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Autore: IndelibleSign    14/09/2012    11 recensioni
-Hai un mese- trillò un uomo dal volto coperto dal buio [...]
-Un mese?- chiese spaesato il ragazzo facendo comparire sul suo volto una smorfia interrogativa. 
Non sapeva dove fosse e perlopiù quello sconosciuto pretendeva chissà cosa da lui.
-Hai trenta giorni per far innamorare questa ragazza di te, se non vuoi che muoia.. chiaramente- rispose trattenendo un risolino e porgendo al ragazzo una foto. 
Quella foto ritraeva una persona che Harry, il povero ragazzo, conosceva fin troppo bene: Jessie Sam Kogan, sua nemica giurata da ormai due anni dal momento che l'aveva rifiutato facendolo imbarazzare dinanzi tutta la scuola o quasi. 
[...]
-Ma lei odia me ed io odio lei- rispose esitando il ragazzo cercando di stare a quello che doveva essere un gioco.
Alla fine si era ritrovato in una stanza buia all'improvviso e soprattutto nel bel mezzo della notte, doveva pur esserci un valido motivo per tutto quello, giusto?
-E' questo il punto- aggiunse infine l'uomo per poi alzarsi faticosamente dalla sedia e allontanarsi verso una luce bianca accecante.
Genere: Comico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lunga storia. 
cap. 2 

Harry rimase ad ammirare l'estrema bellezza di quella ragazza che non era concentrata solo nel fisico ma soprattutto nel suo sguardo.
Aveva due occhi nei quali si rifletteva il verde stagnante più limpido che avesse mai visto in vita sua, quasi più verde dei suoi occhi color smeraldo.
I capelli color miele lievemente mossi le ricadevano sulle spalle fino a raggiungere metà schiena addolcendole quasi il volto ambrato.
Il riccio restò altri minuti ad osservare il sorriso di quella ragazza e allora decise; una luce gli balenò nel cervello chiarendogli ogni dubbio avuto:
Jessie S. Kogan sarebbe stata viva tra un mese, e sarebbe stata solamente sua e di nessun altro.
Quando un sorriso gli ricoprì il volto sognante sulla foto comparve per pochi attimi una scritta: <<Will be love or hate?>>
Dopodiché sparì, senza lasciare nessun segno d'inchiostro ma solamente un senso di smarrimento nello stomaco di Harry che, impaurito,
pensava in quale strano pasticcio si fosse cacciato quella volta.
Posò la fotografia nel suo cassetto dove, di sicuro, la madre Anne non avrebbe messo lo zampino siccome sapeva bene che il figlio non voleva che fosse invadente e possessiva con lui.
Sorrise ancora una volta e si avviò in bagno.
Il piano: 
Salvare la Kogan stava per avere finalmente inizio.


-Biondina ti decidi ad alzarti o devo ricorrere a modi bruschi?- ripeté per la decima volta il fratello maggiore di Jessie.
-Jaxon non puoi semplicemente far finta che io non esista?- rispose mugugnando la ragazza posando la sua testa sotto il morbido
e soffice cuscino in modo da allontanarsi dal resto del mondo.
-Sam sai bene che senza te non potrei fare colazione e senza colazione ho lo stomaco vuoto, e con lo stomaco vuoto ho il cerv..- la ragazza
lo bloccò lanciandogli contro il suo cuscino e con un grugnito si alzò ancora impastata dal sonno.
-Ricordami il motivo per il quale sono qui a sopportarti, ti prego- trillò la ragazza mentre scendeva le scale seguita a ruota dal suo adorato fratellone
che saltellava all'idea di poter addentare finalmente una sana omelette.
-Perché mamma e papà sono in giro per il mondo occupati con gli affari e tu, siccome sei una sorella così premurosa, dolce, tenera, bella e..- la ragazza lo fermò di nuovo, voltandosi verso di lui e posando il suo indice sul suo petto quasi come se stesse per ricattarlo:
-La parte del lusingatore non ti si addice- disse per poi voltarsi ed entrare in cucina.
Dopo una decina di minuti nei quali la povera Jessie si era dedicata a cucinare quelle omelette al fratello e forse anche ad imprecargli contro,
la ragazza salì le scale sbuffando e dirigendosi verso la propria camera per prepararsi ad un altro noioso e monotono giorno di scuola.


-Jaxon ti sbrighi!? Il bus starà per partire tra esattamente..- la ragazza si bloccò alzando il polso ed osservando velocemente l'orario.
-Tra tre minuti precisi!- urlò in preda al panico.
Non poteva di certo permettersi di arrivare per la quinta volta consecutiva in ritardo, nel caso fosse successo l'adorabile professore Smith l'avrebbe decapitata sul posto.
Il pensiero le causò una smorfia di terrore e portò le mani al collo, quasi difendendosi da attacchi improvvisi.
-Eccomi, eccomi Sam- finalmente Jaxon scese la rampa di scale abbottonando l'ultimo bottone della sua bianca camicia e beccandosi un'occhiata fulminea dalla bionda,
sapeva bene che lei odiava essere chiamata col suo secondo nome.


Harry vide entrare la ragazza nel bus accompagnata, come quotidianamente succedeva, da suo fratello.
La ragazza cominciò a cercare un posto attorno a se mentre il fratello le fece segno da lontano, lei annuì e lui si avviò verso la postazione.
Che il piano inizi disse tra se e se Harry ridacchiando sommessamente.
Alzò la mano quasi volendo attirare l'attenzione della ragazza che voltandosi lo notò, abbassò lo sguardo su di lui e sbuffò rumorosamente
ma non poté far a meno che sedersi accanto a lui, a meno che non volesse sedersi a terra.
-Che sia chiaro Styles, questa è la prima e l'ultima volta- esclamò la ragazza per poi indossare le proprie cuffie.
Questo è l'inizio, biondina pensò il riccio sorridendo maliziosamente.


All'improvviso Jessie sentì scuotersi e il riccio le tolse un auricolare.
Calma Jessie, ci deve essere una scusa plausibile. Jessie conta fino a..
-Ma cosa diavolo ti prende!?- sbottò la ragazza arrabbiata più che mai.
Harry le sorrise e quest'ultima fece per tirargli uno schiaffo ma non prima che lui avesse afferrato il suo polso.
-Siamo arrivati a scuola, vuoi rimanere in pullman Jess?- chiese dolcemente il ragazzo.
La ragazza girò lo sguardo verso la scuola. Eh sì, il ragazzo non mentiva. Così fece comparire sul suo volto una massa rossastra a contornare le sue morbide guance.
Harry se ne accorse e lasciò il polso della ragazza che si alzò prendendo il suo borsone; era pronta ad andar via fin quando non si voltò e con aria minacciosa gli disse:
-Per te sono Jessie, intesi?- quella non sembrava essere poi una domanda ma bensì un'affermazione bella e buona.
Il ragazzo annuì e si avviò fuori dal pullman dove lo raggiunsero i suoi tre amici fidati;
Zayn Malik l'ambrato più corteggiato della scuola.. dopo di lui, ovviamente.
Liam Payne il ragazzo dolce che conquistava ragazze con un solo sorriso.
E Niall Horan l'irlandese biondo che fa impazzire il mondo, o almeno quasi l'intera Hartford.
Il biondo poggiò un braccio sulla spalla sinistra di Harry sorridendogli maliziosamente:
-Sei ancora a provarci con la Kogan? Sai che quella non te la darà mai, giusto?- chiese scherzosamente Niall beccandosi una spallata dal severo Payne che lo corresse:
-Intendeva: non ti darà mai una chance- detto questo i ragazzi risero all'unisono fin quando Harry non li bloccò.
-Lunga storia- si limitò a rispondere dopodiché si avviarono verso l'entrata della scuola.


-Signorino Tomlinson è il suo primo giorno di scuola e già è in ritardo, quale scusa ha?- chiese il professore Smith al ritardatario di turno.
Jessie cominciò a sbuffare, sapeva fin troppo bene che quel professore non avrebbe lasciato in pace quel povero ragazzo fino alla fine dell'ora
e forse nemmeno i giorni seguenti. Il ragazzo si limitò a scusarsi compiaciuto.
-Bene, ma che non si ripeta una seconda volta- sbottò il professore.
Il ragazzo dagli occhi azzurri gli sorrise sinceramente e cominciò a guardarsi intorno in cerca di posti liberi.
-Si accomodi pure accanto a Kogan, non credo le dispiacerà- bene, ora oltre a sopportare il professore doveva anche sopportare un perfetto sconosciuto.
Tomlinson si grattò la nuca in imbarazzo e poi aggiunse:
-Chi è questo Kogan?- una volta detto questo una risata fragorosa si diffuse in tutta l'aula. Aveva scambiato il suo cognome per quello di un ragazzo, ottimo inizio pensò Jessie.
La bionda alzò la mano roteando gli occhi al cielo ed il ragazzo si voltò verso di lei portandosi una mano sulla bocca spalancata. Si è finalmente accorto che era femmina?
Il ragazzo si avviò verso il posto accanto alla sua compagna di banco e si presentò scusandosi:
-Io sono Louis, Louis Tomlinson.. e scusami se ho scambiato il tuo cognome per quello di un ragazzo- disse sorridendo.
A Jessie parve per un momento di aver visto il sorriso più bello e limpido che avesse mai scontrato.
-Io sono Jessie, Jessie Sam Kogan.. e sei perdonato ma solo perché sarai il mio compagno di banco- disse imitandolo e sorridendogli spontaneamente.
-Grazie Jessie- rispose riponendo sul banco un libro per la lezione.
-Chiamami pure Jess, se ti va- rispose la ragazza in procinto di scarabocchiare il banco.
-Va bene, capo!- disse portandosi una mano sulla fronte con fare militare.
Jessie sorrise alla scena scuotendo la testa pensando con quale altro pazzo ragazzo avrebbe dovuto condividere quel banco.
-Bene ragazzi, come tutti sappiamo Foscolo fu uno dei poe..- la voce baritonale del professore cominciò ad echeggiare in quelle
quattro mura dove l'unico spiraglio di luce proveniva dalla finestra socchiusa a causa dell'incessante pioggia calata quel giorno.


La campanella finalmente trillò causando un sospiro nella maggior parte degli studenti stanchi, prima che potessero uscire dalla porta però il prof concluse:
-Non dimenticatevi di Foscolo, mi raccomando!- tutti i ragazzi sbuffarono rumorosamente per poi spingersi l'uno con l'altro.
Jessie invece preferì rimanere in classe ad aspettare che tutti andassero via prima di uscire.
-Jess vieni?- una voce squillante la fece sobbalzare. La ragazza si voltò portando una mano sul cuore in procinto di uscire dal petto.
-Lo so che sono bello ma potresti avere un po' di autocontrollo- rise maliziosamente il ragazzo beccandosi un'occhiata fulminea da Jessie e un pugno diretto sulla sua spalla destra.
Sorrise alla scena e uscirono insieme salutando con un cenno il professore.
-E comunque.. penso che ti chiamerò Tommo- disse la ragazza chiudendo il suo armadietto. Il numero cinquecentootto.
-Tommo? Mi piace!- urlò Louis portandosi due dita sotto il mento con fare pensieroso.
La ragazza scosse la testa e si avviarono insieme verso la mensa fin quando lei non venne fermata da Harry, o meglio.. finché il suo polso non venne strattonato dalla violenta presa di Harry.
-Delicatezza mattutina, eh?- chiese la ragazza sbuffando mentre Lou si allontanava verso la mensa.
Il ragazzo si trovava in seria difficoltà, non sapeva davvero come agire così disse la prima cosa che gli passò per la mente:
-Oggi ti va di uscire con me?- la ragazza cercò invano di trattenere una risata, ma fu inutile dal momento che la sua risata echeggiò in tutto il corridoio ormai vuoto se non per due o forse tre studenti.
-Ciao Styles- disse la ragazza voltandosi per poi ritrovarsi Harry davanti.
-Senti non è facile nemmeno per me, ma se non vuoi mor..- tutto si fermò.
Harry passò una mano davanti agli occhi di Jessie che sembrava una statua umana, ma nulla.
Non si muoveva. E nemmeno gli altri studenti, era l'unico che ancora poteva muoversi.
Che quell'uomo avesse fermato il tempo? pensò il riccio.
A confermare la sua ipotesi fu una voce, la stessa voce roca della mattina prima.
-Ragazzo non puoi dirle la verità. Sarebbe troppo facile, non credi?- trillò ridendo l'uomo.
-Ma così non ce la farò mai, andiamo ha visto come mi tratta!- rispose portando le mano al cielo.
Il ragazzo pensava di essere divenuto pazzo; si era trovato a parlare con un uomo di cui non sapeva nemmeno l'esistenza e perlopiù parlava con lui mentre tutto il resto del tempo era fermo.
Normale, no?
-Ti arrendi di già? Bene allora premo il pulsante rosso e Kogan morir..- la voce fu interrotta da un urlo del riccio.
-No! Non lo faccia, io.. io non mi arrendo- rispose esitando.
Non sapeva nemmeno lui il perché stesse facendo tutto quello, alla fine avrebbe potuto avere una vendetta ma sapendo che lui era l'unica speranza che quella ragazza aveva per vivere,
non volle rifiutare.
L'uomo rise di nuovo mentre tutto tornò alla normalità.
-Se non voglio cosa?- sbottò nervosa Jessie.
-Oggi devo andare in un orfanotrofio per aiutare dei bambini. Mi accompagni?- in realtà era vero. Harry si era sempre dedicato ad aiutare i più bisognosi.
Jessie lo guardò scrutandolo dalla testa ai piedi quasi mettendolo a disagio e poi aggiunse:
-Solo perché sei una schiappa e mi piacciono i bambini- disse sorpassandolo e dirigendosi verso la mensa.
Harry ancora girato di spalle fece comparire un sorriso sul suo volto per poi voltarsi e, strattonando lo zaino sulle sue spalle con fare soddisfatto, si diresse in mensa al suo solito tavolo.

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Aloha people!
Come vedete sono ancora qui, non vi libererete così facilmente di me, ovviamente.

Ho postato il secondo capitolo della mia fan fiction proprio come alcuni di voi mi avevano chiesto. Siete da sposare.
Vi rendete conto che in un giorno ci sono state: 160 e passa di visite; 6 recensioni; 4 preferiti; 1 ricordata e 4 seguite.
No, ma dico.. volete farmi morire? Ci state riuscendo.

Posterò il terzo capitolo della storia domani se ovviamente questo sarà piaciuto.
Fatemi sapere cosa ne pensate in una recensione. Ne sarei più che onorata. 
-una dolce, ed ancora inesperta, Martina. :) 
  
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