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Autore: eian    14/09/2012    7 recensioni
"- Dottore – l’accento scozzese di Scotty era più marcato del solito.
- Sì, signor Scott? – disse McCoy, continuando a leggere.
- Ecco, dottore, la questione è… che il capitano è nuovamente in ritardo e non riesco a rintracciarlo da nessuna parte…-
- Mi faccia indovinare… - rispose annoiato – non riesce a trovare neanche il comandante Spock –
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Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Lime | Avvertimenti: Threesome
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Impantanata in una lunga storia  melodrammatica mi son presa un attimo di svago. Spero vi faccia sorridere.
Assolutamente demenziale.
 

I’m a Vulcan in love

McCoy era nel suo ufficio in infermeria, spaparanzato coi piedi sulla scrivania.
Stava studiando un articolo scientifico sul suo lettore, qualcosa sull’effetto delle ghiandole pineali dei vermi rigelliani nella cura delle emorroidi di alcune minoranze andoriane, quando l’intercom trillò.
- Mmmh – rispose distrattamente – McCoy –
- Dottore – l’accento scozzese di  Scotty  era più marcato del solito.
- Sì, signor Scott? – disse McCoy, continuando a leggere.
- Ecco, dottore, la questione è… che il capitano è nuovamente in ritardo e non riesco a rintracciarlo da nessuna parte…-
- Mi faccia indovinare…  - rispose annoiato – non riesce a trovare neanche il comandante Spock –
- Ecco… no, signore. Se potesse darci una mano a rintracciarlo… Sa, è in avvicinamento una nave romulana e sarebbe meglio che fosse sul ponte… -
- Va bene, ci penso io. McCoy chiude. –
Tirò giù gli stivali dalla scrivania e si alzò svogliatamente, lanciando il lettore sul piano.
- Che palle ‘sti due. È la terza volta questa settimana che mi tocca stanarli –
Andò alla postazione del supporto vitale collegata con l’infermeria e provò a tracciare il DNA del vulcaniano, come aveva fatto l’ultima volta che si erano infilati nella sua, dico nella sua camera diagnostica ad immagini; come ci fossero entrati in due, restava un mistero.
Ovviamente, il bastardo dalle orecchie a punta aveva imparato e aveva programmato sul computer di bordo una bella copertura: apparentemente non risultava alcun genoma vulcaniano su tutta l’Enterprise.
- Vuoi giocare? Va bene, facciamo “intuizione contro logica”, Verdone! – borbottò tra sé, abbandonando la postazione per una ricerca sul campo.
Da quando quei due si erano trovati erano caduti in preda ad una frenesia sessuale incontenibile. Probabilmente i ferormoni vulcaniani avevano la loro parte, ma conoscendo quel ninfomane del capitano, che non se ne lasciava sfuggire una o uno che respirasse, sicuramente anche lui ci metteva del suo.
La logica non era il suo forte, secondo quanto amava ripetergli il comandante Spock, ma lui conosceva i suoi polli, anzi, i suoi ricci, e aveva un intuito eccellente.
 Li pescò al secondo tentativo.
Apparentemente, secondo il display nella camera di quarantena non c’era nessuno, ma un semplice esame visivo attraverso il vetro di controllo confermò la sua intuizione.
Schiacciò il pulsante di apertura, ma il portello si rifiutò di scivolare di fianco, mentre un segnale luminoso sulla porta segnava “Pericolo. Decontaminazione di quarto grado in corso. Accesso negato”.
Sbuffando digitò il proprio codice medico di sicurezza e la porta finalmente si aprì, rivelando i due piccioncini.
Qualcuno – Spock, sicuramente – aveva trasformato la camera anonima in una alcova del sesso.
Incensi all’ambra e cannella, candele schermate di rosso (come diavolo era riuscito a non far scattare gli allarmi antifiamma?), alcuni morbidi teli bianchi sulla panca al centro della stanza.
Le note della canzone “I’m a Vulcan in love” della cantante S’try’sandh rotolarono fuori nell’anticamera.
Spock stava praticando la versione porno dell’applicazione standard della crema anticontaminazione sul suo capitano, il quale giaceva languidamente sdraiato con la testa sulle braccia.
Completamente nudo, col verde pennone al vento, il primo ufficiale massaggiava espertamente il corpo muscoloso dell’umano con un olio rosa alla vaniglia.
- Mmmmhhh, Spock… dove impara questi trucchetti? – mugolò Kirk.
Le mani forti e affusolate si soffermarono sulle natiche perfettamente depilate, tracciando dei circoletti viziosi.
McCoy si schiarì la voce.
- Oh, ciao Bones – disse il capitano, girando appena la testa verso di lui.
- Dottore… vedo che ci ha rintracciato – disse il primo ufficiale, continuando a massaggiare vigorosamente le cosce di Kirk.
- Voi due puccini pucciò… siete di nuovo in ritardo. Il signor Scott ti sta cercando, Jim. C’è una nave romulana in avvicinamento –
- Scotty è un ottimo ufficiale, può cavarsela da solo ancora per un po’… Non è vero, Spock?-
- Concordo, capitano –
- Ma… – cercò di obiettare il dottore.
- Dai, Bones, smettila di fare il guastafeste. Piuttosto, perché non ti unisci a noi? Sono sicuro che il signor Spock sarà così gentile da far provare anche a te le sue innegabili doti –
- Si, signore – rispose obbedientemente il vulcaniano, il suo pennone improvvisamente inalberato.
- Visto? Avanti, dottore. E’ un ordine –
- Be’, se me lo ordini… Dai, spostati, tocca a me – disse McCoy, cominciando a togliersi gli stivali e l’uniforme azzurra e richiudendo la porta dietro di se’ .
Nell’anticamera la musica di “I’m a Vulcan in love” tacque, isolata dentro la camera di quarantena.

  
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