Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Gulminar    15/09/2012    7 recensioni
“Sei una guerriera?”
Rivolse uno sguardo privo di emozioni in direzione della voce, una ragazzina sui dodici anni la osservava incuriosita dalla sedia accanto. Aveva lunghi capelli neri e occhi verde scuro, con una sfumatura di giallo. Una bellezza strana, selvatica.
“Sono un medico ninja.” Rispose.
“Non ho mai visto un medico ninja con la spada.” Osservò divertita la ragazzina.
“Era di una persona a cui volevo molto bene.”
“Il tuo ragazzo? È morto in battaglia?”
Alla sua età, Sakura non si sarebbe mai sognata di porre una domanda del genere con tanta leggerezza. Fu tentata di tirare un ceffone a quella ragazzina impertinente.
“Sì.” Rispose, riportando l’attenzione al proprio bicchiere.

Sono passati anni dalla fine della quarta grande guerra ninja, la pace regna ma non per Sakura. Nonostante le promesse fatte agli amici e gli impegni presi con se stessa, c'è qualcuno che non può dimenticare. Quando la speranza si riaccende, seppur flebile e quasi assurda, non può fare a meno di partire per una misteriosa destinazione.
Personalissima interpretazione del mondo di Naruto.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dichiarazione di guerra
 

Gli ululati non si erano ancora spenti, quando Makiko rientrò nella stanza dove Sakura era intrattenuta da Reira. La ragazzina si stava scusando per come si era comportata e per quello che era successo, quasi fosse stata colpa sua.

“Cosa succede?” Chiese Reira, quando vide la madre rientrare.

“Non lo so, tuo fratello è andato a vedere.”

Sakura sentì un’oppressione al petto, Reira le aveva appena spiegato cosa significassero quegli ululati. Ebbe lo sgradevole presentimento che la chiamata a raccolta fosse legata a qualche altro casino, sempre dovuto alla sua presenza in città. Presentimento che si acuì quando un ragazzo, che doveva essere di pochi anni più giovane di lei, irruppe nella stanza.

“Rai!” Esclamò Reira.

“È questo il modo di entrare?” Lo apostrofò Makiko, il giovane nemmeno si curò dell’obiezione materna.

“Il Sommo Danjyo vuole che sia presente anche la kunoichi della Foglia.”

“Ma è ancora troppo debole per alzarsi!” Protestò Makiko.

“Il Sommo Danjyo ha mandato una lettiga a prenderla, dice che è importante.”

La donna stava per ribattere ma Sakura si era già tolta le coperte di dosso.

“Dove sono i miei vestiti?”

“Tesoro, non credo sia il caso…” Tentò ancora Makiko.

“Vi ho già creato abbastanza problemi.” Tagliò corto Sakura. “Se il Sommo Danjyo richiede la mia presenza, devo andare.”

“Ci sono venti lupi ninja di scorta.” Puntualizzò Rai prima di andarsene.

Sakura si stava già vestendo aiutata da Reira, notò che Makiko avrebbe volentieri alzato ulteriori obiezioni, ma nessuno sembrava disposto ad ascoltarla. Che fosse troppo debole per alzarsi dal letto, era la pura e semplice verità, le gambe tremavano come ammassi di gelatina.

“Vieni con me, mi serve qualcuno a cui appoggiarmi.”

Makiko le sorrise e annuì, aiutando a sua volta la procedura di vestizione.

 

Il Sommo Danjyo stava seduto sotto la veranda di una semplice casa di legno a un solo piano e con il tetto a doppio spiovente, teneva i gomiti sul tavolo e le dita incrociate in attesa. Gli altri anziani di Oinomori erano in piedi alle sue spalle, tenevano la mano sinistra sull’impugnatura della katana e osservavano l’assemblea con aria severa. La casa era circondata da mura di legno che delimitavano una corte, in cui si era radunato un gran numero di armati. Sakura notò che l’arma più comune per i ninja di Oinomori erano tre artigli retrattili assicurati all’avambraccio.

Il Sommo Danjyo le rivolse un cenno di saluto abbassando la testa, quando vide parte dell’assemblea aprirsi per far passare lei e Makiko. Sakura cercò di rispondere al saluto e al sorriso del vecchio, sentendosi goffa come una bambina.

“Shigenobu.” Si limitò a dire il Sommo Danjyo.

Uno degli uomini schierati alle sue spalle si fece avanti schiarendosi la voce.

“Poco fa, questo messaggio è stato consegnato alle guardie della Porta Est.”

Fece un cenno alla propria sinistra e uno degli attendenti si fece avanti mostrando un rotolo, sul quale era stato vergato frettolosamente un messaggio.

Consegnateci la Kunoichi della Foglia e non vi sarà fatto alcun male. Se non lo fate, tutta Oinomori ne pagherà le conseguenze.

L’attendente consegnò il messaggio a chi era più vicino, subito passò di mano in mano accompagnato da un crescente mormorio di sorpresa. Se non fosse stato per Makiko, Sakura sarebbe crollata come un mucchio di stracci. Sentì un capogiro talmente forte che pensò che il mondo si fosse capovolto, doveva essere un altro dei suoi deliri, non poteva essere vero.

“Non c’è firma!” Disse un qualche scopritore dell’acqua calda. Shigenobu annuì.

“Ci concedono tre giorni per decidere, poi ci sarà battaglia.”

Sakura pensava freneticamente a cosa avrebbe fatto Tsunade in quella situazione di merda, ma non riusciva a trovare nulla di sensato. Il Sommo Danjyo proseguì.

“Sanno che non sono riusciti a ucciderla, quindi ci ricattano.”

“Se la vogliono, devono passare sul mio cadavere.”

Una voce, quella voce.

Sakura sentì le viscere contorcersi, rischiò di vomitare quanto aveva mangiato a casa di Makiko. Osservò la folla aprirsi per lasciarlo passare. Era lui, era veramente lui! Sasuke, il suo Sasuke. Vestito come i lupi ninja di Oinomori, aveva i capelli corti ed era diventato un uomo, ma era lui. Sakura ebbe un capogiro peggiore del precedente, qualche compassionevole aiutò Makiko a sostenerla. Sentì qualcuno ordinare di procurare una sedia, che non tardò ad arrivare.

“Deduco che sei pronto a morire per lei.” Considerò il Sommo Danjyo.

“In qualunque momento.” Rispose Sasuke.

Alle sue spalle erano apparsi il giovane Rai e una donna, che doveva essere la più anziana dei tre, anche se di poco. Era più alta di Sasuke, aveva la pelle scura e capelli neri raccolti a coda di cavallo che le scendevano fino alla vita. Sakura pensò che il cuore fosse sul punto di esplodere. Sasuke era vivo, era un ninja della città dei lupi e si era appena detto disposto a morire per lei.

“Non c’è bisogno che Oinomori ci vada di mezzo…” Proseguì Sasuke.

“Oinomori c’è già andata di mezzo.” Lo interruppe il Sommo Danjyo. “La ragazza è sotto la mia protezione da quando è entrata in città, è un impegno che ho preso personalmente con l’Hokage di Konoha. È dovere di tutti noi tutelarne la sicurezza, abbiamo già sbagliato una volta e poteva costarci molto caro, non deve ripetersi!”

“Non occorre tutta questa mobilitazione.” Insistette Sasuke. “Uscirò soltanto io.”

“Tu non farai niente del genere!”

“In cinque minuti li spazzo via, chiunque siano!”

Il Sommo Danjyo abbatté un pugno in verticale sul tavolo, riducendolo a un rudere, il suono del legno che andava in pezzi risuonò ben oltre le mura di cinta della corte.

“TU FARAI QUELLO CHE TI ORDINO!”

L’assemblea fece istintivamente un passo indietro, davanti alla rabbia del capo.

“Sembra che qualcuno stia facendo di tutto per scatenare una nuova guerra fra Oinomori e Konoha, voglio sapere chi è e cosa spera di ottenere!”

Si rimise a sedere, gli attendenti avevano già sostituito il tavolo rotto con uno più robusto.

“Hai detto di essere pronto a morire per questa ragazza, bene, se lo sei tu, lo siamo tutti. Così funziona il Branco, pensavo di avertelo insegnato.”

Sasuke annuì, tenendo bassa la testa. Sakura fu tentata di chiedere a Makiko se stesse ancora sognando. Sasuke che riconosceva l’autorità di qualcuno era a dir poco pazzesco. Le porsero da bere ma gentilmente rifiutò, era troppo agitata e rischiava di strozzarsi.

La sensazione avvertita nella foresta era giusta, aveva riconosciuto un’aura familiare, quella dell’unica persona che avesse mai veramente amato. Desiderò ridere e piangere a un tempo, ma un briciolo di razionalità residua le permise di trattenersi.

“Da questo momento, ci consideriamo assediati.” Proseguì il Sommo Danjyo “Nessuno esce e nessuno entra senza un mio ordine. Sasuke, ti affido la difesa delle mura, sai cosa fare.”

L’anziano capo continuò a dare disposizioni ma Sakura smise di ascoltarlo, Sasuke stava venendo verso di lei. Sentì Makiko metterle le mani sulle spalle ma non servì a tranquillizzarla. Sasuke si rivolse prima alla madre adottiva.

“Portala a casa per favore.”

Makiko si limitò ad annuire. Sasuke si chinò per guardare Sakura negli occhi. La giovane kunoichi pensò che sarebbe morta in quel momento, quando i loro sguardi si incrociarono.

“Verrò da te il prima possibile.”

Si protese in avanti, facendo aderire le proprie labbra alle sue. Fu troppo. Non solo quello stronzo era vivo, le ricompariva davanti dopo anni in cui lei lo aveva, segretamente, pianto morto. Era un ninja di una città di cui ignorava l’esistenza e ora, come se niente fosse, la stava baciando! Eppure, nell’istante in cui se ne rese conto, capì che stava rispondendo al bacio.

Fu poco più di un battito di ciglia, Sasuke si staccò da lei e corse via. Si allontanò impartendo ordini ad alcuni presenti, che lo seguirono o si diressero altrove. Per diversi secondi non riprese a respirare, osservando il punto in cui lui era sparito.

 

Nascoste oltre la finestra di un edificio abbandonato, due figure incappucciate avevano osservato la riunione appena svoltasi. Uno chiuse il tendaggio che li aveva tenuti celati e andò a sedersi con la schiena contro un muro dalla vernice scrostata.

“Sasuke Uchiha che prende ordini da qualcuno, roba da non crederci.” Commentò. “Quel vecchio sa come farsi rispettare dai suoi.”

“Dubito che sia solo questo.” Commentò il compagno rimasto in piedi, che non riusciva a distogliere lo sguardo dalla finestra chiusa.

“Non pensavo che si sarebbero mossi così in fretta.”

“Nemmeno io. Meglio così, avremo meno tempo da aspettare in questo buco schifoso.”

 

La collina dei ciliegi.

Così le aveva spiegato Makiko. Era solo un gran mucchio di terra con qualche roccia affiorante dietro casa Shuzen ma Sasuke aveva voluto piantarci alcuni alberi di ciliegio. Diceva che gli ricordavano una persona a cui aveva voluto bene. Era il suo angolo di tranquillità, dove andava quando voleva stare solo, cosa che capitava spesso. Dopo cena vi aveva accompagnato Sakura, dicendo di aspettarlo lì, ma l’oscurità era calata completamente e lui non era arrivato. Makiko era tornata quando aveva ritenuto fosse abbastanza tardi, Sakura aveva insistito per aspettare ancora.

Sedeva su una stuoia, avvolta da un kimono e una coperta, la spada del principe degli assassini adagiata in grembo. Non si separava mai da essa, era stata il primo pensiero al risveglio.

E se non viene? Se è solo un’altra bugia?

Scacciò quei pensieri, sapendo che lo avrebbe aspettato comunque.

La solita cogliona che aspetta uno ancora più coglione.

A giudicare dalla posizione della luna, dovevano essere quasi le cinque del mattino, quando finalmente lo percepì. Si era appisolata per lunghi momenti, ma non faticò a liberarsi del torpore. Ormai riconosceva all’istante l’aura del Sommo Ookami, quando lui si avvicinava. La colse però un quesito che la mise a disagio. Il giovane, che vedeva avvicinarsi, conservava ancora qualcosa di Sasuke Uchiha o era il Sommo Ookami e basta?

Si fermò a pochi passi da dove lei era seduta, il corpo avvolto da un mantello color della notte. Aveva proprio l’incedere fiero e maestoso di un lupo. Sakura notò che i suoi occhi riflettevano la luce del firmamento, come quelli di una bestia. Li sentì su di sé, capì che la stavano studiando. Scrollandosi di dosso la coperta e lasciando la spada sopra la stuoia, coprì la distanza lasciata intenzionalmente fra loro. Gli occhi di Sasuke erano come li ricordava, in più avevano assunto la sfumatura dorata tipica di tutti gli abitanti di Oinomori.

“Sei vivo.”

Non riuscì a dire altro, mentre lo circondava con le braccia. Sasuke la strinse, inebriandosi nel suo profumo. Sakura pianse contro il suo torace, continuando a ripeterlo.

“Sei vivo… sei vivo… sei vivo…”

Sasuke attese che si calmasse. Era un momento perfetto, non voleva sprecarlo come in passato. Dal suo arrivo a Oinomori, raramente si era concesso di sognare un momento del genere, era come lo aveva immaginato. Peccato che anche quello sarebbe stato solo il calore di un momento, l’illusione di un sogno destinato a infrangersi nuovamente. Questa certezza lo spinse a chiedere ciò che gli premeva sapere.

“Come puoi volermi ancora bene, dopo tutto il male che ti ho fatto?”

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Gulminar