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Autore: _LeL_    02/04/2007    3 recensioni
La mia prima song-fiction..Siate clementi!^^"" In una città come tante una ragazza diversa dalle altre ritrova sè stessa in una canzone. Ma le basterà questo per intraprendere la sua nuova vita? [Sf Controllata e Riscritta in Parte]
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora una piccola prefazione. Questa, come avete capito dalla prima presentazione, è la mia prima sf. Però non sono nuova nel campo della scrittura in generale.. Penso di non aggiungere altri capitoli a questa sf, la trovo conclusa così, ma potrei anche ripensarci.. Ora però vi lascio alla lettura^^

Piccola Stella Senza Cielo

Paesaggi simili a dipinti si erano susseguiti in una continua, quanto particolare visuale. Il treno, leggero com’era nelle rotaie metalliche, non mi aveva fatto neanche pesare quelle ore passate a scrivere. Avevo preso il mio block notes e la penna e mi ero lasciata andare. Quasi per sfogarmi di ciò che era successo, quasi per dimenticare. Stavo scappando da me stessa. E poi quella scatola grigia si era fermata, provocando in me quasi un sussulto, che, silenzioso, si era propagato nel mio corpo, simile ad una leggera scossa elettrica. Presi il block notes e la matita e con un gesto deciso li buttai nella borsa. Neanche la scrittura riusciva a frenare la belva dentro di me. La rabbia che era in me si affievolì alla visione del paesaggio che si stagliava dalla piccola finestra dello scompartimento.

OMi sembrò di vedere un dipinto pieno di chiaroscuri e di luci soffuse. Immaginai che un qualsiasi altro spettatore non sarebbe rimasto così emozionato da una visione del genere. Per me invece fu qualcosa che non avevo mai provato prima. Quel paesaggio era ben diverso dal posto in cui venivo e questo non poteva che farmi piacere. Presi la borsa e la valigia e strinsi tra le mani il mio fedele compagno di viaggio. L’unica cosa che non erano riusciti a togliermi. La mia musica, l’unica cosa che riusciva ancora a confortarmi. Accesi l’Ipod e subito sentii le note della mia canzone preferita espandersi fino a giungere alle mie orecchie.

Cosa ci fai
In mezzo a tutta
Questa gente
Sei tu che vuoi
O in fin dei conti non ti frega niente


La stazione faceva quasi paura ai miei occhi. Come stava cantando Liga, ero in mezzo a tutta quella gente sconosciuta, ma non mi importava. Loro non mi conoscevano, loro non potevano capire. Lo dissi dentro di me più e più volte. Presto avrei fatto conoscere a tutti la vera me.

Ora, però, avanzavo incerta verso l’uscita. Lo zaino in spalla, la mano decisa stretta al trolley e l’andamento fiero, che nascondeva il mio reale stato d’animo. Coloro che mi osservavano di sfuggita erano incuriositi dalla mia strana personalità. Capelli rossi, lunghi. Occhi chiari coperti da spessi occhiali da sole neri, anche se fuori era buio. Un cappotto nero che in realtà odiavo per i ricordi che portava con sè.

Tanti ti cercano
Spiazzati da una luce senza futuro.
Altri si allungano
Vorrebbero tenerti nel loro buio

Portai istintivamente la mano alla tasca della giacca. Il telefono squillava insistentemente. Lo presi quasi infastidita. Alex. Oh si, Alex. Il mio ex. Spensi il telefono, schiacciando il pulsante con molta violenza. No, Alex, oggi non ci sono neanche per te. Poi ci ripensai. Anzi, da oggi non ci sono per nessuno. Mi fermai e buttai il cellulare nel cestino più vicino. E’ ora di pensare a me stessa. Sono io l’artefice del mio futuro. E mentre pensavo tutto questo salii le scale quasi correndo.


Ti brucerai
Piccola stella senza cielo.
Ti mostrerai
Ci incanteremo mentre scoppi in volo
Ti scioglierai
Dietro a una scia un soffio, un velo
Ti staccherai
Perche' ti tiene su soltanto un filo, sai


Canticchiavo il ritornello, l’avevo sentita troppe volte quella canzone. E troppe volte mi ero definita una “Piccola Stella Senza Cielo”. Io. Fragile, complicata, speciale e unica. Mi sentivo leggera come una farfalla. Tagliare i ponti con gli altri era stato fin troppo facile e mi aveva reso più felice di quanto avrei potuto immaginare. Le liti con i miei genitori erano ormai solo un brutto ricordo di una vita che non mi apparteneva più. Loro mi avevano rifiutato, avevano oppresso i miei sogni e mi avevano reso infelice. La cantante? Vuoi fare la cantante? Tu devi lavorare a casa nostra e ti devi occupare della famiglia! Se metti un piede fuori da quella porta, aveva detto mia madre, giuro che non rientrerai mai più. Una di quelle sere avevo preso il coraggio che pensavo di non avere. La mia vita era appesa ad un filo. Un filo troppo lebile per tutto quel dolore, per tutto ciò che avevo passato. Ma questo lo sapevo meglio di chiunque altro. Urtai contro un uomo. Scusi. Una parola e molteplici significati. Veloce sfuggii come una piccola farfalla pronta a spiccare il primo volo. E forse per la fretta non mi accorsi neanche di quel rumore. Silenzioso, nascosto dal caos della stazione. Il filo si era spezzato.

Il filo si era spezzato.

Tieniti su le altre stelle son disposte
Solo che tu a volte credi non ti basti
Forse capitera' che ti si chiuderanno gli occhi ancora
O soltanto sara' una parentesi di una mezz'ora

Camminai veloce per i corridoi per giungere all’aperto. Avevo aumentato il volume dell’Ipod, era ormai al massimo. Eppure non mi bastava ancora. Le parole di Ligabue mi ferivano l’anima. Artigli silenziosi in quel gran caos. Erano un monito, come se stesse parlando proprio a me. Per questo chiusi gli occhi e aspettai che le ultime note mi accompagnassero in quella strana avventura che avevo intrapreso. Presi il pacchetto quasi vuoto di sigarette che tenevo in borsa e con l’accendino, che avevo in tasca, accesi una sigaretta. Appena quella piccola stecca bianca poggiò sulle mie labbra, un sapore amaro si sparse in tutta la bocca. Mi piacevano i sapori amari, i sapori forti e aspri. Amari quasi come la mia vecchia vita. Prima o poi avrei scritto la mia storia...Penso più poi che prima.. Era troppo presto per ricordare gli abusi e i gesti che mi avevano condizionata troppo a lungo. Aprii gli occhi e continuai il mio cammino.

Aprii gli occhi e continuai il mio cammino.

Ti brucerai
Piccola stella senza cielo.
Ti mostrerai
Ci incanteremo mentre scoppi in volo
Ti scioglierai
Dietro a una scia un soffio, un velo
Ti staccherai
Perche' ti tiene su soltanto un filo, sai

Finalmente ero all’aperto. Mi feci largo lungo la stretta uscita della stazione. Ero in una città fin troppo affollata.Un turbinio di voci e di odori mi circondò. L’aria fresca mi entrò prepotente nei polmoni, dandomi un senso di smarrimento e di piacere. Buttai per terra la sigaretta che avevo in mano e con il tacco degli stivali in pelle la spensi. Qualcuno mi osservò incuriosito, in giro se ne vedevano poche come me. Chissà cosa stavano pensando di me. Risi. Non avevano neanche idea di ciò che stessi passando. In fondo per loro ero solo una ragazzina.

Istintivamente spostai lo sguardo in su, verso ciò che ormai consideravo come una casa. Il cielo era scuro, cupo e pieno stelle. Non c’era bisogno di osservare più a lungo, lì tra le tante stelle che costellavano il firmamento c’era anche un vuoto. Un vuoto che avevo lasciato tempo fa. Un vuoto che avevo appena colmato. Domani avrei partecipato a quel concorso, potevo vincere e ne ero certa. Non era certo estate, ma vidi lo stesso una stella cadente. Qualcosa si accese dentro di me ed espressi un desiderio. Ero sicura che quel desiderio si sarebbe avverato, perchè ero io quella piccola stella senza cielo.

The End.

Ringrazio:

-Lau, che mi ha fatto venire la voglia di sciverla

-Fede, che l'ha adorata dal primo istante e mi ha suggerito alcune cose

-Feny, perchè è stata la prima a leggerla e perchè ha saputo criticarmi in piccole cose

-Tutti coloro che leggeranno e commenteranno questa sf, naturalmente!

Kisses, Shaya/Lory

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