*Autore: margherota

*Titolo: Ad occhi chiusi

*Fandom: Kuroko no Basket

*Personaggi: Hyuuga Junpei, Aida Riko

*Generi: Fluff, Romantico

*Avvertimenti: Flash fic, What if...?

*Rating: Arancione

*Note: Avevo semplicemente voglia di un po' di het, per una volta (L)

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Lo sente muoversi ancora, tra le sue gambe, dopo quella pausa che ha svuotato nuovamente l'aria di ogni sospiro e l'ha riempita di un caldo silenzio stantio. Lei ha la mano ancorata alla federa del cuscino ma la presa è talmente stretta che riesce a sentire le unghie contro il palmo, come se non ci fosse alcun tessuto tra le sue dita; lui sembra fermo, sospeso sopra di lei.

Riko non smette di tremare neppure in quel momento, anche se cerca di nascondere il tutto sotto un respiro appena più accelerato e gli occhi rigidamente chiusi. Lo sente respirare piano e sa che ha lo sguardo su di lei – e il viso rosso e niente occhiali sul naso e i capelli tutti disordinati perché sono state le sue dita, le dita di Riko, a ridurli a quella maniera.

E si muove piano, a stendere finalmente le gambe: per la posizione a lungo tenuta erano rimaste per inerzia piegate contro i fianchi del ragazzo, a sfiorargli la pelle calda e a sentire il movimento dei muscoli. Anche lui si allontana, quando la vede allungarsi sul materasso, ma non abbandona il suo calore e non dice nulla.

Riko sa che non riuscirebbe a sostenere il suo sguardo, alzando le palpebre. Vedrebbe il solito corpo tonico, le spalle larghe, il collo bianco. Vedrebbe un petto ampio e una corporatura atletica, e un'espressione sul suo viso che non gli ha mai visto prima perché mai prima d'allora ha potuto condividere con lei nudità e intimità.

Scordatasi dei numeri, ha permesso a Hyuuga di baciarla anche mentre facevano l'amore, in quell'abbraccio stretto che le mani di entrambi avevano sentito necessario. Non ha paura di vederli comparire di nuovo, attorno all'intera sua figura, chiarificatori di capacità effettive e di peculiarità oggettive. É la volontà a non guardarli che la frena e la rende rigida: niente di quello che i suoi occhi le hanno detto prima dei loro baci avrebbe più senso, ormai, e nessuno di quei numeri potrebbe spiegare il piacere provato ad essere accarezzata da quelle dita e vezzeggiata da quelle labbra.

Lui, nel silenzio, le accarezza il viso, ma non le chiede di guardarlo o di dire qualcosa, non le chiede di essere diversa da quello che è: si avvicina e le bacia la guancia, stringendola nuovamente e avvicinandosi piano al suo orecchio. Ha un tono di voce poco modulato, perché davvero non conosce molto la delicatezza e la gentilezza, ma conserva dell'amante inesperto tutto l'ardore e tutta la purezza.

-Ti amo, Riko.-

Tanto che, commossa, lei apre gli occhi e ricambia l'abbraccio.