non sei tenuto a darmi la tua …-.
-Non ribattere, per favore-. Mi interrompe divertito.
Gli sorrido, cercando di sembrare il più calma e tranquilla possibile, cosa che non sono affatto.
Ho la sua giacca sulle mie spalle e di conseguenza sento il suo profumo inebriarmi. Spero che rimanga sulla mia pelle, così da consolarmi stanotte mentre cerco di dormire.
-Grazie-. Dico in un soffio di voce.
Lui si limita a fare un cenno con il capo e mostrare un mezzo sorriso.
Trascorriamo altri minuti in silenzio, contemplando ciò che si estende di fronte a noi che sicuramente non è interessante quanto il ragazzo che ho di fianco.
-Senti, Mery…-. Si volta verso di me di scatto, e sono costretta a girarmi anch’io verso di lui per non sembrare scortese.
-Dimmi-. Lo precedo, rendendomi conto che ho appena sentito una scarica elettrica alla schiena, all’addome e alla pancia che ora si è ridotta a brividi che mi torturano dappertutto.
Sta in silenzio per alcuni secondi, durante i quali sembra contemplarmi, sembra osservarmi e mettermi a fuoco, come se per la prima volta mi stia guardando e mi stia memorizzando.
Eppure ci siamo visti parecchie volte, io e lui.
Noto che ha assunto un’aria misteriosa, frastornata e un po’…imbambolata?
-Sembra che tu abbia freddo alle labbra, continui a tremare-. Constata sicuro, un po’ divertito.
Che figura da idiota.
Ma…io non sto tremando ne tantomeno le mie labbra.
-Cosa? No, non ho freddo anche perché ho la tua giacca adesso e…-.
Le sue labbra sulle mie mi impediscono di proseguire a parlare.
Mi ha baciata, non posso crederci!
La sua bocca è così grande, umida e morbida che vorrei che questa situazione non degenerasse mai.
Provo una sensazione mai provata prima, una sorta di piacere che si propaga dallo stomaco in su.
Inizialmente sbarro gli occhi come uno zombie, poi, lasciandomi trasportare dal movimento delle sue labbra, così denso e delicato, chiudo gli occhi e gli accarezzo i capelli.
Aspetto di farlo da una vita e non provo rimorso o delusione ora che li sto toccando. I suoi ricci sono così morbidi e setosi che sembra di toccare zucchero filato.
Ci stacchiamo da quel lungo bacio, desiderato da troppo tempo, e ci fissiamo intensamente per un po’. Abbasso lo sguardo, imbarazzata, non appena lui si aggiusta i capelli scompigliati.
-Trovavo solamente una scusa per fare ciò che volevo fare da una vita-. Mi sorride ed io, ancora più intimidita, distolgo lo sguardo.
-Scusami io…io non avrei dovuto farlo…io…-. Mi alzo in piedi, imbarazzata e impacciata.
Lui mi imita, più sicuro e deciso nei movimenti.
Mi ferma per un braccio e mi alza il mento cosicché sono costretta a guardarlo dritto negli occhi.
Sento una fitta allo stomaco, così intensa che mi sembra quasi un crampo.
Sono sensazioni troppo forti e potenti per me che sono troppo debole dinnanzi lo sguardo profondo di Harry, di cui sono palesemente innamorata da tempo.
-Non è stato un errore, Mery….-. Segue con un dito il contorno del mio viso, seguendo questo suo movimento con lo sguardo. –Non sai da quanto ho desiderato questo momento. Mi piaci…tutto qua. Mi piaci perché sei diversa, perché non sei facile come le altre ragazze…sei….complicata e mi piace ottenere ciò che voglio con difficoltà. Ti ho aspettata troppo al lungo. Prima non avevo il coraggio di fare una cosa del genere perché ero troppo stupido per capire quanto vali, sei una ragazza in gamba e con le idee chiare e…-.
-Harry!-. Lo fermo, urlando il suo nome come se voglia mettere fine alle sue parole. –Non illudermi, per favore. Non far finta di essere attratto da me, da qualcosa che gli altri rifiutano-.
Ciò che voglio esprimere in realtà con questo giro di parole è che non deve provare pietà o tenerezza per me.
-Non ti sto mentendo, Mery…sto dicendo ciò che sento e ciò che voglio…voglio te-.
Scuoto la testa e sento gli occhi pizzicarmi.
Quando sento una lacrima scivolare sulla mia guancia, capisco che ormai il pianto isterico è vicino.
-Non…piangere-. Dosa le parole, come se provi sofferenza nel vedermi in questo modo. Mi asciuga una lacrima con l’indice, appoggiando il suo naso al mio e strofinandolo. –Devi credermi, Mery…non so cosa c’è in te che mi attira così tanto; so solo che mi piace e che voglio conoscerti meglio, anche se sono già in grado di considerarti come una ragazza perfetta, speciale-.
Chiudo gli occhi a queste parole.
Nessuno mi ha mai detto una cosa del genere, nessuno mi ha capito come ha fatto lui in una sera.
-Ed io voglio che tu mi conosca, per davvero-. Dico poi, in un sussurro convinto e deciso.
-Lasciati vivere, Mery-. Continua lui, sussurrando dolcemente al mio orecchio. –Lascia che io sia il tuo raggio di sole, la tua ancora di salvezza. Lasciati amare-.
Non appena sento queste parole, il mio cuore perde un battito e inizio a credere seriamente di voler andare al pronto soccorso.
Per non parlare dei crampi allo stomaco, si sono triplicati.
-Non continuare in questo modo o penso di morire-. Confesso sorridendo.
Sorride anche lui, allontanando il suo viso dal mio per un po’. Mi guarda sorpreso ma al tempo stesso divertito e soddisfatto.
Prende il mio viso tra le mani, lo accosta nuovamente al suo e il bacio che segue non è altro che la sensazione più bella, più eccitante, più appagante che abbia mai provato e nel momento esatto in cui le nostre lingue si intrecciano, capisco che avrò l’esigenza di baciarlo ancora e ancora anche in futuro. 




Babieeeees!
Eccomi qui con una nuova OS.
Spero sia stata di vostro
gradimento...! Se vi va, date
un'occhiata al mio profilo!
Vi aspetto, eh!No, okay...mi dileguo.
Un bacio, notperfect.



   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Notperfect