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Autore: Ailis_    13/09/2012    2 recensioni
Maya è una ragazza normale, se non fosse per quel piccolo particolare: lei vede i fantasmi.
Un dono, una morta e Maya non sarà più la stessa. Tutto cambia e Maya si chiude a riccio, fino a quando nella sua vita non entra l'ultima persona a cui avrebbe mai pensato.
James Sirius Potter è tanto diverso da lei da essere quasi insopportabile, ma alla fine anche Maya deve cedere e gli concede un posto nella sua vita.
Potrebbero essere felici, potrebbero stare insieme. Già, potrebbero.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Buonasera a tutti.
Allora, questa storia inizialmente doveva partecipare al “Nuovi personaggi contest” indetto da TheGhostOfYou sul forum, ma non sono riuscita a rispettare la scadenza per la consegna. Avevo chiesto una proroga, però non ho saputo niente e ho pensato di pubblicare lo stesso.
Se la giudice mi dirà che la proroga è accettata, le manderò la storia per intero e non penso ci saranno problemi.
Il nostro compito era inventare un OC, farlo relazione con chiunque avessimo desiderato e fare in modo che quel personaggio si basasse su alcuni pacchetti.
Vi lascio qui la lista di ciò che è capitato in sorte a me e il banner che io stessa ho fatto. Non so, probabilmente ero invasa da qualche divinità, ma non mi dispiace troppo questo lavoretto. Poi l'opinione che conta è la vostra quindi...
Non mi resta che sperare che la storia vi piaccia e che mi lasciate una recensione, giusto per farmi sapere cosa ne pensate.
Buona lettura^^

Pacchetti:

1.Viso a forma di cuore, bocca carnosa
2.Persona forte, passionale. Si fa prendere facilmente dalla situazione e va d'accordo solo con le persone della sua casa, ignorando gli altri.
3.legno di biancospino, 13 pollici, nucleo di piuma di fenice.
4.Asso in Astronomia




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Cuore di farfalla



Prologo


Correva per la brughiera con un sorriso.
Il sole era caldo e l'aria infuocata mentre sopra la sua testa il cielo era di un azzurro terso e luminoso, senza neanche una nuvola all'orizzonte.
Non se ne vedevano molte di giornate così in Inghilterra, neanche in piena estate.
A dispetto dell'afa, Maya si era catapultata fuori di casa con addosso solo un paio di sandali bianchi, un vestito leggero e un cappellino.
Mancava poco alla fine di agosto e sapeva che, arrivato Settembre, sarebbe ritornata ad Hogwarts.
Non le dispiaceva tornare a scuola, ma sentiva che quelle giornate spensierate le sarebbero mancate presto, come se nella sua testa ci fosse una vocina che le diceva che non poteva durare.
Ma Maya non era tipo da farsi impressionare così facilmente.
Lei era una ragazza come tante, questo era vero, se non fosse stato per un piccolo dettaglio che la perseguitava fin da quando aveva cinque anni.
Era solo una bambina quando aveva scoperto di poter parlare con i morti.
Sua nonna li chiamava “spiriti intrappolati” ed erano molto diversi dai fantasmi che popolavano Hogwarts.
Erano quelle anime che non erano passate oltre e che avevano dei conti in sospeso con i vivi, faccende che impedivano loro di “andare nella luce” -la nonna diceva così con un sorriso mesto- e per questo andavano da lei.
Quando era piccola era terrorizzata da quelle apparizioni improvvise, ma alla fine si era abituata e crescendo aveva imparato ad accoglierle senza paura.
Stava correndo lungo un pendio, l'erba alta fino alla vita a impedirle di vedere i propri piedi, quando all'improvviso un soffio d'aria le agitò i capelli e la fece voltare nella direzione da cui era venuto.
Solo il rumore del vento tra gli alberi e tra i fili d'erba rompeva il silenzio che altrimenti sarebbe stato assoluto.
Maya comprese che stava per succedere qualcosa e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, non si stupì nel vedere una figura in lontananza, proprio laddove le colline declinavano.
Le parve di riconoscere il rosso fiammeggiante dei capelli e corse verso la vallata per avvicinarsi alla donna che, ne era sicura, doveva essere un fantasma.
Solo uno spirito avrebbe potuto comparire così all'improvviso e in un posto tanto solitario.
Uno strano senso di ansia e orrore le attanagliava lo stomaco, ma Maya non si lasciò scoraggiare e proseguì verso il suo obbiettivo.
La ragazza sembrava essere lì per caso, ma se c'era una cosa che Maya aveva imparato era proprio che nessun fantasma si fermava sulla terra per sbaglio. Attendeva lei o qualcuno di simile che la aiutasse a risolvere i suoi conti in sospeso e andare oltre.
Era oramai a pochi passi dalla chioma rossa -così familiare-, ma lei non sembrava intenzionata a mostrarle il suo volto.
Rimasero ferme, immobili, con l'erba che solleticava i fianchi e le cosce di Maya fino a quando il fantasma non ruotò appena il capo.
Fu allora che la ragazza comprese che non avrebbe voluto vederne il viso. Perché conosceva quei capelli, quel profilo, quel naso delicato e quegli occhi che immaginava essere azzurro cielo.
Maya trattenne il fiato, stupita e sconvolta, quando si trovò di fronte a Morgana Montgomery.
Morgana era tutto ciò che lei, Maya, non avrebbe mai potuto diventare: popolare, ammirata da tutti, bella come una stella.
Era assurdo che una persona del genere l'avesse eletta come propria migliore amica, lei, che delle stelle aveva solo il nome.
Morgana si voltò completamente e le rivolse il suo sorriso speciale, quel lieve arricciare le labbra che pure sembrava illuminarle tutto il viso.

Avrei dovuto crederti quando parlavi della bellezza di questa brughiera” sussurrò e la sua voce, così musicale e fresca, la risvegliò dallo stato di trance in cui era caduta.
Solo allora realizzò che Morgana era un fantasma e che doveva essere morta. Si chiese distrattamente come fosse successo, ma fu una domanda che accantonò in fretta.
Sommersa dalla consapevolezza che lei non c'era più, non riuscì a formulare altro che non fosse il dolore che la risucchio come un buco nero.
All'improvviso si sentì sola al mondo. Aveva una famiglia che la amava, un fratello che probabilmente avrebbe attraversato mari e monti per lei, eppure le parve che fossero tutti scomparsi con Morgana.
Una catena invisibile aveva unito i loro cuori e le loro anime e ora che la afferrava disperatamente sentiva che dall'altra parte non c'era più nessuno.

Non avere paura, Maya. Tu prima di tutti dovresti sapere che non posso farti del male”
Non ho paura” riuscì a esalare e solo in quel momento si accorse delle lacrime copiose che le rigavano il viso.
Allora ascoltami, sai che non posso restare ancora a lungo”
Sei morta?” le chiese stupidamente, quasi sperasse che Morgana scoppiasse a ridere e le dicesse quanto era stupida a pensare una tale sciocchezza.
In effetti Morgana rise, ma la sua risata era piena di una dolce rassegnazione e il suo sguardo carico di malinconico affetto.

Già. Che schifo, vero?”
Perché sei qui?” le domandò con un filo di voce.
Volevo salutarti prima di andarmene. E' buffo: non ho pensato a mio padre o a mia madre mentre morivo. O meglio, non subito. Ho pensato che non ti avrei più rivista e ho desiderato poterti almeno dire addio. Tu sei brava con queste cose: fa male passare oltre?” le domandò con un filo di apprensione, mandando in frantumi l'apparente calma con cui si era presentata.
Maya inspirò a fondo e si aprì in un sorriso lacrimoso.

No. Dicono che ci sia tanta luce, serenità e pace. Non fa paura” la rassicurò. Era il suo dovere e Morgana doveva andare oltre.
Sì, la vedo. Devo andare?”
Poteva trattenerla lì, non lasciarla andare via fino a quando non fosse stata pronta a dirle addio: dipendeva da lei. Pure, sapeva che non era giusto, che un'altra vita l'attendeva al di là.
Era la decisione più difficile che avesse mai dovuto prendere.
Alla fine, pur con il cuore a pezzi e le lacrime agli occhi, fece la sua scelta. E mai decisione le spezzò di più il cuore.

Sì, vai” le sorrise e Morgana ricambiò, ma il suo sguardo era già rivolto oltre la sua testa, sopra le cime degli alberi, miglia al di sopra del cielo dove volavano gli uccelli.
E' un arrivederci” le ricordò.
Poi, esattamente come era arrivata, Morgana scomparve.
Non accadde nulla. Non ci fu vento o qualunque altra grande manifestazione di quella dipartita, ma Maya oramai sapeva che nessuno si accorgeva mai del momento in cui un fantasma decideva di andare.
Al massimo lei avvertiva un sussurro o un leggero eco che la raggiungeva piano fino a scomparire nell'aria, come un onda che si placa.
A Maya non restò che lasciarsi scivolare a terra e piangere tutte le lacrime che aveva in corpo. Non ne risparmiò neanche una e le lasciò scendere per un tempo indefinito.
Non si accorse della sera che calava, del sole che moriva al di là delle colline e dell'aria sempre più fredda sul viso già gelido.
Si rese conto che era calata la notte solo quando comparve suo padre armato di torcia e preoccupatissimo.
Sul suo viso c'era sollievo per averla trovata, preoccupazione e, infine, compassione. Maya sapeva cosa stava per dirle, ma lo precedette.

Morgana è morta” sussurrò.
E fu più vero che mai.



Continua


   
 
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