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Autore: Dreamersan    14/09/2012    2 recensioni
Dopo lo scontro con Penn, Kate decide di recarsi alla Angel Investigation, in cerca di quelle risposte che i libri non le hanno saputo dare...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angel, Kate Lockley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai calata la notte a Los Angeles, quando, una poliziotta dall'aria piuttosto nervosa, fece irruzione alla Angel Investigation, senza neppure prendersi la briga di bussare.

«Angel...» proferì la detective, guardando con astio il suo interlocutore.

Il vampiro alzò lentamente lo sguardo dal libro che stava leggendo e, dopo averla guardata sorpreso, si alzò a fatica, tenendosi il fianco con una mano.

Era passato un giorno esatto da quando l'aveva impalettato e la ferita purtroppo, non si era ancora rimarginata.

Gli angoli della bocca di Kate, si sollevarono leggermente alla vista della sua espressione, dopotutto, si diceva, lo meritava. 

«Kate, che cosa ci fai qui?» le chiese dopo un po', con voce stanca e non sapendo bene che intenzioni avesse.

La sua espressione era indecifrabile e tranne un leggero odore di paura, Angel non riusciva a percepire nient'altro.

La poliziotta a quel quesito boccheggiò per un attimo; non sapeva con esattezza il perché fosse venuta lì, certo, la mano sinistra che stringeva fra le dita bianche un rozzo paletto di legno, poteva facilmente ricordarle il motivo, ma a dir la verità, in cuor suo non era più sicura di volerlo uccidere o meglio, di riuscire a farlo. 

Il vampiro seguì il suo sguardo e notando l'arma sospirò; e pensare che fino a pochi giorni fa aveva pensato lo considerasse un amico... 

«Hai intenzione di uccidermi?» si limitò allora a domandarle tranquillo e la detective fu sorpresa dal tono della sua voce.

Infatti Angel era calmo, perfettamente calmo e oltre al fatto che ciò dimostrasse che non avesse alcun timore di lei, Kate si chiese se tenesse davvero così poco alla sua vita.

«Questo dipenderà tutto dalle risposte che mi darai» chiarì dopo un attimo di riflessione, la testa alta e la voce dura. 

L'unica cosa in grado di svelare il suo nervosismo erano le dita della mano che stringeva il paletto, che senza che potesse far nulla per impedirlo, tremavano leggermente.

Che stupida che era, Angel si reggeva a malapena in piedi e lei avrebbe potuto facilmente batterlo, si ripeteva, non essendone tuttavia poi così sicura. 

Il vampiro scosse piano la testa, poi si diresse verso la porta con fare zoppicante e la chiuse, più per abitudine che per necessità.

Cordelia, così come Wesley del resto, era già tornata a casa da un pezzo. 

Così, dopo essersi seduto nuovamente sulla poltrona, con un cenno della mano la invitò a fare altrettanto.

Kate lo guardò sospettosa, ma incrociando le braccia al petto, si limitò solo a spostare il peso da una gamba all'altra.

Si sentiva tradita, lei gli aveva dato fiducia, l'aveva considerato un amico e lui...

Beh, lui si era rivelato essere un mostro, un qualcosa che non sarebbe neppure dovuto esistere.

Angel sospirò, passandosi una mano fra i capelli e fissandosi assente le mani intrecciate.

«Che cosa vuoi sapere?» domandò dopo un po', guardandola negli occhi e facendole in questo modo capire che le avrebbe risposto sinceramente o che, per meglio dire, si sarebbe sforzato di farlo.

«Uccidi le persone», più che una domanda, la sua parse un'accusa.

Infatti Kate aveva letto molto su di lui e, anche se una piccola parte di lei continuava a dirle che se fosse stato ancora lo stesso mostro descritto dai libri, l'avrebbe sicuramente già uccisa, sapeva con certezza che i vampiri bevessero sangue umano e che, essendo uno di loro, Angel non potesse che fare altrimenti.

Per un attimo il vampiro la guardò sorpreso, quasi incredulo.

Come poteva anche solo pensare che...

È vero, le aveva mentito sulla sua vera natura, ma...

«No, io aiuto le persone non...»

«Le mangi?» gli suggerì lei, sarcastica e con un sorriso cupo sul volto.

Angel si accigliò, ma lanciandole un occhiataccia, si limitò ad annuire.

«Non ti aspetterai che sia così ingenua da crederti, non è vero Angel? So che hai bisogno di sangue per sopravvivere!» lo attaccò di nuovo con più foga, pensando che in un modo o nell'altro la volesse prendere in giro.

«Lo prendo da un macellaio» ribatté lui serio, ma alzando gli occhi al cielo quando lei gli mostro un espressione scettica.

Niente da fare, ha la testa più dura del cemento armato, pensò.

«Non ci credi? Bene!» disse un po' seccato, iniziando a frugare con stizza nelle tasche del cappotto ed estraendovi infine un piccolo scontrino.

La detective allora fece un passo verso di lui e stando ben attenta a non toccare la sua pelle, prese il pezzo di carta.

«Beh, buon per te allora» gli rispose, dopo averlo esaminato attentamente e come sempre sulla difensiva.

«Senti, Kate, io non sono cattivo» chiarì per l'ennesima volta, mai come in quel momento era stato infastidito dal suo cinismo.

«E perché? Cos'hai di diverso dagli altri? Ieri non mi sei sembrato molto diverso dal tuo amico» lo sfidò, ripensando alla faccia mostruosa di Penn e al suo orrore nell'aver visto quello stesso volto, distorcere il bel viso di Angel.

«Perché cosa?», l'aveva innervosito a tal punto, da fargli scordare la domanda.

«Perché non sei cattivo»

«È una lunga storia» sbuffò lui, in quel momento non aveva proprio voglia di raccontarle la sua biografia.

La poliziotta si accigliò ed istintivamente la sua mano andò a cercare la pistola tenuta in vita.

«Sai che non mi ucciderà... Ti basti sapere che io ho un anima» decise di aggiungere, sperando che in un modo o nell'altro avrebbe capito.

Ma ovviamente no, perché lo fissò per un attimo immobile, quasi non avesse afferrato le sue parole e poi scoppiò a ridere.

«Un anima? Dio, Angel, vorrai scherzare! Pensi davvero che per me queste parole significhino qualcosa? Per chi mi hai preso?» lo schernì, scuotendo la testa incredula.

«Pensavo avessi fatto i compiti... Ma, alla fine, cosa sai dei vampiri, Kate?» la interrogò serio.

«So che siete dei mostri e so come uccidervi, non ho bisogno di conoscere nient'altro» rispose con presunzione e con un piccolo sorriso quando si accorse che, parlando al plurale, l'aveva infastidito.

«Ti sbagli. Là fuori c'è tutto un mondo che non conosci, Kate. Non è tutto bianco e nero, è più complicato di così e finirai uccisa se non lo capisci. Io posso aiutarti, devi soltanto fidarti di me» le disse, guardandola intensamente negli occhi e riuscendo anche se solo per un attimo a farla vacillare.

Ma lei non poteva fidarsi di lui, lui l'aveva tradita.

«Dammi solo una buona ragione per cui dovrei crederti»

«Perché la fuori ogni giorno muoiono centinaia di persone, per cause che tu non conosci e che nessuno si può spiegare. Il mio compito è di proteggere queste persone da ciò che non sono in grado di affrontare. Tu ora sai la verità, Kate e proteggere queste persone è diventato anche compito tuo. Fidati di me, fallo per loro» la incoraggiò, guardandola pieno di speranze.

Per essere un tipo taciturno e silenzioso, aveva già parlato fin troppo quella sera, ma era importante che lei capisse.

La detective arricciò il labbro inferiore e con sguardo pensieroso, iniziò a fissare un punto indistinto della stanza.

Beh, da quanto aveva visto Angel non era affatto un pericolo per la comunità, quindi forse e dico forse, avrebbe anche potuto lasciarlo vivere.

Aveva ottenuto le risposte che cercava e probabilmente anche qualcosa in più; in ogni caso, non aveva più motivo di stare lì.

«Kate...» la chiamò il vampiro, quando vide che aveva già posato la mano sulla maniglia della porta.

La bionda si girò lentamente verso di lui e lo fissò dritto negli occhi.

Angel voleva una risposta.

«Ci penserò, dopotutto il mio compito è fare giustizia... Ma sia chiaro, non lo faccio per te, non siamo amici, non più» finì dura, chiudendosi la porta alle spalle e lasciandolo solo.

Angel sospirò e passandosi stanco una mano fra i capelli, andò a spegnere la luce, per poi ricadere stanco sulla poltrona della sua scrivania. 

Dondolandosi leggermente chiuse gli occhi, tutto sommato, non era andata così male.

Non aveva certezze, ma sapeva che Kate sarebbe tornata e che avrebbe capito, o almeno, era questo quel che sperava...

 

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Salve a tutti, spero che questa breve storia vi sia piaciuta ;)

Ho deciso di scriverla dopo aver rivisto la prima stagione ed essermi resa conto che non venga mai spiegato come Kate sia giunta definitivamente alla conclusione che Angel non sia malvagio e non rappresenti un pericolo per gli esseri umani...

In fin dei conti Kate, nonostante spesso tratti male Angel e lo consideri in qualche modo colpevole per la morte del padre, non è un personaggio negativo, perché così come il nostro vampiro, si sforza di fare ciò che è giusto...
 

Ho anche provato a fare una copertina, ma onestamente non credo sia un granché xD

Che altro dire?

Mi piacerebbe che mi faceste sapere se la storia vi sia piaciuta o meno, per me è importante ;)
 

Alla prossima ;)


   
 
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