14/09/2012
3 recensioni
[450] Quale istinto ci dice che un orologio è fermo, anche se segna l'ora giusta?
(Daniel Pennac)
Era Hogwarts, l’anno dopo la battaglia.
Coloro che il dominio di Tu-sai-chi aveva derubato di un anno di scuola erano tornati, come per cancellare l’esistenza di quel lasso di tempo mortifero. Chi era stato presente allo scontro vagava tra i corridoi con l’aria incredula e rispettosa di chi scandagli un cimitero alla ricerca di un singolo nome conosciuto e ne trovi, invece, a decine.
Ecco l’angolo che ha accolto il giovane cadavere di Colin.
Ecco il soffitto che ha spezzato la risata di Fred.
Ecco la pietra che ha raccolto l’ultimo respiro di Lupin.
Ecco. Ecco. Ecco…
L’eco della morte non risparmiava nessuno.
Era sempre Hogwarts, ma quel settembre sembrava essersi ripopolata di mille fantasmi.
Ron si muoveva a fatica tra i ricordi, sempre stringendo la mano di Hermione lungo il cammino. Lei lasciava scorrere le dita tra quelle un po’ sudate e fredde di lui, facendosi trascinare. Certe sere, a malincuore accoglieva persino la sua lingua nella propria bocca, lasciando che lui diluisse in baci lascivi il dolore velenoso di troppe perdite. Il sapore della sua saliva le dava ormai la nausea.
Eppure era sicura che lui dovesse essere il compagno giusto per lei. Lei era sempre la solita Hermione e lui sempre il solito Ron: il ragazzo baciato con amore tra i lampi della battaglia, il migliore amico (quasi) sempre presente per lei. Nessuno cambia, almeno non davvero, di questo Hermione era convinta.
Eppure gli occhi di Draco Malfoy erano diversi.
Hermione lo aveva guardato un giorno, in classe, tenere basso lo sguardo prima tanto fiero. Dopo la sconfitta dei Mangiamorte era come se il suo mondo fosse esploso e lui si fosse trovato solo tra i vincitori nemici, senza un piano per sopravvivere – un cervo spaurito che sa di correre tra le fauci di un lupo, ma non può più rallentare.
Quel giorno, nel mezzo della lezione, un giovane merlo confuso aveva terminato il suo primo volo andandosi a frantumare il cranio contro la finestra chiusa della loro aula di Incantesimi. Draco e Hermione, udito il macabro schianto, avevano guardato il corpo stramazzare sul davanzale e poi il giovane aveva alzato gli occhi su di lei. A Hermione era sembrato che la morte appena arrivata avesse fatto riemergere negli occhi di Draco l’eco di quella vissuta l’anno precedente, come se la Morte si fosse attaccata con unghie sanguinolente a quelle orbite chiare. Hermione non aveva più dimenticato quello sguardo di chi sembrava voler chiedere scusa di esistere.
Se Draco era cambiato, poteva, forse, essere cambiato tutto?
Ma Ron la voleva ancora amare.
Lei guardava talvolta il suo viso brulicante di lentiggini, a occhi spalancati, mentre lui la baciava.
E pensava che, da così vicino, era ancora più brutto.