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Autore: TheFame    12/09/2012    1 recensioni
Dopo aver scritto e pubblicato questo mi sento infinitamente stupida. Ma è stata una liberazione. Fatemi sapere onestamente cosa ne pensate (se volete capirne di più, leggete la traduzione del testo Here’s your letter dei Blink 182). Ah, e mi hanno anche detto di premettere che uso un linguaggio 'colorito' perchè non tutti potrebbero gradire... La mia cara scrittrice Malia_Black ha detto che in certi punti mi esprimo un po' come Gordon Ramsay, e non vorrei infastidire nessuno!
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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>>Ecco la tua lettera
Here's Your Letter - Blink 182 (l'inizio della fine)
 
 
Il dolore è qualcosa di simile alla carne che viene trafitta in profondità fino all’osso, non mi sono mai sentita così sola come in questo momento. “Cerca di dormire”, ti ripeti nella testa, come se fosse semplice.
Stesa sul letto sopra le coperte, immobile nella stessa posizione da troppo tempo, c’è una canzone che rimbomba nelle orecchie a farmi compagnia. 
 
Ricordo benissimo il modo nel quale mi sono persa nei tuoi occhi, ma non riesco a trovare  la strada per tornare indietro. 
Un messaggio, ti invio solo un ultimo messaggio prima che tutto finisca definitivamente: “Buonanotte, R.” 
Giuro che non ti infastidirò mai più con la mia presenza, ho mandato tutto a puttane. Il mondo sta crollando.
 
 
“Fanculo, non puoi permettere che tutto questo ti distrugga, lascialo andare.” 
Come se fosse semplice.
Ho bisogno di più tempo. (bugia)
 
 
A essere sinceri, però, in fondo al cassetto della mia scrivania c’è una lettera per te, non ho potuto fare a meno di scriverla. Questa merda che ho in testa doveva prendere forma, o altrimenti sarei potuta impazzire. 
Il fatto è che sono così confusa che non so bene cosa dire… i pensieri si depositano sulla carta sottoforma di una scrittura poco comprensibile.
 
Se mai avessi le palle di consegnartela, leggeresti le mie scuse sui comportamenti egoisti e infantili che ho avuto in passato, sulle puttanate che ti ho detto, e del fatto che me la prendo anche con me stessa perché infondo la colpa non è solo mia.
Cazzate su cazzate, insomma.
E mentre metto da parte l’idea di prendere il coraggio e fartela leggere davvero, una voce esasperata mi urla nel cervello: “SIAMO MALEDETTAMENTE CONDANNATI A QUESTA VITA?!”
 
La lettera termina all’improvviso, senza una conclusione ben precisa.
 
 
“Lascia che tutto ti colpisca scivolando via. Lascia che i cocci caschino a terra, riuscirai a riparare il problema nel momento giusto.”
Sì, riuscirò a risolvere tutto. (altra bugia) 
 
 
Quanto tempo è passato dall’ultimo messaggio? Fanculo, ho finito il credito. 
”E così guardi il soffitto in cerca di una risposta? Povera illusa.” 
Zitta tu. Ho già abbastanza seghe mentali. 
”Brava, ti sei anche messa a parlare da sola, ti faccio i miei complimenti”
 
Mi immagino come sarà svegliarsi domattina, senza una ragione precisa per la quale vivere. Tutto ha semplicemente perso ogni significato.
 
Ti prego, fa qualcosa. Mandami un altro fottutissimo messaggio. Fa lampeggiare il maledettissimo schermo, fa vibrare quel cazzo di telefonino che stringo compulsivamente fra le dita. Sto morendo nel silenzio di questa (di)stanza.
 
È come se una stella, l’ultima stella rimasta in paradiso avesse deciso di cadere. La sua caduta ha scosso tutto, dentro e fuori. 
”Hey, ti ricordi quel libro… Il Piccolo Principe sì. Ecco quello. Ti ricordi che il protagonista abitava su una stella? O era un pianeta? Fa niente, insomma… stasera è caduta la sua stella.”
 
 
(Ora ricordo il punto nel quale mi sono persa. Più o meno. Mi correggo, mi sono persa in due punti. Due sentieri paralleli, due paesaggi. Il primo, un mare verde, l’acqua si infrange dolcemente sugli scogli. Un mare molto profondo. Ma riesco a vedere comunque le rocce bianche sul fondale.
 
Il secondo, un viale. Un viale di periferia alberato, tante piccole villette a schiera si affacciano su di esso. È autunno e cadono le foglie. Foglie secche di un calda tonalità di marrone hanno ricoperto la strada, l’erba e i davanzali e scricchiolano sotto i piedi producendo un suono così familiare. Le foglie hanno ricoperto tutto.
 
I tuoi occhi, gli unici paesaggi che mi scaldano il cuore.)
  
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