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Autore: BluePhantomhive    13/09/2012    12 recensioni
[PRIMI CAPITOLI IN FASE DI RISCRITTURA]
Salve a tutto il Fandom Pokèmon!
Rieccomi tornata con una fic sempre dedicata a dei Pokèmon Leggendari (Ma dai .-. ndTutti).
Questi due Pokèmon sono Reshiram e Zekrom.
Allora... La storia è ambientata nel 1832 quando Unima era divisa in due schieramenti: lo schieramento degli Harmonia e quello dei Phoenix, due casati che sono sempre stati in conflitto. C'era stato un periodo di pace, ma poi tra loro scoppia una guerra che coinvolgerà, non solo gli esseri umani, ma anche i Pokèmon.
Dal Capitolo 1:
La festa era ormai incominciata. Ero pronto a chiudere le porte, visto che tutti gli invitati erano arrivati, ma qualcuno mi fermò. Io aprii la porta abbastanza per vedere chi fosse e fu allora che la vidi. Era una ragazza bellissima vestita con un lungo abito bianco che le lasciavano le spalle nude e un'apertura vertiginosa le scopriva quasi tutta la schiena. I capelli bianchi, quasi sull'argento, sciolti che le cadevano sulle spalle, il rossetto rosso le valorizzava le belle labbra carnose e la maschera bianca e argentata metteva in risalto il color rosso rubino dei suoi occhi.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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The Corrupted Flower
Capitolo 1: Il ballo in maschera


Era il 1832. La regione di Unima, fin da tempi antichi, era divisa in due casati che erano in conflitto da secoli: il casato degli Harmonia, che occupava la parte est della regione, e il casato dei Phoenix, che occupava la parte ovest. Io sono un umile scudiero del casato degli Harmonia e il mio nome è Kaito. 

Fin da piccolo sono stato al servizio del Re. All'inizio mi dovevo occupare della stalla e dei Pokèmon e mi piaceva, fino a quando non crebbi e, a causa della mia robustezza e della mia agilità in combattimento, il Re mi nominò scudiero di suo figlio, il Principe Kai. Con il Principe avevo un ottimo rapporto, infatti eravamo grandi amici. Diventare suo scudiero era un onore, sebbene il mestiere dello scudiero fosse decaduto anni prima, ma non volevo lasciare i miei amici Pokèmon. Però con il passare del tempo mi abituai al mio nuovo lavoro e poi mi divertivo tantissimo a passare tutto il tempo con il mio amico.

Passarono anni e arrivò il giorno del ventesimo compleanno di Kai. Era un ragazzo molto allegro ed estroverso, dai capelli castani, un ciuffo riccioluto che gli ricadeva sulla fronte e gli occhi verde acqua. Come il colore distintivo del suo casato. Come ogni anno, i suoi genitori gli organizzavano una festa dove invitavano i loro alleati, ma puntualmente si rivelava una noia, così io e Kai scappavamo in continuazione, ma quella sera fu diversa.
-Kaito! Kaito!-
Era un bellissimo pomeriggio di primavera. Io stavo tranquillamente sdraiato sul prato, ad ascoltare il canto dei Pidove, quando sentii Kai che mi chiamava. Poteva sembrare strano che io in quel momento non stessi facendo nulla, essendo un servitore del Re, ma io avevo molte più libertà rispetto ad un lavoratore comune. Io venni trovato dalla Regina quando ero molto piccolo e sono stato cresciuto come se fossi stato figlio loro, quindi non mi dicevano nulla se qualche volta mi prendevo una pausa. Inoltre io e il Principe Kai eravamo cresciuti insieme, come fratelli, quindi il nostro rapporto era diverso dagli altri. Era speciale.
-Ehi, Kai... Cosa c'è?- chiesi curioso.
-So il tema della festa!- 
Scattai in piedi in preda all'emozione.
-Davvero?! E dimmi... Qual'è?-
-Una festa in maschera!- rispose Kai tutto esaltato, ma io alzai gli occhi al cielo e tornai a stendermi sull'erba fresca.
Kai, notando la mia delusione, cercò di tirarmi su di morale 
-Dai...Guarda il lato positivo! Potremmo scappare senza essere visti e nessuno se ne accorgerà!-
-Per me è diverso! Essendo uno della servitù non mi potrò mascherare. Inoltre tu sarai il protagonista della serata, si accrogeranno immediatamente che mancherai.-  
-Oh... Quindi non potremmo scappare... Pazienza. Vuol dire che ci sorbiremo la festa!- disse Kai sdraindosi affianco a me.
Cadde il silenzio tra noi e lì si sentiva solo il canto dei Pidove.
-Visto che non potremmo scappare, potremmo pensare a corteggiare qualche ragazza!- disse Kai rompendo il silenzio e attirando la mia attenzione.
-Come scusa?- chiesi per capire meglio.
Kai si mise seduto accanto a me: -Tu sai che molti alleati dei miei genitori hanno delle figlie femmine, no?-
Annuii.
-Bene. Questa sera verranno proprio per conoscere me, festeggiato, nonchè Principe di questo casato.- 
-E quindi... Tu te ne sceglierai una!- dissi, capendo cosa volesse dire.
-Esatto! Ma non solo io... Anche tu!- disse indicandomi con un dito.
-Eh?!-
-Hai capito bene! Non è giusto che solo io mi diverta. Quindi anche tu ti sceglierai una ragazza!- 
Non potevo credere alle mie orecchie. Avrei dovuto ballare con una ragazza che non avrei potuto vedere bene in faccia a causa di una maschera. 
-Ti ricordo che sono uno scudiero. Non credo che possa farlo!- dissi.
-Allora te lo ordino! E dai... Voglio che tu ti diverta, una volta tanto.-
Guardai prima lui, poi tornai a fissare il cielo, meditando su quello che mi aveva detto. Mi sarebbe piaciuto divertirmi insieme al mio miglire amico, ma purtroppo, nonostante avessi l'affetto dei sovrani, non l'avrei potuto fare. 

Era scesa la sera e gli invitati erano arrivati con molta puntualità. All'inizio non pensavo che venissero molte ragazze, ma alla fine mi dovetti ricredere. C'erano tante di quelle ragazze da far paura. Tutte indossavano abiti sfarzosi, gioielli scintillanti, maschere che brillavano alla luce dei lampadari e per non parlare delle acconciature. Tutte quelle persone ben vestite facevano apparire la sala da ballo ancora più bella di quello che era. Io, essendo uno scudiero, dovevo stare a guardare come la festa procedeva e se accadeva qualche inconveniente dovevo intervenire. Ogni tanto pensavo che il Re mi avesse scambiato per una guardia. 
La festa era ormai incominciata. Ero pronto a chiudere le porte, visto che tutti gli invitati erano arrivati, ma qualcuno mi fermò. Io aprii la porta abbastanza per vedere chi fosse e fu allora che la vidi. Era una ragazza bellissima vestita con un lungo abito bianco che le lasciavano le spalle nude e un'apertura vertiginosa le scopriva quasi tutta la schiena. I capelli bianchi, quasi sull'argento, sciolti che le cadevano sulle spalle, il rossetto rosso le valorizzava le belle labbra carnose e la maschera bianca e argentata metteva in risalto il color rosso rubino dei suoi occhi. Era un pò inusuale vedere una donna, specialmente nubile, vestita in quel modo. Se una donna mostrava soltanto le spalle, veniva etichettata nel peggiore dei modi. 
-Questo è il Palazzo degli Harmonia, giusto? Spero di non essermi sbagliata.- disse lei, riportandomi alla realtà.
Aveva una voce così dolce e soave. 
-Oh, non si è sbagliata, signorina. Questa è la residenza degli Harmonia.-
Le aprii di più la porta e la lasciai entrare. Immediatamente gli occhi di tutti gli invitati caddero su di lei, che era entrata, con passo leggero ed elegante, nell'enorme sala da ballo. Proprio come avevo immaginato, nella sala si diffuse un brusio assordante.
-E' qui da sola?- chiesi, timidamente, cercando di non contare le voci intorno a noi.
Lei mi guardò dalla testa ai piedi, poi mi rivolse un sorriso cordiale. Era la prima volta che qualcuno, che non abitava a palazzo, mi rivolgeva la parola senza guardarmi di traverso. 
-Sì. Mia madre e mio padre non sono potuti venire. Avevano un impegno molto importante, quindi potresti portare al Re e alla Regina le mie scuse?- disse lei mostrando un bel sorriso.
Chiusi la porta.
-Ovviamente, signorina!-
-Grazie!- disse e la guardare fino a quando non la vidi sparire nella folla che la guardava meravigliata e sbalordita.

Arrivò il momento delle danze e tutti avevano trovato un partner. Anche Kai l'aveva trovato e aveva l'impressione di divertirsi molto. Però poco lontano dal gruppo di danzatori, rividi quella ragazza dall'abito bianco. Vedendola in disparte, mi avvicinai a lei. Ma avevo paura che mi avesse respinto e molto probabilmente sarebbe stato così, ma mi dispiaceva che tutti si divertivano tranne lei. Raccolsi tutto il mio coraggio.
-Salve!- salutai facendo un inchino.
-Oh... Tu sei quello dell'ingresso!-
Annuii.
-Come mai non balla?- chiesi, ma non rispose. Si limitò ad osservare la folla danzante. Poi mi venne un'idea.
-Vuole ballare con me?- chiesi, porgendole una mano.
Nessun servitore si sarebbe permesso di chiedere ad una signorina aristocratica di ballare con lui. Sarebbe stato scandaloso, ma come ho detto prima, mi dispiaceva non vederla divertirsi. Dentro di me ero pronto a ricevere insulti di ogni genere, ma la sua reazione fu completamente diversa da quella che mi aspettavo.
-Di solito non ballo con i servitori, ma visto che sei così gentile, credo che farò uno strappo!-
Prese la mano e incomminciammo a ballare. Devo dire che per essere la prima volta che ballavo, me la cavavo abbastanza bene, anche se parecchie volte sono inciampato. Non la smettevo di fare figuraccie, ma almeno ho fatto ridere quella ragazza. 

Quando i balli finirono, io e lei ci dirigemmo verso il terrazzo.
-Devo dire che è stato divertente!- disse lei, appoggiandosi al balcone.
Sorrisi ed ero quasi sicuro che arrossi, così abbassai lo sguardo cercando di nascondere il mio evidente imbarazzo.
Per la prima volta, però, mi era accaduta una cosa strana... Fin da quando l'ho vista, il mio cuore non ha smesso di battere all'imbazzata. Era una sensazione che avevo da tutta la serata. Cosa mi stava succedendo?
-E' bella la luna, non trovi?- mi chiese, riportandomi alla realtà.
-Sì, è stupenda!- risposi con un sorriso.
-Sai... Non mi sono mai divertita così tanto, in tutta la mia vita!-
-Sono contento per te!- 
Il suo sorriso era dannatamente bello. Proprio come la luna, che regnava sovrana nel cielo privo di stelle. Improvvisamente qualcosa in giardino attirò la sua attenzione.
-Credo che debba andare...- disse. 
-Di già?- chiesi, stupido.
-Sì. I miei mi voglio a casa presto.- 
-Ma la festa non è...-
Non finii la frase perchè mi diede un bacio sulla guancia, lasciandomi il segno del rossetto. Dopo il bacio, istintivamente mi toccai la guancia e lei si diresse verso la stanza.
-Spero che ci rincontreremo ancora. Grazie per la serata magnifica!-
-Aspetta...-
Cercai di fermarla, ma se ne andò e io non riuscii a chiedere il suo nome.
   
 
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