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Autore: Zarolina__M__    13/09/2012    1 recensioni
-Comunque sia non ho intenzione di rinchiudermi in una casa a passare tutto il giorno a cucire solo perché un ragazzino mi ha detto che non posso entrare nell'esercito. Io ci entrerò, dovessi digiunare quattro giorni e battermi con dei mercenari; io c'è la farò.-
Nel campo ormai calava la sera e i due fratelli dovettero prendere i mantelli dalle loro borse e ravvivare il fuoco per evitare che brividi freddi gli attraversassero la schiena. Scese un silenzio pieno di parole.
Aniram guardò il fratello. Guardò i suoi capelli neri che gli ricadevano ribelli sugli occhi celesti come il cielo primaverile. Guardò il ragazzo che l' aveva trattata come la moneta più preziosa, che l' aveva accolta nella sua famiglia quando lei era stata rifiutata.
Naran guardò la sorella. Guardò i suoi capelli rossi come le fiamme e i suoi occhi verdi come le foglie d' estate. Guardo la ragazza che per tutti quegli anni era stata la sua sorellina, il suo tesoro più grande.
I due giovani si guardavano a vicenda, scrutandosi negli occhi, ricordando i momenti d'infanzia.
-Ce la farà- pensò -Ce la farà anche solo per urlarmelo in faccia, per dirmi che lei può tutto-
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                      1

-nome?

- non lo conosci?, dovresti

il ragazzo ripeté la domanda -nome?

-Aniram

-età?

- la mamma non ti ha detto che non si chiede l' età a una signorina?!

- se non rispondi passo ad un altro e tu sei fuori

- va bene; età? 18

-perché vuoi diventare un soldato

- per salvarmi

il ragazzo dietro al tavolo delle iscrizioni la guardò con curiosità

- dammi una spiegazione logica del perché una 18enne dovrebbe fare il soldato per “salvarsi”

-e tu dimmi cosa ci fa un soldato di terzo grado dietro il banco delle iscrizioni

-non sono fatti tuoi

-bene, allora non domandarmi perché sono qui

-non posso far entrare una donna nell'esercito

-e perché mai?! sai benissimo che sono molto più brava di molti soldati già entrati

-non puoi punto e basta. Adesso lascia spazio a chi ha una vera possibilità di entrare

Aniram abbassò lo sguardo a terra. Ogni volta era uguale all'altra. Tutti la respingevano, la guardavano male, erano scettici quando gli diceva che era brava con la spada, che aveva un dono naturale. Aveva provato in tutte le basi ma non era stata accettata. Tornò a casa con la tesa bassa, guardandosi le scarpe che sollevavano la polvere delle strade. Quando arrivò di fronte

alla porta di casa non entrò subito. Sua madre le avrebbe ripetuto ciò che che le diceva da tempo “ nessuno ti accetterà mai, rassegnati. Ma lei continuava a provare e riprovare. Prima o poi qualcuno avrebbe riconosciuto la sua bravura. Stava arrivando suo fratello. Lo sentiva dai passi lunghi e leggeri. Le si fermò accanto. -Non ti hanno preso,vero?

La sua voce era calda e comprensiva. Quella scena si era ripetuta molte volte.

-Vero

-Dai entriamo dobbiamo prepararci per la caccia

-E se...Se la smettessi?. Se iniziassi a comportarmi come dice tua madre

-Non lo vuoi capire vero? E anche tua madre, come io sono tuo fratello e questa e anche casa tua potremmo anche non essere fratelli di sangue,ma sono diciott'anni che fai parte della nostra famiglia. e adesso andiamo a caccia o quest'inverno niente carne!!.

Sorrise. Naran riusciva a farla sorridere, sempre.

 

Incoccò la freccia. Difronte a lei un magnifico cervo brucava l'erba della foresta. Si trovavano li dall'alba e ormai il sole era alto nel cielo. Mirò all'animale. Lasciò la freccia. Un suono secco trapassò l' aria. L' animale si accasciò a terra. Aniram uscì dal suo nascondiglio, estrasse il coltello dallo stivale e si avvicino cauta all'animale. Si assicurò che fosse morto e lo caricò su una piccola carriola. Nel frattempo Naran aveva catturato una decina di conigli e qualche lepre. La ragazza tornò al “campo” dove avevano piazzato le tende, e acceso un falò. Anche se si trovavano in pieno giorno, l' autunno sulle montagne Oita era particolarmente freddo. Aniram iniziò scuoiare il cervo, ne tagliò alcune fette per la cena e depose il resto nella carriola. Naran la osservava, felice di poter stare da solo con sua sorella.

-Allora- esordì -hai intenzione di andare in un altro banco di iscrizioni per sentirti dire di no, un altra volta?-

-Perché non dovrei?-

-No, non dovresti continuare a sperarci. Sai già come ti risponderanno e non capisco perché ti ostini a provarci; nessuno prenderà in considerazione una ragazza come te.-

-Grazie per la fiducia che mi dai....-

-Non è in te che non ho fiducia, è negli altri.-

-Comunque sia non ho intenzione di rinchiudermi in una casa a passare tutto il giorno a cucire solo perché un ragazzino mi ha detto che non posso entrare nell'esercito. Io ci entrerò, dovessi digiunare quattro giorni e battermi con dei mercenari; io c'è la farò.-

Nel campo ormai calava la sera e i due fratelli dovettero prendere i mantelli dalle loro borse e ravvivare il fuoco per evitare che brividi freddi gli attraversassero la schiena. Scese un silenzio pieno di parole.

Aniram guardò il fratello. Guardò i suoi capelli neri che gli ricadevano ribelli sugli occhi celesti come il cielo primaverile. Guardò il ragazzo che l' aveva trattata come la moneta più preziosa, che l' aveva accolta nella sua famiglia quando lei era stata rifiutata.

Naran guardò la sorella. Guardò i suoi capelli rossi come le fiamme e i suoi occhi verdi come le foglie d' estate. Guardo la ragazza che per tutti quegli anni era stata la sua sorellina, il suo tesoro più grande.

I due giovani si guardavano a vicenda, scrutandosi negli occhi, ricordando i momenti d'infanzia.

-Ce la farà- pensò -Ce la farà anche solo per urlarmelo in faccia, per dirmi che lei può tutto-

-Ce la farò fratellino, ce la farò per dimostrarti quanto valgo-.

 

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