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Autore: Ananke_ildestino    31/03/2007    7 recensioni
Il tango è la musica della passione e quando la passione ti prende, nulla la può fermare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Tango Apasionado Premessa: questa è la prima fic che pubblico, sono ancora un po' titubante. L'ispirazione me l'hanno data una fanart trovata su un sito giapponese e la splendida musica di Astro Piazzolla, Tango Apasionado, che oltre ad aver dato il titolo alla fic è anche la colonna sonora perfetta per la lettura (nonchè mia attuale fissa).


TANGO APASIONADO

Roy Mustang si rialzò in piedi, sventolando un disco dalla copertina completamente bianca.
-Che ne dici Riza, proviamo questo?-
La ragazza, che stava sistemando i cappotti, si girò verso di lui
-Che cos'è?-
-Boh! Qui non c'è scritto nulla, vediamo...- l'uomo estrasse il 45 giri e lesse:
-Tango Apasionado. Allora ti va?-
-Ma si, proviamo, non l'ho mai sentito prima.-
Spensero tutte le luci, tranne quella che fioca che illuminava la pista da ballo. Roy s'avvicinò al grande grammofono, mentre Riza si posizionava di fronte a lui, poggiò a piano la puntina sul disco. Un momento di fruscio e poi la musica usci dal grande amplificatore.


Tutto ciò aveva avuto inizio alcuni mesi prima, ma per entrambi sembrava essere passato molto più tempo. Quel giorno Roy stava rincasando dopo una giornata di lavoro allungata da una noiosa riunione. Mentre svogliato camminava lentamente verso casa aveva intravisto Riza sull'altro lato della strada camminare con il suo solito passo svelto. Il suo tenente non era in divisa, ma indossava uno splendido abito rosso fiammante. Dopo un attimo di rimbambimento nella testa del colonnello era subito scattata la scintilla di curiosità: dove stava andando il suo tenente così vestita?
L'aveva seguita di nascosto per qualche minuto, sino a che non erano giunti in una strada poco lontana dal centro, ma comunque defilata. Lei si era fermata davanti ad una palazzina a tre piani, ed era scesa per delle scale esterne che sembravano portare ad uno scantinato. Quando fu entrata Roy si avvicinò, sulla porta in fondo si poteva vedere solo una scritta scrostata e grattata, di cui si leggevano solo le prime due lettere e l'ultima, MI e A. Ora la curiosità del militare era al culmine, che Riza avesse un amante e si vedesse con lui di nascosto? Ma che razza di uomo abitava in uno scantinato? E soprattutto come si permetteva di mettere le mani sul SUO tenente!
Girò attorno al palazzo cercando delle finestre. C'erano delle piccole aperture ma erano state tutte oscurate dall'interno, non si vedeva nulla, si sentiva solo il suono della musica attutita dai vetri.
“Beh, se non c'è altro modo...” si disse Roy e senza troppi problemi si avviò alla porta principale, senza nemmeno bussare entrò.
A piano scese anche gli ultimi tre gradini interni. Quello era a tutti gli effetti un locale dismesso; c'era il banco del bar, anche se non molto grande, i tavoli e le sedie, coperti dai lenzuoli, accatastati contro una parete. Dall'altro lato altri tavoli con delle panche a muro, anche questi coperti alla bel e meglio. Nel mezzo, grande e appena illuminata da una lampadina opaca, una pista da ballo in legno, al centro della quale Riza stava ballando, sola, immaginando un compagno al suo fianco.
-Non trova che sia estremamente triste ballare il tango da sola?-
Riza si fermò di colpo, non l'aveva nemmeno sentito entrare, era sconcertata.
-Colonnello! Cosa ci fa lei qui?- disse con gli occhi sgranati un po' per la sorpresa e un po' per la vergogna.
-L'ho vista prima per strada ed ho deciso di seguirla. Lei invece, viene qui a ballare da sola?- si guardava in giro con un'aria che non si sapeva se di disgusto o di meraviglia.
Riza si stava domandando come facesse a dire certe cose con quel candore. Seguire le persone non era cosa da confessare così tranquillamente.
-Non ci sono posti in cui ballare il tango qui a East, e di conseguenza non ho trovato nessuno che mi faccia da partner.-
-Allora ci penserò io.- e senza nemmeno aspettare una risposta si avviò verso di lei togliendosi il soprabito e poggiandolo su di una sedia vicina al giradischi.
-Beh, tenente? Non si preoccupi, so ballare il tango, ho imparato quando ero un ragazzo all'accademia, Maes mi aveva talmente ossessionato con la storia della scuola di ballo che alla fine l'avevo accompagnato.-
Riza ancora lo fissava, sembrava che Roy non notasse l'assurdo in tutto quel che stava succedendo.
-Colonnello, fa un po' strano ballare con il proprio superiore sa?-
-Lei non ci pensi, e balli. Da quel poco che ho visto prima sarò io a dover prendere lezioni da lei.-
Prese la puntina che ancora stava toccando il disco e la riportò all'inizio.
“Ma si, proviamo, meglio che ballare da sola sicuramente.”
Le prime note riempirono la stanza, un passo e i due furono vicini. Il primo passo, il secondo, il terzo, e poi via sempre più sciolti.
-Balla veramente bene tenente, perché non me l'ha mai detto?-
-Non vedo perché avrei dovuto, non rientra nei miei compiti ballare.-
-No, però è un bel vedere-
I soliti discorsi assurdi che riuscivano a spiazzarla.
-Anche lei è molto bravo, Colonnello.-
-Mi serve saper ballare, sa, è un ottimo modo per intrattenere le donne.-
-Capisco-
-Piuttosto, questo posto?-
E intanto le gambe s'incrociavano, i passi scandivano il ritmo della musica.
-È un locale dismesso, il vecchio proprietario l'ha chiuso qualche mese fa, ormai era tempo di andare in pensione e nessuno voleva rilevare un posto con pochi clienti come questo. Visto che io ero la più affezionata delle sue clienti mi ha lasciato la chiave per poterlo usare quando voglio, fino a che non troverà un compratore.-
-E ci viene spesso?-
-Due o tre volte a settimana, a casa mia non posso certo ballare il tango, non ho nemmeno un grammofono.-
-Va bene, da oggi verrò io a farle da spalla-
Le ultime note della musica erano ancora nell'aria quando Riza si bloccò del tutto:
-Come?-
-Ho detto che verrò a ballare con lei, non le va? Non è meglio ballare con un partner anziché da sola? In questo modo farò anche io un po' di allenamento.-
Per quanto shockata dalla proposta improvvisa Riza si ritrovò ad acconsentire.
Era stato tutto così veloce, ma si abituarono in fretta a quegli incontri quasi clandestini. Tre volte a settimana si trovavano al Milonga, così si chiamava il locale, per ballare il tango assieme. Tolte le divise, in abiti civili, fu facile passare dal “lei” al “tu” e divenire semplicemente Roy e Riza. In caserma restavano il colonnello e la sua sottoposta, ma in quella sala da ballo dismessa erano solo due amici che ballavano assieme.


Ed era arrivato quel pomeriggio. Roy poco prima dell'ora di chiusura dell'ufficio le aveva passato un bigliettino su cui era scritto:
“Ho un appuntamento questa sera, possiamo vederci un'ora prima?”
Lei a matita aveva aggiunto un sì e dopo averglielo lasciato nel cassetto della scrivania era andato a preparasi. Puntuali erano arrivati uno dopo l'altra al Milonga, e il colonnello aveva rovistato per cercare qualcosa di nuovo.
“Tango apasionado” era quello il brano che avevano trovato quella sera, Roy aveva scoperto infilato sotto il bancone del bar un disco senza etichetta e avevano provato a ballarlo, improvvisando del tutto, su un brano che nessuno dei due aveva mai sentito prima. Una lenta e lunga introduzione. I due corpi vicini e stretti. Il vestito nero di lei che si confondeva con quello dello stesso colore di lui. C'era qualcosa di strano nell'aria, Roy poteva sentire il dolce profumo della pelle di lei, così vicina e così leggera tra le sue braccia.
Un giro, e un altro.
Le gambe che si incrociavano, e poi partì il motivo principale.
Ancora un ritmo lento, sempre vicini e sempre più stretti. Riza lo guardava direttamente negli occhi, quegli occhi blu come la notte, magnetici.
Un gancio.
In quel lento movimento ritmato il due corpi sembravano attratti l'uno verso l'altro. Sempre più vicini ad ogni passo. Capitava sempre più spesso negli ultimi tempi di ritrovarsi a concludere un pezzo praticamente incollati, ma mai come questa volta l'attrazione era stata così forte.
Il corpo di Riza legato al suo in quell'infinita danza, i suoi profondissimi occhi castani incollati ai suoi, la pelle candida che sembrava seta sotto le sue mani, il leggero respiro così vicino al suo volto. Per Roy fu impossibile resistere questa volta. E mentre la musica si spegneva a piano, legò Riza in un lungo bacio passionale. Lei non si fece indietro, era quello che anche lei desiderava in quel momento, non riusciva a pensare ad altro se non “voglio Roy”. Fu quando la puntina si staccò dal disco con un rumore sgradevole che i due si staccarono. Ci fu un attimo di pausa, i respiri intrecciati, gli occhi che si fissavano, poi Riza si riprese.
-Roy, noi.. non possiamo.- e cercò di allontanare almeno un poco l'uomo da lei, ma lui non sembrava intenzionato a finire tutto così, ne il copro di lei sembrava ascoltare la sua testa.
-Perché? Io ti voglio, Riza- La strinse nuovamente forte contro di sè.
-Non possiamo, lo sai, tu sei un colonnello e io il tuo tenente. Non...-
-Non mi interessa in questo momento.- la interruppe lui, avvicinò la sua bocca a pochi centimetri dalle labbra della ragazza e sussurrò: -Riza-
In un attimo il corpo del tenente sembro inebriato da mille sensazioni, il soffio leggero del respiro del colonnello sulle sue labbra, le mani calde che le cingevano la schiena e le tenevano la mano, i neri capelli che profumavano di lui. Nemmeno la sua forza di volontà riuscì a resistere a quei brividi, fu lei questa volta ad andare incontro alle labbra di lui.
Sembrava che ormai i due corpi fossero incatenati l'uno all'altro, tanto si stringevano.
-Non riesco a fermarmi...- sussurrò Riza mentre con entrambe le braccia lo cingeva al collo.
-Quando la passione ti prende non puoi fermarla, Riza.- le rispose baciandole dolcemente l'orecchio.
-Non è solo passione.-
-Anche per me, non è solo passione.-
Lui le accarezzava lentamente la schiena nuda, le labbra di lei trovarono di nuovo le sue, poi appoggiò la testa nell'incavo del collo dell'uomo.
-Sento così tanto bisogno di te, di starti incollata, di toccare ogni centimetro di te, tanto quando non ho mai provato in vita mia.-
Un sorriso affiorò sul volto di Roy, dolcemente la staccò da se, abbassò il viso verso di lei, poggiando la fronte sulla sua.
-Un altro ballo?-
-Si- rispose delicatamente.
Roy si allontanò facendo scorrere lentamente le sue mani sulle braccia di lei, quindi intrecciò le dita della sua mano sinistra con la destra di Riza, e si allungo verso il grammofono, quasi che anche un solo secondo senza il contatto tra i due significasse morte.
La musica ripartì, di nuovo lenta, di nuovo li trascinò in un stretto abbraccio. Ma questa volta nemmeno si accorsero che cominciava il tema principale; la prima cosa a volare sulla sedia accanto al giradischi fu la cravatta, seguita da tutti gli altri indumenti, ad uno ad uno.

Chissà quando era finita la canzone, chissà che ore erano. Nudi sul caldo legno della pista stavano ancora stretti assieme. Lei accovacciata su di un lato poggiava la testa sulla spalla di Roy mentre gli tracciava ghirigori immaginari con le dita sul torace. Lui le carezzava i lunghi capelli biondi, che sfilavano morbidi tra le sue mani.
-Roy-
-Si?-
-Il tuo appuntamento?-
-Direi che è saltato-
-Che farai ora?-
-Nulla, avevo cose più importanti per la testa che uno stupido appuntamento.-
-Mmm-
-Che c'è?-
-Lo sai che l'oggi non avrà un domani, vero?-
-Invece lo avrà-
Lei si alzò leggermente, guardandolo dall'alto, i suoi capelli caddero a cascata accanto al volto di lui.
-Come?- Gli chiese seria.
-Basterà fingere che tra noi non ci sia nulla e continuare a vederci qui di nascosto. Per mascherare il tutto mi basterà accettare qualche appuntamento qua e là, senza prendermi troppi impegni, nessuno si sognerà di controllare la mia vita privata. Ne la tua.-
-Credi che funzionerà?-
-Dobbiamo farlo funzionare, no?-
Allungò una mano attorno al collo di lei e la baciò ancora.
-Si, hai ragione.- gli sorrise mentre spettinava leggermente quei capelli nero corvino.
-Su, è ora di alzarci.- si tirò a sedere Roy - Certo che il legno è scomodo, la prossima volta troviamo un qualcosa di più comodo.-
Si guardò in giro sconsolato.
-Ah... certo che come nido d'amore è proprio messo male- disse con tono deluso.
Riza rise, liberando una risata cristallina.

Quando furono di nuovo vestiti, poco prima di uscire e dividersi di nuovo per tornare ad essere il colonnello e il tenente, almeno sino al giorno del ritrovo al Milonga, Roy s'inchinò:
-Signorina, mi concede un ultimo ballo?-
-Ma certo, mio signore.-
Si misero una in fronte all'altro. Roy mise la puntina sul disco, un breve fruscio e le note cominciarono ad uscire dal grande amplificatore, mentre i corpi dei due si univano ancora in un ballo perfetto.



   
 
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