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Autore: glenn    14/09/2012    1 recensioni
In quei pochi minuti di attesa sotto la pioggia con l'ombrello aperto, Kurt si chiede se tutto quello sia giusto. Si chiede se quel taxi che è riuscito a fermare lo stia portando nella direzione giusta.
Si chiede persino se sia giusto che quel caffè lo debba prendere da solo, in quella caffetteria ancora sconosciuta, ma dall'aria molto accogliente.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il frenetico ticchettìo della pioggia sul vetro comincia ad essere davvero irritante. Specialmente se aggiunto al suono della sveglia, puntuale come sempre. La consapevolezza di una nuova giornata da iniziare fa lentamente capolino nella mente di Kurt, rischiarandola dalla nebbia di sonno della notte precedente.
 
Si alza a sedere stiracchiandosi, osservando la luce grigia riflessa dalle parenti bianche della stanza. Sa che con quel tempo sarà costretto ad usare una doppia dose di lacca biologica. Per non parlare del pavimento bagnato e sporco della metro che lo attende a pochi isolati da lì.
 
Sta già pregando per le sue scarpe nuove di zecca acquistate ad un'asta particolarmente propizia su ebay, quando l'idea di prendere un taxi gli sfiora la mente come un fulmine a ciel sereno. Perché non ci ha pensato prima?
 
Quanto tempo dovrà passare prima che si abitui a quelle nuove piccole cose?
 
Prima di uscire, si dà un'ultima occhiata allo specchio.
 
Regola numero 1: Convinciti che stia andando tutto bene.
Ma se andasse davvero tutto bene, sorrideresti al tuo riflesso.
 
E Kurt, nonostante tutto, ci prova, ma non lo sente veramente, quel sorriso.
È un accessorio che non vuole indossare. Non oggi.
Forse, pensa mentre si avvia giù per le scale, starebbe meglio a un'altra persona, a tante altre persone che fino a non poco tempo fa si ritrovavano in un'aula di canto a centinaia di kilometri da lì, a condividere sogni.
 
In quei pochi minuti di attesa sotto la pioggia con l'ombrello aperto, Kurt si chiede se tutto quello sia giusto.
 
 Si chiede se quel taxi che è riuscito a fermare lo stia portando nella direzione giusta.
 
Si chiede persino se sia giusto che quel caffè lo debba prendere da solo, in quella caffetteria ancora sconosciuta, ma dall'aria molto accogliente.
 
Si sente come se la vita gli stesse dimostrando che ha fatto bene a prendere quell'aereo, ma il suo cuore non la pensa così. Non del tutto. Nemmeno quando il ragazzo alla cassa gli regala un sorriso particolarmente dolce. O quando vede un ragazzo dai capelli ricci e scomposti correre senza ombrello per raggiungere un taxi già partito. Soprattutto in quei momenti, e vacilla nello sconforto.
 
Perché rivede sé stesso in quel taxi irraggiungibile, e gli piacerebbe scorgere un altro volto sotto quella massa di capelli così familiari, quel volto che un tempo stava persino incorniciato sull'anta del suo armadietto.
 
Quando entra nell'ufficio di Isabelle, oggi come tutti i giorni da due settimane, comincia però a ricredersi. Perché quello è l'unico posto in tutta New York in cui crede di poterlo fare.
 
Dopotutto, la regola numero 2 non era Andare Avanti?
Dovrebbe condividerle con Rachel. Magari davanti a un Margarita in un locale delizioso, che prima o poi troverà. Perché New York non tradisce mai. Non può tradirlo.
 
E anche se Kurt non sa ancora quale possa essere la regola numero 3, lui non ha fretta. Ci vuole tempo per abituarsi a una nuova casa, e quella città è davvero molto grande. Proprio come i suoi sogni. 
  
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