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Autore: phoenix___    15/09/2012    2 recensioni
(...) Sentivo il suo respiro sul mio collo. Mi sussurrò un 'stasera ti voglio' ma non diedi molto peso alle sue parole.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi svegliai nel mio piccolo letto dalle candide lenzuola bianche nel  vecchio e umido appartamento nella periferia di Los Angeles. Mi alzai e mi misi il mio enorme maglione beige. Andai alla finestra della mia camera, ovvero quattro mure grigie. Pioveva. Decisi di vestirmi e di andare a far colazione. Avvisai Alice, la ragazza con cui dividevo l‘appartamento, che sarei andata al bar. Giubbotto di pelle sgualcito, maglione extra large che mi faceva come vestito e calze nere bucate.  Arrivai e come al solito era deserto.

- Ciao Emma, come stai? - mi chiese la proprietaria del bar mentre asciugava i bicchieri. Il ‘Route 66‘ non era progredito come tutti gli altri bar ma, era rimasto agli inizi degli anni ‘70 e questo lo rendeva speciale.
- Normale. Tutto a posto - risposi giocherellando con il mio anello sul balcone.
- Il tuo Benefattore mi ha detto di darti questa... -  Margaret, nome della proprietaria nonché mia seconda madre, mi porse una tazza di cioccolata calda con l‘aggiunta di panna.
- Quando eri piccola ne andavi matta! - mi disse con un sorrisone mentre puliva il bancone.
- Probabile, ho rimosso ogni ricordo della mia infanzia. -

La mia infanzia l‘avevo passata in “casa“ ovvero una villa stratosferica, tra insegnanti privati e ‘amiche‘. I miei genitori non erano mai presenti e, all‘età di sedici anni decisi di intrapendere il lavoro di groupie. Ora che ho diciannove anni, continuo ad essere l‘amica/“fidanzata“ di un celebre chitarrista di una nota rock band. Solo Margaret e Alice, la mia coinquilina che come me faceva la groupie, conoscevano il mio vero ‘lavoro‘.

- Stai mangiando poco ultimamente, come mai? - mi chiese Margaret preparando del caffé a dei clienti.
- ultimamente non ho molta fame e poi Jack... sono due settimane che mi deve pagare. - risposi facendo roteare la tazza di cioccolata ancora piena. Negli ultimi due mesi ero molto dimagrita. Ero pelle e ossa. Aiutai Margaret con il bar e verso le due del pomeriggio entrò Matt con la sua felpa di Mickey Mouse.

- Ehi Mickey! - lo salutai tirandogli la pezza con cui stavo pulendo i tavoli.
- Emma! - rispose venendo verso di me e abbracciandomi. Matt faceva parte della crew della band ma, a differenza dei componenti era affettuoso e mi voleva davvero bene. Eravamo ottimi amici. Andò a salutare Margaret e dopo aver aiutato a pulire gli ultimi angoli io e Matt ci dirigemmo verso il parco della periferia. Entrammo in una strada di sassolini bianchi e ci sedemmo su una panchina verde davanti a una fontana.

- Devo darti una brutta notizia... fra qualche giorno partiremo per un tour. - mi disse.
- Oh fantastico. - delle lacrime cominciarono a rigarmi il volto.

Matt mi abbracciò e io mi appoggiai al suo petto. Rimanemmo così per parecchi minuti. La sua presenza mi rincuorava. Mi porse una scatola rossa.

- Un regalo per te. - Mi disse. Aprii la scatola era un vestito, ma non un vestito alla Jack , era elegante. Era nero, leggero e la schiena era scoperta. All‘interno c‘era anche una maschera nero di pizzo che copriva solo gli occhi. Ero felicissima. Diedi un bacio rumoroso alla guancia di Matt urlando “Grazie“ e lui mi fece uno di quei sorrisi che ti mandano al settimo cielo.
- Ecco vedi... Stasera ci sarà erm... una festa in maschera e vorrei andarci con te. -  disse muovendo le scarpe facendo dei solchi tra i sassolini.
- Ma certo! Ma... Jack? -
- Ci penso io... si è fatto tardi è ora di tornare a casa. -

Risposi con un sorrisone. Mentre andavamo a casa Matt mi mise al collo una collana.
Contentissima di quel pomeriggio, aprii la porta di casa e... trovai Jack.

- Dove eri finita? - mi chiese Jack.

Ero nel panico. Non sapevo cosa rispondere.

- Era con me a firmare dei moduli - mi parò il culo Matt.

Feci passare la scatola rossa nelle mani di Matt che la infilò dietro a un vecchio mobile.
Jack mi tirò dal maglione e mi strinse a sé. Sentivo il suo respiro sul mio collo. Mi sussurrò un 'stasera ti voglio' ma non diedi molto peso alle sue parole. Mi staccai da lui e andai in camera a nascondere la collana. Jack mi seguì.

...



 

Non uccidetemi! E’ stata scritta l’altra sera all’una e mezza u.u
Alla prossima!
E.

  
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