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Autore: Black Friday    30/03/2007    1 recensioni
Ogni volta: nasci di nuovo, forgiata più forte.
Un testo sotto forma di duetto: focalizza l'attenzione sull'alternarsi dei momenti di luce e oscurità che si presentano noi nel corso della vita.
Genere: Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dietro Il Sipario
(Un Duetto)




"There is no darkess without light
to teach us of ourselves"
(Life to Lifeless - Killswitch Engage)





Donna Tristezza:
"Magma di suoni ed odori, mosaico di fisionomie, mescolanza di sfumature, materia plasmata, uno scrigno di meraviglia e d'orrore: questo sono i luoghi in cui vagabondi e stazioni. Ma dai recessi del mio bozzolo, la realtà multicolore si tinge solo d'un grigio uniforme."

Donna Lungimiranza:
"Effetto di soggettività. Percezione sbiadita."

Donna Tristezza:
"Tempio ricolmo della lode attraverso il sacrificio ed il canto del fedele; sacro fuoco ardente votato alla divinità, avvampa selvaggio, fiere fiamme donano: luce, calore, ustione e distruzione. È l'esistenza.
Io, pellegrina al santuario del cordoglio, propulsore di miseria, fuggo il torrente traboccante, irradiante di vita. Rantolo strozzata in una morsa: il fabbro? Me stessa. Immersa nell'asfissiante limbo dell'attesa, sepolta viva nel mio loculo d'ombra: fosca e accentuata immobilità. Mentre sto inerte nella coltre dell'annichilimento, sogguardo: balza all'occhio il distacco dalla moltitudine in marcia.
Vago attraverso le vie. Un ammasso informe di sagome traspareti. Io vedo la gente, non posso dire di percepirla. Non nego il dolore negli altri, ma per me non riveste importanza.
Brusca fermata. Vitreo faccia a faccia. È me stessa quella che cerco nel riflesso. La mia immagine: la figura sta eretta, sul corpo può non trovarsene testimonianza, ma l'essenza... l'essenza è esangue.
Smarrita in una prigione d'aria. Un carico di vuoto. Sono una fortezza in rovine dopo l'assalto: carneficina nella Gola della Solitudine.
Carcassa di vanaglorioso guerriero: negli squarci d'un cadavere martoriato solo marciume.
Un lento logorio ad avvilire l'anima.
L'ego vorrebbe sciogliersi nel desiderio d'abbandono.
Dimenticanza."


Donna Lungimiranza:
"Suicidio dello spirito.
Quando la fiaccola del morale è consumata.
Rovinosa depressione.
Ecco ciò che il tuo occhio miope non coglie: eviti senza meta, rinneghi la ripresa."


Donna Tristezza:
"La forza d'animo va spegnendosi.
Sono brace smorzata. Cenere. Sbuffo di fumo. Spettro."


Donna Lungimiranza:
"Abominevole degradazione fra i miasmi e le paludi dello scoramento ma ancora, aldilà della cortina mortifera, qualcosa attende il ribelle spossato: spiraglio nella tenda, crepa nel muro, un alito di luce penetra dalla fessura. Scintilla! Riempi l'orbita svuotata e sconvolgi sensi offuscati con un perturbante risveglio! E lo sguardo non sarà più corto o deviato, e all'orecchio giungerà cristallino il suono, ed il tatto dimenticherà l'intorpidimento, e le papille riassaporeranno avide il gusto; infine, col naso ad inspirarne la scia, accoglierai in te il mondo, ancora. Inaspettatamente."

Donna Tristezza:
"Violentata dalla luce cruda del reale sono preda dell'alienazione."

Donna Lungimiranza:
"Disperazione. Il modo esiste di uscire dal suo gorgo. evoluzione ed esperienza sono gemme incastonate nella spirale dell'elsa dell'eterno ritorno: gettarsi nel fluire, ritrovare il sentiero che conduce verso la fonte. Attingi all'energia della rigenerazione, sii conscia.
Ogni volta:
nasci
di nuovo,
forgiata
più forte."


(2004)

  
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