Non si poteva certo dire che fosse stata la decisione  più facile presa nella mia vita ma ormai era troppo tardi per poter tornare indietro nel tempo e cambiare le sorti. Avevo, come si suol dire, fatto la cazzata. E ora dovevo accettarne le conseguenze, e non potevo nemmeno far trasparire la mia tristezza, il mio essermi pentita di tutto. Era troppo tardi e dovevo stamparmi in faccia un sorriso, un ‘ci vediamo presto’ e salutare una per una le persone che facevano parte della mia vita, della mia routine, della mia quotidianità.
Proprio io che volevo solo scappare dalla mia solita vita ora mi ritrovavo ad avere nostalgia di tutto ancora prima di doverlo abbandonare.


“Tenga, buon viaggio!” mi disse la donna seduta dietro il bancone del check-in dell’aeroporto porgendomi la carta d’identità e il biglietto aereo.
“Grazie” risposi afferrandoli e andando verso l’imbarco trascinandomi dietro le due enormi valigie.
Era assurdo come in quei pochi mesi la mia vita fosse cambiata, come io fossi cambiata, il ritorno di Alex aveva stravolto tutti i miei piani.
 
7 months earlier.
“Ne sei proprio sicura?” chiese mia mamma. Non so quante volte avevo udito quella frase nell’ultima settimana.
“Si, sono sicura” risposi sbuffando e continuando a leggere il giornale dell’agenzia di viaggi.
“Okay, come vuoi, tanto sarai maggiorenne”.  Non gli risposi neanche continuando a sfogliarlo.
 
“Salve posso aiutarla?” esclamò la signora da dietro al balcone.
“Si vorrei prenotare questo viaggio interculturale” risposi porgendole il foglio con scritti tutti i dettagli.
“Certamente, si sieda pure lì, vado a prendere le carte necessarie per prenotare.”
 
Un viaggio. Cosa poteva esserci di meglio di un viaggio per dimenticare ed allontanarsi dalla propria vita? Dalle proprie responsabilità e forse anche da se stessi? Cosa c’era di meglio per tentare di superare una delusione, per riuscire a riparare un cuore spezzato?

2 months later.
Era stata tutta colpa di alcune bottiglie di troppo, dell’alcool che scorreva nelle vene e dell’incapacità mentale di fermarmi. Mi alzai dal letto notando la persona che dormiva accanto a me, Alex. Capii subito cos’era successo la notte precedente, nonostante il cervello fosse ancora annebbiato a causa della sbronza.
Raccolsi i miei vestiti da terra vestendomi e abbandonando quella stanza il prima possibile, non dovevo cascarci un’altra volta, stavo ancora tentando di ricucire le cicatrici che aveva lasciato su di me.
“I missed you, Aly..”
Possibile che bastasse un messaggio a incasinarti la vita? A farti dubitare della tua forza? Quella che avevi avuto nei mesi precedenti. Quella che non mi era mai appartenuta e che mi aveva impedito di rispondere ‘no’, di chiudergli la porta in faccia definitivamente.
Eravamo tornati insieme, avevo perdonato il suo tradimento, mi ero fatta sottomettere dalla fantasia di poter ricostruire tutto quello che era andato perso. E ora che ci stavamo riuscendo, ora che tutto sembrava aver trovato una propria stabilità, il viaggio arrivò come un uragano nella mia vita, come se volesse distruggere tutto.
Ormai avevo prenotato, dovevo partire, mi aspettavano 9 mesi lontano da casa, lontano da Alex.
Avremmo resistito? Ce l’avremmo fatta a superarla? Erano tutte domande che correvano incessamente nel mio cervello.
Eppure io in cuor mio lo sapevo, lo sapevo che sarebbe finita male, ma che potevo farci? Ormai ora era troppo tardi.
 
“Preghiamo i signori passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza, l’aero sta per decollare”.
Fissai il biglietto che stringevo tra le mani ‘Malpensa-Heathrow’, perché quello che fino a 7 mesi fa sembrava il paradiso ora suonava come l’inferno?