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Autore: ghfhghoransdsjt    12/09/2012    12 recensioni
-Sarah, facciamo una scommessa?
Una scommessa? Uhm, interessante. NO.
-Sì.
Che cavolo dico?
-Bene, allora per un giorno intero a partire da domani dovremo essere gentili nei nostri confronti così vedremo chi è antipatico.- Mi dice con aria di sfida.
-Ma gentili nel senso ‘oh pasticcino mio, quanto ti voglio bene, hai bisogno d’aiuto’?
-Beh, non ci avevo pensato ma mi hai dato l’idea.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 1.
-Saraaah, sveglia!
-Ma mamma sono solo le... le 5? Oddio mamma, siamo in ritardo! L'aereo partità tra poco...
-Tesoro, se vuoi dormire andrò a sola.
-Mamma, stai scherzando?
-Sì.
Ecco, mi pareva strano.
Per chi ha letto le prime righe e non c'ha capito un tubo, io sono Sarah Webb, ho 17 anni e vivo a Londra. Tra poco l'aereo di mia madre decollerà e io sono ancora qua. Eh già.
-Sarah, vestiti, mi ha chiamata Kate, la madre di Mary e ha detto che ci sta aspettando.
-Mamma, così mi fai solo spaventare!
Apro l'armadio, indosso un paio di jean scuri e una maglia blu, lunga e un po' larga con delle scritte nere. Mentre mi infilo la maglia provo a pettinare i miei capelli mezzi ricci che mi ritrovo e mi ficco lo spazzolino pieno di dentifricio in bocca.
-Mamma, ofe sà la boffa?
-Eh? Cosa hai detto? Ripeti.
Sputo il dentifricio e sciacquo i denti poi rifaccio la domanda.
-Mamma, dov'è la borsa?
-Quella verde? Deve essere affianco al letto.
Infilo le scarpe e prendo la borsa, scendo al piano inferiore e afferro le valigie.
Trovo mia madre che mi aspetta vicino la porta con i suoi bagagli pronti e le chiavi in mano.
-Bodomachachacha.
-Eh? Mamma, cosa hai mangiato per colazione?
-Nulla, una brioche, una graffa di quelle grandi e dei biscotti.
Io resto immobile davanti mia madre, non per quello che ha detto perchè tanto ormai ci sono abituata, ma perchè non ho fatto colazione! Dramma.
-Mamma, non ho mangiato nulla.- Dico con tono fermo.
Faccio gli occhi dolci e lei mi lascia pprendere un muffin.
Salgo in macchina mangiucchiando la mia colazione e guardo l'orario.
Sono le sei meno venti, quando mai io mi sveglio alle 5 di mattina? A Giugno poi!
Mi affaccio dal finestrino mentre mamma fa partire la sua Ferrari nera, no, la sua Opelcorsa mezza scassata, e guardo il paesaggio fantastico che mi ritrovo: case, villette, case e qualche cestino della spazzatura.
-Mi raccomando, non piangere come fai sempre quando l’aereo decollerà.
-Mamma, non sono più una bambina!
-Vuol dire che non ti mencherò?
-Sì, mi mancherai, ma non piangerò.
-Cosa scommetti?
-Un pacco di biscotti al cioccolato, quelli che posso mangiare solo IO.- Calco con un tono più alto l’ultima parola.
-Sicura? Sei disposta  perdere quei biscotti deliziosi?
-Non li perderò.
Tra le varie chiacchiere arriviamo in aereporto  e vediamo Katy e Mary che si sbracciano per farsi vedere, scendo dall’auto e corro ad abbracciare la mia migliore amica che non vedo da molto tempo.
-Come mai tutto questo affetto?- Mi chiede lei.
-Ieri sera ho mangiato troppe caramelle, non preoccuparti, non lo farò più.
Nel frattempo arriva anche ia madre che si prepara con i bagagli per entrare in aereo.
-So che non riuscirai a trattenere le lacrime.- Dice con un ghigno malefico mia madre.
-No mamma, non sto piangendo…- Rispondo tirando su con il naso e asciugandomi una lacrima.
Cavolo, non è la prima volta che parte, perché piango ancora? I miei biscotti cioccolatosi, noo!
Man mano che passa il tempo mi scendono sempre più lacrime e non riesco più a fermarle.
-Apri la borsa e sgancia i biscotti.
-Mamma…
-Una scommessa è una scommessa.
Apro la borsa, prendo il pacco di biscotti e lo porgo a mia madre tenendo comunque la presa ben salda.
-Lascia i biscotti.
Nulla.
-Ho detto lascia i biscotti.
Mi fa quesi paura ma io non mi abbatto.
-Sarah hai perso, sgancia ‘sti biscotti.
A malincuore lascio la presa e con essa anche i miei famosi biscotti.
-Addio, vita.
-Sapevo mi  volessi  bene ma non tanto da chiamarmi ‘vita’.
-Mamma mi riferisco ai biscotti.
Ma che ha capito?
Una voce meccanica annuncia l’arrivo dell’aereo e mia madre entra facendomi le ultime raccomandazioni.
-Torna a casa solo per le emergenze, le chiavi ce l’hai, comportati bene e quando esci non tornare tardi a casa. Grazie Kate per averla ospitata, ricambierò il favore.
-Di nulla, è un piacere avere tua figlia in casa. Ciao Johanna.
-Ciao Kate, ciao ragazze, passate una buona estate!
Lei va, io mi asciugo l’ultima lacrima e con Mary e Kate mi avvio nella loro auto.
Dopo circa dieci minuti arriviamo a casa e dal giardino della casa affianco scorgo una testolina bionda. Poi un paio di occhi azzurri e un sorriso innocente da bambino. Ma è un ragazzo. E che ragazzo.
-Mary, tu hai questi vicini e non me l’hai mai detto?
-Ultimamente non ci siamo sentite spesso e poi si è trasferito qui da poco.
-Non è londinese?
-No, è irlandese.
Mi dirigo verso la porta ancora guardando il ragazzo e mi trascino le due piccole valige dove proprio dopo un po’ inciampo. Prendo un volo e le scaravento per aria e mi ritrovo con il sedere a terra, una gamba alzata e un braccio sotto la mia schiena. Solo Sarah Webb può fare certe cose.
Meriterei un premio Nobel per  le mie eccellenti cadute, la maggior parte delle volte poi sono ferma. Mia madre mi chiede come possa io cadere da ferma ma io non le rispondo, perché neanche io lo so.
Tutto sta che ho attirato l’attenzione del biondino che ora se la ride e di Mary che tiene lo sguardo basso e le mani sulle labbra per non scoppiare anche lei.
-Cosa ti ridi?- Sbotto piuttosto arrabbiata riferendomi all’irlandese.
-Ahahah sei troppo buffa, dovrest… ti dovresti  vede…ere ahahah.
Sembrava simpatico mentre ora sta ridendo di me. Anche se la cosa non mi dispiace, la sua risata è qualcosa di ‘wow’. Di solito mi alzo e mangio la persona che ride di me mentre questa volta rimango a guardarlo e quasi quasi viene da ridere anche a me.
-Dovrebbe accadere anche a te, poi mi dici se è divertente!
-Dai Sarah, che stai per ridere anche tu.
-Ora ti ci metti anche tu Mary! Credevo fossi mia amica.
Mi rialzo, mi sistemo la maglia con aria altezzosa e fincendo di essere offesa provo ad entrare in casa ma neanche il tempo di fare due passi che ricasco a terra, quest volta inciampando su un vaso di fiori posto proprio al centro del giardino.
-Ma cosa ci fa un vaso al centro del giardino mi chiedo!
Altre risate, questi due mi hanno proprio scocciata, mi rialzo per l’ennesima volta ed entro con i bagagli, senza cadere però.
Mi aspetta un’estate davvero dura.

HOOOLA CHICAS!
Ed ecco che ho cominciato con una nuova storia, spero questa vi piaccia di più. uu
Beh, che dire? Scoprirete tutto man mano leggendo i capitoli :D
Fatemi sapere cosa ne pensate del primo  ;D
Bye girls! c:
   
 
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