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Autore: Aven90    13/09/2012    1 recensioni
Storia che ha partecipato ad "Un treno per-Original Contest" di FaDiesis ed è arrivata nona. Una ragazza che nella sfortuna poi si è trovata fortunata, i Red Hot Chili Peppers e l'Isola di Pasqua! Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick su EFP: Aven90
Nick sul forum: Aven90
Titolo della storia: Questione di fortuna
Introduzione: Può una ragazza sfortunata avere una svolta nella sua vita? Vediamolo insieme. Forte presenta dei Red Hot Chili Peppers.
Genere: Generale
Rating: Verde
Avvertimenti (se ce ne sono): One Shot
Prompt luogo: Moai dell’Isola di Pasqua
Prompt oggetto: carillon
Prompt canzone: Otherside dei Red Hot

 

Nella mia vita non ho mai avuto molta fortuna.

Avevo sperato fino all’ultimo di ricevere quel dannato biglietto.

“Ma non può vedere ancora se sono rimasti? Mi va bene anche uno in ultima fila accanto al cestino dell’immondizia, l’importante è esserci!” chiesi implorante.

“No” rispose quel bastardo grasso con la sigaretta in bocca “Non controllo nemmeno. Anche a mia figlia piacciono i Red Hot Chili Peppers. Sai che è un evento più unico che raro, che arrivino qui a Palermo”

“E lo dice a me? Io è dalle sette che sono in piedi e lei mi viene a dire che sono finiti i biglietti?”, mi sentivo morire, ma se diceva che non c’erano più biglietti e l’ultimo serviva alla figlia di lui, a me non rimaneva altro che fare dietro front.

Il fatto era che in pochi giorni era successo di tutto.

30 Aprile, un sabato uggioso.

“WOW! I Red Hot in Italia! E, per giunta, una data a PALERMO! I Red Hot qui! Mamma! Papà! Devo andarci!” strillai esultante.

Non avevo mai visto i Red Hot, il mio gruppo preferito in assoluto, dal vivo, men che meno mi sarei miei aspettata che facessero una tappa anche nella mia città.

Non che fosse una brutta città.

Ma gli impianti sono molto fatiscenti e quasi nessun cantante straniero mette piede qui, quindi ogni volta devo ”accontentarmi” degli artisti italiani, che conosco poco e niente.

“Tesoro, perché stai urlando in questo modo?” mi chiese mia madre in dialetto molto stretto qui tradotto.

“I Red Hot Chili Peppers suoneranno a Palermo ad Ottobre!” le dissi tutto d’un fiato, con i lucciconi agli occhi.

“Ah, il tuo gruppo… beh, prenditi i soldi per il biglietto e vacci, che ti devo dire?” sempre così, mia madre, spiccia, e con un mucchio di vestiti puliti o sporchi da lavare per le braccia. Mai che spiccichi un parola d’italiano, meno che mai l’inglese.

Così  scesi istantaneamente, in quanto non c’era notizia migliore di quella, una volta uscita da scuola, ed entrai sicura in una biglietteria, la prima che mi capitava per caso.

Spinsi, spinsi, ma non riuscii ad entrare.

“Oh, che sciocca! Bisogna tirare!”

Tirai, tirai, ma nada; così decisi di osservare i vari avvisi appesi per la porta, fra i quali uno recitava:

Chiuso per sciopero di categoria.

“Cosa? Ma è modo questo? Mi farò sentire con chi di dovere!” non ero arrabbiata, la giornata era allegra di suo perché loro sarebbero venuti nella mia stessa città.

Attesi l’indomani, sicura che stavolta sarebbero tutti aperti per me.

Nel frattempo, segnai sul calendario la data fatidica: il 12 Ottobre.

Eh?

Perché non me li cercavo su Internet, dici?

Non mi fidavo. E non mi fido tutt’ora.

Chissà chi ci spia, in mezzo alla rete, e tu compri qualunque cosa.

No, meglio averlo tradizionalmente, e poi, diciamocelo, l’ebbrezza di avere il tagliando immediatamente per le mani Internet non te la da.

Così si giunge al Primo Maggio.

Mi svegliai apposta alle sette, pur sapendo che il negozio sarebbe aperto due ore dopo, per non perdere nemmeno un secondo.

Ma appena svegliata, venni subito tempestata di messaggi.

Uno era di Federica, mia sorella “Allora? Per la scampagnata? Devi venire o no?” questo su carta, visto che dormiamo nella stessa stanza non avrebbe avuto senso usare il cellulare.

Ma quale scampagnata?

Il primo SMS era di Gaetano “Devi venire con noi per una scampagnata?”

Ancora.

Secondo SMS, di Rosy, lo so, nomi abbastanza comuni a Palermo, ma tant’è “Ci stiamo organizzando! Metti dieci euro così mangi anche tu!”

Si riferisce alla scampagnata.

Ma perché ce l’hanno tutti con l’arrostire la carne in un sabato qualunque?

Andai a vedere il calendario.

ARGH!

È il primo Maggio! Mi ricordai d'un tratto che fosse festa!!

Quindi presumetti che i negozio fossero stati tutti chiusi.

Voglio dire, a Palermo un negozio aperto il primo Maggio?

Ma stiamo scherzando?

Quindi tornai alla realtà e decisi di aggregarmi con Gaetano, Rosy e Cettina per arrostire la carne che avevo messo io, quindi non avrei dovuto mettere altri soldi.

In realtà mi sono anche divertita, a discutere dei Red Hot con l’unico in quella comitiva che mi capisce, Calogero, detto Lillo per ragioni ignote.

“Ahahaha!” rise dopo una mia battuta. Certo che ci provava con me, ma io ero sposata con Anthony.

Come, Anthony chi? Il cantante dei Red! Favoloso…

Comunque stavo riferendovi cosa stava dicendo Calogero.

“Senti, volevo regalarti una cosa che ho trovato al mercatino” mi disse d’un tratto, facendosi molto serio.

“È dunque per questo che mi hai attirato in mezzo ai boschi?”

“Sì. Non voglio che la gente parli” e mi porge il pacco incartato.

Lo scarto e ci trovo un carillon, raffigurante un peperoncino.

“Toh! Ma dove l’hai pescato?” era ovvia la mia sorpresa, non era un oggetto reperibile ovunque.

Lillo rispose “Boh, l’ho trovato in mezzo a  quelle cianfrusaglie e mi ha subito attirato perché quello lo ricaricava e riproduceva una canzone del gruppo che piace a te”

Red Hot Chili Peppers, maledizione! È così difficile per un palermitano parlare in inglese?

Comunque, spinta dalla curiosità, carico anch’io il carillon a forma di peperoncino e subito parte il ritornello di Otherside suonata con la tipica melodia di questi oggetti.

“Caspita! Mi conosci davvero bene!”; lo abbracciai davvero contenta. Con questo in mano avrei fatto un figurone quando sarebbero scesi in città! Chissà se Anthony lo vorrà vedere e firmarlo, e poi probabilmente mi chiederà di venire con lui nel backstage…

Vabé, vi sto annoiando con i miei film.

“Già. Se hai bisogno, lo sai…” stava biascicando il povero Lillo, ma ormai non gli stavo dando più ascolto da parecchio.

 E così, con un nuovo amico in tasca, attendo con ansia il 2 Maggio, convinta che ormai nessun ostacolo mi possa fermare fra me e i biglietti.

Così vado per la terza volta in tre giorni in quel maledettissimo negozio (ormai la gente del posto mi conosceva e anzi, una signora sempre affacciata mi aveva salutato) e cerco di tirare come ebbi modo di imparare il girono prima, ma neanche stavolta la porta voleva sapere di lasciarmi passare.

Così diedi una sbirciatina al suo interno e sembrava tutto abbandonato.

Così chiesi ad un passante “Scusi, ma a che ora apre questo negozio fallimentare?”

Il tizio mi guardò male, poi rispose “Oggi è domenica, i negozi sono chiusi”, sempre nel nostro colorito slang che vi risparmio.

Cavolo, devo aver perso la cognizione del tempo.

30 Aprile venerdì, 1 Maggio sabato, 2 Maggio Domenica!

“Quindi, se tutto va bene, domani i negozi dovrebbero essere aperti, anche se è un  po’ brutto riaprire dopo tutti questi giorni in più di vacanza, devono concedermi il biglietto per i Red, voglia o non voglia!”

Questo è quello che pensavo fra me davanti al negozio che non volevo lasciare per non perdere il posto in prima fila.

Eccoci dunque al fatidico 3 Maggio.

Stavolta mi ero vestita come se dovessi andare a un ballo privato dove erano stati invitati i VIP più esclusivi, Anthony compreso.

Il negozio avrebbe aperto alle 10, ma tanto per sicurezza alle 8 e mezza era là davanti ad aspettare.

Tanto che la signora del girono prima mi chiese “Ma chi è che aspetti da tre giorni?”

Io risposi educatamente “Che mi diano i biglietti per un concerto!”

“Che concerto?”

Io sapevo che non avrebbe capito, comunque tentai perché mi sembrava maleducato rispondere vaga “I Red Hot Chili Peppers suoneranno qui ad Ottobre!”

“E tu ci pensi ora? Perché non ti vedi un concerto di Toni Piccione?”; riferendosi all’idolo dei quartieri, con la sua voce neomelodica conquista intere frazioni come il Borgo Vecchio, Via Bandiera e persino il quartiere del Capo.

Una volta è andato all’estero, una città lontanissima chiamata Villabate.

Io scossi la testa poco convinta e tornai a girarmi verso la fatidica porta con scritto “Chiuso”.

Erano le 9.58. Una decina di minuti e avrebbe aperto.

Certo che so la matematica, ma a Palermo la puntualità è un concetto molto aleatorio.

10.05. Molto aleatorio.

10.15. Fin troppo aleatorio.

Alle dieci e mezza, finalmente un uomo grosso e vagamente unto avanzava un po’ claudicante verso l’agognato locale.

“Finalmente!”, ebbio modo di protestare.

“Scusa, ma mi ero intrattenuto un paio di minuti con mio cognato al bar”, tradotto in italiano.

Un paio di mandate e la porta si aprì, gli lasciai un paio di minuti per sistemarsi e fu addirittura lui che mi chiese “devi entrare? Avanti, che ho da fare!”

Era un locale abbastanza fornito di strumenti musicali, dischi anche in vinile e tutto ciò che riguardava la musica.

“Allora ragazzina: perché sei venuta così presto?” mi chiese.

Io risposi pronta “Mi serve un biglietto per il concerto dei Red Hot Chili Peppers che si terrà ad Ottobre”

Finalmente, uno che capisce l’inglese, d’altra parte era il suo lavoro, così accese il computer e si mise a cercare posti liberi.

Furono minuti spasmodici, e l’apparecchio ebbe anche modo di crashare un paio di volte.

Così, due virus e molte bestemmie dopo, arrivammo al sito preposto.

“Uhm…” il tizio si grattò la barba mal fatta, studiando la piantina.

Il mio cuore batteva all’impazzata.

L’uomo prese una sigaretta e la accese, lasciandomi ben sperare.

Dopo dieci minuti di versi strani, mi decisi a riportarlo alla realtà.

“Ebbene?” chiesi con la voce spezzata.

Il mio interlocutore schioccò la lingua sul palato e mi chiese “Stai parlando dell’esibizione al Velodromo del 12 Ottobre?”

Io annuii.

“Alle 20.30?”

“Eh”

“Ingresso senza cibo né bevande?”

“Tanto non avrei mangiato comunque, troppi nervi”

“Mi dispiace, non ci sono biglietti. Sold out”

Ed eccoci all’inizio della narrazione.

Uscii dal negozio sconfortata, nemmeno il carillon che ormai portavo sempre con me mi avrebbe dato conforto.

Ma cosa era successo in quei tre giorni?

Tutte le Reds sono nerd e stanno attaccate al computer per attendere il biglietto?

Non c’è più nessuna nostalgica?

Sconfortata più che mai, entrai in un bar che aveva la funziona anche di tabaccheria.

Lì ci trovai Lillo, pseudonimo di Calogero, che prendeva un caffè da solo.

“Oh, guarda chi si vede, Francesca! Vuoi un caffè?”

Sì, mi chiamo Francesca.

Presi il caffè offertomi e gli spiegai il motivo della mia depressione, spinta da un moto non meglio precisato.

“Capisco” annuì Lillo “Ti serve una vacanza, eh?”

“Già. Troppo stress” risposi, mettendomi il volto in mezzo alle braccia sul bancone del barista.

Allora non sapevo che quel momento avrebbe cambiato la giornata.

Mentre pregavo qualcuno lassù che mi facesse piovere un biglietto dei Red dal cielo, Lillo si alzò dallo sgabello e andò a comprare un biglietto della fortuna.

“Soldi sprecati, Lillo” commentai acida.

“Silenzio, che mi sconcentri” mi rispose lui letteralmente, prendendo una monetina da cinquanta centesimi.

Cominciò a grattare.

Io non capii nulla del gioco, ma lui era molto esperto, infatti non passava giorno se non spendeva un euro per quelle cazzate.

Finito di sporcare il bancone con la polverina argentea del biglietto, Calogero cominciò a  controllare i risultati, aspettandomi perlomeno che prendesse l’accendino.

Ma non mia spettavo di certo che avrebbe sgranato gli occhi e mi guardava a bocca aperta.

Mi guardava a bocca aperta e abbassava lo sguardo davanti al biglietto.

Non mi stupivo della sua reazione, l’ho sorpreso spesso a guardarmi a bocca aperta quando organizzavamo le uscite al mare.

Però non riuscivo a capire cosa c’entravo io col biglietto.

“F-Franci…” mi bisbigliò finalmente, dopo due minuti buoni di quella pantomima “Abbiamo vinto diecimila euro.”

Naturalmente confiscai il pezzetto di cartoncino dalle mani di Lille , dopo aver letto le istruzioni, mi resi conto che era vero.

“Con questo, posso regalarti una vacanza” mi sorrise.

Era vero comunque che mi sarebbe servita una vacanza.

Dopo lo stress del concerto, il caos della disoccupazione dilagante, la depressione che stava montando, decisi di accettare quella vacanza con tutti i miei amici.

Saremmo andati nell’Isola di Pasqua, quell’atollo con le facce conficcate sulla terra, no?

Era un posto che desideravo visitare.

Era tutto pronto: stavolta trovammo i biglietti e ci imbarcammo verso Moai.

Era un bel posto, organizzatissimo: ci misero le collane di fiori e l’animazione perdurava tutto il giorno, così non si riusciva di annoiarsi.

E poi ci si poteva tuffare in quelle acque fantastiche, in mezzo alle razze che fluttuavano indifferenti in mezzo a noi.

Quelle teste enormi incutevano timore, e io che sono così piccola mi sembrava che avrebbe potuto inghiottirmi da un momento all’altro.

Anche tutti gli altri erano dello stesso avviso, ma allo stesso tempo conferivano un buon posto all’ombra al riparo dal sole cocente tipico del posto. Vabè, poi Gaetano ha deciso di fare il cretino facendosi fotografare mentre metteva il suo dito nel naso della roccia, sfruttando la prospettiva.

E finalmente eccoci al presente.

Nelle vita non ho mai avuto molta fortuna, ma, sorseggiando il mio succo di cocco dal frutto stesso con la cannuccia, sdraiata in una sdraio di paglia sopra quella sabbia bianchissima e sotto il sole che mi baciava i capelli, mi resi conto che l’amicizia era davvero una fortuna.

Un tesoro prezioso assolutamente da non trascurare, anche più di quel maledettissimo biglietto; che ha avuto se non altro il merito di placare un po’ la mia malattia verso i Red ed Anthony.

Riprendo il vecchio carillon. Otherside comincia ad affievolirsi, e un po’ mi dispiace.

“Bello, eh? La nostra canzone” Lillo è comparso come se avesse finito le sabbiature.

“Sei qui? Pensavo che fossi a tirarti l’acqua con gli altri” osservo un po’ stupita. Ero stata due ore a mollo, mi ci voleva un momento di riposo.

“No” diniega con la testa vigorosamente “Ho visto una sirena in spiaggia e volevo parlare con lei”.

Niente male come complimento.

“E comunque, ci sono meduse grandi quanto una casa! Hai visto?”; incredibile com’era stupefatto dalla grandezza del mondo.

“Volevi dirmi questo?” chiedo con la cannuccia in bocca.

“No, in realtà no. È solo che mi riesce difficile dirtelo ora”; così mi toglie dalle mani il carillon  e comincia a ricaricarlo.

Riparte Otherside.

Quelle note sono così coinvolgenti che non sapevo se era la canzone ad affascinarmi oppure quello sguardo ingenuo eppure seducente di Calogero.

I testoni in pietra poco più in la osservano questo quadretto quasi approvanti di ciò che sta per succedere

È stata davvero una bellissima vacanza.

Grammatica: 12/20 
Grammatica non esattamente corretta, con verbi sbagliati (tempi dei verbi), soggetti invisibili (ovvero che non c’è neanche sottointeso) e punteggiatura incerta. 
La sintassi, poi, non mi è piaciuta per nulla: ci sono molte frasi articolate e assemblate male. 
Inoltre c’è un cambio del tempo di narrazione iniziale proprio non va bene. 
Ho gradito, invece, la protagonista che si rivolge direttamente al lettore… molto carino! 

Originalità: 16/20 
Non è il massimo dell’originalità, ma nonostante tutto mi è piaciuta la svolta finale: niente biglietti che cadono da cielo e semplicemente una bella vacanza sull’Isola di Pasqua. 

Originalità dei personaggi: 8/10 
Ho apprezzato molto il carattere del personaggio principale, una semplice ragazza un po’ sfortunata, aperta e determinata. 
Non aveva nessun tratto particolare o dettaglio che la riconoscesse tra gli altri, ma la scelta di un personaggio “acqua e sapone”, mi è piaciuta. 

Stile e lessico: 19/20 
Complimenti, lo stile è quello giusto! Per questo tipo di storia direi che niente è più azzeccato di uno stile semplice e scorrevole. 
Un punticino tolto per qualche incertezza di battitura e parecchie ripetizioni. 

Attinenza ai prompt: 14/20 
Sviluppo interessante per la canzone: originale la decisione di farla comparire come melodia di un carillon. Peraltro mi è piaciuto poco il prompt carillon, forse avrei preferito “trovato per caso” o semmai regalato alla protagonista da un personaggio più interessante che dal solito spasimante. Non si sa, poi, come mai compare con Francese all’Isola di Pasqua: improvvisamente e senza aver accennato a lei che decide di portarselo dietro. 
Poco presente l’Isola, solamente nel finale. 

PUNTI BONUS: 

Titolo e introduzione:
 3/5 
Sì, il titolo mi è piaciuto molto, essenziale ma accattivante. 
Mentre l’introduzione è un po’ carente d’interesse, l’avrei preferita più “intrigante”, diciamo. 

Gradimento personale: 2/5 
Carina, sì, ma niente di speciale. 
Come ho già detto prima è poco originale e la grammatica lascia un po’ desiderare. 

   
 
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