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Autore: Il Cavaliere Nero    15/09/2012    7 recensioni
Quali sono le caratteristiche di un abile detective? Cosa rende un investigatore il migliore di tutti? Un pensatore razionale differisce da un freddo calcolatore quanto una volpe dal fiuto fino da una tigre assetata di sangue, ma talvolta questa differenza sbiadisce e il confine diviene labile: chi è la volpe, chi è la tigre? Qual è il limite? Shinichi Kudo dovrà scoprirlo.
Estratto dal primo capitolo:
“Bene. Di cosa preferisce che io l’accusi, signore? Diffamazione o incitazione al disturbo dell’equilibrio pubblico?”
Ran afferrò Conan per le spalle, presagendo l’esito della conversazione: Kogoro era in trappola. Non aveva a disposizione la collaborazione della polizia, anzi: non poteva aprire le indagini se non deviando dai sentieri della legalità.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Prologo


La Fanfic contiene spoiler; chi  segue soltanto l’edizione italiana del manga, se deciderà di leggere, troverà  sorprese citate tra le righe. Pertanto, suggerisco ai non-spoilerati di evitare la fanfic: certe rivelazioni è meglio gustarle pian piano che tra le pagine di una storia. Non dubito che quanto citato inoltre, arriverà in Italia presto: non siamo troppo lontani dalle edizioni giapponesi.
 
Con uno speciale augurio di buona lettura a tutti coloro che mi hanno sostenuta con tanto affetto in un Silenzio Controproducente. E’ stata per me un’esperienza meravigliosa e non smetterò mai di ringraziarvi.
 
 “Perché diavolo mi chiedi di lui, ora?” la sua voce allo stesso tempo sospettosa e minacciosa risuonò in quel corridoio arancione come fosse il ruggito d’un leone che sovrasta i versi delle altre fiere, al tramonto, per designarsi capobranco.
“Perché ritengo sia necessario conoscere tutti coloro che sono intervenuti in questa faccenda, anche in passato, e in maniera poco eclatante. I piccoli dettagli sono i più importanti.” Spiegò tranquillo, il tono di voce calmo: il  potente ringhio del felino pronto all’attacco sembrava non averlo intimorito affatto.
Estrasse un pacchetto dalla tasca posteriore dei jeans e lo rivolse a lui, offrendogli implicitamente una sigaretta.
Quello sorrise di scherno, afferrandone una e ponendola tra le labbra.
“Un attore che si cimenta in un inchino di fine atto sotto il palcoscenico, un pittore consapevole che tutti riconoscono il suo quadro sebbene non abbiano mai visto la sua mano impugnare il pennello .” Disse a mezza bocca, mentre l’altro accendeva la sigaretta per lui.
 “Questa è l’unica cosa che ricordo d’aver pensato, quella sera.”
Quando la sigaretta iniziò a buttare fumo la sputò a terra, intera e ancora accesa.
“Non osare più trattenermi per simili sciocchezze.” gli alitò sul volto, una minaccia sussurrata capace di terrorizzare, solitamente, più d’un grido di battaglia; ma l’uomo che aveva davanti non era una preda troppo docile.
Prima ancora di udire la risposta gli rivolse le spalle, in direzione della porta.
Non sopportava quel tipo! I suoi modi di fare, le sue tecniche, le sue ricerche: che andasse tutto alla malora!
Lo superò senza neppure rivolgergli uno sguardo, con passo tracotante: quando però fece per varcare la soglia, la sua voce lo raggiunse, placida ma forte:
“Quale impegno ti costringe a tanta fretta? Da quando io stesso mi sono occupato di quella faccenda, credevo avessi più tempo libero.” Lo schernì, colpendolo nel vivo del suo orgoglio da feroce lupo sanguinario. Quindi, schiacciò con la punta del piede nudo la sigaretta contro il legno del pavimento in linoleum.
L’uomo ringhiò, sbattendosi la porta alle spalle.
Che andasse alla malora!
 
§§§
 
“Davvero, Conan-kun? Ma il professor Agasa ne è convinto?” la voce di Ran risuonò tra le pareti del piccolo appartamento sopra l’agenzia investigativa Mouri.
La ragazza stava sparecchiando la tavola, mentre il padre era sdraiato sul suo futon sorseggiando comodamente una birra: quello stesso pomeriggio aveva risolto brillantemente l’ennesimo caso, guadagnandosi così i complimenti degli astanti, Tooru Amuro compreso. Sfortunatamente non richiamava alla memoria lucidamente i dettagli di quell’omicidio a porte chiuse, poiché i ricordi del suo Sleeping Show apparivano un poco confusi; certo non se ne preoccupava affatto, visto che questa strana sensazione onirica accompagnava, da mesi oramai, ogni sua indagine.
Ignorava che  Conan avesse utilizzato con rammarico un altro ago soporifero.
Il vero detective della scena del crimine sedeva al suo fianco, inginocchiato sul suo cuscino blu scuro con fantasie infantili ricamate dalle amorevoli mani di Ran, e aveva appena ricevuto una telefonata dal suo ex vicino di casa: Agasa lo informava d’aver vinto un concorso indetto su internet che metteva in palio un soggiorno per quattro persone nell’isola di Oki , famosa per le grandi qualità ristorative e rigeneranti delle sue terme.
“Per quale ragione non se ne serve lui, Conan-kun?” gli domandò la karateka, poggiando i tre piatti sporchi nel lavandino.
“In quei giorni ha promesso la sua consulenza ad un amico per una sua a invenzione che non funziona tanto bene!” le spiegò, commentando nella sua testa:
-Si tratterà sicuramente di vecchio ciarpame, come al solito!-
“Sei sicuro che non ci sia sotto nulla di losco, moccioso?” rincarò la dose Kogoro, tornando in posizione semi-eretta “L’ultima volta che c’ha promesso un soggiorno gratis c’era una clausola, te lo ricordi?*”
“No no, stavolta è tutto a posto! Soltanto il viaggio di andata e ritorno sono esclusi dalla tariffa.”
L’uomo in risposta mugugnò: “Bah, se non sbaglio quell’isola è collegata alla terraferma da un solo battello…e che passa una sola volta al giorno, per di più!” bofonchiò bevendo un sorso di birra.
“Se qualche criminale che ho incastrato venisse a sapere che mi trovo lì, potrebbe raggiungermi e attaccarmi senza alcuna difficoltà! Mi sarei messo in trappola da solo!”
“Suvvia, papà! L’acqua di quelle terme è famosissima! Dicono faccia miracoli alla pelle!” Minimizzò la bella castana mentre sciacquava i piatti in ceramica.
“Perché sei così ansiosa di avere il corpo tonico, Ran?” la fulminò con uno sguardo, poggiando la lattina sul tavolino in legno di fronte a lui. “Non mi dirai che qualcuno…qualcuno…” l’idea che pian piano si faceva largo nella sua mente gli impediva di proseguire senza che le guance avvampassero d’un rosso fuoco e le mani, strette a pugno, tremassero convulse per l’ira “…quel ragazzino!” riuscì a sputare d’un solo fiato, a denti stretti “…vuoi farti vedere nuda da quello??”
Notò immediatamente sua figlia assumere il colore di un pomodoro maturo, ma non si accorse che la medesima reazione aveva colto anche il piccolo rompiscatole alla sua destra: gli occhi ridotti a puntini, non osava neppure immaginarsi in quella condizione.
“Ma cosa vai blaterando, papà?” replicò, alla fine.
“Quel tipo che gioca a fare il detective si riempie la bocca di parole, ma quando si passa ai fatti…” lo criticò ad alta voce, non esitando ad esprimere ancora una volta l’antipatia nutrita nei confronti del collega.
-Ah, tu invece sì che ti dedichi all’azione senza riempirti la bocca di parole!- ridacchiò tra sé e sé Conan, il viso ancora rosso, figurandosi nella testa Kogoro durante una delle sue abitudinarie interviste tutt’altro che modeste.
“A me piacerebbe andare alle terme, papà.” Spiegò Ran, asciugandosi le mani sul grembiule da cucina che aveva indossato. “Tu non ci porti mai da nessuna parte…” aggiunse in un borbottio.
“Ma che dici? Quanti giorni fa ti ho portato con me alla serata mahjong, eh?”
-Sai che divertimento!- Ran e Conan condivisero lo stesso pensiero.
“Volevo solo dire che quell’isola è un po’ isolata…sperduta, ecco…ma se ti va di andare…” sembrò acconsentire, un pallino fisso nella mente che non esitò a esplicitare: “E poi è gratis!”
Ci vollero ancora pochi secondi perché la decisione fosse presa:
“Ebbene sì, figliola, tuo padre ti porta a Oki!” scoppiò in una fragorosa risata.
“Ah, Ojii-san!” richiamò la sua attenzione il piccolo investigatore privato “In cambio del regalo, il professor Agasa vorrebbe un favore…”
 
§§§
 
“Non è giusto, Conan! Perché partite e ci lasciate qui?” cantilenò Genta, camminandogli vicino con le sopracciglia aggrottate.
La squadra dei giovani detective era diretta verso l’istituto elementare Teitan: da quando si erano incontrati, quella mattina, i tre bambini non avevano fatto che lamentarsi per l’improvvisa partenza dei loro amichetti, sostenendo fosse loro dovere portarli con sé per non decimare il team degli Shonen Tantei!
 “E’ vero! …perché tu e Ai-chan da soli? ” aggiunse Ayumi a bassa voce, arrossendo lievemente.
Il debole che nutriva nei suoi confronti era giorno dopo giorno più evidente e, nonostante non lo desse a vedere, Conan ne era lusingato. Dal momento in cui aveva capito la cotta della piccola, si era sentito come in dovere di proteggerla da ogni minaccia, ergendosi a fratello maggiore; lo stesso sentimento che aveva persuaso Ran a tenere il piccolo Conan con sé giorno e notte.
L’investigatore sospirò: -Accidenti, professore! Era indispensabile avvisarli?-
“Dai, ragazzi! I biglietti erano solamente quattro, non saremmo potuti andare tutti insieme comunque!” cercò di rabbonirli, agitando le mani aperte di fronte al viso “Kogoro e Ran non volevano lasciarmi a casa e il professor Agasa non era tranquillo sapendo Haibara da sola!”
La verità era che, dopo quanto accaduto sul Mistery Train*, Ai non avrebbe gradito affatto la solitudine: sapere che un pericoloso membro dell’organizzazione, un detective per di più, era stato messo sulle sue tracce la rendeva davvero ansiosa. A nulla erano valse le consolazioni di Kudo –“Stai tranquilla, Haibara! Grazie a quell’esplosione e all’aiuto di Kaito Kid, lui ti crede morta! Interromperà le ricerche, ne sono sicuro!”- sebbene per un attimo vi avesse riposto fiducia, perché le previsioni del liceale si erano rivelate errate: Amuro non aveva abbandonato Beika Choo, anzi continuava a prestare servizio al Poirot, interessandosi alle indagini di Kogoro. Cosa stesse cercando ancora, non lo sapeva: che sospettasse l’inganno? Conan questo lo escludeva:
“Probabilmente non vuole dare troppo nell’occhio. Nonostante tutto, Kogoro è un famoso investigatore: sparire dalla circolazione immediatamente dopo la misteriosa esplosione di un vagone risulterebbe sospetto, e teme d’essere ricollegato alla tua morte. A quanto l’FBI mi ha riferito, è molto abile: sono certo che non manderebbe i suoi piani per aria, dopo aver ottenuto la vittoria poi, solo per un’azione frettolosa. Credimi: calmate le acque, spiccherà di nuovo il volo”.
 Lo sperava davvero! Effettivamente da quel giorno non aveva mai avuto l’impressione che qualcuno la spiasse, o seguisse: questo significava forse che davvero Tooru persisteva in città solo per precauzione. L’unico inconveniente alla sua tranquillità era Subaru-san: in sua presenza percepiva con potenza l’aura dell’organizzazione, ma Shinichi aveva liquidato la faccenda con un “Ah, lui è un nostro amico!”.
Guardò di traverso il compagno di banco, sospirando: -Spero che tu sappia quello che fai, Kudo-kun.-
“Uffa, tutte le fortune!” borbottò Genta, calciando una lattina a terra.
Conan sbuffò: la verità era che nemmeno lui scoppiava di felicità all’idea di quel viaggio: in fin dei conti, Kogoro non aveva tutti i torti. Si trattava di un’isola scarsamente collegata con la città, dove l’unica attrazione degna di nota era rappresentata dalle terme: dunque il soggiorno non gli sembrava troppo allettante…d’altra parte, tuttavia, il dottor Agasa aveva insistito perché accettasse la sua offerta, desiderando in cuor suo procurargli un po’ di tranquillità dopo l’esperienza sul Mistery Train: sebbene avesse previsto tutte le mosse degli avversari e fosse riuscito a tenere testa a Bourbon e contemporaneamente, chiudere Vermouth in una morsa, risolvendo definitivamente la questione Sherry, era certo avesse bisogno di un po’ di riposo; troppe responsabilità gravavano sulle esili spalle di un diciassettenne intrappolato in un corpo di sette anni! Per fortuna, inoltre, Kogoro aveva accettato di portare con loro anche Haibara: il destino sembrava indicare la strada dell’isola come unica via percorribile.
“E se dovesse succedere qualcosa, come fareste da soli?” li ammonì Mitsuhiko agitando in aria l’indice.
Il piccolo detective fece per rispondere: “Ma cosa vuoi che…” ma la scienziatina lo interruppe:
“Se dovesse succedere qualcosa, avremmo la conferma che il signor Holmes qui presente…” gli lanciò un’occhiata colma d’ironia “…porta sfortuna quanto un gatto nero che ti attraversa la strada dopo che hai rotto uno specchio.”
I ragazzini scoppiarono a ridere e lei fissò il suo sguardo irrisorio sulla piccola figura del compagno, deridendolo con la luce degli occhi; eppure non potè fare a meno di pensare:
-Eppure…Oki...Questo nome…mi suona familiare…Quando l’ho già sentito?-
-Spiritosa come sempre!- con gli occhi ridotti a fessure, Conan ignorava i pensieri della finta bimba e certamente non poteva immaginare quel che sarebbe accaduto nei giorni a venire.
La predizione dei Giovani Detective si sarebbe avverata.
 
 
***                      
Precisazioni:
(…) clausola, te lo ricordi?: si riferisce al caso del Night Baron, volume 8, files 2-7.
*Oki: l’isola esiste davvero, anche se ignoro se sia davvero famoso per le proprietà termali e per quanto narrerò nei prossimo capitoli. Semplicemente, ho voluto appigliarmi alla realtà come una base su cui costruire la mia invenzione; inoltre, il kanji Oki significa in giapponese 'Alto mare' e mi è sembrato un nome appropriato.
Mistery Train: voume 78, file 824, attualmente spoiler.
 
***
 
 
Note dell’autrice: Bene, rieccomi! Dopo una piccola pausa creativa, ho ritrovato l’ispirazione per una nuova storia. In questo prologo viene citato il Mistery Train e a Tooru Amuro e nei prossimi capitoli verranno menzionati eventi accaduti negli ultimi files usciti in Giappone, anche se ancora ignoro in quale misura…non sono ancora sicura della direzione che voglio dare a questa storia, pertanto non so ancora troppo precisamente quali spoiler inserirò e quali no. Comunque sia, diciamo che potrebbero essere presenti nei futuri capitoli  rivelazioni di identità sino a prima segrete o dubbie, perciò chi non segue gli spoiler farebbe meglio a non leggere questa fic, o rimandare la lettura a quando i files a cui faccio riferimento usciranno anche in Italia. Non mi piacerebbe rovinarvi le sorprese! Comunque, conto di avvisarvi in anticipo se deciderò di inserire grossi spoiler o meno!
Detto questo, lasciatemi dire che sono davvero contenta di essere tornata ! Dopo Un Silenzio Controproducente,spero di non aver perso quella minima vena creativa che m’ispirava nello scrivere.
Non credo sarà una storia lunga come Un Silenzio, ma sto scrivendo contemporaneamente questa fic,
Fiuto Da detective, e un’altra storia nella sezione Originali-Romantiche, Divertissement, per cui non credo mi sarà possibile aggiornare molto spesso (in passato, ahimè, non mi sono di certo distinta per la mia velocità! :[ ).
Abbiate pazienza e sopportate questo capriccio da  sedicente scrittrice XP
Al momento inoltre mi trovo fuori città, e non rincaserò prima di un altro paio di giorni; perciò mi connetto sfruttando la rete wifi di un McDonald qui vicino, saltuariamente purtroppo.
Colgo l’occasione per mandare un abbraccio ENORME E GIGANTESCO a tutti i lettori e i recensori che mi hanno davvero trattata benissimo durante la stesura e l’aggiornamento di Un Silenzio Controproducente, perché quella storia rappresenta una parte del mio cuore, e con lei tutti voi.
Lieta d’essere di nuovo qui a seccarvi XD
Un grandissimo bacio
XXX Cavy-Chan XXX

   
 
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