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Autore: Temari    13/09/2012    1 recensioni
- "Il nome gli sfuggì di bocca con un filo di voce, si sentì stringere il cuore in modo estremamente spiacevole alla scena che gli si presentava davanti: la donna aveva il corpo letteralmente tranciato in due, diviso dal tronco di un albero, il sangue ormai secco ed assorbito dal legno." -
Genere: Drammatico, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sabaku no Gaara , Tsunade
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Salve a tutti! =D
Maledetta connessione internet che non va e che mi costringe a fregare il pc di altri per postare...! u.u
Comunque, non posso stare qui molto, perciò vi dico solo che l'ispirazione deriva dall'ultimo capitolo uscito del manga (601).

Note: Direi speculazione personale sui prossimi avvenimenti. ;)

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.

Ja ne,
Temari

In the Wake of Devastation




        "Cough!"
        Il sapore del ferro che gli invadeva la bocca fu la prima cosa che registrò, mentre tornava cosciente, ancora con gli occhi chiusi tentò di sollevarsi da terra sputando un grumo di sangue e tossendo di nuovo. Le braccia gli tremavano terribilmente e, nell'aprire gli occhi, faticò a mettere a fuoco ciò che aveva davanti. Inspirando il più lentamente possibile, fece attenzione a come si muoveva e si mise seduto—il corpo gli doleva e le fitte che gli arrivavano al cervello erano lancinanti, però era vivo.
        Tanto bastava, per ora.
        Ricordava a malapena cos'era successo... Se si concentrava, non badando al mal di testa che gli spaccava il cranio in due, ricordava solo che Madara si era liberato dal controllo dell'Edo Tensei ed aveva evocato Susano'o, poi... Il buio... Avevano tentato di difendersi e contrattaccare, ma erano tutti malconci già da prima—era quasi impossibile che nelle loro condizioni potessero affrontare un Madara a briglia sciolta.
        Doveva sicuramente avere più di due costole rotte, così come diverse altre ossa; respirare era difficoltoso e doloroso; aveva perso parecchio sangue. L'armatura di sabbia era stata inutile tanto quanto un pezzo di carta.
        Non aveva tempo di rimuginarci sopra però.
        "Tsuchikage-sama? Mizukage-sama?" Si sforzò di parlare, ignorando le decine di spilli che gli attraversarono il corpo mentre si voltava di qua e di là. Il vecchio Oonoki era ancora svenuto ma poteva scorgere il petto alzarsi ed abbassarsi, poco più in là Mei stava riprendendo conoscenza in quel momento, controllando lo stato delle ferite che le ricoprivano il corpo. Voltandosi dalla parte opposta, Gaara notò il Raikage già sveglio, seduto accanto ad un enorme tronco - residuo di una delle tecniche di Madara - e ad una lumaca gigante bianca e blu. "Raikage-sama...?"
        "Kazekage-kun." Rispose con voce roca Killer A, la veste un tempo candida, ora completamente ricoperta di sangue che iniziava a seccarsi. "Riesci a muoverti?" Chiese lo specialista del fulmine e Gaara annuì lentamente, prima di rendersi conto che l'altro gli dava le spalle.
        "Credo... Di sì." Aggiunse quindi a voce, puntando una mano a terra e concentrandovi tutto il suo peso per alzarsi su un ginocchio, e poi in piedi, prendendosi un momento per stabilizzarsi sulle gambe. Con passo un poco incerto si avvicinò al massiccio leader, una mano premuta al fianco, e si sentì mancare il fiato quando lo raggiunse. "Tsunade-sama..."
        Il nome gli sfuggì di bocca con un filo di voce, si sentì stringere il cuore in modo estremamente spiacevole alla scena che gli si presentava davanti: la donna aveva il corpo letteralmente tranciato in due, diviso dal tronco di un albero, il sangue ormai secco ed assorbito dal legno. Le labbra di Gaara si strinsero in una linea ancora più fine di quanto già non fossero—mai come in quel momento gli era difficile mantenere una sembianza di controllo... Avrebbe voluto ridurre in polvere Madara e chiunque l'avesse fatto tornare in vita, ma non era quello il tempo.
        "Ci ha salvato lei." Disse il Raikage. "Credo che ormai non le resti più molto da vivere..."
        "Mi dispiace..." La voce profondamente contrita proveniva dalla lumaca gigante, "Tsunade-sama ha deciso di dare a voi la precedenza... sfortunatamente le ferite erano molto più gravi del previsto - se avessimo aspettato qualche altro minuto non ce l'avreste fatta -, e ora non mi è rimasto chakra a sufficienza per rimettere insieme il corpo di Tsunade-sama e rimetterla in sesto..."
        Gaara la ascoltò appena. Dimenticando le ferite, si accovacciò accanto alla testa dell'Hokage e poggiò delicatamente una mano sulla spalla insanguinata della donna, che aprì gli occhi stancamente e con non poca fatica. "Tsunade-sama... Non può morire qui."
        "Gaara... Non ti ho forse... Detto più volte... Di lasciare perdere il... 'Sama'?" Mormorò Tsunade con un vago sorriso ed un colpo di tosse che fece scendere un rivolo rosso scuro da un lato della bocca. "A volte... Sei troppo... Formale. Quello stupido marmocchio—" Altri colpi di tosse le impedirono di proseguire per qualche minuto, "Quello stupido dovrebbe... Prendere da te, eh?" tentò di scherzare con una risata.
        "Tsunade-sama, non potete morire ora—Naruto non me lo perdonerebbe mai, se vi lasciassi morire così." Disse Gaara, la fronte corrucciata mentre faceva di tutto per nascondere quanto la prospettiva di vedere l'Hokage spegnersi proprio davanti ai suoi occhi gli facesse male; non solo perché sapeva quanto Naruto le volesse bene, ma anche perché Tsunade, con quel suo modo di fare un po' brusco, gli aveva insegnato molto su come essere un buon leader: osservarla in quelle occasioni in cui le aveva fatto visita, gli era stato di grande aiuto... Inoltre condividevano un profondo affetto per quel ragazzo rumoroso e testardo che aveva cambiato loro la vita...
        Non poteva permettere che Tsunade morisse.
        "Non dire sciocchezze... Gaara." Lo rimproverò l'Hokage, la voce flebile e lo sguardo pericolosamente sfocato. "Naruto non ti darebbe mai la colpa... Questa è una guerra, cose del genere... Capitano."
        "È vero, avete ragione, non darebbe mai la colpa a me, lo so..." Concesse Gaara, "Sono io che non me lo perdonerei mai. Questo non è il vostro momento: avete ancora molto da fare, dovete istruire Naruto per succedervi, lo sapete... non è ancora pronto per essere Hokage."
        Tsunade tentò una risata, che però sfociò in un violento attacco di tosse. "Naruto sarebbe già potuto diventarlo... Quello che gli manca potrai.... Insegnarglielo tu, Gaara."
        Un lungo silenzio calò fra di loro, quando infine il giovane Kazekage si rivolse alla lumaca che troneggiava sul gruppo. "Non puoi fare nulla?"
        "... Non abbastanza, temo." Fu la risposta, carica di disperazione.
        "E se riuscissimo a portare qui dei medici...?" Chiese Gaara, voltandosi in direzione di Oonoki e Mei, ora entrambi svegli anche se mal ridotti. Il vecchio Tsuchikage non poteva muoversi, conciato com'era, ma forse la Mizukage... "Mizukage-sama," Fece Gaara, attirando l'attenzione della donna, "potreste farmi un favore?" al cenno d'assenso che ricevette in risposta alla domanda, il ragazzo continuò. "Ve la sentite di raggiungere l'accampamento medico e portare qui Shizune-san e Haruno-san? Potrebbero essere in grado di fare qualcosa per l'Hokage, con l'aiuto dell'evocazione di Tsunade-sama."
        "... D'accordo, farò un tentativo." Con questo, Mei si alzò barcollando leggermente e se ne andò nella direzione stabilita.
        Con un cenno della testa rivolto più a se stesso che ad altri, Gaara passò alla fase successiva. "Il Raikage ed io faremmo meglio a seguire Madara—sono certo che si è diretto verso Tobi, Naruto e Killer B-san... Oonoki-san, voi fareste meglio a stare qui." Decise, aggiungendo l'ultima parte non appena si accorse con la coda dell'occhio che l'anziano Tsuchikage si era alzato in piedi, pronto a combattere; l'espressione indignata di Oonoki strappò un mezzo sorriso a Gaara. "Qualcuno deve rimanere qui con Tsunade-sama finché non arrivano i medici, mi sentirei più al sicuro che rimaneste voi."
        L'espressione del vecchio 'Kage e quella di Killer A resero ovvio che nessuno dei due aveva bevuto quella scusa, ma Oonoki si limitò a sbuffare in modo condiscendente e a lasciar perdere. "E va bene, sbruffoncello." Fece, andando a sedersi vicino all'Hokage, mentre il Raikage nascondeva un ghigno.
        "Grazie." Fece Gaara, inginocchiandosi un momento e prendendo la mano sinistra di Tsunade, gracile e a stento tiepida, "Promettetemi di tenere duro fino al ritorno di Mei-san—non è ancora la vostra ora, Tsunade-sama." mormorò. "Non volete essere presente quando Naruto tornerà da voi trionfante? Resistete."
        Non ricevette risposta, ma poteva avvertire il battito del cuore sotto le sue dita, e questo bastava.
        Si alzò, e con lui il Raikage, e iniziò a correre il più velocemente possibile verso il campo di battaglia principale. Avevamo promesso di occuparci di Madara, ma abbiamo fallito. Aspettaci Naruto... Questa volta non falliremo—non fallirò. Ho giurato di proteggerti, e così farò.

 
   
 
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